lunedì 31 dicembre 2007

L'archivio nel cuore...

Scrivo questo post in una domenica sera sonnacchiosa, e penso...

Penso a quante persone sono impegnate in preparativi per i festeggiamenti di saluto all'anno che se ne va e di benvenuto al 2008 che arriva.
Penso a quanto comodamente aspetterò la mezzanotte io a casa... senza neppure l'obbligo di "essere festosa".

Ho partecipato a due soli veglioni di Fine Anno: il primo da ragazza, con una compagnia di amici; il secondo con mio marito e i miei ragazzi, quando la loro età era sufficiente a farli resistere fino a tarda ora, ma non lo era ancora per andare a festeggiare con altri che i propri genitori.
Beh... non li ho trovati granchè interessanti...

C'è una tradizione, invece, alla quale, salvo casi "speciali", non rinuncio: la celebrazione della Santa Messa di Ringraziamento con il canto del "Te Deum laudamus"...

Nella nostra Comunità abbiamo l'usanza di ricordare, in momenti diversi della Celebrazione, le tappe importanti che alcuni hanno raggiunto. Così leggiamo tutti i nomi dei bimbi che sono stati battezzati, di quelli che hanno ricevuto la Prima Comunione, dei ragazzi che sono stati cresimati, delle famiglie che si sono formate con il Matrimonio, di coloro che abbiamo dovuto salutare...

Trovo questa cosa di grande dolcezza, perchè nominandoli li si ricorda assieme, si sorride di un'immagine, ci si commuove di un episodio passato... si prega per loro... e poi li si continua a custodire in quell'archivio personale e singolare che è il nostro cuore.... dove lo spazio non manca mai e, anzi, si valorizza aggiungendo volti e nomi.

Quest'anno, avrò un elenco "speciale" che non leggerò pubblicamente, ma che il mio cuore ripasserà: è l'elenco degli incontri che mi hanno segnata e hanno colorato l'anno che se ne va... con le sfumature chiare o scure che la vita sceglie per noi... è l'elenco dei vostri nomi, cari amici, e io chiuderò l'anno con un sentimento di dolcezza per ciascuno di voi e di gratitudine per ogni parola che ci siamo scambiati e per ogni emozione che ci siamo confidati...

Te Deum laudamus...

martedì 25 dicembre 2007

E' nato...

Buon Natale, amico mio: non avere paura.
La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito.
E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese.
E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E' una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte.

Non avere paura, amico mio.
Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuoi dire: Dio con noi.

Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te...
Se vi dico che uno stelo di speranza è già fiorito, è perché voglio esortarvi a recuperare un genere diverso di vita e un nuovo gusto di vivere.
E’ perché voglio invitarvi a stare nella crisi attuale senza rassegnazioni supine, ma con lucidità e coraggio.
E’ perché voglio stimolarvi ad andare controcorrente e a porre sui valori morali le premesse di un’autentica cultura di vita, che possa battere ogni logica di distruzione, di avvilimento e di morte.

Gesù che nasce, è il segno di una speranza che, nonostante tutto, si è già impiantata sul cuore della terra.
Dagli scritti di don Tonino Bello, vescovo.

domenica 23 dicembre 2007

Un sogno per rispondere a tanti dubbi...

Al centro del messaggio della quarta domenica di Avvento vi è la ripresa della profezia di Israele: La vergine concepirà e partorirà un figlio...

Personalmente, però, le parole che più mi colpiscono della Liturgia odierna, sono quelle rivolte dall'Angelo, in sogno, a Giuseppe: Figlio di Davide, non temere...

Mi ispira una tenerezza infinita la figura di Giuseppe, promesso sposo di Maria, padre putativo di Gesù...
Quasi a ridosso del matrimonio (d'amore? di convenienza? combinato o desiderato? ...non lo sappiamo, in realtà) si ritrova immerso in una realtà che non capisce... ma che chiede la sua collaborazione: Non temere di prendere con te Maria...

Quali pensieri si saranno affollati nella sua mente?
Rispetto a se stesso, rispetto a Maria, rispetto alla gente...

Tempo fa ho proposto di provare ad immaginare le sue reazioni ai ragazzi del catechismo.
Come risultato, abbiamo scritto sei lettere che Giuseppe "indirizza" rispettivamente a Dio, a Maria, ad Anna, a se stesso (alla ragione e al sentimento) e, infine, al figlio che "non aspettava"...

Le avevamo trascritte su cartoncini a forma di lettere dell'alfabeto che componevano la parola

F I G L I O
... eccole...

AL SIGNORE...
Adonai, unico Dio, e tu, grande padre Abramo.
Nel rotolo sta scritto che la discendenza della quale faccio parte sarà tanto numerosa da non poter essere contata. Questa benedizione la sentivo rivolta anche a me e invece...
E invece il mio destino sarà di non avere una famiglia.
Perchè non posso nemmeno immaginare di formarmene una con una donna che non sia Maria...
Ma quello che sta accadendo... non so cosa pensare... non so nemmeno capire i miei sentimenti... sia fatta la Tua volontà.

A MARIA...
Cara Maria, sposa mia dolce, amica mia, cosa ne sarà del nostro amore?
Tu non parli, non ti giustifichi, mi guardi con i tuoi occhi limpidi e sinceri e abbassi il capo...
Il cuore mi dice che nel tuo animo non può albergare il peccato... ma questo bambino.
Basta! Non posso far altro che ripudiarti. Tu conosci la legge.
Maria, che non puoi essere mia sposa, io ti benedico, e benedico anche il bambino che ci divide: sii felice.

AD ANNA...
Anna, madre mia, potrò ancora chiamarti così?
Per la legge e per la gente io dovrei desiderare solo di non avere più a che fare con la tua famiglia.
Ma la legge non sa dei sentimenti, e la gente non legge il cuore.
L’affetto con il quale mi hai accolto in casa tua, la comprensione con la quale mi ascoltavi, la disponibilità con la quale mi consigliavi hanno creato fra di noi un legame che non si può spezzare.
Non entrerai a far parte della mia famiglia, ma mi sarai comunque madre.
Il Signore ti ricompensi per il bene che hai donato a me e per quello che fai per Maria.

ALLA RAGIONE...
Che cosa strana sono i sogni. Qualcuno sostiene che siano il frutto dei desideri che non riescono a trovare la loro realizzazione nella realtà e il mio sogno di stanotte ha proprio queste caratteristiche.
Il mio desiderio più grande è quello di formarmi una famiglia con la ragazza che mi era stata promessa in sposa, ma se il sogno è stato inconsapevolmente condizionato da me, non riesco a comprendere come possa aver lasciato che la mia fantasia galoppasse così: un angelo che mi rassicura “il bambino è figlio dell’Altissimo” è umanamente inconcepibile. E poi... se anche ci volessi credere io, chi altri ci crederebbe?
Signore, ho proprio bisogno di un segno che mi indirizzi...

AL CUORE...
Ma che segno sto aspettando? C’è forse un segno più grande di un bambino che è opera dello Spirito Santo? Io non ho bisogno di altre prove, e non è un problema che la gente ci creda o no, perché il bambino sarà di Maria e mio, e questo è tutto. E io so che il nostro Dio può compiere ogni cosa e che le sue strade non sempre sono comprensibili agli uomini ma Egli è un Dio fedele e adempirà la Sua promessa e io sono pronto a fidarmi di Lui. Come potrebbe essere altrimenti se Egli per primo si è fidato di me tanto da affidarmi il bene più grande, un figlio?

AL BAMBINO CHE STA PER NASCERE...
Bambino, innocente colpevole di tanti dolorosi pensieri, non riesco a immaginarmi cosa dovrei preparare per la Tua venuta: figlio dell’Altissimo, suona incredibile perfino dirlo.
Io sono un umile operaio e Maria, la tua dolce mamma, una semplice ragazza di paese: saremo capaci di essere la Tua famiglia terrena?
Se penso al bambino che sarai, vedo solo un piccolo essere da amare, da proteggere e da curare.
Penso a ginocchia sbucciate e a lacrime da asciugare; a manine che vogliono imparare a fare ciò che faccio io e a capricci da calmare; penso a un piccolo uomo da accompagnare per mano al Tempio e al quale insegnare le preghiere... penso a una vocina che chiama papà.
Non so se Ti saprò offrire la famiglia migliore, ma so che Ti amerò e, con Maria, sarò al Tuo fianco fino a quando avrò vita.
Benvenuto, figlio mio!

martedì 18 dicembre 2007

Il mio Momore...

14 giugno 1998...

E' la data di quando mi sono fatta convincere dal mio secondogenito, ad andare a "vedere" una cucciolata di gattini di un suo compagno di scuola.
In realtà, andavamo a prendere uno dei gattini, visto che i due figlioli e il loro papà erano già stati in avanscoperta.

Arrivati alla casa del ragazzo, la mamma ci fa scendere al piano scantinato e ci mostra la cucciolata: quattro gattini candidi... incantevoli.
Uno solo non si gira al nostro arrivo... e io mi dirigo proprio verso di lui e dico: Questo!

Credo che sia stato il momento dell'imprinting!
Lui mi ha sempre riservato un affetto speciale... e io l'ho considerato né più né meno che un bimbo.
La prima notte è stata una notte di miagolii disperati per la nostalgia della mamma. Così con il figlio "responsabile" dell'adozione, abbiamo fatto i turni a tenerlo in braccio.
L'indomani mio figlio mi butta lì: Credo che Scodacjut (già... il suo vero nome è proprio questo! Momore è il vezzeggiativo) non ci senta.

In realtà a scuola avevano parlato della cucciolata e un insegnante aveva detto loro che i gatti bianchi possono avere questo difetto genetico.
Cambia poco... oramai lui fa parte della famiglia!

Ma lo vedete che scricciolino era?
Impossibile non amarlo...

La prima foto è del giorno del suo arrivo a casa, la seconda il giorno dopo... un incanto incoronato dall'arcobaleno.

I primi tempi la notte piangeva e io me lo portavo a letto.
Tra l'altro così si scoprì la mia allergia alla forfora di gatto.
Il dottore mi intimava di non tenerlo... o almeno stargli lontana.
Sì... figurarsi.

Lui non vedeva l'ora di entrare nel letto.
Si infilava sotto il copriletto, rigorosamente dalla mia parte e io sentivo il suo tepore e lui il mio: una sorta di simbiosi.
Ora è un pochino più grande... appena, appena...


... ma continua a essere "il gno picjul"... il mio piccolo.
Questi giorni non sta bene... lo sapete già... ma si riprenderà!

Nel frattempo, penso proprio che si meriti una DEDICA speciale...

Oltre al post, ecco anche una citazione "suggeritami" da Fabio...

Venezia, dove bimbi, cani, gatti si chiamano Amore.
Sulle fondamenta di Cannareggio un signore anziano; un cagnolino bianco gli trotterella a fianco. Un gatto con collarino e medaglietta aspetta che qualcuno gli apra il portone. Il signore solleva il cagnolino e se lo appoggia sul fianco; gira un po' al largo del gatto, riappoggia il cagnolino sul selciato: "El pericolo xe passà, adesso ti pol caminar, Amore".
Una signora apre il portone: ti podevi anche miaolarme, Amore".
(Bozzetto animalista autentico)
Pietro Croce

lunedì 17 dicembre 2007

... un improbabile "Dietro le quinte"

Nei nostri paesi è ancora molto sentita la tradizione della "Novena del Santo Natale", vale a dire la ripetizione del canto del Vangelo dell'Annunciazione per 9 sere che precedono la Notte Santa...

Nella cittadina dove abito, invece, c'è un'oggettiva difficoltà a far radicare tradizioni perchè i suoi abitanti continuano a sentirsi come appartenenti alle comunità di origine, e non già alla comunità che li ha accolti.

Ma certo le difficoltà non sono un freno... piuttosto uno stimolo.

Così, oltre a rilanciare il canto del "Missus", per attirare i ragazzi programmiamo delle animazioni che rendano la partecipazione più "interessante"...
Questa è quella dello scorso anno...


Suona il cellulare del parroco.
S: pronto! Chi parla?
L: Ciao sono Luca! Ci sono i ragazzi delle medie lì? (pausa) Ma è possibile che non mi rispondiate mai?! Riproviamo: ciao ragazzi! ... Oh, così si ragiona! Bene, allora forse è meglio che mi presenti in maniera più decorosa. Sono Luca, San Luca… (tono ad effetto tipo “Bond, James Bond” seguito da pausa), Luca evangelista.
Beh, il brano di Vangelo che avete appena cantato l’ho scritto io, così pensavo che avrei potuto raccontarvi alcuni retroscena che non ho riportato. Vi va??
Cominciamo dall’Arcangelo Gabriele.
In quel tempo - ho il vizio di cominciare sempre così i miei racconti – in Paradiso fu emanato un Bando di concorso per un posto vacante da Arcangelo e la cosa risultava parecchio interessante per gli Angeli più giovani e desiderosi di fare “carriera”.
La selezione fu organizzata tipo gioco a premi “Chi vuol essere Arcangelo” e la sala delle audizioni era proprio gremita.
Quando entrò il Giudice si fece silenzio, non si sentiva battere un’ala… Se a un Angelo fosse caduta una piuma si sarebbe sentito il rumore che avrebbe fatto cadendo al suolo.
Egli disse che aveva una domanda da fare e che in base alla risposta avrebbe deciso chi era il candidato più adatto.
La domanda era:
DOVETE PORTARE UN MESSAGGIO IMPORTANTE AD UNA GIOVANE DONNA, COME VI PRESENTATE?
Tutte le ali scattarono in alto (beh, si sa, gli Angeli a scuola non alzano mica la mano, ma l’ala, appunto) e tutti ebbero la possibilità di rispondere. Ci furono le risposte più varie:

1A Io assolderei la Fanfara del Settimo cielo e la schiererei sotto casa della prescelta. Dopodiché cominciamo un bel concertone finchè non esce a vedere cosa succede…

2A Io sceglierei una cosa un po’ più moderna: visto che è giovane. Le manderei un bel SMS tipo “Sn ang. - Dio TVTTTB e ti conv x dirti qlc di imp. OK?”

3A Io le manderei Maria, quella di Filippi, e la inviterei in Televisione per una trasmissione senza dirle di cosa si tratta e poi, si toglie la busta e …“Sorpresa!”

L. Gabriele, che partecipava perché il suo “Capo schiera” lo aveva iscritto d’ufficio, se ne stava, rosso in viso, tutto rannicchiato in un angolino per non essere notato… ma il Giudice lo notò e gli chiese come si sarebbe comportato lui.
Figurarsi!... impacciatissimo Gabriele rispose:

AG Forse ci vorrebbe qualcuno con più esperienza di me. E poi, se sbaglio e la ragazza mi risponde di NO e comprometto tutto il piano di Dio? E se lei mi fa delle domande e io non so cosa rispondere? E se lei ha paura, come faccio a rassicurarla io che tremo già all’idea?
… Io vorrei saperle dire solo così:
Sii felice, il Signore ti ha scelta. E se ti vuole affidare un incarico stai sicura che non ti lascerà sola e ti darà la forza di portarlo a termine.
Sii felice, se il Signore ti ha scelta significa che ha pensato a te fin dall’inizio dei tempi e ti ha amata dal principio.
Sii felice, per merito tuo l’umanità saprà per l’eternità che le gerarchie della terra non hanno valore in cielo e che un’umile ragazza può essere una grande Regina.

L Allora, sapete indovinare chi ha vinto il concorso? Già, proprio Gabriele, il più umile.
(… guarda l’orologio. Poi prosegue)

Mamma mia, come passa il tempo. Però mi piacerebbe parlarvi un po’ anche di Maria…
Non è facile perché sono tanti gli aspetti che si potrebbero approfondire.
Io ho parlato con Anna e Gioacchino (la sua mamma e il suo papà) e loro mi hanno raccontato anche qualcosa dell’infanzia di questa loro figlia davvero speciale…
Ma stasera voglio farvi notare solo una cosa:
Quando Gabriele entrò, la porta della casa di Maria era socchiusa.
La teneva sempre così perché tutti potessero entrare senza soggezione.
La disponibilità della Vergine era così grande che non solo il cuore era aperto, ma anche la porta della sua casa.
L’Arcangelo disse cose difficili da comprendere.
Lo stupore di Maria rasentò la paura. Ma la porta del suo cuore si spalancò davanti alla volontà di Dio.

L2 Nella vita di ogni persona c’è un momento che si chiama Annunciazione: un ideale, un incontro, un dolore, una scelta difficile, una gioia.
Lascia aperta la porta del cuore.
Dio manderà il suo angelo.
Ascolta la sua voce.


I personaggi in “azione” erano:

il sacerdote (S = pensava di non essere coinvolto?),
un lettore (L = che si presenta come “Luca”),
l’Arcangelo Gabriele (AG),
tre Angeli (nA) che partecipano al “concorso”,
un lettore (L2) per la parte finale

Sceneggiatrice (o sceMeggiatrice): Licia

domenica 16 dicembre 2007

Gaudete...

La terza domenica di Avvento è detta "gaudete" perchè le letture sottolineano la fondatezza di un'attesa gioiosa del Salvatore.
Il profeta Isaia, prima, e il brano evangelico, poi, riportano un elenco di segni miracolosi che "narrano la buona novella".
E questo è il quadro nel quale ho vissuto una giornata improntata alla tristezza, ma anche alla riflessione...
In questo momento - così come in tanti momenti della vita, anche recenti... e vissuti con voi - avrei voluto che Dio fosse un distributore.
Avete presente: inserire un gettone (che ne so? Gesti di carità, fraternità verso che non è accolto da nessuno, desiderio di essere fedele alla parola, presenza nella Comunità), scegliere sul display o sulla pulsantiera cosa si desidera "acquistare" e ritirare quello che si è prenotato.

Non funziona così... purtroppo lo sappiamo tutti!
Ma c'è un ma... anzi, più di uno.
Ma lo potremmo seguire, riconoscere, amare un Dio così?
Ma siamo poi sicuri che noi sapremmo cosa farci "erogare"?
Ma anche gli altri (ogni altro) avrebbero la loro propria dotazione di gettoni... e se li usassero "contro" di noi?
Ho perfino pensato che per qualcuno Dio dovrebbe essere una sorta di superuomo dotato di "missili intelligenti" da scagliare su opportuna indicazione... e la cosa mi ha creato qualche apprensione...
Gesù, quasi immaginando quanto poco adatto al ruolo di "salvezza" lo avremmo, talvolta, trovato, dice: Beato chi non si scandalizza di me!

E infatti, se non scaldalo almeno contrarietà provoca pensare che non fa morire un pedofilo prima che violi un innocente, o un serial killer prima che sfoghi la sua follia, o un dittatore prima che mandi alla morte la sua gente, o ....
Invece Lui effonde il Suo amore e la Sua misericordia sui giusti e sui malvagi e, lontano dai nostri "calcoli", non corregge ciò che noi troviamo umanamente inaccettabile, ma riversa la Sua particolare affettuosa attenzione su coloro che sono in difficoltà...
Solo questo mi fa accettare le cose che non capisco, mi viene da dire: che non condivido...
Lui sa più di quanto so io...
Ma è difficile... ogni giorno...

sabato 15 dicembre 2007

Il volto di Cristo

Per dare risonanza all'onda emotiva che ha accompagnato le notizie sulla tragedia di Torino, nella quale ci sono state quattro vittime a seguito dell'incendio divampato alle Acciaierie ThyssenKrupp, mentre altri operai sono gravi all'ospedale, la Camera ha assunto un'iniziativa... allestire a Palazzo Marini, sede della Camera dei Deputati, una Mostra sulle morti bianche...

Ora... credo che non si possa commentare una notizia del genere e riuscire a mantenere un linguaggio accettabile per un blog pubblico, perciò eviterò di farlo.
Ma della polemica marginale a questa iniziativa qualcosa non posso trattenermi dal dirlo.

Intanto la polemica.

Un quadro che raffigura il Cristo con un volto all'apparenza somigliante a quello dell'ex-terrorista Br Renato Curcio è stato bloccato all'ingresso della sede della Camera.

La motivazione ufficiale del divieto riguarda la dimensione della tela, giudicata eccessiva. L'autrice dell'opera peraltro sostiene che il volto dell'uomo ritratto nella Deposizione è ispirato a quello di uno dei suoi amici artisti e non all'ex-fondatore delle Brigate rosse.
Ora - e questo è il mio punto di vista, ovviamente - sul volto di Cristo e sulla sua aderenza ai dati storici e geografici dell'uomo Gesù di Nazareth, possiamo discutere per anni senza trovare un punto di contatto.

Io, talvolta, stuzzico il senso critico dei ragazzi ai quali faccio Catechismo, ricordando loro che il bimbetto biondo e riccioluto, con i suoi occhioni azzurri sgranati sul mondo, che porremo nei nostri presepi, ricorda ben poco la provenienza (Palestina) di Cristo.

Tuttavia, esiste un'iconografia universalmente accettata alla quale rifarsi...
Magari la pittrice che ha realizzato l'opera non sa nemmeno chi sia Curcio, ma perchè il protagonista della sua opera fosse riconoscibile, invece che uno dei suoi amici, non poteva attenersi ai canoni tradizionali?

lunedì 10 dicembre 2007

... il deserto fiorirà

Pur rimanendo a tema, ricominciamo con una storiella...

Nel Nord Africa, un missionario fu sorpreso dal curioso comportamento di un beduino.
Ogni tanto l'uomo si stendeva per terra, lungo e disteso sul terreno, e premeva l'orecchio contro la sabbia del deserto.
Meravigliato, il missionario gli chiese: "Che cosa fai?".
Il beduino si rialzò e rispose: "Amico, ascolto il deserto che piange. Piange perchè vorrebbe essere un giardino".
... e proseguiamo con una sorta di preghiera...
Come vuoi che io parli di Lui?
Non posso esprimerlo a parole.
Devo viverlo e basta.
Vorrei gridarlo, vorrei sbatterlo in faccia a tutti.
Per la strada, nel metrò, l'indifferenze, il disprezzo, la collera che mi assale, vorrei distruggerli per sempre.
Se questo è il volto di Dio, io sono pagana.
Ma so che Egli esiste nel mondo di uomini e donne che vivono semplicemente la vita e sanno, nel sorriso e nello sguardo, di poter accendere una stella nel cuore di un bimbo, di un povero, di un vecchio.
Tutte queste stelle disperse, sparpagliate per il mondo, finiranno un giorno per abbracciare l'universo.
Nel fuoco di amore e di gioia brillerà il volto di Dio, per grazia di alcuni.
In loro io ho fiducia, voglio cercare di seguirli.
In loro io credo.
E il deserto fiorirà.
Scritta da Anna, 18 anni

domenica 9 dicembre 2007

I passi dell'Avvento

Nel deserto... per prepararsi...

La seconda domenica di Avvento ci invita a prepararci abbandonando tutte le infrastrutture nelle quali viviamo la nostra quotidianità.

A scuoterci un uomo, Giovanni, che nel nostro tempo farebbe difficoltà a farsi accettare da chicchesia: la descrizione del suo essere vestito ci pelli di cammello, del suo cibarsi di locuste, del suo gridare e inveire contro tutti... ci fanno supporre che sarebbe certamente un disadattato.

E oggettivamente la sua figura non sembra "adattarsi" troppo bene neppure al messagio evangelico della Salvezza.

Egli è una sorta di "ultimo e più sfortunato dei profeti" e minaccia vendetta e castighi divini... Ma i tempi sono cambiati (e parliamo di QUEI tempi... figuriamoci i NOSTRI): le persone non si convertono con le minacce o i sensi di colpa.

E infatti Dio decide diversamente: Giovanni profetizza incendi e roghi, e invece arriverà Gesù a svelare che Dio non punisce ma AMA e PERDONA...
Il volto di Dio che Gesù svela nel Natale è così inaudito e inatteso che Giovanni stesso stenterà a riconoscerlo. Quando sarà prigioniero, infatti, manderà a chiedergli: Sei Tu quello che doveva venire o dobbiamo aspettarne un altro?
Eppure, i consigli di Giovanni sono gli stessi che poi darà Gesù: Convertitevi, perchè il regno è vicino... solo che Gesù aggiungerà all'imperativo "Convertitevi" una dritta: Credete al Vangelo... cioè alla Buona Notizia.
Io trovo che questo sia un messaggio assolutamente consolatorio: non c'è motivo per aver paura di Dio, possiamo cessare anche di avere sospetti su di Lui... perchè a Dio non interessa la nostra sottomissione ma il nostro amore. E se talvolta ci stanchiamo di cercarLo, non importa! Lui non si stanca mai di noi.
Questo è per me l'Avvento: riconoscere che se la voglia di camminare si è sopita durante l'anno, schiacciata da mille altri impegni, assordata da troppe altre voci, accecata da miriadi di altre luci, Lui ci invita nuovamente a ripartire da noi stessi, a ritrovarci nel deserto di qualche momento di riflessione, a cercarci nei ricordi delle persone che hanno percorso la nostra stessa via, a incontrarci e riconoscerci fratelli nella medesima aspirazione alla serenità e alla giustizia.

martedì 4 dicembre 2007

La Legge è uguale per ... Titty...

La prossima volta che sento dire che in Italia la Giustizia non funziona... penserò a questo articolo do oggi, 4 dicembre 2007 ...

Insomma...
Titty, Paperina, Paperino e Topolino sono stati convocati a comparire "davanti al giudice monocratico" per deporre "quali testi nel procedimento penale n° 6342/05"... e non è uno scherzo.

Il timbro sulla "relazione di notifica" parla chiaro "Io ufficiale giudiziario, richiesto come in atti, ho per ogni legale effetto notificato l'atto che precede a..." all'indirizzo dello studio legale milanese che patrocina Warner Bros e Walt Disney nei processi per contraffazione.

Infatti, il procedimento è stato avviato dal Tribunale di Napoli nei confronti di un cinese accusato proprio di contraffazione...

Ovvio il lapsus.

Ma ecco l'assurdo in agguato...

Di ufficio in ufficio, l'errore ha risalito tutti i livelli di una burocrazia talmente paraocchiata da diventare cieca anche rispetto al ridicolo...

Fin qui il Corriere della Sera.

Insomma, i suddetti "personaggi" sono stati assurti alla dignità di "persone" per un banale errore che, però, nessuno ha rilevato.

Vogliamo aggiungere qualcosa o ci facciamo una sana, liberatoria e gustosa risata?

lunedì 3 dicembre 2007

Spe Salvi

Il Santo Padre ha reso pubblica il 30 novembre la sua seconda Lettera Enciclica.
Dopo "Deus caritas est" dedicata all'Amore, il tema trattato è ora quello della Speranza: Spe Salvi (facti sumus) – nella speranza siamo stati salvati...

Riporto un passaggio dell'Enciclica... magari in un momento di tempo libero, chi lo desidera, può darle una sbirciatina...
Dato che alcuni punti offrono l'occasione per avviare discussioni... ho scelto solo parti che riguardano espressamente il significato della Speranza...

L'uomo ha, nel succedersi dei giorni, molte speranze – più piccole o più grandi – diverse nei diversi periodi della sua vita. A volte può sembrare che una di queste speranze lo soddisfi totalmente e che non abbia bisogno di altre speranze. Nella gioventù può essere la speranza del grande e appagante amore; la speranza di una certa posizione nella professione, dell'uno o dell'altro successo determinante per il resto della vita. Quando, però, queste speranze si realizzano, appare con chiarezza che ciò non era, in realtà, il tutto. Si rende evidente che l'uomo ha bisogno di una speranza che vada oltre. Si rende evidente che può bastargli solo qualcosa di infinito, qualcosa che sarà sempre più di ciò che egli possa mai raggiungere.

In questo senso il tempo moderno ha sviluppato la speranza dell'instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle conoscenze della scienza e ad una politica scientificamente fondata, sembrava esser diventata realizzabile. Così la speranza biblica del regno di Dio è stata rimpiazzata dalla speranza del regno dell'uomo, dalla speranza di un mondo migliore che sarebbe il vero «regno di Dio». Questa sembrava finalmente la speranza grande e realistica, di cui l'uomo ha bisogno. Essa era in grado di mobilitare – per un certo tempo – tutte le energie dell'uomo; il grande obiettivo sembrava meritevole di ogni impegno. Ma nel corso del tempo apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano. Innanzitutto ci si rese conto che questa era forse una speranza per gli uomini di dopodomani, ma non una speranza per me. E benché il «per tutti» faccia parte della grande speranza – non posso, infatti, diventare felice contro e senza gli altri – resta vero che una speranza che non riguardi me in persona non è neppure una vera speranza. E diventò evidente che questa era una speranza contro la libertà, perché la situazione delle cose umane dipende in ogni generazione nuovamente dalla libera decisione degli uomini che ad essa appartengono.

Se questa libertà, a causa delle condizioni e delle strutture, fosse loro tolta, il mondo, in fin dei conti, non sarebbe buono, perché un mondo senza libertà non è per nulla un mondo buono. Così, pur essendo necessario un continuo impegno per il miglioramento del mondo, il mondo migliore di domani non può essere il contenuto proprio e sufficiente della nostra speranza. E sempre a questo proposito si pone la domanda: Quando è «migliore» il mondo? Che cosa lo rende buono? Secondo quale criterio si può valutare il suo essere buono? E per quali vie si può raggiungere questa «bontà»?
Ancora: noi abbiamo bisogno delle speranze – più piccole o più grandi – che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino. Ma senza la grande speranza, che deve superare tutto il resto, esse non bastano. Questa grande speranza può essere solo Dio, che abbraccia l'universo e che può proporci e donarci ciò che, da soli, non possiamo raggiungere. Proprio l'essere gratificato di un dono fa parte della speranza. Dio è il fondamento della speranza – non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l'umanità nel suo insieme. Il suo regno non è un aldilà immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che è «veramente» vita.

domenica 2 dicembre 2007

Quale Avvento?

E' cominciato il Tempo di Avvento... ma come lo intendiamo?
La nostra cultura è permeata di Cristianità; la nostra storia, anche quella personale di ciascuno, non può prescindere dalla Fede che i nostri predecessori hanno incontrato, mantenuto e trasmesso...
Io credo che quello che ci è stato tramandato dovrebbe essere per noi motivo di immensa cura, ma leggo - anche nei miei comportamenti - che la maggiore comodità di altri atteggiamenti ci occupa molti spazi della vita...
Con oggi, però, comincia - ricomincia - il Tempo dell'Attesa della venuta del Nostro Signore... un'altra occasione ci è donata... perchè quando si "aspetta" qualcosa o qualcuno, si è anche portati a riflettere e a porsi delle domande.

Per quanto da voi mi sono fatta conoscere, comprenderete che sarei ipocrita se non ammettessi che talvolta ho trattenuto il desiderio di approfittare di questo spazio e dei vostri passaggi per parlare di quello che mi sta a cuore...

Intendo dire, invece di chiedermi di settimana in settimana cosa POSSO postare... mi prenderò la libertà di scrivere (magari solo qualche volta...) proprio ciò che VOGLIO postare.

Oggi avrei piacere di cogliere l'opportunità di ripensare alle nostre vere tradizioni e al significato del Santo Natale... Può essere un modo per richiamare alla memoria volti e parole delle persone che, anche solo per il fatto di averli conosciuti, hanno contribuito a farci diventare le persone che siamo...

Intanto, in previsione dell'arrivo di quell'ospite speciale che è Gesù, condivido con voi il racconto che segue.

C'è un quadro famoso che rappresenta Gesù in un giardino buio. Con la mano sinistra alza una lampada che illumina la scena, con la destra bussa ad una porta pesante e robusta. Quando il quadro fu presentato per la prima volta ad una mostra, un visitatore fece notare al pittore un particolare curioso.
"Nel suo quadro c'è un errore. La porta è senza maniglia".
"Non è un errore" rispose il pittore "Quella è la porta del cuore umano. Si apre solo dall'interno".

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

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Ma certo che NO!!!