giovedì 31 luglio 2008

Io l'ho visto

Un SMS per contrastare i SMS

Manda uno Short Message Service per combattere i Soliti Maledetti Stronzi!!!

Se viaggi in autostrada e vedi un animale abbandonato
fermati alla prima area di sosta ed invia un sms al numero

334 105 10 30

Il tuo sms sarà pubblicato sul nostro sito e da qui inoltrato alla sede più vicina della Polizia Stradale che attiverà le necessarie operazioni di emergenza ed interesserà le strutture preposte al recupero del cane.

ATTIVO SOLO IN AUTOSTRADA!
Ricordati di specificare la località e la provincia, la direzione di marcia e l’ora dell’avvistamento.
E, soprattutto, memorizza già questo numero sul tuo cellulare!


Se NON sei in autostrada e vedi un animale abbandonato NON inviare sms a IO L’HO VISTO!
La Polizia Stradale opera solo in autostrada.
Telefona subito ai Vigili del Comune di competenza oppure ai Carabinieri al 112.
La legge 281 obbliga ogni comune a prelevare i cani abbandonati e a curarli vietandone la soppressione.

Gli Animali si FIDANO dell'UOMO...
NO
N TRADIAMOLI!

... e comunque...

meglio ANIMALE che BESTIA!!!!!!

mercoledì 30 luglio 2008

Sotto questo sole...

... ci viene voglia di giochi enigmistici.
Il seguente "trova le differenze" è stato impunemente sottratto al grande Titanus... che spero non se l'abbia troppo a male... anche e soprattutto perchè il "furto" ha prodotto niente più che un post a tempo... Infatti - guardateli bene - questi lineamenti saranno destinati a cedere il passo ad altre strutture... e altre somiglianze..


Ovviamente il personaggio che casualmente risulta al centro del collage, quello col cappellino giallo, ma potrebbe pure essere un panama bianco o una bandana o, perchè no?, un getto di asfalto, non partecipa... non fosse altro che per la sua fama di taroccatore...

martedì 29 luglio 2008

Un paese di temporali e di primule

...
Chi parte da Venezia, dopo un viaggio di due ore (se prende l’accelerato, magari quello del sabato sera pieno di studenti e di operai) giunge al limite del Veneto e, per dissolvenza, entra nel Friuli.
Il paesaggio non sembra mutare, ma se il viaggiatore è sottile, qualcosa annusa nell’aria.
E’ cessata sulla Livenza la campagna dipinta da Palma il vecchio e da Cima.
Le montagne si sono scostate, a nord, e appiattite a colorare il cielo di un viola secco, con vene di ghiaioni e nero di boschi appena percettibile contro il gran velame; e il primo Friuli è tutto pianura e cielo.
Poi si infittiscono le rogge, le file dei gelsi, i boschetti di sambuchi, le saggine, lungo le prodaie. I casolari si fanno meno rosei, sui cortili spazzati come per una festa, coi fienili tra le cui colonne il fieno si gonfia duro e immoto.
Ma è specialmente l’odore - che fiotta dentro lo scompartimento svuotato - a essere diverso. Odore di terra romanza, di area marginale. Sulla dolcezza dell’Italia moderna c’è come il rigido, fresco riflesso di un’Italia alpestre del sapore neoplatino ancora stupendamente recente...

Il Tagliamento scorre per questa pianura in un solco singolare di ghiaia, largo talvolta fino quasi due chilometri, e di una bianchezza abbacinante, e i rari rami d’acqua verdognola che lo venano hanno una segretezza, una frescura di antri alpestri.
Corrono via imperturbabili, tra le nitide rive di sassi, raccolte nel loro mormorio appartato, immense nel fitto discorso sussurrato in una lingua straniera, non friulana, non veneta, non carnica – lingua senza confidenze, tutta presa dalla luce e dagli spazi. Gli argini invisibili trattengono fuori da questo tiepido Sahara la tumultuosa folla delle vigne, dei gelsi, dei boschi cedui: una leggera polvere verde li indica immersi nell'orizzonte.
E a nord ancora monti.
Ma questa volta nascono dal Tagliamento come un piedestallo di marmo bianco. Le loro curve massicce s’incarnano di colori più freddi; da Est a Ovest sono una muraglia viva di solitudine e di distanza.
Ora se la lingua è il genio di una terra, questa parte del Friuli compresa fra il Tagliamento e la Livenza, ai piedi dei monti, sarebbe deserta fino al punto di non possedere uno spirito particolare...

Pier Paolo Pasolini:
“Un paese di temporali e di primule”

domenica 27 luglio 2008

Remember GMG


Questi giorni nei quali si è parlato di Giornata Mondiale della Gioventù, ho avuto occasione di ripensare all'unica GMG alla quale ho partecipato: 2005 - Köln.-
La distanza temporale con l'evento consente di farne una valutazione senz'altro più obiettiva, evitando di tornare a parlare quasi esclusivamente dei problemi logistici (tanti).
Mi sono ritrovata perfino a rimpiangere di non esserci anche in questa "edizione"... e a cominciare a ipotizzare la partecipazione alla prossima, a Madrid nel 2011.-
Di Colonia e dei giorni trascorsi in Germania continueremo a farne un racconto quasi romanzato, enfatizzando la diversità di stile rispetto al nostro, sottolineando l'esigenza di andare a questi eventi "preparati" in modo da coglierne il vero significato, la sorpresa di incontrarci con ragazzi così vicini a noi, nonostante la lontana provenienza... ma soprattutto la coesione del nostro gruppo:
gli occupanti del pullman 9+9 1/2!
vale a dire il pullman 9 con al seguito il pullmino delle attrezzature che necessitavano ai nostri ragazzi: carrozzine, brande, supporti medici vari, teli per costruire tende di fortuna (utilizzati con grande perizia).
La mattina della partenza non ci conoscevamo quasi, o comunque c'erano conoscenze numericamente limitate, per cui ci si "rintanava" ciascuno nel proprio gruppetto.
Il gruppo della mia Parrocchia era costituito da 6 ragazzi e me.
Eravamo stati staccati dal nostro gruppo di paesani per le esigenge logistiche di Roby, il ragazzo che avevo in affidamento, e dunque eravamo stati assegnati al "pullman speciale", dotato di ancoraggio per le carrozzine e montacarichi per le operazioni di salita/discesa.
Dopo gli stentati saluti iniziali e le partite a carte che evitavano l'imbarazzo di avviare una conversazione... alla prima sosta abbiamo cominciato a sorriderci e a misurarci (quasi ad annusarci) per riconoscerci, abbiamo smesso di occuparci ciascuno del proprio piccolo gruppo e la notte ci è venuto naturale stendere i nostri stuoini vicino agli altri occupanti il pullman anzichè vicino ai nostri soliti amici.
Ma l'occasione vera di unità ci è venuta al secondo giorno quando, arrivati alla nostra prima meta, la cittadina di Hirzweiler-Sulbach, abbiamo scoperto che ci avevano organizzato un'ospitalità "diversa": le persone autonome nelle famiglie e i ragazzi ai quali serviva assistenza in una sorta di pensionato sanitario.
Figurarsi!!!
Mica eravamo in gita turistica... Certamente le loro intenzioni erano ottime ma le porte del pullman si sono chiuse sulla dichiarazione: Noi staremo uniti!
Bisogna riconoscere che si sono prodigati immediatamente e ci hanno "risolto" la questione, anche se alcuni disagi inevitabili ne sono derivati... ma è stato il banco di prova per i giorni successivi quando i disagi sarebbero aumentati per le tante assicurazioni di attenzione disattese, quando anche per la seconda collocazione abbiamo dovuto impuntarci per ottenere un minimo di vivibilità, quando, dovendo percorrere tragitti obbligati, arrivavamo sempre per ultimi alla distribuzione dei pasti e sovente erano già esauriti, quanto nella grande spianata di Marienfeld dove si teneva la veglia e la Celebrazione con il Santo Padre, abbiamo scoperto che la nostra postazione era stata occupata da ragazzi inglesi che ci hanno semplicemente detto: Arrangiatevi... e ci siamo davvero dovuti arrangiare...
Il bilancio, però, è assolutamente positivo proprio per i rapporti che si sono istituiti fra noi e per l'affetto che ne è nato e che ancora ci lega...
Credo che la vera profondità dell'evento l'abbiamo colta negli scambi di riflessioni durante la preghiera quotidiana... quando ci rimpallavamo i rispettivi "Grazie!"...
Grazie per quando ci capivamo e per quando dovevamo impegnarci un po' di più...
Grazie per quando ci facevamo aspettare e per quando aspettavamo pazientemente...
Grazie per quando stavamo zitti per non aumentare i problemi degli altri e per quando ci sembrava che stavamo per essere sommersi e ci lasciavamo andare...
Grazie per quando abbiamo cantato insieme, ballato insieme e anche pregato insieme...
Grazie per ogni volta che attraverso un gesto degli altri capivamo che il Signore ci ama e per quando siamo stati capaci noi di fare quel gesto...
Grazie per tutti gli incontri: la gente di Hirzweiler-Sulbach che ci ha coccolati i primi 3 giorni (e le prime notti che abbiamo passato a cantare tutti insieme); la signora sconosciuta che a Dusseldorf ci ha visti, è entrata nel ristorante all'esterno del quale stavamo mangiando, e ha lasciato pagato ogni nostra bevanda senza farsi vedere; il ragazzo che ha trovato il portafogli di uno dei nostri e si prodigato per individuarci e renderlo; tutti quei ragazzi che, la sera della veglia, si sono accorti che non avevamo da mangiare e ci hanno portato così tanta roba da sfamarci per 2 giorni...


Tutto a posto, insomma?
Beh, no!
Qualcosa d'altro potrei raccontarvelo... e magari una volta o l'altra lo farò.
Ma per adesso il mio pensiero è questo:
le Giornate Mondiali della Gioventù possono essere un'occasione speciale per rafforzare la propria Fede e il senso di appartenenza alla nostra Chiesa.

Per chi non ha la pazienza di guardarsi tutta la slide... ecco una foto che evidenzia come ci siano ragazzi che vanno all'incontro con il Santo Padre indossando una maglietta degli Iron Maiden...
Mah!!!

martedì 22 luglio 2008

... scolari, somari & Co...

Questo post lo dedico a Sorpancino e a tutti gli insegnanti che, come lei, TIFANO per i ragazzi...
Questo post lo dedico a tutti i lavoratori della scuola che aiutano noi genitori nell'accompagnamento dei nostri figli verso l'età "matura"...
Questo post lo dedico a chi si ricorda dei suoi insegnanti con gratitudine o, talvolta, con tristezza, MAI con la presunzione di volerli giudicare ...
Questo post lo dedico a tutti gli italiani che conoscono i nomi dei 7 Re di Roma (1) ... ma anche a quelli che sanno elencare i Dogi della Serenissima (2) ...
Questo post lo dedico agli italiani che amano "L'inno di Mameli" e pensano che il "Pensiero" di certi personaggi non viaggi su ali dorate, ma sia immerso in uno spaventoso NULLA ...

L'articolo è datato luglio 1996 (CdS), a firma di Starnone Domenico... ne conservo ancora il ritaglio perchè è troppo bello...

L'alunno Fidauro ha media del due ma sarà promosso...
Passamaglia s'è ammalata all' idea di finire commissaria d'esame di maturità.
E quando ha visto i temi, è stata contenta della sua malattia. Meglio malata che annaspare valutando elaborati su Ulisse o don Abbondio.
Ne ha abbastanza della valutazione. Le sono bastati gli scrut
ini recenti, lo scontro solito tra le due grandi correnti d'opinione che attraversano il corpo docente.
Prima corrente, in genere maggioritaria: "Ho fatto tre prove scritte, due interrogazioni a testa; la media di Fidauro è due; passiamo oltre".
Seconda corrente, in genere minoritaria, che si appiglia a una sorta di cartella pedagogico clinico social poetizzante sull'allievo e i suoi parenti: "Pessimo rapporto col padre, la sorella è caduta dalla Vespa, la fidanzata lo ha lasciato: ecco perchè Fidauro quest'anno non ha dato il meglio di sé".



Dopo gli scontri preliminari, le correnti si confondono.
Quelli tutta aritmetica, prima di esibire i numeri, poetizzano un po'; quelli dediti a indagare sulle ragioni profonde del grave disagio dell'allievo sempre più frequentemente sbottano: "Ho fatto di tutto, ma questo disgraziato di Fidauro nemmeno un paragrafetto di storia m'ha voluto ripetere!".
Poi si passa a bocciare o a promuovere assegnando caso mai corsi di recupero. E qui le due correnti s'ingorgano.
Dov'è finita la punizione dell'alunno parzialmente sfaticato? Quelli col recupero sono promossi esattamente come quelli senza recupero.
Sicchè si discute. "Ma siamo pazzi, colleghi? Diamo il recupero a Fidauro? E dove? Ha sei insufficienze!".
Un momento. Se gli ritocchiamo il cinque in Chimica ("No, il mio cinque è già un quattro; anzi, se non fosse che Fidauro ha un pessimo rapporto col padre, sarebbe tre") e gli regaliamo Storia ("Storia? Ha quattro, in Storia! Che però significa due!"), Fidauro resterebbe con quattro gravi insufficienze ("Gravi? Gravissime! Sono quattro due! Voi lo vedete Fidauro che si fa quattro corsi di recupero e recupera al punto da trasformare il due in sei? Io non ce lo vedo!")
Ci si accapiglia.
E' giusto tenere nella scuola Fidauro quando lui fa del tutto per esserne espulso? Ma se Fidauro sotto sotto sa e non vuole dirci quello che sa? E se non sappiamo noi quello che Fidauro sa?

Miracolosamente il ragazzo passa a tre insufficienze con due poi votiamo e Fidauro è promosso. Con tre inutili recuperi. Non crederà ai suoi occhi quando vedrà quello che abbiamo fatto. Come non ci crederanno gli alunni che subito dopo bocciamo per rifarci della promozione di Fidauro.
Perciò, di scrutinio in scrutinio, Passamaglia s'è ammalata: meno che mai sa cosa è bene e cosa no.



(1) Romolo, Nuna Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo -
® Sorpancino;
(2) Morosini, Foscari, Widmann, Rezzonico, Orseolo, Contarini, Dandolo, Gradenico, Zorzi, Pisani, Malipiero, Mocenigo, Foscarini, Manin, Barbarigo, Bembo, Loredan, Cornaro e Grimani - ® Angie.;
(3) Questa foto è una "chicca" giacchè ritrae la classe di Scuola Media Inferiore del mio Capo... nell'anno della mia nascita.

lunedì 21 luglio 2008

Dalla melancolia al sudoku... A/R

Talvolta può capitare di sentirsi predisposti a una certa malinconia... cosa che di per sè evidentemente non costituisce un problema, ma volendo può diventare occasione per entrare un po' nel proprio intimo per tentare di trovare anche le parti più misteriose della nostra persona.

Certo, a dar ragione al vocabolario, è meglio farci entrare uno "bravo":
Definizione di Malinconia (o melanconia; arc. melancolia):
1. Stato d’animo di vaga tristezza, spesso alimentato dall’indugio rassegnato o addirittura compiaciuto, nell’ambito di sentimenti d’inquietudine o delusione.
2. Anticamente, l’umor nero, uno dei quattro umori generati dall’organismo umano, cui si attribuivano malefici e spesso fatali influssi sulle funzioni vitali.
3. Come malattia psichica.
Melanconia, variante di malinconia, preferita nel linguaggio psichiatrico, per designare uno stato psichico caratterizzato da una alterazione patologica del tono dell’umore, nel senso di un’immotivata tristezza talvolta accompagnata da ansia.
(Devoto - Oli , Vocabolario della lingua italiana, 2008)

Un po' meglio altre definizioni:
"Melancolia" è un termine con cui già gli antichi indicavano un particolare stato d'animo, tendenzialmente negativo, vagamente legato ad una condizione depressiva o comunque ad un temperamento contemplativo, più che portato all'azione: la prevalenza dell'umor nero (melan) è responsabile della melancolia. Non che il melancolico sia di per sé un malato (e si fa riferimento alla malattia mentale) ... credo che si possa dire che è "un soggetto a rischio", per cui ancora la medicina studia la possibilità che esista un legame fra disposizione melancolica e tendenza al suicidio.
D'altra parte, la melancolia è, da sempre, anche collegata alla creatività e melancolico viene classificato l'artista, il filosofo, il poeta, il mistico, l'indovino... Anche la noia leopardiana rientra, forse, nel dominio della melancolia, almeno nel senso che rappresenta uno strumento privilegiato per conoscere il mondo: l'"umor nero" come strategia ermeneutica, dunque, legata all'analisi (e all'autoanalisi), all'introspezione, romanticamente ad una delle possibili accezioni di "intelligenza", se è vero che "intelligere" significa confronto e (tentativo di) comprensione della realtà.


Convinta che non sono ancora pronta per essere studiata da nessun luminare, nè desiderosa di diventare argomento di studi scientifici che diventino capisaldo per lo studio delle malattie psichiche nel futuro, mi capita di trovare ben altro tipo di trattazione del tema... quella artistica.
Il famoso incisore Albrecht Dürer ha dedicato una sua opera a "La melanconia", con alcune variabili che si prestano a interessanti elucubrazioni mentali.


Nell'incisione di Dürer, strumenti scientifici e di carpenteria giacciono inutilizzati al suolo attorno alla figura disordinata e meditabonda della Melanconia. I piatti della bilancia sono vuoti, nessuno sale sulla scala, il levriero dormiente è mezzo morto di fame, il cherubino alato aspetta la dettatura, mentre il tempo passa nella clessidra in alto. La sfera ed il tetraedro, curiosamente troncato, suggeriscono la base matematica dell'arte del costruire. Apparentemente la scena è soffusa di luce lunare. L'arcobaleno lunare, che si incurva su ciò che sembra essere una cometa, può significare la speranza che lo stato di abbattimento passi.
Nell'angolo in alto a destra, appena sotto la campana, un quadrato...

Solo un elemento dell'insieme o altro?

Certo un elemento affascinante, a partire dalle possibili motivazioni per le quali è stato realizzato in un'opera dedicata a questo stato d'animo: gli astrologi del Rinascimento collegavano con il pianeta Giove i "quadrati magici di quarto ordine" che si credeva combattessero la malinconia, che era di origine saturnina. Un quadrato magico è uno schieramento di numeri interi distinti in una tabella quadrata tale che la somma dei numeri presenti in ogni riga, in ogni colonna e in entrambe le diagonali dia sempre lo stesso numero; tale intero è denominato la costante di magia o costante magica o somma magica del quadrato.

Dürer, un genio evidentemente non solo dell'arte (quante scoperte si possono fare...), realizza adirittura un quadrato simmetrico (dove, cioè, ogni numero sommato al numero simmetricamente opposto rispetto al centro dà sempre 17) . Inoltre, molti gruppi di quattro celle (oltre alle righe, alle colonne e alle diagonali principali), danno come totale 34, la costante del quarto ordine; per esempio, le quattro celle d'angolo, le quattro celle centrali, i quadrati di due per due d'angolo.



Altro che Sudoku, insomma!





L'unica cosa che non credo possibile è il resto della spiegazione: un quadrato di questo tipo può essere costruito con un procedimento incredibilmente semplice. E' sufficiente scrivere in una disposizione quadrata ed in ordine di successione i numeri da 1 a 16 e poi invertire le due diagonali: il risultato è un quadrato magico simmetrico.

Dite che è il caso di provarci o continuo a risolvere i sudoku "semplici"?

Per inciso, Dürer ha scambiato le due colonne intermedie di questo quadrato (il che non cambia le sue proprietà) in modo che le due celle centrali della riga inferiore indicassero l'anno in cui egli fece l'incisione (1514).

mercoledì 16 luglio 2008

Grazie...

Oggi al mio paese si festeggia la Madonna del Carmine.
Lei è stata la prima persona alla quale ho pensato il 16 luglio di sei anni fa... quando mi informarono che mio figlio era stato investito da una macchina.
Prima a Lei, coinvolta in quanto Madre, poi al nostro Monsignore che non c'era pià, coinvolto perchè ero sicura del suo amore per i miei figli.

Sono stata fortunata, per più di una cosa!
La prima è, ovviamente, che l'incidente si è risolto con un grandissimo spavento, certamente dolore per le fratture e qualche strascico... ma molto meglio di quanto si era temuto nell'immediato.

Poi sono stata fortunata perchè, anche psicologicamente, il colpo è stato attutito dalla serenità di sentirsi, comunque, non abbandonati e soli.
Meno di due mesi dopo l'incidente, ci siamo aggregati a un gruppo di giovani della Parrocchia che facevano una sorta di camposcuola itinerante a Roma, "Sulle tracce di Pietro".
Sia mio figlio che io facevamo gli animatori e una sera mio figlio mi ha stupita, durante la condivisione delle esperienze della giornata, con una riflessione: Forse l'incidente è stato un'opportunità: per fermarsi a riflettere, per concedersi di pensare...

Il terzo evento che io classifico "fortuna" è stato il comportamento della Comunità nei giorni immediatamente successivi all'incidente. Ci hanno davvero abbracciati e tenuti stretti... E quando mio figlio è stato trasferito dall'Ospedale del Capoluogo all'Ospedale locale, la sua stanza era sempre piena di ragazzi che trascorrevano la giornata con lui... a giocare a carte, a raccontarci sciocchezze, a ridere e anche piangere insieme.

Mentre scrivo questo post, penso che anche don Franco sia una delle fortune del nostro cammino e della nostra esperienza.
Anche, forse soprattutto, per lui noi possiamo dire che siamo orgogliosi di essere parte di questa Chiesa... e io confesso che ho percepito il senso della Comunione dei Santi proprio il giorno dell'incidente, quando passando davanti al nostro cimitero ho girato lo sguardo verso la stradina di accesso e ho detto: Don Franco, stagli vicino... e ho "sentito" una presenza accanto a me.
Ecco... mi è venuto un post-confessione... ma è quello che il cuore mi ha detto pensando a quei giorni...

lunedì 14 luglio 2008

La mania dell'Esperienziale...

Quando ero bambina avevo un obiettivo: diventare una mamma perfetta!
Credo di non aver avuto nessun altro sogno più profondo di questo: avere figli... e molte delle cose che facevo, avevano come finalità quella di "imparare" la maternità.
Mi dicevo che io sarei stata una mamma imparziale, disponibile, attenta, comprensiva, dolce... e ogni altro aggettivo vi sembra possa definire un vero e proprio "Manuale delle Giovani Mamme: come fare di vostro Figlio un bambino (e un adulto) FELICE".
E dunque il 28 novembre 1981 ho dato inizio alla mia carriera... con alterne fortune, molte paure e ogni buona intenzione.
Sul fronte dell'educazione, per esempio, avevo deciso di applicare la formula "esperienziale", vale a dire cercare di permettere a miei figli di fare il maggior numero di esperienze possibili così che quello che imparavano fosse frutto di un loro personale vissuto.
Di questa teoria faceva parte anche la consapevolezza che avrebbero imparato ad amare gli animali se avessero potuto averne in casa... ma la casa era un condominio e c'erano dei vincoli.
Perciò le prime esperienze di animali domestici riguardarono animali che di sicuro non potevano disturbare gli altri condomini: 2 pesci rossi - Flick e Flock - e una coppia di canarini... ma erano così banali!

Allora presi 50 larve di bachi da seta! ... e cominciai l'allevamento esperienziale, nel senso che proprio mi inventai un modo per tenerli, accudirli e permettere ai bachi di vivere il loro ciclo e ai bambini di osservarli, farne esperienza e goderne.

Sapendo (un po' mi ero informata su qualche libro) che non si dovevano toccare perchè sono piuttosto delicati, avevo predisposto due cassette da frutta in compensato divise da una parete mobile e li facevo risiedere un giorno da una parte e un giorno dall'altro, così da poter mantenere la pulizia quotidiana... e ce n'è davvero bisogno perchè mangiano tantissimo e di conseguenza...
Per il cibo, avevo chiesto a un signore che ha dei gelsi sul tuo terreno di poter prendere le foglie da lui (i bachi da seta mangiano esclusivamente foglie di gelso). Perciò ogni sera i bambini con mio marito si recavano a fare scorta per il giorno dopo, visto che bisogna prestare attenzione che le foglie non siano umide di rugiada altrimenti i bachi si gonfiano e muoiono.

E ogni mattina alzavo la parete divisoria e i "cavalîrs" pianino si trasferivano nella parte pulita dove trovavano le foglie fresche che, subito, cominciavano a mangiare (attaccavano letteralmente le foglie e con movimento semicircolare avanzavano mangiando fino al picciolo... poi cambiavano foglia) e crescevano... e vi garantisco che era un processo molto interessante.
Quando divennero "adulti" e il loro corpo era diventato ciccetto e la loro pelle quasi trasparente... i bachi si ritirarono ciascuno in un angolino solitario e cominciarono a tessere il bozzolo attorno a se stessi. Uno spettacolo... stavamo a guardarli incantati e ammirati.
Il resto del processo avviene nel segreto del bozzolo.
Il baco subisce la sua trasformazione, diventa una crisalide e quindi buca il bozzolo per uscirne e continuare la sua traformazione all'esterno.

L'uscita dal bozzolo si definisce "sfarfallamento" ed è seguito dalla ricerca del partner per l'accoppiamento e la deposizione delle uova.
Per continuare il ciclo della vita, le uova vanno mantenute a temperatura costante e la primavera successiva si schiudono, ne escono i bachi e il ciclo ricomincia...

Ma la seta?
Appunto... qui stava secondo me l'esperienza più interessante da fare.

Perciò, metto da parte alcuni bozzoli che decido di tenere per l'osservazione delle fasi successive... (3 li vedete qui accanto, pur in una foto di pessima qualità, regolarmente "bucati" dalla crisalide che ha avuto la possibilità di uscirne), e butto i rimanenti nell'acqua bollente prima che la crisalide li buchi. L'acqua ammorbidisce la sericina che costituisce il filo e i bozzoli diventano massa di seta pronta da filare.
Mi ricordo ancora i pianti e il dispiacere di miei figli a vedere la loro mamma poco-perfetta AMAZZARE tutte le farfalle...
Cerco di consolarli attirando la loro attenzione sui bozzoli messi da parte e prometto loro che conserveremo le uova per la primavera successiva... e che il prossimo anno non ne "uccideremo" nessuno...
Così aspetto lo sfarfallamento, l'accoppiamento (al quale non assistiamo) e la deposizione delle uova. Poi raccolgo le uova e le metto nel cassetto per la verdura nel frigorifero di casa (beh... temperatura fresca e costante dove altro potevo trovarla?)... e l'anno dopo realizzo che qualcosa non dev'essere funzionato bene perchè di larve nemmeno l'ombra e le uova hanno un aspetto... strano!
Ma una cosa l'ho imparata: forse troppa esperienza non va bene...


Metamorfosi - Ovidio (libro primo)
A narrare il mutare delle forme
in corpi
nuovi mi spinge l'estro.
O dei, se vostre sono queste metamorfosi,
ispirate il mio disegno, così che il canto dalle origini
del mondo si snodi ininterrotto sino ai miei giorni.
Prima del mare, della terra e del cielo, che tutto copre,
unico era il volto della natura in tutto l'universo,
quello che è detto Caos, mole informe e confusa,
non più che materia inerte, una congerie di germi
differenti di cose mal combinate fra loro.

giovedì 10 luglio 2008

... noi facciamo così (???)

Atene 461 a.C. - Discorso agli Ateniesi - Pericle
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.

Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Pericle (in greco Περικλῆς; Atene 495 a.C.-429 a.C.) è stato uno statista, generale ed oratore. Figlio di Santippo, comandante della flotta ateniese vittoriosa sui Persiani nel 479 a.C., e di Agariste, discendente degli Alcmeonidi.

Dopo aver letto "uno dei piu' controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio" mi scappa il confronto... e la vergogna.

lunedì 7 luglio 2008

Giochi di sempre


Alcune sere fa le mie vicine di casa "ottenni" giocavano nel cortile comune... cosa che, tempo permettendo, fanno regolarmente dandoci modo di guardarle e partecipare, pur solo come spettatori, ai loro giochi.
A parte che sono due babette incredibili... sveglie, dispettose, pettegole, ombrosette... davvero non noiose.
Comunque, l'altra sera mio figlio mi dice:
Vieni a sentire quelle due (non serve nemmeno chiamarle per nome... sono "quelle due").

Le bambine, abbandonate le biciclette sul marciapiedi stavano giocando...
E dunque?
Come "E dunque?"
Ma non vi siete accorti che i bambini non giocano più?
Talvolta scimmiottano i grandi, altre le "lolite" o i "tronisti" televisivi... ma i giochi infantili... quasi non se ne sente nemmeno più l'eco nelle nostre piazze e nei cortili dei casermoni cittadini.

Invece loro giocavano come ricordo di aver giocato io, come nel mio immaginario dovrebbe fare un bambino "sano"... "una delle due" stava scandendo:
"Regina, reginella,
quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello
con la fede e con l'anello
con la punta del coltello
?".
E l'altra, la regina, rispondeva:
"Devi fare 5 passi da pappagallo!".
Ora... non so se avete mai giocato a "Regina reginella", ma simulare i passi dei diversi animali è anche divertente, a patto che la regina ne sia soddisfatta...

Le nostre due, invece, sono finite in baruffa perchè una diceva che "quello" non era un pappagallo, e l'altra sosteneva che lo era eccome...

Indipendentemente dall'esito del gioco, però, mi hanno fatto ripensare ai mille giochi che facevamo nelle lunghe estati paesane della mia infanzia.

Non ci voleva molto: il gruppo c'era di sicuro, gli spazi anche, le strade non rappresentavano un pericolo perchè il traffico era ridottissimo, e comunque i pericoli stessi erano decisamente diversi da quelli dei nostri bambini di oggi... poi una corda, un mucchietto di fiori, dei sassolini e la fantasia...

Io amavo giocare alla "Maestra"... insomma, fare la saccente e la rompiscatole mi piaceva.

In alternativa giocavo rigorosamente solo con i maschi, accontentandomi di sbirciare da lontano, anche con un pizzico di invidia per la leggiadria che io ritenevo di non avere, le bambine che saltavano la corda o giocavano a "campana"...


A proposito, lo sapete che il gioco della campana era uno dei più diffusi tra ragazzi dell’antica Roma, che lo chiamavano "gioco del clàudus", cioè gioco dello zoppo? Secondo alcuni studiosi, le origini di questo gioco risalirebbero addirittura all’epoca dei faraoni. Da quei tempi ad oggi il gioco della campana ha percorso tutte le strade del mondo... e sarebbe un vero peccato se adesso trovasse uno "stop" al suo percorso di accompagnamento di tante generazioni di bambini.

domenica 6 luglio 2008

Le scarpine di Cinderella

... ovvero, la storia del "Maialino con gli stivali"...
E poi qualcuno crede che per scrivere le favole ci voglia fantasia... mentre è sufficiente guardarsi in giro e le favole si disvelano ai nostri occhi.
In una fattoria del North Yorkshire, in Inghilterra, una maialina ha manifestato alcuni strani comportamenti: mentre i fratellini esploravano il territorio sguazzando nel terreno melmoso, lei, battezzata con il romantico nome di Cinderella, rimaneva in un angolo a tremare.
Spostata sull'asciutto, partiva curiosa come i suoi fratellini.
La conclusione degli etologi è che Cindy sarebbe affetta da una sindrome psicologica diffusa tra gli umani: la misfobia, cioè la paura patologica dello sporco per effetto della quale non vuole camminare a "piedi nudi"...

Una paura che non è quell'istinto che spesso negli animali diventa il loro più potente salvavita.
Non una paura derivante da uno spavento pregresso piuttosto che dall'avvistamento di un nemico, ma piuttosto una vera e propria "fobia".
Una paura patologica che, inevitabilmente, condizionerà il suo futuro.
Non sempre negativamente!
Nel caso di Cindy, infatti, l'essere diventata la mascotte dell'allevamento la mette al sicuro dal pericolo di essere trasformata in salsiccia.
Io credo che anche molti di noi abbiano delle fobie, espresse o inespresse, spesse volte assolutamente irrazionali, sempre incontrollabili razionalmente.
Probabilmente la mia l'ho già "confessata" in altri commenti, ma la ripeto: ho il terrore del fungo atomico... Perfino assistere ai fuochi artificiali per me è probematico perchè il rumore dello scoppio me lo scatena... pur sapendo che non è sensato...
Poi, certo, ho altri terrori legati a situazioni precise... ma a livello inspiegabile questa fobia è quella che trovo più singolare e improbabile.
E voi? Ne avete? Ne conoscete di particolarmente strane?

venerdì 4 luglio 2008

Ah, l'amour!

Cara Kaishe...

sono molto imbarazzata a scrivere a una rubrica che si potrebbe definire per "cuori spezzati"... io probabilmente ho in frantumi altre cose.
E poi perchè non sono una ragazzina alle prese con il primo amore ma una donna di 52 anni alle prese con i problemi del marito.

Ma andiamo con ordine...
Mi chiamo Miriam, ho tre figli miei più due "acquisiti" dal primo matrimonio del mio consorte, da poco sono diventata nonna e sono, a detta di tutti, una gran bella nonna.

Mio marito è un uomo potente... e già scriverlo mi sembra una beffa... e comunque introduce al senso della mia lettera.

Lui si è fatto un puntiglio di essere sempre il numero uno (e che lo sia glielo fanno capire in molti... con parole e gesti che lo riempiono di soddisfazione e gli permettevano di "raccontarsi" con orgoglio alla sua defunta santa mamma). Ha poi la fissa di lasciare una traccia del suo passaggio nella storia... beh, nella mia ce la lascia di sicuro ... una bella cicatrice che nemmeno la chirurgia plastica, della quale peraltro sia io che lui siamo esperti, potrà mai nascondere... e, temo, non solo nella mia.


Ma questo non è il problema... il problema non è nemmeno che tutti credano che io porti e sopporti una ramificazione abnorme sulla testa...

No! Il problema è che adesso si comincia a far strada l'ipotesi che io non possa essere cornuta...
Il problema è - soprattutto - che è proprio così...

Cosa devo fare?
Smentire... minimizzare... nascondere... negare?

Consigliami ti prego... Grazie, V.



Kaishe risponde:
HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA HA


P.S.: le ultime indiscrezioni (
ritenute molto fondate visto che, secondo DagoSpia, le «fonti sono ben autorevoli») dicono che Miriam, non contenta della mia risposta (Mah!!!) si sia rivolta ai suoi legali...
Anche lei, però... con me mica aveva parlato di percentuali di spartizione dell'impero blattesco...

martedì 1 luglio 2008

Rieccoli...

Se lo "stile" del mese si capisce dal suo inizio, luglio sarà un bel mese!
Stamattina, infatti, appena alzata ho guardato dalla terrazza se c'erano sorprese sul marciapiedi di casa: niente!
Scesa al piano di sotto e accudito ai gatti di casa, ho provveduto a portare la colazione a Greys che, pazientemente, aspettava il suo turno.
Già che questi ultimi giorni pare più tranquilla che in passato, ho anche provato ad avvicinarmi un po' di più... ma non ha apprezzato granchè. Che caratterino, 'sta micia!
Del resto - come dice sempre mio marito - solo la diffidenza può salvarla nella sua condizione di randagia.


Qualche minuto dopo sbircio dalla porta-finestra se ha mangiato tutto e vedo un batuffolino pelosetto che sta leccando il latte... è uno dei piccoli di Greys.

Risalgo al piano di sopra ed esco in terrazza per guardarli senza che si spaventino: i tre "gemellini", stanno cercando di convincere la mamma a lasciarli poppare la loro colazione, il quarto, quello che a prima vista ci era parso bianco, è ancora impegnato a mangiare dalla ciotola.





Tempo di fare 2 scatti e la macchinetta mi dice "Batteria scarica" e si spegne... Acc...

Torno in cucina per portare all'esterno ancora un paio di piattini di latte... il bianchettino si gira a guardarmi: Ha gli occhietti azzurri!!! ... poi scappa a nascondersi nel nocciolo, seguito da un fratellino, mentre gli altri 2 corrono verso la campagna, probabilmente diretti al loro nascondiglio.
Il che significa che sanno arrivare fino a noi... e spero che sappiano anche che saranno sempre accolti con la pappa pronta... e, se ce lo consentiranno, con tante carezze e coccole.

Al prossimo avvistamento...

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!