Impegnativo il Vangelo di questa domenica di Quaresima. Impegnativo Gesù Cristo!
Umanissimo nel perdere la pazienza davanti ai venditori di animali per i sacrifici e ai cambiavaluta... divino nell'indicarci quale sia il vero Tempio: Lui stesso.
Non un tempio che è sì, esteriormente palazzo ricchissimo ma, in definitiva, prigione nel quale confinare qualcuno che intendiamo poter decidere noi se e quanto debba avere parte nel nostro quotidiano. Ma il tempio della nostra stessa vita. Soggetto alle intemperie del banale, del male, e della morte ma predisposto per essere eterno nel suo significato e nel suo senso.
Suggeritore, insomma, di una riflessione di calda, scottante, attualità.
Il rispetto del tempio di pietra porta ad un altro rispetto che è il rispetto di se stessi. Quando non rispettiamo noi stessi e gli altri stiamo profanando il tempio che è ciascuno di noi, in forza del Battesimo.
Immagino le obiezioni di chi antepone a questa dichiarazione tutta la dialettica sulla libertà, sull'autodeterminazione e sulla padronanza del proprio corpo.
Personalmente, però, non posso non evidenziare che se riesco a "filtrare" l'aspetto di chi incontro (anche il mio, in realtà) attraverso questa certezza, mi è più facile cogliere la suprema bellezza di cascuno e la incommensurabile dignità di ogni vita. L'essenza della vita, per dirla rammentando una riflessione che feci tempo fa con un gruppo di giovani sul diverso approccio si chi tiene ad essere e chi favorisce l'apparire.
La proposta del Decalogo nella Liturgia odierna, sottolina quale sia il significato concreto dell'esigenza di "rispettare il tempio": onorare il padre e la madre, non uccidere, non commettere atti impuri, non dire false testimonianze, rispettare le cose altrui e la donna degli altri... ecco come non profanarlo, non farlo diventare un mercato soggetto alle regole del marketing piuttosto che a quelle, ben più desiderabili, di Dio.
Regole che non avrebbero certo bisogno di essere ricordate dal sibilo di una "sferza di cordicelle".
Un sibilo che, peraltro, dovrebbe riempire di gioia, perchè può contribuire a riportarci alla mente l'idea di un Dio che non se ne sta nel suo cielo, lontano e indifferente, ma si prende a cuore ciascuno di noi ed è disposto a intervenire con veemenza pur di non perderci.
Umanissimo nel perdere la pazienza davanti ai venditori di animali per i sacrifici e ai cambiavaluta... divino nell'indicarci quale sia il vero Tempio: Lui stesso.
Non un tempio che è sì, esteriormente palazzo ricchissimo ma, in definitiva, prigione nel quale confinare qualcuno che intendiamo poter decidere noi se e quanto debba avere parte nel nostro quotidiano. Ma il tempio della nostra stessa vita. Soggetto alle intemperie del banale, del male, e della morte ma predisposto per essere eterno nel suo significato e nel suo senso.
Suggeritore, insomma, di una riflessione di calda, scottante, attualità.
Il rispetto del tempio di pietra porta ad un altro rispetto che è il rispetto di se stessi. Quando non rispettiamo noi stessi e gli altri stiamo profanando il tempio che è ciascuno di noi, in forza del Battesimo.
Immagino le obiezioni di chi antepone a questa dichiarazione tutta la dialettica sulla libertà, sull'autodeterminazione e sulla padronanza del proprio corpo.
Personalmente, però, non posso non evidenziare che se riesco a "filtrare" l'aspetto di chi incontro (anche il mio, in realtà) attraverso questa certezza, mi è più facile cogliere la suprema bellezza di cascuno e la incommensurabile dignità di ogni vita. L'essenza della vita, per dirla rammentando una riflessione che feci tempo fa con un gruppo di giovani sul diverso approccio si chi tiene ad essere e chi favorisce l'apparire.
La proposta del Decalogo nella Liturgia odierna, sottolina quale sia il significato concreto dell'esigenza di "rispettare il tempio": onorare il padre e la madre, non uccidere, non commettere atti impuri, non dire false testimonianze, rispettare le cose altrui e la donna degli altri... ecco come non profanarlo, non farlo diventare un mercato soggetto alle regole del marketing piuttosto che a quelle, ben più desiderabili, di Dio.
Regole che non avrebbero certo bisogno di essere ricordate dal sibilo di una "sferza di cordicelle".
Un sibilo che, peraltro, dovrebbe riempire di gioia, perchè può contribuire a riportarci alla mente l'idea di un Dio che non se ne sta nel suo cielo, lontano e indifferente, ma si prende a cuore ciascuno di noi ed è disposto a intervenire con veemenza pur di non perderci.
18 commenti:
...ma ciao...APPARESSERE, mi ricorda vagamente qualcosa questa parola...anche oggi mentre don Angelo leggeva il vangelo ripensavo alla nostra celebrazione di inizio quaresima....l'urlo di "mio fratello speciale"....eh che tempi....
Indimenticabile, vero?
E il banco che si è rotto per lo stupore dei ragazzini... che un po' di paura l'hanno avuta, dire.
Il nostro essere "collaboratori" era più significativo di quanto ci rendessimo conto. E secondo me manca un gruppo di giovani impegnati in QUEL modo, al servizio della Parrocchia.
Infatti - te lo sei chiesta? - non ci sarà nemmeno la Passione nella misura in cui io ho volutamente lasciato che le cose andassero avanti secondo i loro ritmi e che si facesse avanti qualcuno... che ovviamente è stato NESSUNO!
Ciao ragazze, buona serata!
Se ritornasse su questa terra quanti "mercanti" frusterebbe e scaccerebbe dal "tempio" secondo te?
L'alterco del Cristo potrebbe giustificare l'energia di Fratello Metallo, il frate fondante un gruppo Metal. Anche nel tempio si sprigionò molta...energia.
Ciao mami,che dire?!? quello è stato un incontro veramente sorprendente, e per la reazione dei ragazzi e per la nostra reazione...sinceramente parlando, benchè sapessi cosa avrebbe fatto don Alex ricordo che ho preso uno spavento....
Il nostro gruppo collaboratori? posso dirlo ora che siamo tutti grandi ?? NOI ERAVAMO UNA SPANNA SOPRA, credo anche per la portata di certi argomenti che si sono discussi...Poi è inevitabile che ciò che si è seminato non sempre porti il frutto desiderato...o meglio è inevitabile che il terreno su cui si è seminato abbia prodotto dei frutti e ora ci siano nuovi semi da coltivare...La bravura sta nel contadino, nella costanza, nell'impegno, nel carisma...
Sicuramente in parrocchia (e ti dico le cose dal mio punto di vista esterno ormai) sono cambiate parecchie cose da quegli anni e non tutte sinceramente in meglio...ma sono scelte....
Oggi in chiesa mentre cantavate ho pensato a lungo sul mio significato delle parole OFFRI LA VITA TUA...non sono arrivata da nessuna parte e non ci voglio nemmeno arrivare per ora...però....è interessante quanti spunti e quante sfide lanci quotidianamente l'Amico dei piani alti e altri.
Be', questo è uno degli episodi che mostrano un Gesù più umano e vicino a noi, preda di una sana indignazione. Ciao.
Buona giornata!!! Si ricomincia aspettando che arrvi il week end :D
Buongiorno... spero che questa settimana cominci e si snodi nel migliore dei modo...
Buongiorno Kaishe, questo passo del vangelo vede Gesù in veste più vicina a noi un Gesù che umanamente si indigna per lo scempio che si fa della casa del Padre come ognuno di noi dovrebbe indignarsi se del suo corpo/anima non fa un degno tempio per accogliere il Signore.
Un saluto e buona inizio settimana!
HOLA LICIA;
buongiorno e buona settimana a te un besito!!!
Kais, Gesù ci ama ed io lo avverto...
Buon inizio settimana!
Il vangelo è sempre impegnativo, vivere per Cristo ancora di più soprattutto nella vita ai giorni nostri. E' difficile essere coerenti con Cristo ma è davvero una forza scoprire la forza che uno ha quando è in sintonia con Lui.
Lo scopo della nostra vita è donarsi agli altri e donare tramite il proprio esempio anche piccolo quotidiano. Non siamo perfetti ma è perchè siamo uomini, l'importante è riconoscerlo umilmente e cercare di riparare gli errori che inevitabilmente commettiamo.
Un abbraccio Licia !
Un Dio che si fa tutto a tutti sempre e dovunque... che bello!!!
Viene dai miei ricordi del catechismo insegnato - con maestria - da don Antonio, questo brano del Vangelo.
A parte il fatto che, come tutte le ragazzine della classe, ero segretamente innamorata del Don, ricordo con che veemenza, con che forza, ce lo lesse e seppe trasmettere proprio l'ira con cui Gesù visse l'episodio del tempio e dei mercanti.
Fu sicuramente l'occasione in cui mi sentii più vicina a quell'Uomo capace degli stessi furori di noi comuni mortali. E mi piacque tantissimo.
Se tornasse oggi in quel "tempio" probabilmente gli verrebbe voglia di demolirlo, con tutti i suoi "mercanti" dentro.
E gliene sarei grata.
.. son sempre più latitante...
.. un saluto frettoloso a tutti...
Ciao a tutti!
Latito anche io... ma in verità sono appena entrata in casa da una giornata lungherrima.
Mi sono pure persa per Udine, stante il mio indiscusso senso dell'orientamento. Vabbè!
Ad ogni modo grazie dei vostri passagi e dei vostri commenti.
Anche per me è consolatorio confrontare la mia fatica a trattenere la ribellione davanti a certe cose con il racconto di Gesù che non può evitare di infervorarsi...
Ciao,l'ira di Gesù fin da piccola mi colpi il perchè non so dirtelo ero convinta che Gesù non si arrabbiasse mai...solo nel tempo crescendo capi, mi ha incantato il tuo pensiero e le tue parole.
cara mandi basterebbe solo rispettare queste parole
"onorare il padre e la madre, non uccidere, non commettere atti impuri, non dire false testimonianze, rispettare le cose altrui e la donna degli altri"...
e il mondo sarebbe migliore, molto migliore.
Grazie che ci offri un angolo di fede per riflettere.
Ti abbraccio.
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