Dopo sorrisi di bimbi e sorrisi di una Santa, avevo voglia di dedicarmi ancora una volta all'iniziativa "Regala un sorriso"... e dato che non c'è divieto a partecipare più volte... eccomi ad aderire nuovamente alla campagna promossa da ComiComiX per richiamare l'attenzione sulla malattia pediatrica chiamata Neuroblastoma... perchè lei c'è ancora... ma anche noi!!!
Quando squillò la campanella di fine giornata, Gabriele raccolse lo zainetto e corse verso l’uscita.
La scuola gli piaceva e c'erano tutti i suoi amici. La maestra anche gli piaceva, perchè era una che faceva passare veloci le ore da trascorrere seduti ai banchi… ma lui aveva un buon motivo per correre a casa… anzi, più di uno!
Intanto aveva proprio fame… oggi anche più del solito.
Poi era molto orgoglioso che, da quest’anno, la mamma lo facesse rientrare a casa autonomamente… del resto stava crescendo…
E il terzo motivo… era un segreto.
A casa la mamma lo aspettava sulla porta… come ogni giorno; lui entrò e lei lo aiutò a liberarsi di zainetto e giacca… come ogni giorno; lui le baciò la guancia… come ogni giorno; lei rientrò in cucina, non prima di avergli ricordato di lavarsi le mani… come ogni giorno; eppure…
Gabriele aveva la sensazione che in casa ci fosse qualcosa di strano… e il profumo di ammorbidente che aleggiava in bagno gliene diede la certezza: la mamma era entrata nella sua camera.
La curiosità era tanta, ma Gabriele decise di non farla trapelare e raggiunse la mamma in cucina per il pranzo.
Finito di mangiare, la mamma gli chiese: “Quando pensavi di dirmelo?”… e Gabriele ebbe la certezza che il suo segreto non era più tale.
“Non sapevo come fare – disse – Dove l’hai messo?”
Gabriele scese con la mamma in cantina e vide che, dentro una scatola di cartone, c’era il micetto che aveva trovato in giardino e nascosto nella sua cameretta.
La mamma sembrava sorda ai suoi pianti e alle sue promesse. “Non se ne parla – gli disse – non voglio ritrovarmi con un animale che corre per casa mettendo a rischio tende e sopramobili, sporca ovunque appoggia le zampe e perde peli in ogni stanza. Ne avevamo già parlato e sapevi già che papà ed io non lo volevamo”.
Così il gattino fu portato in periferia del paese e liberato. E loro tornarono nella loro casa, bella e pulitissima, ma a Gabriele non interessava.
Qualche giorno dopo, tornando a casa da scuola, Gabriele sentì un miagolio provenire da una stradina laterale a quella che percorreva lui e fu preso dalla curiosità.
Appena girato l’angolo lo vide: era lui, il suo gattino…
Quando arrivò a casa, non scaraventò lo zainetto come al solito, e non se lo fece nemmeno prendere dalla mamma, ma andò a portarlo nella sua cameretta.
A tavola notò che la mamma aveva gli occhi tristi, e le chiese come mai, ma lei disse che era una sua impressione e che non c’era niente che non andasse bene.
Proprio in quel momento Gabriele si ricordò di dare alla mamma una lettera che aveva raccolto per strada.
La mamma fece un’espressione buffa e le si affacciarono agli occhi due lacrime, mentre gli chiedeva: “Dove l’hai trovata?”
“Davanti alla porta del tabacchino” – disse Gabriele, e poi, prevenendo le domande della mamma su come mai fosse passato per quella strada dove non passava mai, aggiunse: Viene con me” – e, prendendola per mano, la portò nella sua cameretta. Aprì lo zainetto e subito ne sbucò un musetto con due grandi occhioni sbarrati.
La mamma allungò l’indice puntato, dicendo: “Cosa ci fa di nuovo qui questo….”
Mentre ancora cercava la parola per definirlo, il micetto allungò le sue zampette e le prese il dito, miagolandole un saluto che bloccò la protesta della mamma e le sciolse il cuore.
“Beh, dopotutto ci ha fatto un piacere facendoti trovare la lettera. E’ una cosa importante, sai? Ora non dico niente, decideremo quando torna papà stasera. Intanto portalo in cucina che gli diamo un piattino di latte”.
La sera Gabriele sentì i suoi genitori che parlottavano ma non riuscì a sentire cosa si dicessero né capì perché quella lettera fosse così importante.
Ma una cosa la capì: il papà diceva che il gattino poteva restare… “Anzi, sarà bene che gli mettiamo un nome…”
La mamma suggerì “Sorriso… oggi ce ne ha regalato più di uno”.
E così Sorriso entrò a far parte della famiglia… anzi, quasi quasi Gabriele poteva esserne geloso per quante coccole gli facevano la sua mamma e il suo papà… ma come si fa ad essere gelosi di un sorriso?
Impossibile, proprio come è impossibile non rispondere sorridendo a chi ti sorride.
P.S. del 5 giugno:
questo post che racconta la gioia di avere un gatto per compagno di vita lo dedico ad Ella e a Blonde...
15 commenti:
allora dunque si no volevo dire ke.....
intanto sono PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA secondariamente è un racconto bellissimo, sembra "tratto da una storia vera".....
terzo ti lascio un bacino....visto ke sei la mai mami posso
:)
Ciao Kaishe come stai? E' un po' che non ci si scrive, io devo dire che in questi ultimi tempi sono un po' all'aria, un bacione Poldy
Dolce e bella questa storia Kaishe proprio come sono i sorrisi che si donano e che si ricevono.
Un saluto e buona giornata.
Fuori podio.
Ciao a tutte.....
Fuori anche io ora leggo con calma buona giornata ...
.. ora leggio con calmezza...
.. intanto buongiorno Licia!!
Buongiorno anche a te...
Spero di riuscire a prendermi qualche momento di respiro per stare un po' con voi... ma anche oggi è una giornatina pesante... con pochi aiuti dalla metereologia visto che piove e ci fa scivolare le positività nelle pozzanghere...
Grazie della bella storia a lieto fine. In una giornata così piovosa e così triste, ci voleva.
Mamit molto molto giù
Probabilmente è ispirata dal pensiero costante per Ella... inconsapevole, certo... eppure non strano.
Anche perchè ci credevamo... vero?
Certo, ci credevamo sul serio che Ella tornasse in forma.
Forse anche per questo, non mi capacito della sua "assenza".
In questi pochi mesi che l'avevamo conosciuta, era entrata di diritto nei nostri cuori, e ora possiamo solo ringraziarla di averci fatto felici anche con la sua presenza.
Spero di poter parlare presto con la sua mamma e di poterle fare una "sorpresa" per il suo compleanno.
Oh, kaishe, com'è amara talvolta la vita .. e che brutti momenti si passano, quasi a dover scontare la gioia provata con questi nostri adorabili bambini ...
Mamit che cerca una soluzione
Sai, Mamit, che mi ha fatto pensare anche il "rileggere" di Blonde a propostito del suo approdo nel tuo blog...
Con i ragazzi noi ci ripetiamo spesso "Mai niente per caso..." e credo che si possa applicare anche a questo percorso.
Tra l'altro ho appena detto in casa dell'esito dei problemi di Ella... sapendo che lo dicevo a persone che la pensano come noi....
LICIA
non ci incrociamo piùùùùùùùùùù!!!
Bellissima storia.
...... :) .......
*Questo invito è valido solo per gli amici speciali *
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* Kaishe * ti aspetto per una fantastica festa sul mio blog!!!
Gabriella
uff sta mattina mi sono alzata e la crisi di pianto sembrava essere passata...ma ho fatto un giro tra tutti i blog ed è impossibile non stare male per ella e per quello che sta passando blonde.
Ciao zia e buona giornata
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