sabato 26 dicembre 2009

Addio professore

Ci ha lasciati e, anche se non avevo alcun motivo di intrattenere rapporti oltre l'ammirazione con lui, ne sono addoloratissima.
E' mancato ieri sera Carlo Sgorlon.
Insegnante, saggista ma, soprattutto, il romanziere friulano per eccellenza... Un cantastorie che sapeva mettere nelle pagine dei suoi racconti le atmosfere della nostra terra lasciando che i lettori ne rimanessero incantati.
Almeno per me, leggerlo era ritrovare i sapori, i profumi, le voci del mio mondo.
L'ho incontrato due volte.
La prima ad una sua conferenza riservata al mondo della scuola e, in particolare, ai docenti.
Io non lavoro nella scuola e nel periodo di cui parlo avevo due figli ancora piccini.
Ma ce li ho portati e li ho fatti sedere nella prima fila perchè potessero ascoltare le sue parole.
Alla fine sono andata a stringergli la mano... e a far mio il ricordo della sua faccia gentile e del bacio che gli ho stampato sulla guancia.
La seconda volta è stato alla celebrazione del 50° di Ordinazione Sacerdotale del nostro Arcivescovo.
Io avevo il compito della preghiera dei Fedeli in friulano.
Quindi la stretta di mano che ci siamo scambiati alla fine della celebrazione era doppiamente importante perchè, in certo modo, ero stata io a porgergli i miei pensieri e certamente le sue parole di apprezzamento sono state più che gradite.
Ho letto tutti i suoi romanzi e ne ho amato in modo particolare uno: Il dolfin (il delfino, inteso come l'erede), uno dei suoi due unici romanzi in marilenghe.
Mandi, profesor. A mi a mi mancje già...

lunedì 21 dicembre 2009

Fiat...

Sta nevicando...
Coronamento spolverato sull'ennesima giornata euforicamente vissuta.
Non amo per nulla questo modo di arrivare al Natale. Un Natale che è solo una corsa ai regali, allo sfoggio e allo sfarzo. Ma così va. Il lavoro comanda.
Non mi rimane, però, troppo tempo libero per alcunchè. Blog compreso. Riflessioni personali comprese.
Vado così a recuperare una riflessione fatta con i ragazzi lo scorso anno.
Si tratta di provare a immaginare i sentimenti provati dai protagonisti dell'evento straordinario dell'incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di una ragazza vergine. E proporlo alla comunità in un modo accattivante.
Noi lo abbiamo fatto così, immaginando di intervistare direttamente loro...

Speaker:
Prendo la linea per un’Edizione straordinaria del notiziario di Radio Galilea… Da voci di popolo, pare che una ragazzina di Nazareth, una certa Maria, stia per dare alla luce il Figlio di Dio…Ma ecco che incontriamo proprio la mamma della ragazzina, la signora Anna. Senta, signora, lei come ha saputo di questa cosa?
Anna:
Me lo ha detto mia figlia, e non ho avuto nessun dubbio. Il Signore mi ha già mostrato quali grandi cose possa fare, proprio nella nascita di Maria. La vita poi mi ha insegnato che l’uomo, anche se fa tanto, non può fare tutto… Perciò ho imparato a fidarmi di Dio e a lasciarmi guidare da Lui che ci ama senza limiti e senza condizioni.
Speaker:
Ma ecco qui un giovanotto… mi pare sia il promesso sposo… Scusi., lei è il futuro papà?
Giuseppe:
Sì… io sarò il papà del bambino. Quando Maria mi ha detto cos’era accaduto ho avuto un momento di sconforto. Ma ora sono convinto della mia decisione.
Speaker:
Ma come ha fatto a credere a una storia così strana?
Giuseppe:
Se avessi basato tutta la mia vita solo sul calcolo e sulle prove scientifiche… forse non avrei potuto credere… ma sarei stato infelice per tutto il resto della vita perché avrei finito per ripudiare Maria. Invece il Signore mi ha mandato un angelo a confortare la mia fiducia e il mio amore nella mia sposa.
Speaker:
Ed ecco qui la ragazza di cui tutti parlano… Lei cosa ci dice?
Maria:
Io non ho niente da dire… Le mie risposte le ho date all’Angelo del Signore… le persone che mi vogliono bene mi sono vicine… e avrò questo bambino…
Speaker:
Ma che effetto le ha fatto la visita di un Angelo? Non ha avuto paura? E non si è pentita di aver detto di “Sì”?
Maria:
Certo che all’inizio ho avuto paura… ma le parole dell’Angelo erano proprio le parole della promessa che leggiamo nei Libri Sacri… chi avrebbe potuto rifiutare? Il nostro Creatore che chiede il mio aiuto… No! Non ho avuto nessun pentimento… Voglio dire Sì al mio Dio in eterno…
Speaker:
Da Nazareth è tutto… La storia che vi abbiamo raccontato sarà raccontata ancora per anni e anni… credo per sempre.
Io aggiungo solo una cosa: il mio nome è TEMPO… e nelle parole dei protagonisti di questa vicenda straordinaria scopro che il tempo – inteso come vita vissuta ed esperienze fatte - ha un ruolo molto importante.
Il tempo di Anna è il tempo della maturità e le sue esperienze hanno fatto maturare la sua FEDE… credere per lei è diventato naturale perché ha imparato che senza Dio, senza Fede, possiamo fare ben poco.
Il tempo di Giuseppe è il tempo dell’AMORE e il suo futuro sarà possibile proprio perché ci ha creduto e lo aveva programmato senza dimenticarsi di Dio.
Il tempo di Maria è il tempo dell’INNOCENZA… dell’incanto della fede insegnata dalla famiglia e coltivata nella frequentazione del tempio. La Fede è per lei la base sulla quale costruire la donna, la mamma, che diventerà.

Ora - concludevano i ragazzi - è il nostro tempo. Un tempo che si veste di eternità perchè 2000 anni fa una ragazzina della nostra età ha detto

FIAT

... e i 4 lettori si disponevano a formare la parola con le lettere che avevano incollate davanti.

martedì 15 dicembre 2009

Mutans Evae nomen...

Da stasera, per nove sere consecutive, nelle chiese del Friuli, i Fedeli si uniranno, fra loro e, idealmente, con i predecessori che hanno tramandato loro questa tradizione, nel canto del "Missus..."
Si tratta delle parole del Vangelo di Luca riguardo all'Annunciazione a Maria, umile ragazzina ebraica, del suo "ruolo" nella realizzazione delle profezie bibliche:
Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emanuele, che significa "Dio con noi".
A parte il fatto che questa tradizione della Novena del Santo Natale mi è molto cara, mi consolerò a cantare un testo al quale (e per fortuna!, dico io) non è stato messo mano.
Cosa che invece, immagino anche con ottime ragioni, è stato fatto sulle traduzioni dei Vangeli.
Senza voler polemizzare con la scelta di cambiare alcune parole solo per renderle più vicine al modo di parlare corrente (esempio recente il Vangelo della seconda domenica di Avvento: ascoltavo Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare... e dentro di me lo citavo Nell'anno decimo quinto... senza ravvedere l'urgenza della variazione), confesso che non mi piace la nuova versione del brano in questione con la sostituzione del saluto "Ave" con un "Rallegrati"...
Perchè?
Grandi Padri della Chiesa hanno letto nel saluto dell'Angelo una sorta di rivalutazione del ruolo della donna nella storia dell'umanità e della salvezza.
Dalla donna della tentazione EVA alla donna concepita senza peccato e appellata con AVE... un gioco di lettere per comporre ben più che una parola.
E io stamattina camminavo di buon passo verso il luogo di lavoro cantando (nemmeno troppo sottovoce)
Ave maris Stella
Dei Mater alma
Atque semper virgo
Felix caeli porta

Sumens illud ave
Gabrielis ore
Funda nos in pace
Mutans Evae nomen

Ave, stella del mare, Eccelsa madre di Dio e sempre Vergine, felice porta del cielo.Accogliendo quell'"Ave"dalla bocca di Gabriele,donaci la pace, mutando la fama di Eva.

mercoledì 9 dicembre 2009

La decorazione più preziosa

Credo che non sia solo un'impressione mia l'idea che i "fruitori" più favoriti del Natale sono i bambini.
E il bambino che abita ancora dentro l'animo di ciascuno di noi...
Così ogni anno, e ogni anno di più, il mio affiora e mi lascia commuovere nel ricordo degli anni che abbiamo trascorso insieme.
E dei presepi che abbiamo allestito e degli alberi di Natale che abbiamo addobbato.
Già solo il decidere di andare in solaio a prendere le scatole contenenti l'occorrente è un rewind.
Quando eravamo bambine, noi 4 sorelle "da Moke", l'incanto cominciava con il profumo dell'albero appena tagliato (chè ai tempi della mia infanzia lo si poteva liberamente tagliare), dopo che magari lo avevamo addocchiato già mesi prima e lo avevamo con largo anticipo eletto a nostro.
Poi si partiva tutte assieme a raccogliere il muschio e, facendolo, si intonavano già le canzoncine natalizie.
E una sera compresa fra l'8 e il 13 dicembre (così era la nostra tradizione), dopo che mamma e papà erano andati a letto, ci spartivamo i compiti.
Una tagliava il filo della giusta misura, una porgeva la pallina, una infilava il filo e faceva il primo nodo e Mia, sorella maggiore e anima del gruppetto, la legava ai rami del pino.
A seguire si passava all'allestimento del Presepe e si lavorava di muschio, radici d'albero, carta stagnola, farina bianca e cotone per preparare un'ambientazione degna dell'evento che doveva rappresentare... e della magia del Natale che doveva evocare.
Negli stessi giorni il papà allestiva anche il Presepe all'interno della nostra Chiesetta di paese e io lo seguivo nel ripostiglio della Sagrestia e assistevo a ciò che consideravo un vero e proprio rito, ammantandolo anche di una certa sacralità: il recupero, fra arredi vari, delle grandi statue in legno dei protagonisti principali. Papà mi affidava Gesù e io lo tenevo in braccio come fosse un bimbo vero e lo cullavo e lo baciavo sulle guanciotte mentre gli canticchiavo una qualche filastrocca a mo' di ninna nanna...
Questo durante l'infanzia...
Da mamma ho lasciato che miei figli dessero la loro impronta al Presepe. E ancora ne parliamo sorridendo. Avevamo l'ardire di porre nel Presepe, in processione per portare il proprio omaggio al Divin Bambino, ogni sorta di animale o pseudo-ominide, di origine reale o fantasiosa, della categoria "giocattoli".
Indimenticabile un cavallo Furia più grande della capanna. O il tirannosauro di gomma azzurrognola che chiamavamo Dragoberto e non mancava mai di presenziare. E che dire di He Man e gli altri "dominatori dell'universo"?
Passata anche l'infanzia dei figli, abbiamo optato per una capanna con carillon da tenere in cucina (la stanza maggiormente abitata) e un albero (rigorosamente sintetico) in salotto, dietro la porta chiusa per evitare le arrampicate selvagge di Momore che poi scappava trascinandosi dietro le decorazioni.

Anche questo Natale opteremo per questa scelta... ma il piccolo presepe ci parrà vuoto perchè mancherà la nostra decorazione più pregiata.

domenica 6 dicembre 2009

La pazienza e la gioia

Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano dritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Davvero una delle qualità più peculiari di Dio Padre dev'essere la pazienza...Siamo di nuovo in cammino verso il Santo Natale, terribilmente bisognosi di credere che l'Incarnazione sia anche per noi promessa di salvezza e di eternità, ma ci siamo fatti trovare nelle stesse situazione di sempre: impreparati, con l'animo stropicciato e pieno di pieghe di rancore, maldicenza, invidia, indifferenza.
Non avremmo molte speranze se non fosse Lui stesso a darcene una: Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Io ci credo... e se non fosse così sarei la creatura più infelice che si possa immaginare perchè con le mie sole forze riesco a fare ben poco... voglio fare ben poco.



mercoledì 2 dicembre 2009

C'è posto?

Scrivo questo post appena dopo aver ascoltato la notizia di un'ennesima morte crudele e disumana. Una notizia che si aggancia e si intreccia ai pensieri di questi ultimi giorni e del percorso verso il Santo Natale.
Forse saranno pensieri disarmonici e poco ortodossi... ma questi mi si affacciano alla mente e di questi racconto.
Un primo aspetto è il fatto che mi sono ritrovata, quasi all'improvviso, ad essere quasi una "gattara", e ne sorridevamo anche ieri sera con Mamitgatta.
Così non mi riesce di poter vedere un animale, men che meno un cucciolo, senza che mi sorga in cuore la voglia di sapere che ha chi si cura di lui. Eventualmente per fare quanto mi è possibile perchè stia meglio.


A parte i 4 monelli che mi son messa in casa, ho una famigliola di mici che chiamo outdoor, ai quali fornisco pappa e cuccia asciutta e pulita. E parole di affetto sperando un giorno di poterli anche accarezzare. Ma senza forzarli e con lo scrupolo che, una volta che imparassero a fidarsi dell'uomo, sarebbero ancor più in pericolo di quanto già siano nella loro condizione di randagi.


Il secondo aspetto è legato a una famiglia che era essa stessa "randagia" tanto che il loro bambino è nato in terra straniera e talmente inospitale da costringerli in una stalla.
Una nascita, peraltro, non esattamente usuale, visto che il bambino era (è) il Figlio di Dio.
Una nascita che è il primo passo di un percorso che interessa tutti e ciascuno di noi. Ne va della nostra salvezza... ovviamente nel rispetto di chi ci crede e di chi non ci crede.
Così, a distanza di 2009 (accontentandoci dell'errata datazione su cui si basa il nostro calendario) questa nascita continua ad essere punto di partenza e punto di arrivo della nostra vita.
O forse dovrebbe esserlo... perchè proprio nella nostra cattolicissima Italia che si indigna con una sentenza che dichiara che, essendo la scuola pubblica laica per definizione, il crocifisso appesa alla parete delle sue aule non è opportuno... tanto più in una società che , volente o nolente, corre con ali ai piedi verso la multietnicità e la multiculturalità... proprio nel nostro Paese... parlare di Bianco Natale assume ben altra accezione e dipinge ben altri scenari...
O forse no! Se è vero, come è vero, che anche Maria, o Miryam o Mariam, era una ragazza "irregolare". Una per la quale "Non c'era posto per loro nell'albergo" (Lc. 2,7)
E di conseguenza per suo Figlio.
Però, quando difendiamo il crocifisso augurando la morte a chi lo vuole staccare... quando ci sentiamo così a posto nelle nostre chiese riscaldate e rese scrigni preziosi per la presenza di tante opere d'Arte... quando ci allunghiamo la mano e sorridendo ci auguriamo vicendevolmente "Pace" o "Buon Natale"... quando poniamo il Santo Bambinello nella mangiatoia davanti alla sua mamma e un nodo di commozione ci stringe la gola... un accenno di vergogna dovremmo provarlo...

La stessa che ho provato poco fa ascoltando il giornalista televisivo che raccontava di "Una bambina cinese di undici anni è morta all'alba di mercoledi 2 dicembre in seguito ad esalazioni tossiche. La mamma con la piccola in braccio avvolta da una coperta è stata soccorsa alle 7 di mercoledì 2 dicembre sul ciglio della strada da un automobilista attratto dalle grida disperate della mamma. La piccola viveva a Corridonia con i genitori che lavoravano in un tomaificio clandestino ricavato da un casolare della zona".

Come dice il mio amico ComiComiX "Buon tutto"....

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!