giovedì 26 agosto 2010

Un sorriso lungo 100 anni

100 anni fa, il 26 agosto del 1910, nasceva Anjeza Gonxhe Bojaxhiu, universalmente conosciuta come Madre Teresa di Calcutta.
Stamattina, ripensandoci, mi è passato per la mente che, per far leggere la biografia di questa grande donna al mio gruppo di catechismo, avevo predisposto una specie di "Story game" nel quale avevo mischiato la vita di Agnes con quella di un'altra piccola-grande donna: Bernadette Soubirous.
Il giorno che proponemmo il gioco i ragazzi (o meglio, le ragazze maggiormente) si appassionarono così tanto da non voler uscire fin quando il gioco stesso non fosse finito. Tanto che dovetti scendere ad avvertire i genitori che aspettavano all'esterno della casa della Gioventù.
Adesso magari non se ne ricordano più... ma spero che la conoscenza di cosa possa fare l'Amore di Dio anche in umilissime creature, si sia depositata come un seme pronto a germogliare nel loro cuore. Per quando servirà una scorta di cibo spirituale... Per la vita.
Madre Teresa, o come più esattamente si dovrebbe dire, la Beata Teresa di Calcutta (anche se mi piace di più come la chiama mia madre: Mamma Teresa), è una luce vivida nell'universo cattolico e in particolare, nella sua parte femminile.
La sua vita e la sua Fede sono insegnamenti "scomodi" ma non ignorabili.
Se non è alla portata di tutti la sua decisione di farsi tutto per i più poveri, portando nel cuore il lamento di Cristo "Ho sete", è certamente possibile imitarla nell'Amore. Per i fratelli e per Dio.
Sul crocifisso appeso ad una parete della casa madre e sulle mura delle "sue" case sparse in tutto il mondo è riportato proprio questo grido d'aiuto: I thirst.
In quello che lei chiamava "il Vangelo in 5 dita" e ripeteva contando le parole sulla sua mano: Lo avete fatto per me... è sintetizzato il significato di ogni suo gesto...
Nelle preghiere che ci ha lasciato è espresso il motivo. Della sua Fede e della sua vita tutta.

Ho sentito il battito del tuo cuore!
Ti ho trovato in tanti posti, Signore.
Ho sentito il battito del tuo cuore
nella quiete perfetta dei campi,
nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota,
nell'unità di cuore e di mente di
un'assemblea
di persone che ti amano.
Ti ho trovato nella gioia,
dove ti cerco e spesso ti trovo.
Ma sempre ti trovo nella sofferenza.
La sofferenza è come il rintocco della campana
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Signore, ti ho trovato nella terribile
grandezza della sofferenza degli altri.
Ti ho visto nella sublime accettazione
e nell'inspiegabile gioia di coloro
la cui vita è tormentata dal dolore.

Ma non sono riuscito a trovarti
nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri
Nella mia fatica ho lasciato passare inutilmente
il dramma della tua passione redentrice,
e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata
dal grigiore della mia autocommiserazione.
Signore, io credo. Ma aiuta la mia fede.

lunedì 16 agosto 2010

... shall I come back again?

Tutta una settimana senza internet... robe d'altri tempi, no?
Eppure per una lunga settimana non ho avuto l'impulso di accedere alla rete.
Ancora oggi non ho ispirazione per scrivere alcunchè.
E' un periodo un po' strano.
Mi sento abulica.
Ma passerà... spero!
Intanto, per inaugurare questa settimana post-ferragostana, un omaggio a un grande della musica: Elvis Presley.
Un uomo così amato, invidiato, celebre eppure un universo così inesplorato. Tanto da offrire la possibilità di farne una leggenda che ancora viene narrata e che ammanta di mistero la sua fine...
Al di là di ogni cosa rimane la sua voce...



venerdì 6 agosto 2010

Mi ricordo...

Mi ricordo una giornata estiva dedicata agli amici e alle sciocchezze dell'età...
La libertà di stare in piazza tutto il giorno e fino all'arrivo del crepuscolo quando bisognava attenersi alle regole che armonizzavano la vita familiare. E poi, dopo cena, di nuovo la piazza e gli amici e le chiacchiere, le confidenze, gli approcci e le contrapposizioni su argomenti anche banali.
E poi una finestra si apre e attraverso le parole di un'anziana del paese, il dolore che irrompe nell'animo e le lacrime che sgorgano sotto gli sguardi straniti del "gruppo": E' morto il Papa.
Per motivi che non ho mai sentito il bisogno di razionalizzare ho amato con tenerezza il Santo Padre Paolo VI.
Perciò, nel 32° anniversario della sua morte, i miei pensieri di oggi sono rivolti a Lui...
Ogni tanto racconto quanto sia stato innovativo il suo Pontificato ai miei figli che al termine "Papa" associano ancora solamente la figura del grande Giovanni Paolo II, il "loro" Papa.
Il suo difficile pontificato e gli scogli che ha dovuto superare. La sua finissima intelligenza e le intuizioni spesso sconosciute ai più. E la tristezza... La cadillac regalata a Madre Teresa di Calcutta e la Tiara...
Questo simbolo papale usato per l'ultima volta proprio per la sua incoronazione, celebrata sul sagrato di San Pietro il 30 giugno del 1963.
Ricevi la tiara ornata con tre corone e sappi che sei il padre dei principi e dei re, il rettore del mondo, il vicario in terra del Salvatore Nostro Gesù Cristo, al quale è onore e gloria nei secoli dei secoli”.
Pochi mesi dopo, il 13 novembre 1964, al termine di una sessione del Concilio Vaticano II, venne tenuta nella Basilica Vaticana una Divina Liturgia in rito orientale, alla presenza del Papa. Al termine, il segretario dell'assise ecumenica, dopo aver ricordato che la Chiesa è stata sempre e veramente madre dei poveri e dei bisognosi, annunziò che il Papa donava la sua tiara ai poveri. Paolo VI discese dal trono, si recò all'altare della concelebrazione, e la depose sulla mensa...
Ci ho pensato in questi giorni nei quali tiene banco la proposta di alcuni miliardari americani di devolvere metà del proprio patrimonio ai poveri.
Paolo VI aveva fatto una simile proposta ai tempi del suo Pontificato ma gli venne fatto notare che i tesori della Chiesa non erano nè suoi nè a sua personale disposizione... e la sua proposta fu bocciata.
Non entro nel merito e non cerco nemmeno di ipotizzare se, nel caso si fosse proceduto secondo le sue intenzioni, al mondo non ci sarebbero più poveri. Ho le mie idee... ma ripenso a questo uomo e a ciò che dal cuore gli aveva ispirato un simile, rivoluzionario, gesto.
Ripenso a questo grande Papa, Paolo Magno lo chiama qualcuno, e lo ringrazio perchè anche per Lui trovo sensato rimanere all'interno della Chiesa anche quando altre parole ed altri gesti scandalizzano me. Che certo sono ben poca cosa...
Oggi, nella ricorrenza liturgica della Trasfigurazione del Signore, esprimo anche su queste pagine a Paolo VI il mio affetto che non si arrende nemmeno davanti alla morte.
Fa o Dio, Padre di misericordia, che non sia interrotta la comunione che, pur nelle tenebre della morte, ancora intercede tra i defunti da questa esistenza temporale e noi tuttora viventi in questa giornata di un sole che inesorabilmente tramonta…”.

domenica 1 agosto 2010

Più o meno... facciamo oggi!

Non ho conosciuto mio nonno... e mio papà ne parlava in termini che, talvolta, mi sfuggivano.
Raccontava di un uomo materialmente poverissimo ma con una dignità che gli faceva scegliere di morire di fame, lui e la sua famiglia, piuttosto che abdicare ai suoi ideali. Però si sentiva in queste parole pregne di amore e di stima che si rammaricava per qualcosa che non aveva ravvisato nell'animo del suo genitore. Ho sempre pensato che a papà dispiacesse oltremodo l'assoluta mancanza di "credo religioso" del nonno. Però non lo giudicava. Mai! Nemmeno quando ci raccontava che da piccolo aveva il grande desiderio di farsi prete ma il nonno gli aveva imposto (e non con la dolcezza o il ragionamento...) di farsi una famiglia e avere dei bambini perchè "la nostra dinastia non finisca con te". In effetti è quasi incomprensibile che in un ambiente che si potrebbe definire ostile, 3 dei 5 figli del nonno (5 femmine + mio papà) avesse sviluppato una così fervente Fede che li ha accompagnati fino alla fine dei loro giorni. Soprattutto nella considerazione della presenza davvero defilata della nonna che aveva le sue priorità: 1 nell'amore ssoluto per il nonno; 2 nella necessità di procurarsi qualcosa da mangiare vista la povertà nella quale cresceva i propri figli.
Comunque...
Dai racconti del papà ho personalmente svluppato una stima smisurata nei confronti del nonno... anche se pure con me avrebbe avuto degli scontri in campo religioso.
Certo non in campo politico, visto che lui era un Socialista PURO... oltre che un istintivo e un idealista (o forse le cose vanno a braccetto!).
Quando ero ragazzina mi inorgogliva che le donne del paese dicessero quanto ero simile a nono Pieri... e me ne fregavo altamente della loro aria finto-preoccupata.
E adesso che non sono più tanto ragazzina, lo stimo ancora di più pensando a come vivrebbe la situazione attuale un uomo che negli anni del fascio era iscritto (2 in tutto il paese) al P.S.I.
Ri-comunque...
Il 1° agosto del 1922 il nonno si presentò al Comune della cittadina di fondovalle per denunciare la nascita - finalmente! - del figlio maschio.
"Quando è nato?" - chiese l'impiegato dell'anagrafe.
"Faccia oggi" - rispose il nonno senza sapere quanti giorni fossero passati da quando era partito da casa per cominciare i degni festeggiamenti per il tanto atteso evento.
Così, ufficialmente, oggi sarebbe il compleanno del papà...
E io vorrei poter fare gli auguri all'uno e all'altro, dicendo loro che sono i fari della mia vita.

STAIT ATÊNZ…

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Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

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37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

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Ma certo che NO!!!