domenica 29 novembre 2009

Segni

Il brano del Vangelo di Luca che ci introduce nel Tempo dell'Attesa della Venuta del nostro Salvatore, è uno dei brani che meglio si prestano alla volontà di inquietare di molti predicatori o pseudo tali.

Certo leggere "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra" può facilmente ingenerare timori e preoccupazioni in chi è sensobile all'argomento.
Per quanto mi riguarda, mi considero quanto meno vaccinata a questi approcci.
"Ho già dato", potrei dire, ricordando tutte le crisi, personali e comuni, che abbiamo affrontato nella mia famiglia di origine. Crisi che ci hanno letteralmente spaccati, alzando fra di noi steccati talmente alti da impedirci di guardarci negli occhi con gli stessi sentimenti di prima.
Non ho però sviluppato gli anticorpi alle crisi personali... e in particolare in questo periodo, nel quale arrivo alle porte dell'ingresso in questo Tempo Liturgico privilegiato tutt'altro che serena.
E ad aggiungersi ai miei problemi specifici e personali, si aggiunge la mia incapacità di dare risposte a quanto propone lo stesso Vangelo nel prosieguo "Vegliate in ogni momento pregando...".
Pregando... per l'appunto.
Ma come si può pregare veramente (cioè non solo recitare formule ben poco differenti da una semplice poesia mandata a memoria quasi per inerzia a furia di ripeterla) se i pensieri sfuggono e non si riesce a rimanere con Lui il tempo necessario per entrare in contatto?
Si può solo cercare di fare silenzio e spazio.
E lasciare che Lui ti raggiunga. E sperare che Lui ti raggiunga.
E forse la speranza è già preghiera...

sabato 21 novembre 2009

Una giornata come le altre...

Per essere il 20 novembre, il clima è decisamente mite.
Non è pensabile sprecare questo tempo, visto che le cose da fare sono sempre tante.
Mio marito è appena arrivato a casa. Questa settimana ha il turno di notte. Così durante la giornata può darmi una mano...
Cosa dite? Che di giorno dovrebbe riposarsi?
Lo so bene. Lo sa anche lui. Ma se vogliamo migliorare un po' il nostro tenore di vita, dobbiamo darci da fare. Già siamo fortunati ad avere tante cose che i nostri genitori nemmeno si sognavano...
Insomma, oggi andiamo su, in Diverdalce, a rastrellare frandei... Poi, ne porteremo a casa un po' oggi e un po' domani. Fra poco saremo in pieno inverno e dobbiamo avere predisposto tutto l'occorrente per noi e per le bestie nella stalla.
E poi, fra qualche giorno, il tempo scade...

Forse ieri ho esagerato... stamattina mi pesa alzarmi, figurarsi il pensiero di tornare su, fino in cima alla montagna, per finire di raccogliere il fogliame...
Forza, però... che bisogna accudire le bestie prima che arrivi Meni.
Ecco fatto. Per fortuna che viene mia madre per portare i secchi di latte alla latteria. Mi fa male la schiena, oggi.
Adesso bevo il caffè con mio marito, che è arrivato dal lavoro.
Ha una faccia sfinita, anche lui.
Un po' lavorare di notte è pesante, e poi farsi i 7 km con la bici sulla spalla è proprio la degna conclusione. Del resto è impensabile salire questa strada che è poco più che una mulattiera in altro modo. Già è fortunato che può sfruttare la bicicletta in discesa.
Ha detto che va da solo a raccogliere la sachere che abbiamo preparato ieri. Per fortuna!
Comunque non rimango senza far niente, di certo.
Infatti è già arrivata sera e io sono stata seduta ben poco. Praticamente solo per il tempo della visita di Taresie che è andata a Caneva, per la Madone da salut.
Tra l'altro la coniglia grigia ha scelto proprio oggi per partorire 5 piccoli.
Ecco che ritorna mia madre. Anche per la mungitura serale ci pensa lei a portare il latte in latteria...
"Sai mamma che mi fa proprio male la schiena. Che dici?".
"Dico di non dirlo a Meni. E' meglio lasciarlo in pace. Sarai solo stanca per ieri...".
"Va bene. Ma potresti fermarti un po' con me stasera? Non mi sento molto a posto. Così mi aiuti a mettere a letto le tre bimbe dopo che Meni parte per andare a lavorare. E forse dovrai chiamare la comari...".
E infatti... Meni scendendo in bici incrocia una motoretta che sale verso il paese.
E quando arriva alla portineria dello stabilimento nel quale lavora, il portinaio lo sollecita ad appoggiare la bici che c'è una telefonata per lui.
"E' un'altra bimba, Meni".
"Va bene. Sono contento comunque".

Era il 21 novembre 1956... Alle ore 21 nasceva Kaishe...

martedì 17 novembre 2009

Ognuno ha tanta storia...

Ci sono alcune canzoni che scandiscono i ritmi della tua vita.
Le hai costantemente in testa in certi momenti e in certe situazioni, poi per qualche tempo non ci pensi proprio. Fintanto che non ritornano, a ricordarti sensazioni e stati d'animo che ti appartengono e fanno di te la persona che sei...
Sono canzoni che, in qualche modo, senti proprio tue.
E ci sono canzoni che sembrano fatte apposta per essere dedicate... quelle che da bambine ci facevano sintonizzare quotidianamente su RadioCapodistria per ascoltare "Musica per voi" e le sue dediche che lasciavano trasparire scorci di vite sconosciute.
Oggi vorrei fondere questi due tipi di musica. Forse la sinfonia che ne nascerà potrà sembrare poco armoniosa, ma io mi sono svegliata con la voglia di farlo.
La persona alla quale dedico "Sempre" della grande Gabriella Ferri, è qualcuno che riesce a leggermi anche oltre le parole e le apparenze e capirà che la Licia che la abbraccia fatica a "mostrarsi" e, quando lo fa, significa che ha davanti qualcuno che considera molto importante.
Allora, in questi giorni nei quali troppi pensieri affollano la mia mente, mi fermo per stare un po' con te, cara sorellina di blog, e per lasciare che la dolcezza di questa canzone culli i nostri pensieri vicini.
Auguri di cuore!


venerdì 13 novembre 2009

Pieri Petenel

Pieri Petenel era originario di un paesino (forse il termine più giusto sarebbe villaggio), vicino al paese nel quale sono nata io.

Geograficamente Buttea appartiene ad un Comune diverso dal nostro, ma da sempre gli abitanti preferiscono scendere a valle passando dal nostro paese perchè la strada è più breve. E considerando che allora la si percorreva a piedi...
Molti ricordi della mia infanzia sono legati a Buttea e ai suoi abitanti. Anche perchè Buttea era il paese di origine della mia nonna materna e lì abitavano molti nostri parenti.
Ricordo che quando nel paese c'era un malato grave, l'ambulanza arrivava fino all'inizio del nostro paese e lì aspettava che arrivasse la barella, portata a spalle, con ogni tempo metereologico, dagli uomini del paese.
Ricordo che sulla corriera che saliva da Tolmezzo, noi ragazzi guardavamo con sospetto, forse con un malcelato disprezzo, di certo con un sorrisino di superiorità, i butteani, il loro misero abbigliamento e i loro modi decisamente ruspanti.
Ricordo... tanti episodi, volti e situazioni...
E ricordo, anche se non chiaramente, Pieri Petenel.
Anche lui, quando scendeva a valle, passava da casa nostra. E come molti altri, capitava che mangiasse con noi o, se l'ora era tarda, dormisse da noi per riprendere il cammino il giorno dopo.
E quando stava da noi mi faceva giocare sulle sue ginocchia.
Mi immagino la bambina che ero, ancora piccolissima, che si incantava a guardare questo uomo dalla voce tonante e dai modi burberi, resi ancora più "interessanti" dalla barba incolta, che parlava con un'inflessione diversa da quella alla quale ero abituata...
E ogni tanto Pieri Petenel spariva... e in casa si raccontava che fosse in prigione.
Quasi sempre l'arresto avveniva quando era ubriaco e Pieri partecipava a qualche rissa. Altre volte si trattava di piccoli furti, solitamente di roba da mangiare... Talvolta erano provocazioni che volutamente Pieri faceva per essere arrestato. Dopotutto la prigione era più comoda e calda delle catapecchie che abitavamo nei nostri miseri paesi di montagna.
Anche nel 1976 Pieri Petenel era in prigione. Aveva dato uno schiaffo a un carabiniere per andarci...
Quando percepii il mio primo stipendio, misi una banconota da 5000 lire in una busta e la indirizzai all'ospite Pieri Petenel, carcere di Udine. Nel foglio di accompagnamento mi presentavo, ricordando le volte che lui mi aveva "accudita", e gli chiedevo come se la passava.
Qualche giorno dopo mi arrivò una cartolina.
C'era scritto "Qui la vita è dura, ma la pagnotta è sicura".
Una frase che ben dipingeva Pieri Petenel... uno con il cuore pulito e la fedina penale sporca.
Uno al quale oggi penso sentendo parlare di giustizia (sì! minuscolo) e di leggi vergognose.
Mandi, Pieri... e grazie per le lezioni di vita che riemergono ancora nella mia mente.

martedì 10 novembre 2009

Di Crocifissi e di altri Cristi

Ho pensato molto a questa faccenda... lasciando che i miei pensieri si proiettassero come il raggio di un faro. Ma luce non ne ho intravista molta. Anzi... sempre più buio!
Un buio che stringe e soffoca tutto e tutti.
Un buio che, per chi in questa oscurità è caduto vivendo esperienze terribili e devastanti, rinnova continuamente dolori e domande.
Già. Le domande... Quelle che si vorrebbe urlare contro il cielo fino a svuotare i polmoni e a rimanere afoni, per poi cercare una tana nella quale rintanarsi e lasciarsi sommergere.
Ma non si può. Perchè nonostante lo strazio non perdiamo la consapevolezza di dover vivere. Per noi, per chi amiamo e ci ama. E per riuscire un giorno ad avere quelle risposte che ci devasteranno loro stesse tanto quanto le domande che continuiamo a fare.
Bene lo sa Ornella... bene lo sanno i familiari di quanti si sono persi, sono stati persi, nel pozzo senza ritorno delle maglie di un sistema che dovrebbe armonizzare la vita e talvolta si inceppa e dà la morte.
Bene lo ha saputo Maria di Nazareth...
Bene lo sanno ora anche i familiari di Stefano Cucchi...
Della prima non viene nemmeno raccontato se avesse cercato di fare domande. Eppure una domanda riassume in sè le motivazioni che hanno portato all'uccisione di suo Figlio. La pone, a se stesso più che a chiunque altro (secondo il racconto Evangelico) Ponzio Pilato, rappresentante del Sistema del tempo: Che cos'è la verità?
Per il caso attualissimo della morte di Cucchi, invece, il Sistema non perde tempo in domande. Preferisce dare risposte, giustificazioni e sentenze. Affidandole a un suo rappresentante. Tale Giovanardi. Uno dei componenti di questo governo che si schiera compatto con i poteri ecclesiali a difesa del crocifisso e poi inchioda Cristi umani e reali alle croci della vita. Un governo che scende in trincea per garantire l'alimentazione (peraltro meccanica e forzata) di una cittadina italiana ma lascia morire di inedia un altro cittadino, probabilmente in base a una graduatoria di interessi che lascio che ciascuno stili da sè.
Tanto... era uno scomodo.
Non riporto le frasi del citato meschinissimo individuo. Mi parrebbe di sporcare il mio blog... e comunque tutti ne abbiamo sentito parlare.
Di mio dico solo una cosa.
Più ci penso e più mi viene voglia di chiedere scusa alle troppe mamme che hanno dovuto subire lo strazio più innaturale che ci sia. Più ci penso e più vorrei solo poter piangere con loro... sul loro dolore e sulla nostra fatica di vivere.

venerdì 6 novembre 2009

Uno scandalo che dovrebbe inquietarci

Ci sono argomenti sui quali riesce difficile esprimersi.
Talvolta non perchè l'argomento stesso non ponga interrogativi e non risvegli risposte quanto, piuttosto, perchè si teme di non essere all'altezza. Di non sapere argomentare su questioni che pure sentiamo appartenerci. Con forza.
La sentenza della Corte europea dei Diritti dell'Uomo a proposito della legittimità (o meno) della presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche è uno di quegli argomenti.
Mi sono avventurata solamente a commentare un blog che ne parlava, limitandomi alla considerazione di quanta "libertà" abbia sempre dato questa, a quanto pare, ingombrante presenza. Portavo come esperienza personale il ricordo del maestro che ho avuto dalla terza alla quinta elementare. Un galantuomo. Politicamente un socialista che io definirei "puro" tanto per distinguerlo dai socialisti trafficoni e ladri che hanno ucciso per i loro interessi materiali l'ideale che avevano abbracciato. Religiosamente un non-credente. Che però ci insegnava ad avere rispetto di chi invece credeva e, forse senza nemmeno volerlo, ci insegnava il vero significato del termine "timor di Dio"... che certo non è paura come ingenuamente credevamo quando recitavamo a memoria i Doni dello Spirito Santo, a catechismo.
Molte cose le ho comprese da grande. E so che molte sono germogliate da semi che ha piantato lui, il maestri Albin.
Una persona alla quale non dava fastidio il segno appeso alla parete della nostra aula. Nella consapevolezza che come simbolo a lui non diceva niente ma onestamente ne sapeva riconoscere il significato e una valenza didattica che prescinde dalla Religione per volgersi ai tanti altri Valori che l'uomo Gesù di Nazareth ha incarnato.
Rimanevo, dunque, in silenzio (almeno su questo spazio) sul tema, pur sentendomene interrogata.
E non mi ritrovavo nelle troppe dichiarazioni che i mass media hanno riportato. Nemmeno in quelle del card.Bertone, che pure avrebbe dovuto essere la più illuminata e la più illuminante.
Ieri sera, finalmente, ho letto un articolo che esprime ciò che avrei voluto saper esporre io.
Lo firma Marco Travaglio... tanto per essere una volta di più convinti che certe nostre "classificazioni" non hanno nessun senso.

Questo è il passaggio che mi ha maggiormente colpita...


domenica 1 novembre 2009

Sbucciando castagne

Questi giorni sono giorni che la nostra cultura ha sempre dedicato ai ricordi.
La ricorrenza della commemorazione dei defunti, almeno per quanto mi riguarda, è sempre stata un invito a guardarsi indietro per vedere più chiaramente la strada che abbiamo davanti.
Nella più totale naturalezza e semplicità didattica, i nostri genitori ci mostravano con quale spirito tenere vivi i ricordi di coloro che ci hanno preceduto.
E così nella notte che accompagna dal 1° al 2 di novembre, le famiglie si stringevano tutte vicine e, insieme, facevano spazio ai ricordi e alla rievocazione di episodi cha entravano a far parte del patrimonio di esperienze di tutti i suoi componenti.
La consacrazione del "rito" prendeva l'avvio già nei giorni precedenti, quando i cimiteri si animavano di voci, saluti, scricchiolamenti di ghiaia sotto i piedi e fruscii di fiori scartati per comporli nei vasi e sui luoghi di riposo dei nostri predecessori.
Noi bambine, appena varcato il cancello, andavamo a baciare la foto di un nostro coetaneo che non avevamo conosciuto perchè era vissuto solo alcuni mesi.
Eppure il suo passaggio non era stato invisibile e, nei racconti dei nostri genitori, lo consideravamo uno di noi: Giannino.
Poi, c'era il doveroso giro a controllare che tutti avessero un segno d'affetto... e se riscontravamo che qualcuno non ce lo avesse, ci pensavamo noi a far sì che nessuno rimanesse tristemente trascurato.
Tempo dopo, da ragazze, avevamo assunto l'impegno di non dimenticare una ragazza del paese che se n'era andata dopo un tragitto breve e difficile sulla terra; Teresine.
Nelle case, intanto, le mamme insegnavano ai bimbi a confezionare dei semplici bicchieri di carta velina che sarebbero poi serviti per riparare la fiammella dei lumini dall'aria, così che potessero dar luce più a lungo nel corso della notte.
La sera del 1° novembre la mamma ci bardava con gli abiti invernali ("A tutti i Santi, cappotto e guanti", diceva), ci dotavamo di un lampione ad olio chè nel chilometro del percorso per raggiungere il camposanto non c'era illuminazione, formavamo un bel gruppo con le zie e i cugini e andavamo, un po' incantate dalla magia che percepivamo in una notte nella quale i nostri morti erano talmente "presenti" che nella cucina lasciavamo loro l'acqua per dissetarsi durante la visita che avrebbero ricambiato, un po' spaventate dai racconti che i cugini più grandi si divertivano a fare...
Come dimenticare la frase "O cè biel lusor di lune plene, astu pore tu Madalene?" e la soffiata che spegneva il lume permettendo all'oscurità di farsi talmente vicina da abbracciarci?
Ma alla fine tornavamo quasi allegre verso la casa della nonna, che ci aspettava con le castagne bollite nell'acqua e i suoi racconti su chi non avevamo conosciuto...

Questo pomeriggio ho varcato, ancora, la soglia del cimitero del mio paese...
Miei figli si sono girati a dare un'occhiata a Giannino senza nemmeno che lo dovessi dire... Poi siamo andati all'angolo opposto, dove c'era Teresine... poi, certo, mia sorella, mio papà, i parenti, i conoscenti, tutti.
Sul far della sera abbiamo visitato il cimitero del paese dove abitiamo, e ci suggerivamo chi andare a salutare... I loro nonni e la zia, il nostro indimenticabile Monsignore e le tante tante persone che abbiamo accompagnato lì.
... e stasera mangeremo le caldarroste.
E io ripenserò che la natura non fa nulla per caso. Perciò il frutto di questi giorni si presenta con un involucro pieno di spine e un cuore soprendente. Come la vita.
Che volete che vi dica?
A me halloween non piace proprio.
Ma questi giorni dei ricordi li amo sempre di più.

P.S.del 2 novembre:
"Nulla muore mai in una vita. Tutto sopravvive.

Noi, insieme, viviamo e sopravviviamo.
Così anche ogni cultura è sempre intessuta di sopravvivenze."

Sono parole che mi pare ben riassumano ciò che sento nel cuore.
Ce le ha lasciate un uomo della mia Terra.
Un uomo che è stato tacciato di "diversità"... ed era davvero diverso. Diverso dalla banalità, dall'ignoranza, dalla rozzezza e dalla bieca violenza che lo circondava e lo ha voluto cancellare.
Nella notte fra l'1 e il 2 novembre di 34 anni fa veniva ucciso Pier Paolo Pasolini... e ieri è morta Alda Merini.
E noi siamo diventati un po' più poveri.

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!