domenica 30 novembre 2008

L'attesa...

Con la Chiesa, l'attesa assume un'accezione molto speciale, perchè non si tratta solo di essere spettatori di qualcosa che deve venire, ma di prepararsi perchè ciò che viene ci trovi consapevoli di quale novità rappresenti.
Questo il significato del Tempo di Avvento che con oggi è cominciato...
Questo ci sarà concesso di cogliere non già dal proliferare delle luminarie o dalla veste scintillante delle vetrine dei negozi, ma, eventualmente, dal ciclo di Letture che la Chiesa stessa ci offre nella ciclicità triennale delle proposte.
Per la prima domenica di Avvento, il tono del Vangelo non è esattamente il tono dolce e serafico che amiamo riconoscere al Natale. Anzi!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.

Ma siamo capaci di vegliare?
Oppure le nostre coscienze sono oramai irrimediabilmente assopite e "addomesticate"?
Probabilmente l'atteggiamento di molti è oramai assolutamente distratto. Sicuramente indaffarato.
Del resto, i giorni che viviamo non favoriscono le soste per concedercisi di riflettere. Troppo da fare, tanto da correre, molto da produrre e ancor più da consumare.
E i predicatori, anzi, gli imbonitori, lanciano messaggi subdoli che pochi si preoccupano di decodificare ripulendoli dall'inquinamento dell'interesse economico che ha un peso maggiore dell'interesse dell'uomo, nella sua generalità.
E così il soddisfacimento immediato, distrae da questioni ben più fondamentali...
Anche dall'importanza reale della Venuta di Gesù e del Santo Natale?
Si occupa la mente con tanti piccoli problemi e tante piccole questioni.
Alcune forse importanti, altre finanche vitali, altre totalmente futili che servono a distrarre dalle questioni fondamentali, quelle che danno senso e sapore alla vita.
Parlare di Fede attira sorrisini ironici (quando va bene). Dire di credere alla Vita Eterna, parlare di orgoglio per le proprie radici cristiane e per le tradizioni religiose del proprio paese, ammettere di pregare, pronunciare parole come Speranza, Giustizia, Salvezza... perfino Vita, fanno sì che si venga qualificati in un certo modo e che ogni altro giudizio non possa prescindere da questa "classificazione".

Ma in questo tempo di attesa del Santo Natale, il clima religioso pare essere più tollerato.
Del resto, come si dice? A Natale siamo tutti più buoni...

mercoledì 26 novembre 2008

Per un amico... questo e altro!

Che giornata!
Era cominciata come tutte le altre, ma alle 11 (minuto più, minuto meno) ha subito una svolta.
Ero, dunque, in ufficio. Quando il telefono si è messo a squillare ho capito che era una chiamata diretta, cioè qualcuno che conosce il numero del mio interno e non deve passare attraverso il centralino.
In realtà il display riportava un numero sconosciuto... e anche la voce lo era.
"Ti passo Silvano", queste le parole rivoltemi da una voce un po' concitata.
Il tono di mio marito non era migliore: "Vieni subito al canile"!
Busso al Capo e gli comunico che ho un problema. Devo uscire e lo faccio con il cuore pesante. Cosa può essere accaduto?
Arrivo al Canile e nel cortile ci sono un paio di poliziotti, il responsabile del canile, mio marito incredibilmente sporco di sangue perfino in faccia, una volontaria inginocchiata accanto a Zecca ...
Zecca, appunto...
Ha sulla schiena una coperta e la signorina mi invita a prestare attenzione perchè potrebbe mordermi...
Ma cosa significa? E perchè Zecca trema?
La spiegazione è preoccupata e preoccupante: Zecca è stato attaccato da un cane lupo che si aggirava libero proprio lungo il tragitto delle passeggiate quotidiane del mio povero piccolo cagnolotto.
Con la volontaria del canile, che nel frattempo ha allertato la veterinaria, carichiamo Zecca sulla mia auto e via. Ma piano perchè Zecca si lamenta degli scossoni ed è evidente che sta soffrendo.
Intanto Tite porta mio marito a casa così che possa prendere la sua macchina e correre al Pronto Soccorso. Ha entrambe le mani devastate dai morsi di entrambi i cani...
Non vi dico che momenti!
La veterinaria ha detto che la vita di Zecca è stata salvata da due fattori: la fortuna (l'arteria femorale è stata praticamente sfiorata dai denti dell'assalitore) e da mio marito che non ha esitato a mettere le sue mani nella bocca del cane che stava straziando il nostro AMICO.

Adesso Zecca ha ancora i postumi dell'anestesia.
Sulla sua schiena sono visibili i buchi dei morsi mentre la sua pancia è stata letteralmente rattoppata... Chissà quanto male, povero piccolo!
Mio marito ha tutte le dita incerottate o fasciate. Alcune sono mal ridotte, un paio di unghie sono in condizioni precarie, continua a sanguinare e almeno per una settimana dovrà recarsi quotidianamente al Pronto Soccorso per le medicazioni.
Per fortuna nulla di rotto ma dice che gli fanno male... e non è un tipo delicato che si lamenta per nulla!

E io continuo a pensare a uno dei cani che ho avuto da ragazza, Zoli, che è stato ucciso da un cane lupo... ho ancora i brividi al pensiero che poteva accadere di nuovo.

martedì 25 novembre 2008

Foresti...

Erano stranieri in paese.
Lei, la maestra elementare che tutti trattavano con deferenza, lui, operaio nelle vicine miniere di carbone che parlava un italiano strano. Entrambi che non parlavano friulano.
Erano arrivati all'inizio dell'anno scolastico e lei era evidentemente incinta, ma andava comunque a scuola a tenere le sue lezioni.
Quando qualcuno prendeva un po' di coraggio e chiedeva loro come mai si fossero trasferiti in quel paese dimenticato da Dio, lei rispondeva che avevano sentito dire che in Carnia la guerra non era arrivata. E così erano partiti in cerca della pace nella quale volevano far crescere la bimba di poco più di un anno che avevano già e il nascituro. C'era anche un altro bambino, Elio, ma il suo destino era stato di non riuscire nemmeno ad assaporare la vita. Il cordone ombelicale lo aveva soffocato durante il travaglio del parto.
A quei tempi, solo due anni prima, vivevano nella casa paterna di lui, insieme ai genitori, agli altri fratelli e ad una cognata.
Lei non ne parlava volentieri. Lo avrebbe fatto tanti anni dopo, quando i ricordi oramai non facevano più male. In quella casa si era sempre sentita ospite, e non sempre gradita. Talvolta loro parlavano la loro lingua e lei non capiva cosa si dicessero. Altre volte la cognata le rinfacciava di mangiare le "sue" patate. Sempre le rimaneva l'amarezza di non aver ancora goduto della gioia di essere stretta da una famiglia calda e solidale. E poi il suo bambino che non ce l'aveva fatta a nascere e i soldati che erano venuti a controllare come mai. Pronti ad accusare di non aver fatto tutto il possibile per salvare un nuovo italiano... ma capaci di stupirsi che la mamma fosse lei stessa poco più che una bambina.
Ma questo era passato. Adesso si poteva, si doveva, pensare al futuro. E il futuro era la loro famiglia. E l'essere "stranieri" sarebbe diventato la loro forza e il loro vincolo più resistente...
Intanto nacque il bambino: un maschietto! Era il 25 novembre del 1942.
E poi si trasferirono ancora e ancora... e la guerra finì e nacquero ancora due bimbe.
E finalmente arrivarono in un paesino sperduto nel quale decisero di stabilirsi.
E la gente si rivolgeva a lei con deferenza e riteneva che lui si esprimesse in un italiano un po' strano... ma loro parlavano poco e non tutti capirono che continuavano a sentirsi foresti.

domenica 23 novembre 2008

La vita...

... secondo Woody Allen.

La vita dovrebbe essere vissuta all'incontrario.
Dovremmo iniziare morendo e così, in quattro e quattr'otto, il trauma è passato.
Poi ti svegli in un letto d'ospedale e ti rallegri di sentirti ogni giorno meglio.
In seguito ti lasciano uscire perchè stai meglio e la prima cosa che fai è di andare in posta a ritirare la pensione di cui godi meglio che puoi.
Con il passare del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe spariscono.
Poi cominci a lavorare ed il primo giorno ti regalano un orologio d'oro!
Lavori 40anni finchè sei abbastanza giovane per approfittare adeguatamente del tuo ritiro dalla vita professionale.
In seguito passi alle uscite nelle osterie, bevi, giochi, baci e ti prepari ad iniziare i tuoi studi.
Poi vai a scuola, giochi con i tuoi amici senza nessun obbligo o responsabilità, finchè sarai un bimbetto. Quando sei sufficientemente piccolo, t'infili in un posticino che nel frattempo dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi nove mesi della tua esistenza li trascorri galleggiando tranquillamente e serenamente in un luogo caldo, con il servizio in camera e pieno d'affetto, senza nessuno che ti rompa le scatole.
Alla fine, lasci questo mondo in un orgasmo...

martedì 18 novembre 2008

In pace...

Tornare a casa.
Così Beppino Englaro ha dichiarato la sua volontà di portare Eluana a morire in Friuli e di lasciarla poi riposare fra i nostri monti carnici.
Una scelta quasi casuale, se si considera che prima dell'opzione Friuli egli aveva avuto contatti con moltissime Case di Cura italiane. Eppure io credo che, se potrà essere così, questa scelta lo rasserenerà... e immagino quanto bisogno ne abbia.
Ho provato, provo ancora, una pena infinita al vedere questo padre dover lottare per lasciar andar via la figlia.
Non riesco a farne solo una lettura morale o religiosa, pur se ciò non cambia le mie convinzioni. Non posso non immedesimarmi nella sua angoscia di genitore... e non sentirmi il cuore straziato.
Spero che cessino le polemiche e i giudizi... e rimanga tempo solo per la preghiera e, poi, la serenità.

Ho trovato una poesia del carnico Giso Fior... e credo che dica proprio ciò che Englaro e la sua famiglia vorrebbero accadesse... e forse lo vorrebbe anche Eluana.


O ce biel inscindalasci
di chest mont
cencia sunsur
e savei che domo l'aria
si é 'dacuarta
ch'a si mur.

E murí cusí tun stali
con ch'a si ha cjapat il sun.
E no vei rancors di sorta
e no fa sufrí nissun.



Che bello andarsene da questo mondo senza rumore e sapere che solo l'aria si è accorta che si muore. E morire così in uno stavolo nel sonno. E non avere alcun rancore e non far soffrire nessuno.

lunedì 17 novembre 2008

A Paola... da MeMe(desima).

Eccomi qua a non sapere cosa scrivere.
Eppure gli scorsi giorni mi dicevo: Questa volta è proprio facile... devi solo dire quello che pensi di lei, che esservi trovate è davvero una fortunatissima casualità, che le fai tanti auguri e sei a posto!
Invece no!
Perchè vorrei che quello che scrivo fosse chiaramente lo specchio di quello che sento... ma non lo so esprimere nel modo che vorrei.
Allora diciamo che dovrò chiederle un impegno. Quello di riuscire a decodificare anche ciò che non scriverò... ma credo che lei mi conosca abbastanza per farlo.
In effetti, lei sa di me molte cose davvero intime... e io le so di lei.
E questo me la rende ancora più preziosa.
Se mi ricordo i primi commenti che abbiamo intrecciato con lei, noi tutti, in questo giro di blog.
Cos'era? Fine settembre, inizi ottobre 2007, giusto?
E chi pensava mai che saremmo diventate "sorelle"?
Il giorno che ci dovevamo incontrare per la prima volta, mentre andavo verso il Colosseo in Metropolitana, davo il tormento a mio figlio che mi accompagnava per quanto mi sentivo emozionata.
Avevo il cuore in gola e temevo che non ci saremmo nemmeno riconosciute... Poi ho visto un gruppetto familiare e ho saputo che era lei.
Ci siamo abbracciate... ti ricordi? Che emozione!!!
E poi la sera successiva quando siamo andate a mangiare la pizza con Monica e Giuseppe e ci parlavamo delle nostre famiglie come se fosse un discorso già iniziato da tanto tempo che continuava con naturalezza.
E le lunghe (anche se rare) telefonate a dirci cose banali e poi, appena riagganciato, a rimproverarci da sole per aver scordato di dircene ancora di più... tante piccole cose che fanno la nostra vita.
E oggi è il tuo compleanno e io ti dedico questo post...

Ti voglio bene, Paola!!!

Sei entrata con la tua discrezione e la tua ritrosia a far parte della mia vita e del mondo dei miei affetti più cari, e anche se forse ci potremo vedere molto raramente, ne sei una figura importante.
Vorrei potermi presentare alla tua porta nascosta dietro un mazzo di fiori e poi ridere del tuo stupore e strapazzare MariaLaura di baci e abbracciare Monica e Denise... piangendo, mi sa!
Mi accontendo di offrirti questi fiori... che del resto sono proprio quelli del tuo "giardino"...

Buon Compleanno, sorellina!

P.S.: Auguri anche da parte di Giuseppe (che vi abbraccia tutti con grande simpatia) e di Domenico (che mi ha aiutata con i "fiori") e, direi, di Anne Geddes dalla quale ho preso idea e impostazione...

martedì 11 novembre 2008

Se...

Se riusciamo a sconfiggere il virus (rigorosamente anonimo, come tutti i peggiori virus) che si sta interessando a noi, forse scrivo anche qualche pensiero.
Ma intanto posto questa canzone che ha fatto compagnia ai miei pensieri in questi giorni...

domenica 9 novembre 2008

Scritta... domani!

Fra i tanti ritagli di articoli di giornale che, appena letti, ho ritenuto doveroso conservare, ce n'è uno di Enzo Biagi. Considerando che il giornalista è morto il 6 novembre 2007 - quindi giusto un anno fa - l'ho trovato "eternamente attuale"... e perciò voglio pubblicarlo.

Forse venti milioni, o dieci, o cinque, o uno: moralmente cosa cambia?, di cittadini di questa Repubblica non darebbero la loro figlia a un ebreo. Non so se la concederebbero con letizia a un siciliano, ma a un giudeo proprio no. Io, invece, l'ho fatto. E ho anche una nipotina che si chiama Rachele, e l'ho accompagnata alla sinagoga il giorno del battesimo. Poi un'altra mia ragazza ha adottato due bambini: pensate, non so da dove vengono. So, invece, e vale per loro come per la piccola israelita, che fin che sarò su questa terra, non li abbandonerò mai. Li seguirei ovunque, se fossero costretti ad andarsene: perchè preferisco essere mezzo italiano che mascalzone intero. Sei milioni di miei compatrioti vorrebbero cacciare, pare, chi prega Dio con un altro rito, chi attende ancora la salvezza dal Messia. Non sanno nulla del passato; i precedenti non contano. E vogliono dare la colpa delle amarezze del presente non ai loro errori, alle loro debolezze, ma alla forza del marco e alle vecchie congiure demo-pluto-massoniche.
Einstein, quando cercò rifugio in America, dovette compilare un modulo.
Alla voce: razza? rispose: umana.

Che cosa conterrà di misterioso il sangue dei figli dei rabbini?
I geni dell'usura e dei soldi, naturalmente. Rappresentano tutto il male del mondo: misero in croce Nostro Signore. Infatti furono poi i crociati che diedero inizio allo sterminio. Il quarto Concilio Laterano ordinò anche a questi nemici di portare dei vestiti che li distinguessero: un cappello giallo per gli uomini, un velo per le donne. Hitler fu più pratico: la stella di David per tutti. Hanno contro il pregiudizio, l'ignoranza, il luogo comune: e continuano a pagare. Facevano tutti i mestieri: tintori, orafi, calzolai, ma le corporazioni non sopportavano la loro concorrenza. Erano agricoltori espertissimi (e in Israele stanno dando conferme), ma vennero costretti a lasciare i villaggi e i campi insicuri, e a cercare protezione dentro le mura cittadine. Avere soldi liquidi era per loro un obbligo: sono più facili da portar via in caso di fuga. Diventano bravissimi nel maneggiarli, e anche i principi li chiamano come consiglieri, e quando ricevono prestiti, a interessi anche alti, perchè non ci sono garanzie di rimborso, saldano i conti buttando fuori i banchieri.
Così i vari Rothschild diventano il simbolo del "capitalismo apolide ed egoista". E' la Germania che affronta decisamente, col Fuhrer, la "questione ebraica": e pensare che su venti Premi Nobel dati ai tedeschi, undici li avevano presi loro, e tra quegli illustri c'ìera anche un tipo che si chiamava Einstein.
C'era il cinema, quello dell'Ufa, e la letteratura: Zweig, Werfel, Feuchtwanger, e la musica, Mahler, Schonberg, Bruno Walter, Rubinstein, e anche Freud.
Che ne vogliamo fare? Ma davvero io ho sbagliato tutto? C'è, tra noi, chi pensa di vietare il matrimonio con gli "impuri", come nel Terzo Reich?
I fanciulli buoni, allora, hanno occhi azzurri, capelli color del lino, cranio di forma stretta e allungata, e i bimbi cattivi sono bruni, e col cranio rotondo? Ma che cosa hanno insegnato nelle scuole? Non gli hanno detto che gli ebrei hanno fatto tutti i nostri sbagli, e sono stati, prima che li mettessero al bando, anche fascisti? Gli italiani, ossessionati dai loro guai, cercano dei colpevoli. I politici, è vero, che ci hanno guidato male: ma visto con che clientela debbono misurarsi, bisogna concedergli qualche attenuante.
Scarseggiano le lire: e allora, basta miliardi ai meridionali. Non si potrebbe pensare invece di spenderli meglio? E ora è arrivato il turno dei circoncisi, di quelli che in chiesa tengono il cappello in testa. Fuori, anche se sono qui da migliaia di anni, se fanno parte, con tutti i titoli, anche quelli negativi, di questa patria.
Non li chiamano "ebrei erranti" per il loro vagare? E allora vadano.

Ma non è l'umanità che è condannata a camminare sempre?
A me non fanno molta impressione le svastiche, lugubri e folcloristiche, i capoccioni rapati, perchè immagino che cosa contengono, ma queste insidiose confessioni protette dall'anonimato, che rivelano stati d'animo collettivi, mi sgomentano. Gente che cova questi sentimenti può sposare qualunque causa, perchè chi non rispetta la libertà degli altri ha scarsa considerazione anche della sua.
Biagi Enzo

Considero questo post come la mia adesione incondizionata alle iniziative promosse da un nuovo blog:
http://yeswearedifferentit.blogspot.com

Siamo milioni di italiani e siamo invisibili.
Siamo milioni e non siamo volgari.
Siamo milioni e non siamo razzisti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato la nostra storia.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato di essere un popolo di emigranti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato che eravamo dalla parte sbagliata nella seconda guerra mondiale.
Siamo milioni e siamo onesti e civili.
Siamo milioni e NON CI riconosciamo nelle parole del signor Berlusconi.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PARLA PER NOI
SÌ, NOI SIAMO DIFFERENTI

mercoledì 5 novembre 2008

Yes, Obama did!

"Votando Obama avremo la garanzia che ogni americano, dal nord al sud, dall'est all'ovest, giovane o vecchio, avrà una qualità dell'assistenza sanitaria come un diritto fondamentale e non come un privilegio. C'è una nuova ondata di sfide che ci aspetta e se prenderemo la direzione giusta raggiungeremo la nostra destinazione: non una semplice vittoria per il nostro partito, ma il rinnovamento della nostra nazione. A novembre la torcia sarà passata ad una nuova generazione di americani."

Ho seguito questa campagna presidenziale come non facevo da decenni. Questo volta, però, il Partito Democratico proponeva due candidature che sono espressione di due minoranze: Barack Hussein Obama a rappresentare la gente di colore e Hillary Rodham Clinton a rappresentare le donne. Per entrambi la possibilità di una prima volta.

Mentre seguivo, dunque, prima le primarie per designare il candidato e poi la campagna presidenziale vera e propria, ripensavo a coloro che per me incarnano il "sogno americano" più di chiunque altro... con il risvolto di una sorta di tormento continuo che vela di tragedia questo sogno impedendo la sua piena realizzazione: la famiglia Kennedy. In particolare Bob, come ho già più volte detto.
Per lui la campagna elettorale si interruppe drammaticamente nella hall dell'Ambassador Hotel di Los Angeles. Per chi lo ha amato, per certi versi, è continuata questi ultimi mesi...
Quando, solo 4 mesi prima di essere assassinato e dunque in piena corsa alla Casa Bianca, gli arrivò la notizia dell'uccisione di Martin Luther King, Bob tenne un discorso nel corso del quale citò il poeta greco Eschilo.

Ho voluto cercarlo stamattina...
“Anche mentre dormiamo, il dolore che non riesce a dimenticare cade goccia a goccia sul nostro cuore, fino a quando, pur nella nostra disperazione e persino contro la nostra volontà, la saggezza prevale attraverso la grazia di Dio”.

...
“Dedichiamoci a perseguire quello che i greci scrissero tanti anni fa: domare la natura selvaggia dell'uomo e rendere gentile la vita in questo nostro mondo”.

Le cronache raccontano che solo nella città nella quale tenne questo discorso, non ci furono rivolte e scontri conseguenti all'uccisione del Reverendo che aveva raccolto tutta la popolazione di colore attorno al suo "J have a dream"...
Bob incarnava la forza di saper dare speranza. La forza di far sognare.
Speriamo che questo risveglio del sogno oggi, possa contagiare tutto il mondo...




You may say I'm a dreamer
but I'm not the only one
I hope someday you'll join us
and the world will be as one...


P.S.1: le parole introduttive sono state pronunciate dal senatore Ted Kennedy nella cerimonia dell'inconorazione di Barack Obama a candidato alle presidenziali americane, a Denver in Colorado.
P.S.2: cercando una foto che mettesse in relazione Obama con Robert Kennedy e non piuttosto con John, ho trovato il ritaglio di giornale che ho inserito nel testo. Che dire?
Stupore non è la parola che esprime tutto quello che ho pensato... sul contenuto mi pare che "profezia" sia appropriata.
P.S.3: mi piace postare, in coda alle mie considerazioni, un commento di Winter:
antonella said...
KAY!
YES WE CAN!!!!
...vedremo che succede, c'e' sicuramente maggiore speranza che con Bush...
November 6, 2008 7:42 AM

martedì 4 novembre 2008

4 novembre nei mei ricordi

Al centro della piazza del mio paese, come di molti altri, c'è un Monumento ai Caduti delle 2 Guerre Mondiali.
Tradizionalmente, il 4 Novembre tutta la Comunità si radunava attorno ad esso per rendere onore a coloro che erano morti per difendere la Patria e, dunque, per garantire a noi un futuro di libertà.
I reduci delle guerre, in numero sempre minore per l'impietoso scorrere del tempo, guidavano la Cerimonia e, al culmine della stessa, chiamavano per nome tutti i Caduti mentre tutta la gente rispondeva "Presente"...
Molte anziane avevano gli occhi lucidi perchè i Caduti erano i loro padri, fratelli, mariti e, talvolta, figli. E continuavano ad averli lucidi mentre cantavamo "La leggenda del Piave" e poi "Stelutis Alpinis"... Ho ancora nella memoria le voci di alcune di loro. Chi cantava con naturalezza essendo dotata di una bella voce, chi cantava in falsetto perchè non voleva rinunciare ad unirsi agli altri in questo rito che il tempo e la memoria avevano reso quasi sacro...
Noi bambini venivamo preparati alla giornata dai nostri maestri che ci insegnavano i canti e, soprattutto, l'amore per il nostro Paese, l'Italia...
Ogni anno veniva scelto uno scolaro per recitare la poesia davanti a tutti... e nel 1966 fui scelta io.
Quello, però, fu l'unico anno nel quale la Cerimonia non potè tenersi in ragione dei fortissimi nubifragi che si abbatterono sull'Italia intera (è l'anno, per ricordare un macro-evento, dell'alluvione di Firenze che provocò tanti danni al nostro patrimonio artistico).
Da allora, ogni anno io ripeto la poesia che non ho mai dimenticato... e ringrazio il Signore di essere cresciuta in un Paese e un Tempo nel quale valori importanti come quelli legati alla Patria e alla Libertà, venivano rispettati da tutti... Un Paese e un Tempo che mi sembrano enormemente lontani...

C'è lontano un cimitero di nude croci fiorito,
un cimitero che chiama come un bambino smarrito.
Vi dormono i nostri fratelli che han dato sangue ed amore,
e avevano tutti vent'anni fiammeggianti nel cuore.
Sono morti senza la mamma e li copre terra straniera;
palpitava sul loro dolore un sogno e una bandiera.
È per essi che t'offro stamane la mia preghiera, o Signore:
mettila sul loro tumulo come un tenero vigile fiore,
posala sul loro sonno che sa di nostalgia,
carezzevole, dolce, leggera come un pugno di terra natìa.
Che il cimitero lontano abbia pace e splendore,
ogni suo morto è una stella che illumina i vivi, o Signore.Giustifica

Con attinenza all'argomento...

Sul quotidiano locale ho trovato una foto curiosa che risale al 1915...
Il trafiletto che l'accompagna racconta dello stupore che suscitava la vista di un cavallo che, proprio nell'anno della foto, era stato colpito al collo da una pallottola che lo aveva trapassato senza, però, ledere alcun organo vitale.
Il cavallo sarebbe poi morto nel 1917...

lunedì 3 novembre 2008

Meglio pensarci per tempo.

Cara Kaishe... ti scrivo perchè la mamma mi ha insegnato che "Chi ha tempo non aspetti tempo"... così, anche se manca davvero tanto tempo, non aspetto.
Ho bisogno di un consiglio a proposito della letterina a Babbo Natale che voglio scrivere quest'anno.
Lasciando perdere se esiste o no (ma anche di te non sono mica tanto sicura, eh!), vorrei che tu mi suggerissi cosa chiedere.
Io ho 7 anni e frequento la seconda elementare, tempo pieno, classe mista con bambini di varia provenienza, maestri (più di uno, ma tutti unici nel loro genere) moderni, bambini vivaci e genitori alternativi (non so bene cosa voglia dire, ma lo dice la mamma quando parla del papà e della sua nuova fidanzata).
Gli scorsi anni mi sono fatta aiutare, perchè non sapevo ancora scrivere... ma questo Natale faccio da sola. Anche perchè...
Quando mi ha aiutata la nonna mi ha fatto chiedere la pace nel mondo e da mangiare per tutti i bambini.
Quando ho chiesto al nonno mi ha suggerito di chiedere soldi, che poi potevo prendermi quello che volevo.
La fidanzata del papà (quella di prima) ha detto che dovevo chiedere i trucchi perchè è meglio imparare subito a farsi belle.
Il papà, invece, ha detto di chiedere di portarci dei numeri da giocare, così finalmente lui poteva avere qualche soldo per le mani anzichè rimanere sul lastrico ogni volta che versava il mensile per me.
Quest'anno so scrivere bene e vorrei fare da sola, dato che mi rimane solo la mamma ma lei, già per il compleanno, ha cominciato a dire che non sono momenti facili, che bisogna cominciare a essere più modesti. Che poi non ho nemmeno capito bene cosa significa...
Tu, cara Kaishe, cosa mi consiglieresti di chiedere?


Cara bambina, fai molto bene a voler scrivere da sola la tua letterina. Però la prossima volta, magari, è meglio se mi metti anche il tuo nome, così riesco a raccapezzarmici meglio.
In ogni modo, credo di avere l'idea che fa per te.
Sei ancora così piccola che lascerei da parte trucchi e vestiti. Mi sembra troppo presto anche per voler salvare il mondo (chè tanto, quando sarai grande tu, bisogna vedere cosa sarà rimasto da salvare).
Perciò ecco la mia idea... con tanti auguri. Ma proprio tanti che non guastano mai e mi sa pure che ne avrai bisogno.

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!