Quando, nei primi giorni del marzo 1997, il Cappellano del mio Paese mi propose di tenere una lectio divina in Chiesa il sabato successivo, 8 marzo - quarta domenica di Quaresima, il primo sentimento fu di inadeguatezza... Ma il nostro Monsignore, presente all'incontro, liquidò ogni mio dubbio con un ruvido: Io credo che tu possa farlo... e la decisione fu presa.
Tornata a casa aprii il Messale per prendere visione di quale brano Evangelico avrei dovuto commentare. Era il terzo capitolo del Vangelo di Giovanni:
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
sarebbe diventato un "faro" della mia vita... ma quel giorno era solo una preoccupazione alla quale dare una soluzione il più possibile dignitosa... Da che parte avrei dovuto cominciare ad esprimere ciò che la Parola mi suggeriva?, anzi, mi avrebbe suggerito qualcosa?
Il pensiero mi accompagnò, ovviamente, anche sul posto di lavoro i giorni successivi.
E proprio mentre lavoravo trovò la strada per districarsi in un pensiero di senso compiuto.
Una copia del sole 24 Ore che stazionava sulla mia scrivania riportava un'intervista nella quale "qualcuno" parlava di "dialogo tra pensanti e non pensanti".
Era proprio ciò che mi aveva colpito: Nicodemo, uomo della Legge dunque privilegiato e, certamente, in una posizione di prestigio sociale, non aveva abdicato alla salutare esigenza di capire ed era andato a interrogare Gesù Cristo...
Era proprio ciò che mi aveva colpito: Nicodemo, uomo della Legge dunque privilegiato e, certamente, in una posizione di prestigio sociale, non aveva abdicato alla salutare esigenza di capire ed era andato a interrogare Gesù Cristo...
Quel qualcuno che aveva lanciato la provocazione del dialogo non già fra credenti e non credenti ma, appunto, fra pensanti e non pensanti, era il Cardinal Carlo Maria Martini.
Anche (ma non solo) perciò mi sono commossa nell'apprendere dlla sua morte.
E' stato un grande Uomo di Chiesa, un fine studioso delle Sacre Scritture e un appassionato Pastore. Non si è mai arroccato su posizioni altere ma ha sempre coniugato la sua Fede con la Com-Passione per gli Uomini.
Anche nella recente, e devastante, diatriba sul Fine Vita, le sue parole sono state balsamo per chi, convintamente Credente eppur sempre dubbioso, trovava ragioni da condividere in posizioni diverse sull'argomento.
Oggi qualcuno polemizzerà e cercherà di strumentalizzare la posizione del Cardinal Martini su molte questioni interne alla Chiesa e appartenenti alla sua vita personale... accade invariabilmente...
Io voglio unirmi a quanti preferiscono "limitarsi" a pregare...
Solo per inciso, il giorno che proposi alla Comunità la mia prima lectio divina dal legio del Duomo, i fedeli che vennero ad ascoltarmi furono accolti alla porta da mio mio marito e mio figlio G. che distribuirono una traccia scritta della mia riflessione mentre mio figlio D. suonò per la prima volta in Chiesa la sua chitarra accompagnando le meditazioni con un leggero arpeggio.
Altri tempi... Bei tempi!
Solo per inciso, il giorno che proposi alla Comunità la mia prima lectio divina dal legio del Duomo, i fedeli che vennero ad ascoltarmi furono accolti alla porta da mio mio marito e mio figlio G. che distribuirono una traccia scritta della mia riflessione mentre mio figlio D. suonò per la prima volta in Chiesa la sua chitarra accompagnando le meditazioni con un leggero arpeggio.
Altri tempi... Bei tempi!
5 commenti:
Davvero un grande uomo. Che ora è tornato a casa. Sono felice per lui, che certamente è ora libero, nella pace, lontano dalle umane sofferenze, ma al contempo mi dispiaccio per la sua lontananza. E' stato un grande uomo. Non soltanto un grande uomo di Chiesa, ma un grande uomo.
Rimarrà nella storia, non solo religiosa.
Una bella Persona, con coraggio ed idee innovative.
Una commossa testimonianza.
Ti abbraccio.
Un saluto caro da una Torino autunnale.
Una testimonianza che rende merito ad una grande persona ricca di nuove idee e coraggiosa nel proporle.
Un abbraccio Kaishe e buon settembre!
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