La cosa buffa è che io fino a non molti mesi fa avrei avuto la stessa reazione: un misto di pietà (ma non sono in grado di instaurare relazioni “normali”?), scetticismo (amici… vabbè…nemmeno conoscenti…), sospetto (chissà poi chi si nasconde dietro ‘sti nomignoli?...), sospetto (meglio non dare troppe indicazioni sulla propria identità)…
Eppure…
Eppure adesso la mia esperienza mi dice ben altro…
Con molti miei colleghi di lavoro - con i quali convivo per almeno 8 ore al giorno / 5 giorni alla settimana – il livello di condivisione non ha superato le informazioni minime sul nucleo familiare… ma non esiste accenno al passato né partecipazione ai sogni futuri…
Perfino con alcuni parenti si mantiene un rapporto molto bello ma si evita di confidare taluni dolori, alcune cicatrici dell’anima che si cerca di curare da soli…
Così la possibilità di incontrare alcuni di questi AMICI non è stata considerata una stranezza nella stranezza ma un’opportunità da cogliere… anche come verifica di una sensazione che poteva (doveva) trovare conferma nella realtà.
Sul primo degli incontri che ho potuto avere, con la incantevole Angela, ho già detto alcune cose….
Sul secondo, con la dolce Irene, ha espresso le sue sensazioni già lei nel suo blog… anche se posso aggiungere che, mentre ero all’esterno del bar, incapace di rimanere seduta per una agitazione del cuore che riuscivo a contenere meglio se mi muovevo, non immaginavo nemmeno che l’avrei RICONOSCIUTA con l’emozione con la quale poi è accaduto…
Irene… ho impresso nel cuore l’espressione del tuo viso mentre avanzavi guardandoti timidamente in giro… mi ha proprio “scatenato” la voglia di abbracciarti… e mi viene ancora da ridere al pensiero di che figura avrei fatto se non fossi stata proprio tu…
E poi il terzo incontro… con Paola… che avevo imparato a conoscere oltre che nei commenti sui diversi blog, anche per alcune “chiacchierate” via mail, dove ci si può anche “scoprire” più tranquillamente.
Insomma, domenica pomeriggio, ci diamo appuntamento al Colosseo…
In Metro mio figlio mi esterna il suo scetticismo sul fatto che sia poi così facile incontrare e riconoscere qualcuno nel andirivieni di una stazione di Metropolitana a Roma… ma io gli rispondo tranquilla: “E che ci vorrà mai? Tu guarda se vedi due ragazze e una bimba con degli occhi strepitosi…”
Intanto arriviamo, scendiamo, usciamo dalla Metro… e io adocchio un gruppetto “familiare”: padre (alto), madre (eleganterrima), due ragazze (alle quali non riesco a vedere gli occhi) e una bimba… e mi dirigo verso di loro… e SONO PROPRIO LORO!!!
Avevo la tachicardia… con Paola ci abbracciamo e so che anche il suo cuore fa le capriole… poi saluto la sua famiglia… Che belli sono!!! La piccola è dolcissima e non esita a darmi la manina per camminare con me… e gli occhi BELLI li hanno ereditati proprio dalla mamma…
Il pomeriggio è stato CALDO CALDO (pure se c’era un vento assurdo e io avevo perso la giacca… come Irene ha già raccontato) e né mio figlio né io abbiamo avuto imbarazzo a stare con persone che incontravamo per la prima volta…
Forse (a ‘Pà… lo devo racconta’…) il momento più “imbarazzante” è stato quando abbiamo perso di vista la famiglia di Paola e abbiamo capito che l’unico che aveva idea di dove fossimo era… mio figlio…
Il bis di incontro è stato un po’ più ristretto: Paola e una figlio, io e mio figlio… e lì davvero ci siamo “raccontate”… saltabeccando da un ricordo all’altro, da una confidenza all’altra, da una somiglianza all’altra… senza strani pudori o fingimenti per mostrare un’ipotetica “parte migliore”… ma proprio per DIRCI chi siamo…
Credo di dovere delle scuse ai rispettivi figli per quanto hanno dovuto sopportare… ma spero che abbiano capito che per noi è stato davvero un incontro IMPORTANTE e, soprattutto, PIENO DI AFFETTO e significato…
E uno dei significati che abbiamo percepito e ci siamo scambiate a vicenda è quello che accomuna tutti noi… è il legame che sentiamo…
CE LA FACCIAMO A FARCELA DI INCONTRARCI TUTTI????