venerdì 27 gennaio 2012

Per ricordare...

Ho letto un articolo che mi ha molto commossa perchè mi ha riportato alla mente volti e nomi di persone che hanno vissuto la tragedia della guerra e, alcuni, la devastazione dei campi di concentramento.
Credo fermamente che sia nostro dovere non dimenticare ciò che è stato e sentire la responsabilità di farsene portavoce per le giovani generazioni e per chi preferisce lasciarsi il passato dietro le spalle.
Guai a chi lo fa!
Su quali fondamenta si potrebbe mai costruuire un futuro se non lo si poggia sulla consapevolezza di ciò che la Storia insegna?
Dunque l'articolo parlava del ritrovamento di 32 fogli illustrati, opera di un internato nel campo di concentramento di Auschwitz che nascose il suo "fumetto" in una bottiglia perchè arrivasse fino a noi.
Non è l'unico caso così come sono numerose le opere letterarie che ci ripropongono l'orrore dell'Olocausto perchè non diventiamo smemorati davanti ad un'atrocità che poco ha di umano e, pur tuttavia, è opera dell'uomo.


Uso le parole finali dell'articolo per fare il mio personale omaggio alla Giornata della Memoria:
... la carta a disposizione non era molta, ma la voglia di raccontare tanta: l´esperienza della «rampa degli ebrei», ossia il capolinea dove i deportati arrivano in massa per essere subito divisi in sommersi e salvati, i vecchi e i bambini da una parte, gli uomini e le donne abili al lavoro dall´altra; la «casa della morte», ove si raffigurano i cadaveri trasferiti al forno crematorio, mentre una SS, in primo piano, inganna il tempo fumando una sigaretta; la condanna reiterata del comportamento dei Kapò e la brutale dimostrazione del loro dominio. Uno di questi è colto nell´atto di gettare in una pozzanghera un prigioniero e, in un altro riquadro, si vede ricompensato con del cibo speciale, mentre sullo sfondo i detenuti sono in fila per ritirare la zuppa di sempre. E ancora: il momento della selezione che separava i sani dai malati, una scena di tortura in cui un ebreo è legato attorno un palo e frustato sotto lo sguardo vigile delle SS; il vagone piombato, i prigionieri scheletrici avviati ai forni.
Non è solo la coincidenza topografica, ossia la contiguità del campo di Birkenau a quello di Auschwitz che fa pensare a Se questo è un uomo di Primo Levi. Le immagini sembrano le ideali quanto pertinenti illustrazioni di quel libro, e in una prossima edizione andrebbero pubblicate insieme perché riproducono una serie di scene e di momenti della vita quotidiana nei campi di sterminio che abbiamo già potuto leggere nelle pagine dello scrittore torinese.
Questi disegni sono riusciti a oltrepassare il filo spinato da cui hanno avuto origine per giungere misteriosamente sino a noi e sono la testimonianza di una vittoria della vita sulla morte, dell´ingegno umano sull´abisso delle coscienze, pezzi di carta, fragili e ingialliti dal tempo, che hanno saputo sopravvivere alle fiamme dell´inferno dei viventi.

4 commenti:

Gabry ha detto...

Mai dimenticare cosa l'uomo è stato capace di fare ad altri essere umani come lui... ma la storia non insegna, perchè ancora oggi nel mondo ci sono genocidi.

Un saluto Kaishe e sereno fine settimana!

Gianna ha detto...

Orrore, orrore...mai dimenticare, Kais.

Bentornata!

Viviana B. ha detto...

L'essere umano sa davvero rendersi profondamente disumano. Mai dimenticare!

riri ha detto...

Molti ricordano, una parte è ancora malata. Un abbraccio

STAIT ATÊNZ…

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