mercoledì 11 marzo 2015

L’amore che rimane



Stamattina ho letto l'articolo che segue e ho pensato subito che volevo condividerlo sul mio blog... trascurato ma non dimenticato.
A chi ancora ci passa e, dunque, talvolta mi pensa, devo dire che la mia vita ha subito trasformazioni di non poco conto...
Sto cercando di ritrovarmi... voglio ritrovarmi e ritrovare voi, amici virtuali ma cari al mio cuore.
...
Come oncologo con 29 anni di esperienza professionale, posso affermare di essere cresciuto e cambiato a causa dei drammi vissuti dai miei pazienti. Non conosciamo la nostra reale dimensione fino a quando, in mezzo alle avversità, non scopriamo di essere capaci di andare molto più in là.

Ricordo con emozione l’Ospedale Oncologico di Pernambuco, dove ho mosso i primi passi come professionista. Ho iniziato a frequentare l’infermeria infantile e mi sono innamorato dell’oncopediatria.

Ho assistito al dramma dei miei pazienti, piccole vittime innocenti del cancro. Con la nascita della mia prima figlia, ho cominciato a sentirmi a disagio vedendo la sofferenza dei bambini. Fino al giorno in cui un angelo è passato accanto a me!

Vedo quell’angelo nelle sembianze di una bambina di 11 anni, spossata da due lunghi anni di trattamenti diversi, manipolazioni, iniezioni e tutti i problemi che comportano i programmi chimici e la radioterapia. Ma non ho mai visto cedere quel piccolo angelo. L’ho vista piangere molte volte; ho visto anche la paura nei suoi occhi, ma è umano!

Un giorno sono arrivato in ospedale presto e ho trovato il mio angioletto solo nella stanza. Ho chiesto dove fosse la sua mamma. Ancora oggi non riesco a raccontare la risposta che mi diede senza emozionarmi profondamente.

A volte la mia mamma esce dalla stanza per piangere di nascosto in corridoio. Quando sarò morta, penso che la mia mamma avrà nostalgia, ma io non ho paura di morire. Non sono nata per questa vita!

Cosa rappresenta la morte per te, tesoro?”, le chiesi.

Quando siamo piccoli, a volte andiamo a dormire nel letto dei nostri genitori e il giorno dopo ci svegliamo nel nostro letto, vero? (Mi sono ricordato delle mie figlie, che all’epoca avevano 6 e 2 anni, e con loro succedeva proprio questo)”.

È così. Un giorno dormirò e mio Padre verrà a prendermi. Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!

Rimasi sbalordito, non sapendo cosa dire. Ero scioccato dalla maturità con cui la sofferenza aveva accelerato la spiritualità di quella bambina.

E la mia mamma avrà nostalgia”, aggiunse.

Emozionato, trattenendo a stento le lacrime, chiesi: “E cos’è la nostalgia per te, tesoro?

La nostalgia è l’amore che rimane!

***
Oggi, a 53 anni, sfido chiunque a dare una definizione migliore, più diretta e più semplice della parola “nostalgia”: è l’amore che rimane!

Il mio angioletto se ne è andato già molti anni fa, ma mi ha lasciato una grande lezione che mi ha aiutato a migliorare la mia vita, a cercare di essere più umano e più affettuoso con i miei pazienti, a ripensare ai miei valori. Quando scende la notte, se il cielo è limpido e vedo una stella la chiamo il “mio angelo”, che brilla e risplende in cielo.

Immagino che nella sua nuova ed eterna casa sia una stella folgorante.

Grazie, angioletto, per la vita che ho avuto, per le lezioni che mi hai insegnato, per l’aiuto che mi hai dato. Che bello che esista la nostalgia! L’amore che è rimasto è eterno.

(Dr. Rogério Brandão, oncologo)

mercoledì 16 aprile 2014

Mi piacerebbe sapere...

Catturata dalla rete di facebook, ho "osato" esprimermi in merito all'ultima vigliaccata di Grillo e Mara (che pure mi conosce anche fuori da quella piazza) mi ha dato della "telecomandata".
Dopo la prima reazione fatta di grasse risate ma anche di voglia di dare una risposta che certamente non ci avrebbe rese "amiche" migliori... avevo deciso di lasciar perdere.
Stamattina, però, ho letto su "La Repubblica" la lettera di un  ragazzo di 27 anni che parlava, con cognizione di causa, della vergognosa re-interpretazione delle parole di Primo Levi e mi sono detta che non potevo non dire la mia, su Grillo e sui suoi difensori... e su di me.

Leggevo il blog di Grillo ancor prima che Casaleggio lo indottrinasse e talvolta trovavo le sue idee condivisibili. Appena, però, si osava manifestare anche solo un accenno di dissenso in un commento, si veniva cancellati. Ed è successo anche a me! Dato che non mi piace chi mi limita nella mia libertà, sia esso un telecomando (cara Mara) o un sito o un blog, ho smesso di frequentarlo e ancora, viste le ultime perle di saggezza propinate, ne sono felice.

In merito alla Shoah e a Levi, mi piacerebbe sapere se i seguaci del comico sanno che appena pochi giorni prima del post farneticante - l'11 per essere precisi - ricorreva l'anniversario della morte di Primo Levi...
Mi piacerebbe sapere se hanno letto "Se questo è un uomo" e che effetto gli ha fatto...
Mi piacerebbe sapere se erano a conoscenza che proprio il giorno del post la Comunità Ebraica festeggiava la Pesach...

Tornando alla lettera su Repubblica, l'autore si chiama Pietro Geymonat... vi dice qualcosa?
E' il nipote del filosofo Ludovico Geymonat, finito in campo di concentramento ad Auschwitz per non aver voluto iscriversi al partito di cui grillo (minuscolo, sì!) è un indegno erede ed evidentemente ha studiato la storia sui libri e sul numero indelebile impresso sul braccio del nonno.
Ai seguaci del mentecatto non ho niente da dire.

A Pietro e alla Comunità Ebraica vorrei rivolgere le mie scuse!

lunedì 17 febbraio 2014

Festa per un giorno ma aMICI per sempre

Ho trovato in rete questo raccontino anonimo... e anche se tra i protagonisti non figura un gatto ma un cane, mi pare che lo si possa dedicare a tutti coloro che i gatti li amano ogni giorno... e anche oltre.

Un vecchio camminava per una strada con il suo cane. Si godeva il paesaggio, quando ad un tratto si rese conto di essere morto. Si ricordò quando stava morendo e che il cane che gli camminava al fianco era morto da anni. Si chiese dove li portava quella strada.
Dopo un poco giunsero a un alto muro bianco che costeggiava la strada e che sembrava di marmo.
In cima a una collina s'interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole.
Quando vi fu davanti, vide che l'arco era chiuso da un cancello che sembrava di madreperla e che la strada che portava al cancello sembrava di oro puro.
Con il cane s'incamminò verso il cancello, dove a un lato c'era un uomo seduto a una scrivania. Arrivato davanti a lui, gli chiese:
- Scusi, dove siamo?
- Questo è Il Paradiso, signore, - rispose l'uomo
- Wow! E non si potrebbe avere un po' d'acqua?
- Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell'acqua ghiacciata.
- L'uomo fece un gesto e il cancello si aprì
- Non può entrare anche il mio amico? - disse il viaggiatore indicando il suo cane.
- Mi spiace, signore, ma gli animali non li accettiamo.
- L'uomo pensò un istante, poi fece dietro front e tornò in strada con il suo cane.
Dopo un'altra lunga camminata, giunse in cima a un'altra collina in una strada sporca che portava all'ingresso di una fattoria, un cancello che sembrava non essere mai stato chiuso. Non c'erano recinzioni di sorta.
Avvicinandosi all'ingresso, vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero.
- Mi scusi, - chiese - non avrebbe un po' d'acqua?
- Sì, certo. Laggiù c'è una pompa, entri pure.
- E il mio amico qui? - disse lui, indicando il cane.
- Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l'ingresso ed effettivamente poco più in là; c'era un'antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola.
Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al cane.
Continuarono così finché non furono sazi, poi tornarono dall'uomo seduto all'albero.
- Come si chiama questo posto? - chiese il viaggiatore.
- Questo è il Paradiso.
- Beh, non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello, il Paradiso.
- Ah, vuol dire quel posto con la strada d'oro e la cancellata di madreperla? No, quello è l'Inferno.
- E non vi secca che usino il vostro nome?
- No!, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano perdere i loro migliori amici.

lunedì 3 febbraio 2014

Vuoti riempiono il cuore

Razionalmente siamo tutti consapevoli dell'ineluttibilità degli addii.
Eppure ogni volta che dobbiamo confrontarci con il più radicale delle partenze, la morte, siamo impreparati.
Nell'amore c'è un seme di eternità che vorremmo veder germogliare in questa vita perchè solo di lei abbiamo esperienza. Aver Fede in un "altrove" può essere consolatorio ma non rende immuni dal dolore del distacco. Un dolore che appartiene alla sfera personale più profonda e che, pertanto, può essere incomprensibile all'esterno...
Oggi, per me e per la mia famiglia, il dolore riguarda l'addio al nostro Zecca... e immagino che per alcuni possa sembrare perfino esagerato il nostro manifestarlo, ma tant'è.
Zecca era un membro della famiglia. Era intelligente e paziente e, per noi, bello oltre l'analisi estetica.
Quando abbiamo accettato di essere stati scelti da lui, al canile, ci hanno fornito dei dati anagrafici presuti, secondo i quali avrebbe ora 13 anni.
Un età ragguardevole che, come per gli esseri umani, porta con sì una serie di problemi fisici che, in Zecca, riguardavano soprattutto le zampe posteriori... ma non solo.
Sta di fatto che, dopo mesi faticosi ma, tutto sommato, non condizionanti la normalità della vita, nell'ultima settimana c'è stato un tracollo veloce che lo ha di fatto immobilizzato con tutte le conseguenza che chi ha un amico pelosetto ben può immaginare.
Nel fine settimana la sua sofferenza evidente ci ha costretti a fare i conti con le possibilità che avevamo per dimostrargli quanto lo amavamo.
E adesso c'è un grande vuoto e la Comunità del cuore si è arricchita di un nuovo membro.
Vogliamo sperare che abbia goduto i giorni che ha condiviso con noi e che abbia sentito che era circondato di affetto.

Mandi, picinin...

domenica 2 febbraio 2014

Nunc dimittis servum tuum, Domine...

... secundum verbuum tuum in pace.
 
Il Vangelo che la Liturgia ci regalava ogg è uno dei brani più belli in assoluto... anche per i ricordi che suscita i me.
Con queste parole, infatti, il nostro Monsignore ha parlato alla Comunità dell'intervento chirurgico al quale si era sottoposto e di quanto lo aspettava.
 
 
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la Tua Parola.
 
Un affidamento totale e consolatorio. Una Fede assoluta, semplice e profonda.
Mentre veniva proclamato le lacrime mi hanno rigato il viso e io ho sperato che nessuno se ne accorgesse.
La vita ha passaggi difficili e prove che vorremmo evitare. E, soprattutto, noi abbiamo gradi di sopportazione influenzati da tutti gli accadimenti che ci troviamo ad affrontare tanto che, a volte, finiamo per cedere su episodi all'apparenza banali.
Ma ciò che siamo è la fusione del tutto che viviamo... e io mi accontento di cercare di non vergognarmi mai di me stessa.

lunedì 27 gennaio 2014

Sta in noi...

Sta in noi non permettere che si dimentichi la barbarie e l'orrore della Shoah così come ogni altra nefandezza perpetrata dall'Umanità...
Perchè se ognuno vigila nel proprio ambiente che nessuno osi falsare la realtà - passata e presente - potremo provocare l'attenzione quantomeno nelle persone che usano la coscienza in abbinata al cervello.
Nelle storie piccole e nella Storia raccontare è un antidoto efficace all'oblio... e dobbiamo continuare a farlo.
Anche usando parole di altri, se non siamo sicuri dell'effetto delle nostre. Magari quelle dei testimoni diretti.
Per me l'effetto più dirompente è quello di "Se questo è un  uomo" di Primo Levi.
Egli premette le parole che seguono al suo racconto, lucido e terribile...

«A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno inconsapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al temine della catena, sta il LAGER.» 

... e già fanno venire un brivido per quanto possono essere attuali.
Ricordare, allora, per onorare questa giornata dedicata alla Memoria della Shoah deve essere il nostro impegno.

lunedì 20 gennaio 2014

Sempre qui

Sono passati 10 anni...
Quanti eventi, quanti sommovimenti, quante burrasche hanno scosso anche la famiglia che tanto amavi. Chissà se la tua presenza avrebbe fatto cambiare alcune cose.
Come vorrei che tu ci fossi ancora. Non ti direi nulla delle mie paure, delle mie preoccupazioni... 
Ti guarderei e basta per riempire il cuore di te e farne scorta per l'assenza...
Senza di te ho percorso sentieri faticosi e, mentre avanzavo in lacrime, una scintilla di tenerezza mi ardeva in fondo al cuore perchè tu li avevi percorsi prima di me e prima di me avevi pianto lacrime di delusione per tradimenti che non sentivi di meritare... e non meritavi.
E come te mi sono sentita abbandonata, dagli uomini e... ma non mi sono lasciata sconfiggere dalla cattiveria e mi sono aggrappata a nostro Signore, come hai sempre fatto tu.
Poi sono incappata nella prova della malattia... la stessa che tu hai affrontato per 2 volte e alla quale non hai permesso di piegare la tua anima.
Ma la considero un'esperienza superata.
Forse perchè si avvicinava questa data, sono, invece, vulnerabile nei confronti della consapevolezza di non potere nulla per far sì che miei figli abbiano una vita felice.
Dovrò prendere esempio da te anche per questo... e imparare a nascondere il dolore per consentire a chi mi vive accanto di stare sereno e non essere condizionato dalle mie paure.
In questi 10 anni mi sei mancato ogni singolo giorno... eppure so che sei sempre qui, con me.
Continua a farmi sentire la tua presenza e io cercherò di essere degna di te.
Ti vul ben, popà.
Già segnato dal male
Un giorno felice - 1981

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!