martedì 26 giugno 2007

Mandi none Mariute


Una lunga conversazione telefonica con la mia mamma (un lungo monologo, in realtà... io dicevo solamente sì di tanto in tanto) mi ha fatto venir voglia di dedicare un pensiero alla nonna della foto di fianco: none Marie...
Personalmente non l'ho neppure conosciuta, ma la sua storia mi è nota perchè mio marito l'andava a trovare con regolarità e, ogni volta, mi raccontava particolari dolcissimi della storia di questa donna.
Una storia che si è intrecciata, a un certo punto del percorso, con la storia di una coppia di amici di mio marito... S e G - davvero una coppia speciale: lei ex-infermiera addetta alla lavanderia del locale Ospedale Civile, lui ex-poliziotto...
Una casetta nemmeno grande in un paesino della Carnia, una figlia, tanta semplicità e due cuori immensi... a completare la famiglia le mamme di entrambi, accudite con amorevole cura... ma evidentemente c'era ancora amore da elargire.
Così S e G aprono le porte di casa a un bimbo bielorusso associandosi al progetto di aiuto avviato in conseguenza al disastro di Chernobyl... poi a un ragazzino in difficoltà del quale accettano l'AFFIDO...
Talvolta però, le pagine del destino si scrivono duramente diverse da come ci si aspetterebbe.
Le due nonne sono anziane e, una dopo l'altra, se ne vanno... ma è il ciclo normale della vita.
Il ragazzino si ammala di cancro e muore... e questo è difficile da accettare.
L'assistente sociale che lo seguiva, passa a visitare la famiglia affidataria e, conoscendo la loro generosità, propone loro di accogliere un nuovo affido...
Non me la sento - dice S - è stata troppo dolorosa... guarda, eventualmente la prossima volta adotto una nonna.
Va bene - dice l'Assistente sociale - ho la persona giusta. Quando posso portarla?
... e così none Marie trova una famiglia... la prima e unica della quale fa esperienza nella sua vita.
La storia della vecchina è frammentaria, ma i punti salienti sono questi:
- a 13 anni rimane orfana e viene ricoverata (ma la parola giusta è internata) in Manicomio con una diagnosi di "leggero ritardo mentale". Quando il terremoto del 1976 lesiona la struttura, viene trasferita in un Ospedale psichiatrico e lì rimane fino a 90 anni...
Per i 7 anni che Marie ha trascorso con questa "SUA" famiglia, curata, coccolata e amata da S e G, dalla loro figlia e dalla nipotina ma anche da tutto il paese, lei ha sorriso felice e incredula a tutti, ripetendo sempre, come una cantilena, "Sono Maria...".-
Quasi una ricerca della propria identità così crudelmente negata...
Perciò questo post è un regalo alla bimba Mariute che a 90 anni ha trovato l'amore della famiglia.

lunedì 25 giugno 2007

Quando gli esami ... fanno male


In questi giorni nei quali parte dell'informazione - da parte dei mass-media, naturalmente, ma anche per l'informazione diretta, quella che ci si scambia incontrando un conoscente o anche solo un vicino di cassa al supermercato - è dedicata allo svolgimento degli esami di fine anno scolastico, mi tornano alla mente i miei...
Per rispetto del vostro tempo, eviterò di ricordare che all'esame di seconda elementare (...) la lettura si intitolava "la luna nel pozzo"... o di approfondire perchè il maestro mi chiedesse cosa significava New York all'esame di quinta elementare... o di verificare se e quanto ne sappia ancora del Commonwealth che avevo preparato per quello di terza media... e nemmeno se la mia ricerca sul petrolio avesse o meno soddisfatto il professore di Scienze o quella sul Pestalozzi la professoressa di Pedagogia all'esame di maturità...
Beh, ma allora?
Allora stavo ripensando al periodo che intercorre fra il termine degli scritti e il sostenimento dell'orale.
Nel mio caso, la lettera estratta per determinare da chi si dovesse incominciare, era la lettera seguente all'iniziale del mio cognome, per la qual cosa io sarei stata l'ultima.
Dunque avevo parecchio tempo per ripassare ed, eventualmente, simulare 'sto benedetto esame...
Macchè!
Che io fossi sotto esame non metteva certo in fibrillazione tutto il parentado, vicino o lontano che fosse, come pare accada talvolta. Il mese di giugno era tradizionalmente dedicato alla fienaggione (... giugno: la falce in pugno...) e tutti si dava il proprio contributo.
Il mio non era convintissimo per almeno due buone ragioni...
La prima è che ero una ragazza alquanto "distratta", anzi immagino che alcuni mi considerassero quantomeno bizzarra... sovente persa nei miei pensieri, sognatrice diurna, direi. La seconda che, in quei giorni, il pensiero principe fra i quali perdersi era la prova orale...
Dunque, stavamo lavorando il fieno in una località a circa 3 chilometri dal paese, in montagna, che si raggiungeva naturalmente a piedi...
A un certo punto vedo passare sulla strada (a piedi pure lui, si capisce) il Commissario interno, vale a dire l'insegnante di Lettere. Potevo non correre verso di lui per chiedere come stava andando?... No, di certo!
Solo che nello spiccare la corsa "armoniosa" che mi contraddistingueva... inciampai nel manico del rastrello che avevo fra le mani...
Il rastrello cadde sul prato con i denti rivolti verso l'alto e io... dove potevo cadere se non sui denti?
Ben quattro denti mi si conficcarono nel ginocchio ma non ne ebbi immediata coscienza e mi rialzai... qualcosa i caldo mi scorreva lunga la gamba... abbassai gli occhi... Sangueeeeee!!! ... e allora sentii anche il dolore: CHE MALE!!!
Però non lo diedi a vedere... nè che mi faceva male nè, tantomeno, che mi faceva impressione...
Una passata d'acqua fresca, finire il lavoro sui prati, e poi a piedi fino a casa...
Ogni passo, però, il dolore aumentava e alla fine, quando arrivammo a casa, il mio ginocchio si era notevolmente gonfiato.
A quel punto si prese la decisione di andare al Pronto Soccorso... non a piedi, stavolta...
Non potete immaginarvi l'ilarità che suscitava la dichiarazione: Sono caduta sul rastrello...
Tant'è... con una vistosissima fasciatura mi presentai a sostenere la prova orale...
In nessuna delle simulazioni avevo mai preventivato che la prima domanda potesse essere: Cos'ha fatto al ginocchio?...
Ma fu proprio quella... e non saprò mai se il sorriso che comparve sui visi di tutti i componenti la Commissione fosse di divertimento, di scherno o di imbarazzo:
Vi pare MATURA una che cade sul rastrello?
OK, ma se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo: Vi sembra che la maturità di una persona si possa determinare sulla base dello svolgimento di un tema o dell'esposizione di qualcosa di imparaticcio?
Perciò sono stata oltremodo concorde quando si decisero a cambiare il nome dell'esame in "Esame di Stato conclusivo dei corsi di istruzione secondaria superiore"...
... nel corso della vita, avremo altri modi per dimostrare se siamo "maturi"... non vi pare?

domenica 17 giugno 2007

C'è qualcosa che vale più di un sorriso?

Su "Io donna", il settimanale del CdS, ho letto una lettera che mi ha fatta molto riflettere...
Poi, con una mia amica, abbiamo fatto una chiacchierata su Vanes e Roby, rispettivamente suo accanito estimatore e mio carissimo figlio alternativo... e mi è tornata alla mente la lettera di cui vi dicevo.
Ne posto alcuni passaggi per condividere con voi i miei pensieri.

Vivo nella Marca, definita "gioiosa ed amorosa", ma che di questi tempi ha perso il sorriso. I volti che vedo sono spesso di gene corrosa dalla fretta, irritata e scortese; si stupisce nel ricevere un sorriso o un augurio spontaneo di "buona giornata". Gioia e luminosità sembrano arrivare quasi esclusivamente dagli sguardi delle donne del Bangladesh o dell'India che hanno raggiunto i mariti inseriti nel circuito lavorativo delle fabbriche della nostra zona.
...
Dovremmo essere più benevoli con noi stessi, accogliere i doni che ci sono stati posti sul cammino e partire dall'ascolto anche delle nostre paure, morte compresa.

Personalmente non ho un'esperienza di rapporti con donne del cosidetto TerzoMondo tale da poter far raffronti sensati... ma sulla fretta, l'irritazione e lo stupore davanti alla cortesia sono assolutamente d'accordo con questa signora Trevigiana.
Ma quello che mi fa pensare di più è la constatazione di quanto poco sorrida troppa gente.

E pensare che la ricerca del sorriso è una delle attività che dà maggiori soddisfazioni...

Basti pensare al primo sorriso che si vede comparire sul viso di un bimbo, amplificato all'ennesima potenza se ne sei madre... ai sorrisi di approvazione che si cerca sul viso dei genitori, degli amici, della persona che si ama... alla tenerezza che provoca il sorriso che fa capolino sui visi segnati delle persone anziane... alla specialità con la quale i sorrisi affiorano più facilmente sui visi di chi avrebbe di che incupirsi e invece ci insegna la gioia di vivere... ai sorrisi inconsapevoli che affiorano sulle labbra quando si ascoltano parole che si condividono... ai nostri sorrisi nel leggere i commenti degli amici che incontriamo sul nostro circuito di blog...
Se non bastasse l'effetto curativo che ciascuno di noi ha provato, pare che il sorriso sia pure un'ottima ginnastica facciale e dunque abbia buoni risultati anche sulla tonicità del viso...
Gli esperti di comunicazione suggeriscono di sorridere persino quando si risponde al telefono, perchè lo scambio ne risente favorevolmente...
Eppure a volte pare che le persone lo usino con eccessiva parsimonia, centellinandone la comparsa e dosandola con estrema moderazione...

Magari rischio di sembrare un po' tocca... ma io sorrido.
Alla gente che incontro, con la gente per imitazione, della gente per spezzare tensioni... con i bambini, poi, non mi trattengo per nulla e lascio che sfoci nella risata, con gli anziani mi permetto di condirlo anche di qualche lacrima... sorrido dei ricordi e delle persone che non ci sono più... cerco di imparare a sorridere anche delle cose che mi feriscono perchè, tutte, diventeranno parte di me e allora tanto vale accoglierle... sorrido delle vittorie e delle sconfitte, archiviandole e facendone insegnamento...

Una vecchina del paese era solita dirmi: "Troverai sempre qualcuno che ti disapproverà e cercherà anche di offenderti. Diranno che sei sciocca o pazza perchè sorridi della vita. Non dar loro peso: tu non sei pazza, sei GIOIOSA" ...
Lei era una persona che trasmetteva serenità e dolcezza ... ho deciso che le sue parole sono un tesoro da far fruttare e le tengo care come il suo ricordo.

mercoledì 13 giugno 2007

L'essenziale è invisibile agli occhi

Oggi sono andata a rileggermi alcune pagine del libro di Antoine de Saint-Exupery "Il Piccolo Principe".
Cercavo in particolare il punto nel quale il Principe parla con la volpe di rapporti e legami... perchè in questi giorni ho - abbiamo, in realtà - riflettuto su quanto gli uomini spendano delle loro energie per essere accettati dagli altri... e su quanto sia difficile.
A ben pensarci, cominciamo a cercare l'approvazione degli altri fin da piccolissimi. All'inizio solo della mamma, perchè solo con lei abbiamo interese a stringere una relazione. Poi, allarghiamo il nostro raggio di interscambio agli altri familiari, poi agli amici, ai vicini di casa, poi, con l'ingresso nella scuola, ai coetanei...
Crescendo, le relazioni si instaurano non più per interesse ma per "moto dell'animo", vale a dire perchè l'uomo vuole allontanare da sè la paura di rimanere solo.

Comunque, senza trasformare questo blog in un trattato di psicologia, per il quale non sono proprio all'altezza, sulle pagine di cui vi parlavo ho trovato una sorpresa... oltre che dell'AMICIZIA si parla anche delle ... GALLINE!

Proprio l'argomento giusto per noi, mi sono detta. Il brano è un po' lungo (forse troppo lungo)... ma è di una delicatezza e di uno spessore che ripagano il tempo che si impiega a leggerlo...

"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", disse la volpe "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire addomesticare?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
"Che cosa vuol dire addomesticare?"
"Gli uomini" disse la volpe "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso! Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma, se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa: "Su un altro pianeta?"
"Sì."
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No."
"Questo mi interessa! E delle galline?"
"No."
"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea: "La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio per ciò. Ma se tu mi addomestichi la mia vita, sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: "Per favore … addomesticami", disse.
"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino."
Il piccolo principe ritornò l'indomani. "Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
"Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe. nche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Soggiunse:" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse. "Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio. "Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa."
E ritornò dalla volpe. "Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
"Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

... e lo definiscono un libro per bambini...
Io lo trovo formativo ancora, e non posso proprio dire di essere nel pieno della mia infanzia...
Vi dedico questo "assaggio" sull'amicizia... con affetto... perchè mi avete ADDOMESTICATA!

lunedì 11 giugno 2007

C'è Kaishe per te

Inauguriamo con una straziante lettera, che risuona forte come una lancinante richiesta di aiuto, la rubrica di consigli e consolazioni “C’è Kaishe per te”…

Cara Kaishe, mi chiamo Ugo e ho 46 anni..
Mai avrei creduto di ridurmi a cercare aiuto su una rubrica di cuori infranti… ma eccomi qui.
Ho un problema che io stesso ho lasciato si sviluppasse... e crescesse... e ora ne sono spaventato.
Come ti dicevo, ho 46 anni e sono … solo … questa è la verità!
Fino a poco tempo fa avrei detto “sono single”, ma sto prendendo coscienza del fatto che comincio a essere un tantinello “fuori mercato”.
Insomma, l’articolo è ancora valido, ma, sai com’è, se sulla piazza c’è tanta concorrenza, i pezzi che paiono datati, o usurati dai troppi passaggi di mano, o non proprio all’ultimissima moda… rimangono sulla “bancarella”…
Ti invio una foto perché tu possa constatare che potrei avere ancora un certo giro…

Io mi ero illuso che la mia tardo-adolescenza fosse senza fine, e veleggiavo senza pensare di garantirmi un approdo. Da bravo marinaio, la fedeltà non era fra le virtù che mi venivano riconosciute, così come l’autocontrollo… Infatti oltre a essere venuto alle mani con fotografi (come vorrei esserne inseguito, ora…), una delle mie leggerezze mi ha guadagnato le manette… ma lei era davvero Divina…
In realtà, davo anche per scontata la costante presenza di Elisabetta, mia fidanzata per lungo tempo, ma di punto in bianco lei si era fissata con la storia del matrimonio e infine ha trovato uno che l’ha sposata davvero…
Non che io sia contrario al matrimonio.
No di certo!

Anch’io vorrei sposarmi, ma sono terrorizzato dalle coppie che vedo intorno a me e dalla mancanza di amore e di passione che possono derivare dal passare del tempo.
L'età comincia a spaventarmi, ogni compleanno è motivo di angoscia. Quand'ero sulla trentina, dicevo a me stesso che era bello essere single, ma a 46 anni è un po' preoccupante».
Perciò, cara Kaishe, mi rivolgo a te perché tu dia voce al mio dolore:

Invecchio... sposatemi!
Ugo G.


Carissimo Ugo, inanzitutto complimenti... macchè, mica per la foto...
No di certo! Complimenti per aver cercato il mio aiuto... insomma... si dice che la fortuna aiuti i principianti ed essendo tu il primo "cuore infranto" al quale rispondo, magari ti porta bene... E' un po' come calpestare la... sì, insomma... hai capito...
Per la soluzionedel tuo problema mi serve ancora un dato che ti prego di farmi avere prima possibile, perchè io possa fare le debite valutazioni e verificare la possibilità di soluzione...
Visto l'età che dichiari, avrei bisogno di avere una tua situazione patrimoniale aggiornata... in modo da studiare una strategia marketing personalizzata...
In attesa di aggiornamenti, ti saluto caramente... e ricorda:

C'è Kaishe per te!

mercoledì 6 giugno 2007

Fin che tengono le giunture

Oggi sono proprio felice... c'è una speranza che va oltre lo sbandieramento di "carne sempre fresca" al quale ci sottopone la televisione.
Anche le italiane con tagli di carne più "saporita" hanno un loro monumento...
Se le francesi hanno la loro Marianne, noi abbiamo la nostra Raffaella!

Certo il monumento in quanto tale si è dovuto necessariamente sottoporre a un minimo di restauro per lasciare intuire gli antichi splendori...

Certo, l'ombelico è tenuto al sicuro da una panciera che nulla ha da invidiare alle tute spaziali della NASA...

Certo le mitiche gambe sono raccolte e riparate da un buon paio di calze contenitive...

Certo lo storico caschetto biondo rivela al tatto un che di sintetico...

Certo lo slancio dei capelli all'indietro sarà doverosamente controllato, per evitare cadute rovinose...

Certo una spruzzata di svitol se la sarà dovuta dare alle giunture...

Certo avrà ridotto lo spazio geografico nel quale far l'amore...

... ma è tornata!!!

Non so voi, ma mi scappa di dire: finalmente qualcuna che ha pure dimostrato di saper fare qualcosa, che quello che ha fatto lo ha fatto con umiltà, che si è messa alla prova anche fuori dall'Italia (con incredibile successo), che è rimasta fedele a se stessa, che probabilmente non si è privata di qualche "stiratina" ma non ha stravolto i propri lineamenti nell'inseguimento di un viso tiratissimo da perenne-ventenne, che ha frequentato poco il gossip... che non fa parte della scuderia di Lele Mora!

Il 18 giugno compirà 64 anni e non si atteggia a ragazzina, non tiene la bocca impostata fissa sul broncio, non si dà arie da stra-figa e, ma questa è una viva speranza, non pare in procinto di partire nè per Isole di Famosi, nè per Fattorie nè per Music Farm nè per Viaggi nel Tempo...

Auguri Raffa... e il tempo che passa liquidalo con la tua famosa risata: ha ha ha ha ha ha ha ha!!!

lunedì 4 giugno 2007

La scuola sta finendo...

… dove sta finendo la scuola?
Le cronache di questi ultimi tempi ce ne rimandano un quadro decisamente preoccupante.
Personalmente non credo che si possa applicare al degrado generale la classica scusante: è sempre stato così…
No, decisamente!

E mi tornano alla mente tutti gli insegnanti che ho avuto:
- la maestra di prima e seconda elementare, davvero una seconda mamma per generazioni di bambini del mio paese…
- il maestro degli altri tre anni delle elementari, estremamente onesto nel cercare di trasmetterci una coscienza critica, nei limiti di quanto noi bambini potessimo assorbire, senza che le sue convinzioni trapelassero e ci condizionassero…

- i professori delle medie…
L’insegnante di Matematica così poco portato al rapporto con noi ragazzi e, a dire il vero, poco portato anche per la matematica… Erano famosissimi i problemi che rimanevano sulla lavagna fino all’arrivo dell’insegnante di Lettere che li risolveva… e lui che diceva: Mi prenderò una rivincita sul Carducci!… mai presa!
L’insegnante di Lettere, serio e misurato, elegante e austero… un bell’uomo del quale ricordiamo ancora la bellissima voce profonda… un po’ meno le lezioni…
La professoressa di Inglese, giovane ed elegante e destinata a un futuro di sofferenza del quale, fortunatamente, non si avvertiva l’avvicinamento…
La professoressa di Educazione Fisica… che non mancava mai di farmi notare quanto fossi poco aggraziata…

- I professori delle superiori:
L’insegnante di Latino, debole e assoggettato alla nostra “crudeltà” di ragazzi che cercano di approfittare di ogni occasione per divertirsi…
L’insegnante di Scienze, del quale eravamo tutte segretamente innamorate, che dedicava alcune ore ad argomenti non di programma ma importanti per noi…
L’insegnante di Lettere, che aveva promesso a mia mamma che non avrei avuto vita facile… poi avevo conosciuta sua figlia, una bimba di nove anni, ed era stata costretta ad aprirmi la porta di casa per farla felice…
L’insegnante di Filosofia, che ci raccontava episodi della sua vita dimenticandosi del programma… l’ho ripensata con affetto durante la trasmissione della miniserie su Maria Montessori…
… e altri che si sono “sbiaditi” nello scorrere del tempo…

Persone che ci trattavano da pari. Il che non significa che loro “scendevano” al nostro livello, ma che si impegnavano perché noi volessimo realizzare i nostri sogni e ci insegnavano l’equilibrio.

Persone ADULTE che sentivano come un impegno la nostra crescita e ci invitavano, anche con l’esempio, alla misura e all’eleganza, dell’aspetto e della parola…

Avete nella mente e nel cuore insegnati così?
E non pensate che sia davvero triste che la scuola si sia così deprezzata e umiliata?

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!