sabato 11 settembre 2010

I Sin Furlans

Un articolo del Corriere della Sera, data 4 settembre, a firma di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, mi ha fatto "conoscere" tal Gianfranco Piazzesi, giornalista e scrittore italiano, anzi toscano.
Come giornalista si occupò soprattutto di cronaca politica, partecipò alle grandi inchieste sull' Italia, fece servizi all' estero. Quando Montanelli fondò il suo Giornale lo portò con sé come inviato e commentatore, conoscendo il suo stile e, soprattutto, la sua onestà intellettuale. Forse anche perchè era un toscanaccio come lui...
Come scrittore pubblicò libri i cui titoli possono ancora risvegliare interesse per la loro attualità, almeno in chi voglia capire il Paese che viviamo:"I soldi in Paradiso: cronache della prossima Italia", "Gelli, la carriera di un eroe di questa Italia", "Il gioco della politica" e "La caverna dei sette ladri", tanto per citare quelli che maggiormente mi hanno incuriosita.
In questo ultimo, sosteneva che in Italia c'era un buco nero, «un mistero padre di tutti gli altri misteri»... e io cambierei solo il tempo del verbo: in Italia c'è.
L'articolo che ho letto cita - e non potevo non esserne orgogliosissima - ciò che Piazzesi pensava dei Friulani: «popolo di emigranti plasmati con sapienza dal parroco: fatti apposta dal buon Dio per rifornire la comunità nazionale di muratori, di carabinieri e di domestiche. Un popolo che risolveva molti problemi e non ne creava nessuno».
Eravamo proprio così... e qualche germe di questa umiltà e di questo orgoglio è ancora presente in taluni ma si sa, la globalizzazione...
Forse il momento nel quale maggiormente ci siamo fatti conoscere, in Italia e nel Mondo, è stata la terribile occasione del terremoto del 1976. Anzi, dei terremoti giacchè la terra tremò forte non solo la sera del 6 maggio ma anche l'11 settembre, alle 8:31 e alle 18:40, (a prima delle due scosse fu di 5.8 gradi della scala Richter) e il 15 settembre, prima poco dopo le 5 del mattino e poi alle ore 11:30 (scosse di oltre 10 gradi della scala Mercalli).

Tutto quello che era rimasto ancora in piedi dopo il 6 maggio, crollò definitivamente. Ma non l'orgoglio di questo "popolo duro", anche se la definizione è riservata più propriamente ai Carnici.
Regione testarda, ci definirono, perchè volevamo dare "di besoi", da soli, senza assistenzialismo e, di conseguenza, senza clientelismi e favoritismi.
L'articolo del CdS rappresenta proprio questo orgoglio raccontando un episodio, che per esperienza personale so non essere stato che UNO:
«E cumò ce ajo di paja?». Così disse la vecchia terremotata, sotto gli occhi di padre David Maria Turoldo. I soccorritori le avevano appena consegnato un paio di coperte e dei viveri e lei voleva sapere: «E adesso cosa devo pagare?». Spiegava il frate poeta che lì c'era il senso di tutto: «Una ricostruzione, per essere vera, perché sia segno di civiltà e abbia un valore, non può essere regalata. Una ricostruzione si paga e basta: allora ha un valore. Una cosa si deve fare con le proprie mani, allora la si ama». Quindi «è bene che non ci sia dato nulla in regalo».
Certo, lo Stato è intervenuto facendo ciò che gli compete e molti Paesi stranieri collaborarono volontariamente alla nostra ricostruzione. Ma - mentre a L'Aquila si continuano a travisare i fatti e a raccontare di "miracoli" che non ci sono - io penso sempre alla mia gente, alle facce dei bimbi nelle tendopoli, alle lacrime subito nascoste per i 989 morti ... e alle scritte sui muri feriti delle case:Vogliamo restare qua!
Io AMO questa gente che è vissuta per secoli a schiena china sotto gioghi come le occupazioni o le guerre, ma sempre a testa alta.

P.S.: delle ore 20:30 circa...
Oggi sul CdS, con le stesse firme, un articolo sulla situazione conseguente un altro terremoto: quello delL'Aquila, con il titolo «La città in briciole che ha paura di perdere l'identità».
Mi inorgoglisco a riportarne un trafiletto:
Certo, lassù in Friuli c'era una Regione a statuto speciale che aveva qualche agilità e potere in più. Che rivendicò subito la volontà di gestire tutto autonomamente. Qui è più complicato. Fatto sta che l'8 maggio 1976, trentacinque ore dopo il sisma, la Regione Friuli aveva già la sua prima legge.

18 commenti:

Gabry ha detto...

Bellissima questa tua testimonianza Kaishe, penso che i Friulani siano stati veramente bravi perchè si sono rimboccati le maniche ed hanno ricostruito tutto senza troppe recriminazioni!
Capisco la tua ammirazione per questo popolo e il tuo orgoglio di appartenervici.

Un abbraccio e buon fine settimana!

Kaishe ha detto...

Sono stanchissima...
'Sto sabato mi ha esaurita.

Ho acceso il PC per aggiungere al post il link dell'articolo di oggi sul CdS (anche questo a firma Rizzo e Stella) sulla situazione di un altro terremoto: L'Aquila...
Dovrebbe andare tutto bene, no?
Dopotutto sono passati 33 anni e adesso abbiamo la fortuna di avere la Protezione Civile...

E il santo papi... la blatta, insomma. Quello alto un metro e uno sputo... L'amico di Putin e Ghedaffi... e di Mangano, Dell'Utri e Bossi (padre e trota)...
Quello che "Ghe pensa lù"...

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Scommettiamo sui miracolosi risultati ottenuti?

Viviana B. ha detto...

Il coraggio, la ferma volontà, l'incrollabile certezza di voler restare nel proprio paese, nella propria città, nonostante le difficoltà, nonostante mille paure e mille pericoli. Noi italiani - spesso all'estero quasi ce lo rinfacciano - siamo gente de panza: persone che vivono legate alle proprie radici, al proprio sentire, anche quando la logica magari suggerirebbe di andare altrove.
Io questa gente che s'indigna, s'impegna e resiste la stimo e la amo con tutto il cuore.

Gabry ha detto...

Buon lunedì Kaishe, ieri qui è stata una giornata splendida piena di sole, speriamo che lo sia anche oggi sia da me che da te... un abbraccio!

Kaishe ha detto...

Buongiorno... c'è il sole, sì!!!
Però oggi si sta in ufficio.

Ieri non sono potuta andare a Rivolto, alla festa delle Frecce Tricolori... me le sono guardate in televisione ma con il rammarico di non essere lì, anche se in definitiva si vedono meglio i dettagli dallo schermo che dal vivo.

Piccolo episodio:
Quando i ragazzi erano piccoli, una domenica siamo andati ad una manifestazioen ufficiale alla Base ed è stata proprio una bellissima esperienza. Conclusa con un furto di pannocchie ad opera del mio secondogenito (sempre meglio che sia un minorenne a farlo... per ovvie ragioni di impunibilità ;-o)

Gianna ha detto...

Cara Kais, sapevo dei Friulani che si erano rimboccati le maniche...senza fare tante parole.
Siine orgogliosa, come lo siamo tutti noi italiani.

Gabry ha detto...

Un saluto Kaishe e buona giornata.... simpatico l'aneddoto sul "furto" delle pannocchie....ahahah!!!

NYY ha detto...

Altri tempi altra mentalità ...
Altre risorse!
Buona settimana :-)

Gabry ha detto...

Buona giornata Kaishe!

Viviana B. ha detto...

Kai, che buone le pannocchieeee!!!
Non avresti un minorenne da prestarmi?... :-D
Un abbraccio, cara.

P.S. Sto lavorando ad un post circa la tua domanda relativa a sport/dieta... se ne riparla tra qualche giorno!

Gabry ha detto...

Buongiorno Kaishe.... un ATTIMO di pausa "dal blog" ma non dagli amici... un abbraccio e buona giornata!

Kaishe ha detto...

Buongiornoooo...

Vivi, non dirlo a nessuno, ma qui lo facciamo ancora (mica chili e chili, massimo 8 pannochie). Sono buone, sì! Sanno di "infanzia".
Cioè, castagne bollilte e pannocchie hanno il sapore dei ricordi di bambina.

Gabri, capisco il bisogno di "pausa"... io sono ancora un po' altalenante.

Viviana B. ha detto...

Beh, io mi accontenterei pure di meno, giusto una o due pannocchiette per saziare la golosità...
Hai ragione: castagne, pannocchie e, per me, anche spiedo e polpette (che purtroppo non assaggerò più) hanno il gusto dell'infanzia!
Un abbraccio grande, cara!

fabio ha detto...

Anch'io da piccolo andai a rubare le pannocchie in un campo con un amico.
Con il rischio di essere scoperti dal proprietario. Il mio amico le lasciò tutte a me perché temeva la reazione della madre. Una busta piena che mia madre, appena le vide buttò nell'immondizia perché erano secche e coriacee. Una fatica sprecata.
Le cose vanno ne l anormalità
Una buona giornata Licia

Viviana B. ha detto...

Ciao mia carissima! Ho inserito il post che mi hai ispirato... ;-)
Buona serata e buon fine settimana!

Mibemolle ha detto...

io sono nata nel1976... mio padre era in Friuli con un contingente militare (era ufficiale) proprio per partecipare a all'emergenza e alla ricostruzione... tutte le sere chiamava mia madre ... tutte le sere il salone mensa si zittiva (dice lui) per tutta la durata della telefonata ( e mica c'erano i cellulari!) e quando lui tornava in mensa c'era un unica voce " E' nato???" :) ...un bacio.

Gabry ha detto...

Un saluto Kaishe e buon fine settimana!

Gabry ha detto...

Un saluto Kaishe e buon inizio di questa nuova settimana... un abbraccio!

STAIT ATÊNZ…

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Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

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37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

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Ma certo che NO!!!