Al centro della piazza del mio paese, come di molti altri, c'è un Monumento ai Caduti delle 2 Guerre Mondiali.
Tradizionalmente, il 4 Novembre tutta la Comunità si radunava attorno ad esso per rendere onore a coloro che erano morti per difendere la Patria e, dunque, per garantire a noi un futuro di libertà.
I reduci delle guerre, in numero sempre minore per l'impietoso scorrere del tempo, guidavano la Cerimonia e, al culmine della stessa, chiamavano per nome tutti i Caduti mentre tutta la gente rispondeva "Presente"...
Molte anziane avevano gli occhi lucidi perchè i Caduti erano i loro padri, fratelli, mariti e, talvolta, figli. E continuavano ad averli lucidi mentre cantavamo "La leggenda del Piave" e poi "Stelutis Alpinis"... Ho ancora nella memoria le voci di alcune di loro. Chi cantava con naturalezza essendo dotata di una bella voce, chi cantava in falsetto perchè non voleva rinunciare ad unirsi agli altri in questo rito che il tempo e la memoria avevano reso quasi sacro...
Noi bambini venivamo preparati alla giornata dai nostri maestri che ci insegnavano i canti e, soprattutto, l'amore per il nostro Paese, l'Italia...
Ogni anno veniva scelto uno scolaro per recitare la poesia davanti a tutti... e nel 1966 fui scelta io.
Quello, però, fu l'unico anno nel quale la Cerimonia non potè tenersi in ragione dei fortissimi nubifragi che si abbatterono sull'Italia intera (è l'anno, per ricordare un macro-evento, dell'alluvione di Firenze che provocò tanti danni al nostro patrimonio artistico).
Da allora, ogni anno io ripeto la poesia che non ho mai dimenticato... e ringrazio il Signore di essere cresciuta in un Paese e un Tempo nel quale valori importanti come quelli legati alla Patria e alla Libertà, venivano rispettati da tutti... Un Paese e un Tempo che mi sembrano enormemente lontani...
C'è lontano un cimitero di nude croci fiorito,
un cimitero che chiama come un bambino smarrito.
Vi dormono i nostri fratelli che han dato sangue ed amore,
e avevano tutti vent'anni fiammeggianti nel cuore.
Sono morti senza la mamma e li copre terra straniera;
palpitava sul loro dolore un sogno e una bandiera.
È per essi che t'offro stamane la mia preghiera, o Signore:
mettila sul loro tumulo come un tenero vigile fiore,
posala sul loro sonno che sa di nostalgia,
carezzevole, dolce, leggera come un pugno di terra natìa.
Che il cimitero lontano abbia pace e splendore,
ogni suo morto è una stella che illumina i vivi, o Signore.
Con attinenza all'argomento...
Sul quotidiano locale ho trovato una foto curiosa che risale al 1915...
Il trafiletto che l'accompagna racconta dello stupore che suscitava la vista di un cavallo che, proprio nell'anno della foto, era stato colpito al collo da una pallottola che lo aveva trapassato senza, però, ledere alcun organo vitale.
Il cavallo sarebbe poi morto nel 1917...
Tradizionalmente, il 4 Novembre tutta la Comunità si radunava attorno ad esso per rendere onore a coloro che erano morti per difendere la Patria e, dunque, per garantire a noi un futuro di libertà.
I reduci delle guerre, in numero sempre minore per l'impietoso scorrere del tempo, guidavano la Cerimonia e, al culmine della stessa, chiamavano per nome tutti i Caduti mentre tutta la gente rispondeva "Presente"...
Molte anziane avevano gli occhi lucidi perchè i Caduti erano i loro padri, fratelli, mariti e, talvolta, figli. E continuavano ad averli lucidi mentre cantavamo "La leggenda del Piave" e poi "Stelutis Alpinis"... Ho ancora nella memoria le voci di alcune di loro. Chi cantava con naturalezza essendo dotata di una bella voce, chi cantava in falsetto perchè non voleva rinunciare ad unirsi agli altri in questo rito che il tempo e la memoria avevano reso quasi sacro...
Noi bambini venivamo preparati alla giornata dai nostri maestri che ci insegnavano i canti e, soprattutto, l'amore per il nostro Paese, l'Italia...
Ogni anno veniva scelto uno scolaro per recitare la poesia davanti a tutti... e nel 1966 fui scelta io.
Quello, però, fu l'unico anno nel quale la Cerimonia non potè tenersi in ragione dei fortissimi nubifragi che si abbatterono sull'Italia intera (è l'anno, per ricordare un macro-evento, dell'alluvione di Firenze che provocò tanti danni al nostro patrimonio artistico).
Da allora, ogni anno io ripeto la poesia che non ho mai dimenticato... e ringrazio il Signore di essere cresciuta in un Paese e un Tempo nel quale valori importanti come quelli legati alla Patria e alla Libertà, venivano rispettati da tutti... Un Paese e un Tempo che mi sembrano enormemente lontani...
C'è lontano un cimitero di nude croci fiorito,
un cimitero che chiama come un bambino smarrito.
Vi dormono i nostri fratelli che han dato sangue ed amore,
e avevano tutti vent'anni fiammeggianti nel cuore.
Sono morti senza la mamma e li copre terra straniera;
palpitava sul loro dolore un sogno e una bandiera.
È per essi che t'offro stamane la mia preghiera, o Signore:
mettila sul loro tumulo come un tenero vigile fiore,
posala sul loro sonno che sa di nostalgia,
carezzevole, dolce, leggera come un pugno di terra natìa.
Che il cimitero lontano abbia pace e splendore,
ogni suo morto è una stella che illumina i vivi, o Signore.
Con attinenza all'argomento...
Sul quotidiano locale ho trovato una foto curiosa che risale al 1915...
Il trafiletto che l'accompagna racconta dello stupore che suscitava la vista di un cavallo che, proprio nell'anno della foto, era stato colpito al collo da una pallottola che lo aveva trapassato senza, però, ledere alcun organo vitale.
Il cavallo sarebbe poi morto nel 1917...
17 commenti:
PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Buongiorno LICIA..... è vitale ricordare....
dovrebbero farlo molto di più, i giovani che oggi non sanno neanche cosa voglia dire una guerra.
Io sono dell'idea che la colpa non sia dei giovani, ma della generazione che li precede: la nostra, insomma.
Vedo che la categoria dei genitori ha smesso di raccontare e di insegnare, in definitiva.
Certamente l'osservazione non è applicabile nella generalità... ma avendo a che fare con i ragazzi so che per molti "ascoltare" è una novità.
Certo Licia.....,
mi son spiegata male.
Intendevo dire che i giovani di oggi non sanno perchè non sono stati educati a dovere....
io forse faccio parte di quella parte ,scusa il bisticcio di parole,di giovani che hanno avuto una nonna che raccontava...Mia nonna è nata in tempo di prima guerra mondiale e ha vissuto pure la seconda...potrei raccontarti un episodio un pò buffo tanto per dire l'ingenuità di quei tempi....
Mia nonna sì che era un personaggio...mamma mia
Eh sì, cara Kaishe, sono lontani quei tempi! per me anche più di te! io nell '66 avevo 16 anni, tu a quanto ho capito, eri ancora alle elementari... ma allora ci venivano insegnati certi valori, ci facevano sentire l'importanza dell'amore per la patria, l'importanza di certi sacrifici umani e, certi ideali ci entravano nel cuore! Ora non si fa più, e, oltre a ciòl, siamo circondati da persone che ti fanno anche vergognare di essere italiani!E' un peccato, e c'è solo da sperare che il vento cambi..
ciao, buona giornata.
hola buongiorno si dice "chi non ha memoria non ha futuro"
certo è che con i tempi che corrono dove non si rispetta neanche il presente è dura sperare che giovani o non giovani rispettino coloro che hanno dato la vita.........
un abbraccio!!!!
Ciao Licia
ma che impressione questa foto del cavallo, ma è un buco enormeeee!!!
ma mi credete se vi dico che ho dovuto guardare la foto 4 volte per vedere il cavallo con il buco...x me era un ponte quello....oh mio dioooooo
Bellissimo questo tuo ricordo del 4 novembre per tutte le persona che hanno dato la vita per la nostra Patria.
Oggi questi valori purtroppo non vengono più ne tramandati e ne insegnati e di conseguenza le nuove generazioni danno a questa ricorrenza poca importanza.
Un saluto Kaishe e buona giornata.
PS- anche oggi la nostra piattaforma funziona malissimo, anzi diciamo che non funziona proprio, speriamo che tutto rientri nella normalità al più presto.
.. io continuo a perdermi post su post.. mannaggia....
Ora me li stampo e me li porto in Egitto.. Là avrò tempo di leggerli in pace???
la foto e' stupenda! grazie kaishe! anche il resto del post, pero' capisci... a un astruso come me, quella foto fa un certo effetto! ecco. grazie, grazie, grazie.
Ciao Kaiiiii!!!
Passo veloce veloce solo per un "saluto volante", non ho nemmeno il tempo di leggermi il tuo post... Ma prometto che ripasserò in un attimo di calma!
...Perchè, prima o poi, in questo casino che è attualmente la mia vita, lo troverò pure un attimo di calma, no?!?... :-)
Intanto ti abbraccio forte forte!
Il ricordo e' un grande tesoro che portiamo dentro di noi, che abbiamo vissuto sulla nostra pelle, oppure ci e' stato trasmesso da anziane voci solitarie.
Mi piace leggere queste cose. Conoscere le tradizioni dei paesi e scrutare, in fondo alle tue parole, un'emozione ed una commozione davvero sentite.
Grazie per aver condiviso con noi un pezzo di storia.
Kai, come promesso rieccomi qui.
Ho letto tutto.
Ho la pelle d'oca alta un centimetro...
Di più non so che dire.
Ti abbraccio mentre una preghiera silenziosa va a tutti i caduti di tutte le guerre. Cavalli inclusi.
Quella poesia l'ho imparata alle elementari, più o meno nello stesso periodo (seconda metà dei '60) la ricordo ancora a memoria, ma con un paio di versi variati
...mettila sul loro tumulo
come un tenero vigile fiore
posala sul loro sonno
che sa di nostalgia
....
Non l'ho più trovata da nessuna parte eccetto in questo blog, sai chi l'aveva scritta?
Marina
Buongiorno Marina...
Non so dove trovarti e ti rispondo qui.
Intanto confesso che potresti aver ragione sulla strofa che mi indichi.
Anche io avevo cercato questa poesia ma nessuno se la ricordava oltre a me.
Avrei dovuto chiederla alla mia adorata maestra fin che ce l'avevo ma, come spesso accade, si capisce quanto valgano le persone e le cose quando non ci sono più.
Però io non demordo.
Poco tempo fa ho trovato il testo di una canzoncina della mia nonna e ho emozionato una frotta di cugini che, come me, credevano fosse perduta per sempre.
Un abbraccio a te e tanti auguri per l'anno nuovo!
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