mercoledì 29 luglio 2009

Sorridiamo un po'

Tempo fa, con un "collega" catechista che aveva la mia stessa concezione del rapporto che si può instaurare con i Sacri Testi, avevamo parzialmente riscritto alcune pagine bibliche per adattarle a momenti di gioco e di leggerezza...
Del resto, avvicinarsi alla sfera divina non significa mica mettere il muso o cominciare a tremare per paura di strali divini? Certo che no! Soprattutto perchè Dio stesso non sa che farsene di persone rassegnate, sottomesse o spaventate.
Perciò noi, partendo da queste premesse e alla luce del fatto che siamo persone serie... abbiamo cominciato quasi dall'inizio. Oggi la riscrivo-rileggo con la nuova dolcezza di far vivere Momore nel cuore.

Dio disse: "La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie". E così avvenne: Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie.


Un lavoro mastodontico. Per di più realizzato al sesto giorno della crezione, quando già i primi segni di stanchezza si facevano sentire.
Infatti Dio a un certo punto si accorse di una leggerissi
ma sfasatura rispetto al progetto iniziale: a uno degli animali difettava un piccolo ingranaggio.
E' ben vero che l'animale in questione era un lavoro assai raffinato, sia per forma esterna che per funzionamento generale.
Però (ma com'era potuto accadere?) non ci sentiva. Aveva due stupende orecchie, ben rifinite e graziosamente rivestite, ma, quando Dio disse "Avanti un altro" lui non si mosse e fu subito evidente che non ci sentiva.
Vabbè, si disse Dio, non sia mai che una mia Creatura non venga considerata un capolavoro comunque... anzi. A questo... come ho deciso di chiamarlo? A sì. Gatto...Dunque, a questo gatto regalerò un surplus di intelligenza e di delicatezza così che 'sta cosa delle orecchie venga interpretata come una "particolarità" e non come un "difetto".
Però intanto ne voglio fare un altro...


E così fu. Dio fermò per un frattempo il movimento degli astri nel cielo per non arrivare in ritardo sulla "consegna" della Creazione finita e fece un altro gatto. Concentrandosi con attenzione sulle orecchie...
Forse troppa attenzione.
Mi sembrano un pochino grandi. Ne faccio uno nuovo? Macchè! Mi sembra che entrambi siano decisamente degli splendori...

E Dio vide che era cosa buona.

E ora che aveva realizzato l'animale più meraviglioso del Creato, Dio decise di fare l'uomo a sua immagine...
Perchè la fantasia l'aveva messa tutta nelle Opere già eseguite...


domenica 26 luglio 2009

Ieri, oggi, sempre...


... così riportava il logo del Giubileo dell'anno 2000: Christus heri, hodie, semper!
Oggi mi è tornato in mente quando, già di buon mattino, mi sono seduta a pensare cosa volevo (e dovevo) scrivere sulle invocazioni di preghiera per Sira che oggi si è sposata.
E ho ripensato a quanto abbiamo condiviso, alla bambina del primo incontro che frequentava ancora le elementari; alla ragazzina sempre esuberante ma con un'insicurezza di fondo che, con un po' di attenzione, non poteva sfuggire; alla giovane che, con l'opportunità di frequentare l'Università altrove, non si è fatta vedere per anni; alla ragazza che affrontava le difficoltà del crescere e anche alcune forzate sterzate del cammino verso la realizzazione e alla donna che è tornata con una nuova serenità sul viso. Una serenità che si chiama Augusto, che oggi è diventato suo marito.
E insieme con il suo percorso il mio... anche nei riguardi della Fede e dei rapporti con la Chiesa e la Comunità di Credenti nella quale vivo.
Augurando ai due sposi la migliore delle vite, ho ripensato alla fatica, quotidiana, di essere coerenti con se stessi e, quindi, di essere fedeli, con Dio e con ogni "altro" che condivida con noi un tratto di cammino.
A casa, quasi senza sorprendermene, ho trovato alcune righe del card.Martini che ho sentito come risposta ad alcuni miei pensieri... oltre che alla domanda di un lettore che gli chiedeva «Eminenza, ma lei crede davvero, oggi, che Gesù Cristo sia risorto?»
Sì, caro signor Cerutti, lo credo fermamente! San Paolo dice che «se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede!» (1 Corinzi 15,17). I motivi per cui affermo la credibilità della Risurrezione li ho esposti in un mio libro di tanti anni fa e da allora non ho trovato nuovi argomenti contro.
E ad un altro lettore che quasi lo provocava «La fede in Dio, o meglio nel Dio trinitario di questa Chiesa, è inaridita quando ho approfondito la conoscenza dei testi sacri anche fuori dei canoni biblici, quando mi sono avvicinato al pensiero moderno, quando ho riflettuto su ciò che ha determinato gli inizi del Cristianesimo, sulla Chiesa dei primi secoli e l’involuzione autoritaristica e centralizzata almeno a partire dal IV secolo... Non ci credo più, anche se vorrei...»
Ho percorso un po’ le stesse tappe, ma le mie conclusioni sono state di continuata adesione alla fede nel Dio biblico, pur ammettendo che la storia della Chiesa delinea dei momenti più oscuri e dei passi falsi.
Ma la concezione che il Dio di Gesù Cristo mi dà della vita, della morte, del senso della vita umana e dell’eternità mi soddisfa e mi nutre, anche quando sto lottando con qualche difficoltà a credere. Queste ed altre lettere ricevute mi pongono di fronte alla domanda più generale: come ricuperare la gioia della fede e della preghiera?
Non do consigli astratti, ma porto quattro immagini.
La prima è quella di una cascata di montagna: se l’acqua non si butta coraggiosamente, imputridisce.
La seconda è quella dell’alpinista di fronte una parete ripida.
Ha bisogno almeno di tre appigli: nel nostro caso sono un uomo di consiglio, il buon umore e qualche buon libro.
La terza immagine è quella del mormorio di un vento leggero (1 Re 19,12).

Questa è la preghiera fatta a partire da qualche Salmo, meditata nel profondo del cuore.
La quarta immagine è quella di chi sale in elicottero e vede un più vasto panorama, che gli dà orientamento e chiarezza.
Ho sperimentato in me stesso che le difficoltà contro la fede crescono a misura che si rimpicciolisce il quadro di riferimento.

Oggi va così...

martedì 21 luglio 2009

20 luglio 1969

Con un giorno di ritardo sulla scadenza dell'Anniversario, parlo anche io dello sbarco sulla luna.
Ieri sera dicevo che dovrei avere più tempo per ripensarci. Quasi contemporaneamente Paola mi ha incaricata di scrivere i miei ricordi e così ci provo.
Per cominciare: chi ero...
Ero una ragazzina di paese di 12 anni e mezzo, molto ingenua che avrebbe voluto correre verso la vita ma nello stesso tempo rallentare il tempo per paura di cosa vi avrebbe trovato. L'ambiente nel quale vivevo ero fortemente permeato di un concetto distorto della relazione con Dio, del quale ci insegnavano più la paura che l'amore. Culturalmente avevo la fortuna di avere un babbo che ci stimolava a leggere e a conoscere, ma certamente l'ambiente aveva un livello di scolarizzazione piuttosto scarso.
Quel giorno era di sabato.
Tutta quella giornata passò, in un'attesa fatta di chiacchiere, domande e qualche timore...
Alla sera sapevo che il Santo Padre avrebbe scrutato il cielo dalla specola vaticana di Castel Gandolfo... ma a Fusea il cielo era di certo più nitido.
Con le mie sorelle e altri ragazzi e ragazze andammo sul Sagrato della Chiesa e rimanemmo lì, con il naso all'insù, aspettandoci di VEDERE un segno di ciò che avveniva.
Confesso che mi aspettavo quantomeno che la luna si scrollasse di dosso gli intrusi e la terra rispondesse specularmente... Invece non accadde nulla...
Il piccolo passo dell'uomo e il grande balzo dell'umanità avvennero nell'indifferenza della natura e noi tornammo a casa a sentire cosa raccontavano in televisione esperti e studiosi.
L'indomani, come ogni domenica, era d'obbligo partecipare alla S.Messa. Al termine non avevamo il permesso di stare in giro con le amiche ma si doveva rincasare subito. La mia famiglia arricchiva il senso della "festa" assistendo alla recita dell'Angelus da parte del Santo Padre. Anzi, ci inginocchiavamo davanti al televisore per ricevere la benedizione con tutti i crismi richiesti...
Io ero piuttosto ribelle nei confronti di una Chiesa che percepivo solo come vincolo e imposizione. Però il Papa Paolo VI mi piaceva. Ne avevo stima a motivo della sua cultura e provavo per lui una grande tenerezza perchè pareva sempre tormentato da qualche intimo pensiero... e anche io mi sentivo un po' così. Se non proprio tormentata, di sicuro agitata da dubbi, incertezze e malinconie che non riuscivo a domare.
Le sue parole, quel giorno, mi sorpresero per l'inaspettata "benedizione" sul progresso e, in qualche modo, sull'ambizione umana che spinge l'uomo a progredire.

Oggi è un giorno grande, un giorno storico per l’umanità, se davvero questa sera due uomini metteranno piede sulla Luna, come Noi con tutto il mondo trepidante, esultante e orante auguriamo possa felicemente avvenire. Faremo bene a meditare sopra questo straordinario e strabiliante avvenimento; a meditare sul cosmo, che ci apre davanti il suo volto muto, misterioso, nello sconfinato quadro dei secoli innumerevoli e degli spazi smisurati. Che cos’è l’universo, donde, come, perché? Faremo bene a meditare sull’uomo, sul suo ingegno prodigioso, sul suo coraggio temerario, sul suo progresso fantastico. Dominato dal cosmo come un punto impercettibile, l’uomo col pensiero lo domina. E chi è l’uomo? Chi siamo noi, capaci di tanto? Faremo bene a meditare sul progresso. Oggi, lo sviluppo scientifico ed operativo dell’umanità arriva ad un traguardo che sembrava irraggiungibile: il pensiero e la azione dell’uomo dove potranno ancora arrivare? L’ammirazione, l’entusiasmo, la passione per gli strumenti, per i prodotti dell’ingegno e della mano dell’uomo ci affascinano, forse fino alla follia.

Però io avevo nel cuore una sensazione di disarmonia... irrazionale fin che si vuole ma molto reale per me.
Alcuni anni dopo una canzone dei Dik Dik risvegliò questo "turbamento" e anche ieri me la sono canticchiata tutto il giorno.
Provando nostalgia di quella ragazzina che si vedeva sgraziata e goffa e si sentiva sempre inadeguata...

P.S.: Ieri sera mi sono commossa davanti al televisore rivedendo il Santo Padre che accostava l'occhio destro al telescopio mentre si chiudeva quello sinistro con la mano... come faccio io quando uso la macchina fotografica.
Molte cose sono cambiate... ma la ragazzina c'è ancora.

venerdì 17 luglio 2009

Mandi mandi...

... tal disin par furlan
che tu ti visin quant che tu ses lontan... (*)

Quando nel 1989 il Santo Padre Giovanni Paolo II concesse un’udienza speciale a circa duemila fedeli friulani, i giornali locali titolarono Il "mandi" del Papa ai friulani riportando quelle che erano state le parole più applaudite del Pontefice: "Mi è caro rivolgervi il saluto abituale che vi è proprio: mandi".
Il Papa, poi, aggiungeva sia che significhi «Mane diu», vivi a lungo o «Mane in dea», che tu possa vivere sempre nell'amicizia con Dio".
A onor del vero si deve osservare che questa interpretazione "religiosa" di mandi non pare accettabile per lo storico della lingua, anche se è la più gradita e la più diffusa nell'ambito dei friulanisti. Essa infatti non ha alcun fondamento scientifico.

Indubbiamente mandi è oggi un saluto caratteristico ed esclusivo del friulano…
Storicamente questo saluto di congedo è di “larghissimo uso in Carnia e in tutto il Friuli alla sinistra del Tagliamento”, riferiscono attestazioni scritte, che risalgono al 1876. Inoltre "A Udine il mandi è saluto esclusivamente confidenziale e amichevole fra persone che si trattan col tu, ed è rivolto per lo più, ad uno solo, non a più. Si rileva anche una forma ancora più confidenziale in "Mamàn, viva"." Tant'è che ancora, al presente, ai bambini piccini si insegna a salutare proprio con questo termine "mamàn" che tanto si avvicina alla lallazione dei piccoli.
Da ricerche storiche effettuate, traspare l'assoluta originalità in area italiana del saluto friulano màndi.
Un'altra tradizionale spiegazione linguistica che di esso si dà, è testimoniata già nel secolo scorso: il primo a proporla fu - per quello che se ne sa - l'abate Pirona che, nel suo Vocabolario friulano, scriveva: "mana dies = mandi". Era familiare saluto mattutino degli antichi Galli, quindi sarebbe originariamente significato "rimanga il giorno". Ma è ancora proprio Pirona che - senza avvedersi della contraddizione - sotto la voce Màndi del dizionario ne offre invece la etimologia che si ritiene esatta: "... pare una sincope della frase Mi racomandi, "Marcomàndi: modo di saluto = Mi raccomando. (da cui Màndi)".
Ma la prima spiegazione, quella fantasiosa ed affascinante, che lo fa derivare da mane diu, evidentemente continuò ad essere la più gradita e nota, come risulta da un articolo da A. Z. su Il Popolo del Friuli del 22 agosto 1943, il quale all'invadenza del neologismo ciao contrappone la bellezza del friulano mandi (che trarrebbe origine, per l'appunto, da mane diu), trovando eco nell’affermazione - senza darne prove - che mane diu o mane deo sarebbero stati saluti in uso fra i primi cristiani.

Si torna allora a m'arcomandi oppure a mi raccomandi ... "sia in Furlania che altrove".
A sostegno di questa versione, risulta che l'italiano "raccomandare" equivale pure a «dare o mandare a salutare, lat. salutem dicere» .

Concludendo, rimane fuori di dubbio che la vera etimologia di "màndi" deve rifarsi a "mi raccomando"(attraverso arecomandi; marcomandi; comandi, vale a dire "mi affido (a Dio)" o "mi affido (a te/voi o comunque a persona di fiducia)": per una certa epoca dovette essere espressione abbastanza diffusa nell'italiano letterario (e anche popolare nelle regioni dell'Italia settentrionale e in Toscana). Conservatosi (come successe per tanti altri casi) quale formula di commiato soprattutto nella parte nordorientale della Penisola, finì per specializzarsi nella odierna forma ridotta, quale saluto tipico che oggi insieme ad altri tratti linguistici caratterizza il friulano nel confronto con gli altri idiomi romanzi.


(*) Così cantava il cantautore friulano Dario Zampa in una canzone di una trentina di anni fa...

giovedì 16 luglio 2009

Certi giorni...

... non sono solo evidenziati nel calendario personale, ma proprio scolpiti a fondo nell'animo.
Il 16 luglio è uno di quelli... ma, fortunatamente, lo posso contare fra quelli "benigni".
Dedicato a mio figlio... con un ringraziamento a coloro che per primi ho chiamato a sostenermi.



Io non ho il dono di saper cantare così... ma la mia preghiera sale con le voci di questi meravigliosi interpreti.
Per ringraziare la Madonna, nel giorno in cui al mio paese si festeggia la Sagra del nucleo principale del mio paese, affidato alla protezione della Vergine del Carmelo.
E Mons. Franco... al quale per primo ho chiesto aiuto.
Quel giorno, correndo a casa, gli dicevo "Stagli vicino..." e, mentre lo ripetevo, un brivido mi ha attraversato la schiena e io ho "saputo" che lui ci è sempre vicino.


P.S., N.B.e O.T.: questo post di Dazwo merita letto...

sabato 11 luglio 2009

Vengo a prenderti stasera...

... sulla mia torpedo blu.
Vi ricordate la canzone del grande Giorgio Gaber?
C'ho pensato domenica 28 giugno, alla "Galleria Ferrari" di Maranello.
Dite che non c'entra poi molto?
Forse...
Fatto sta che quella domenica ero in gita con il gruppo dei Lavoratori Anziani della mia Azienda.
Il nome potrebbe trarre in inganno. In realtà i partecipanti (73 per la precisione) avevano un'età compresa fra gli 82 anni di Dante e i 7 di Simone e dunque era un gruppo variegato e variopinto.
La meta è stata all'altezza delle aspettative. E questo è già positivo visto che, quando si decide dove andare, si spera sempre di poter accontentare tutti. Cosa non scontata.

La giornata è stata piacevolissima.
Ovviamente interessante la mostra che ripercorre la storia della mitica Ferrari.
Brave e disponibili ad accettare le intemperande dei più indisciplinati del gruppo le due guide che ci hanno raccontato l'epopea dell'ingegnere e i successi della sua Scuderia.
A tratti emozionante il trovarsi davanti a pezzi della nostra storia.
Certamente un'occasione ben sfruttata.

Prima di uscire dalla Galleria ho chiamato casa per chiedere a mio marito quale auto avrebbe voluto che gli recapitassi.
"Quella azzurra"... ha risposto lui, indicando proprio quella che avevo appena fotografato scherzando con il nostro Presidente sul fatto che l'avrei gradita come regalo di commiato quando andrò in pensione.

Sempre a Maranello, il pranzo, goduto in un bell'ambiente reso ancora più piacevole dagli scambi di battute con Giuseppe, uno dei cameriere che ci "curavano". Con qualche tentativo di carpire confidenze sui VIP della Ferrari...

Poi, al pomeriggio, visita a Modena.
Interessante anche questa parte dedicata a una città che non conoscevo per nulla.
E poi il rientro... con il solito rito delle chiacchiere e delle risate in pullman e poi il silenzio che pian piano diventava padrone dei nostri pensieri e della nostra stanchezza.

E il prossimo anno... dove andiamo?

In pullman, ovviamente, chè sulla "torpedo blu" ci porterei solo mio marito.

mercoledì 8 luglio 2009

Ah, il caro buon Vico...

Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.

Potremmo commentare subito questo testo... alla luce dell'ondata razziale che sta spazzando l'Italia e l'Europa intera.
Oppure accennare all'eterna contrapposizione interna fra nord-Italia e sud-Italia, così "degnamente" rappresentata dall'europarlamentare leghista Salvini.
La classica diatriba tra polentoni (dei quali faccio parte) e terroni (che annoverano fra le proprie fila uomini di cultura dei quali, poi, si vantano anche quelli del nord).

Ma sarebbero fuori luogo... perchè il testo sopra riportato non è stato stilato in questi giorni, ma nell'ottobre 1912, ed è la relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli USA...

Non scoprendo nulla di nuovo, se non che la disperazione, la miseria, la ricerca di un'opportunità per migliorare la propria condizione, non ha latitudine nè confini temporali nè, ovviamente, colore della pelle o confessione religiosa.

venerdì 3 luglio 2009

Deo gratias!

Sarà presentata il 7 luglio ma, ovviamente, molto se ne sa già.
Si sa che è stata rielaborata più volte, dal 2007 ad oggi, per "accordarla allo scenario della crisi economica mondiale". Benedetto XVI ha spiegato che sarà «dedicata proprio al vasto tema dell'economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale».
Parlo della Terza Enciclica del Santo Padre: Caritas in veritate, che porterà la data del 29 giugno 2009.
I
l Papa afferma che si tratta di un approfondimento della Popolorum progressio...
Impossibile non interpretare tutte queste informazioni alla luce dell'attualità di casa nostra.
Proprio nei giorni nei quali il Senato converte in Legge il "Pacchetto Sicurezza"...
Da essere preoccupati se si è appena appena un po' abbronzati e con i capelli scuri.
Personalmente stavo in ascolto del fragoroso silenzio della Chiesa su questo argomentio Chè a me non dà fastidio che alzi la sua voce per affermare ciò in cui crede, ma che taccia quando le risulta poco conveniente parlare.
E mi chiedevo se l'Enciclica alla quale il nuovo documento pontificio si rifà l'hanno letta... Io sì!

POPULORUM PROGRESSIO
LO SVILUPPO DEI POPOLI

...
Cristiani e credenti
Tutti i cristiani, Nostri fratelli, vorranno, non ne dubitiamo, ampliare il loro sforzo comune e concertato allo scopo di aiutare il mondo a trionfare dell'egoismo, dell'orgoglio e delle rivalità, a superare le ambizioni e le ingiustizie, ad aprire a tutti le vie di una vita più umana, in cui ciascuno sia amato e aiutato come il fratello dai fratelli. E, ancora commossi al ricordo dell'indimenticabile incontro di Bombay con i Nostri fratelli non cristiani, di nuovo Noi li invitiamo a cooperare con tutto il loro cuore e la loro intelligenza, affinché tutti i figli degli uomini possano condurre una vita degna dei figli di Dio.
Uomini di buona volontà
Infine, ci volgiamo verso tutti gli uomini di buona volontà consapevoli che il cammino della pace passa attraverso lo sviluppo. Delegati presso le istituzioni internazionali, uomini di stato, pubblicisti, educatori, tutti, ciascuno al vostro posto, voi siete i costruttori di un mondo nuovo. Supplichiamo Dio onnipotente di illuminare la vostra intelligenza e di fortificare il vostro coraggio nel risvegliare l'opinione pubblica e trascinare i popoli. Educatori, tocca a voi suscitare fin dall'infanzia l'amore per i popoli in preda all'abbandono. Pubblicisti, vostro è il compito di mettere sotto i nostri occhi gli sforzi compiuti per promuovere il reciproco aiuto tra i popoli, così come lo spettacolo delle miserie che gli uomini hanno tendenza a dimenticare per tranquillizzare la loro coscienza: che i ricchi sappiano almeno che i poveri sono alla loro porta e fanno la posta agli avanzi dei loro festini.
Uomini di stato

Uomini di stato, su voi incombe l'obbligo di mobilitare le vostre comunità ai fini di una solidarietà mondiale più efficace, e anzitutto di far loro accettare i necessari prelevamenti sul loro lusso e i loro sprechi per promuovere lo sviluppo e salvare la pace. Delegati presso le organizzazioni internazionali, da voi dipende che il pericoloso e sterile fronteggiarsi delle forze ceda il posto alla collaborazione amichevole, pacifica e disinteressata per uno sviluppo solidale dell'umanità: un'umanità nella quale sia dato a tutti gli uomini di raggiungere la loro piena fioritura.
Uomini di pensiero

E se è vero che il mondo soffre per mancanza di pensiero, Noi convochiamo gli uomini di riflessione e di pensiero, cattolici, cristiani, quelli che onorano Dio, che sono assetati di assoluto, di giustizia e di verità: tutti gli uomini di buona volontà. Sull'esempio di Cristo, Noi osiamo pregarvi pressantemente: «Cercate e troverete» (Lc 11,9), aprite le vie che conducono, attraverso l'aiuto vicendevole, l'approfondimento del sapere, l'allargamento del cuore, a una vita più fraterna in una comunità umana veramente universale.
Tutti all'opera
...
Roma, presso San Pietro, il 26 marzo, solennità della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, dell'anno 1967, IV del Nostro pontificato.
PAOLO PP. VI

Poi dal responsabile Vaticano per l'immigrazione, monsignor Antonio Maria Vegliò, e dal segretario del pontificio consiglio dei migranti, monsignor Agostino Marchetto, cominciano ad arrivare aspre critiche alla nuova legge (chissà come la definiranno i propositori... se vogliono qualche suggerimento "Rondò padano" oppure "demonium aenĕus est") e si censura la "criminalizzazione" degli immigrati. Mentre dalle associazioni umanitarie (quali la Caritas...) non si esita a parlare di ritorno alle "leggi razziali".
Deo gratias! Le parole hanno ancora il loro significato...

mercoledì 1 luglio 2009

Cipolla e la voglia di piangere...

Post ispirato da un commento di Mamit di qualche minuto fa...

Premessa: la stupidità è la più grande forza distruttiva che affligge il genere umano.
Partendo dal presupposto che qualsiasi sciocchezza, se ripetuta abbastanza spesso, assume l’apparenza di indiscutibile verità, e in considerazione dell'effetto "moltiplicatore" dei mass-media, ne consegue che oggi la situazione è più grave che in passato. Infatti, la stupidità viene oggi enfatizzata (spacciandone i positivi riscontri in infiniti esempi di stupidi "realizzati"), tanto che aumenta così il numero degli stupidi e diventa sempre più difficile difenderci dai danni da loro prodotti.
No! Non sto parlando degli esempi illustri ai quali (ammettetelo!) avete pensato anche voi. Oggi non parlo di politica.
Molto più semplicemente citavo un libercolo che il mio ex-Direttore mi ha prestato, consigliandomi di leggerlo. Si tratta di un saggio scritto da un professore dell'Università di Berkley, Carlo Maria Cipolla.

L'essenza della teoria enunciata nel saggio è che esistono quattro tipi di persone in dipendenza del loro comportamento in una transazione:
Disgraziato (o Sfortunato): chi con la sua azione tende a causare danno a sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;
Intelligente: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;
Bandito: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per sé stesso, ma allo stesso tempo danneggia qualcun altro;
Stupido: chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Nel libretto, purtroppo, non si indicano rimedi per risolvere i danni causati dalla stupidità nè metodi per arginare il fenomeno.
Si invita a pensare, però.
E ad osservare se stessi e gli altri...
Cipolla, da parte sua, dice che le persone intelligenti generalmente sanno di esserlo (non saprei... di certo ammetterlo pare negativo), i banditi sono consci della loro attitudine (direi di sì... soprattutto per poterla sfruttare), le persone sfortunate hanno un forte sospetto che non tutto vada per il verso giusto (ricordate "la sfiga non esiste! é solo frutto delle nostre elucubrazioni mentali?)... ma le persone stupide non sanno di essere stupide. E questa è una ragione in più che li rende estremamente pericolose.
Inevitabile una domanda: e io?
La risposta a questo quesito non risiede nel titolo di studio conseguito nè negli eventuali test superati nè nel giudizio espresso dagli altri (che può essere adulterato da vari fattori).
Forse la risposta non esiste.
Esiste però una speranza: se ho una certa coscienza di quanto sono stupido, questo indica che non sono completamente stupido.
Così Cipolla...
E ciascuno riconoscerà l'appartenenza di talune persone ad una categoria piuttosto che ad un'altra. O individuerà la propria collocazione.
Per quanto riguarda il citato commento di Mamit al post precedente... certe persone mi fanno rammentare cosa diceva Albert Einstein: "Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. E sulla prima non sono sicuro".

STAIT ATÊNZ…

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Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!