mercoledì 31 dicembre 2008

... per tutto l'anno...

... e anche per questo anno siamo arrivati sulla soglia di un nuovo inizio...
Dietro la porta troveremo la vita, con il suo scorrere talora monotono, talora esaltante. I giorni si comporranno di minuti e secondi che ci sembreranno eterni quando vorremmo non doverli affrontare o esili soffi quando vorremmo poterli catturare e trattenere...
In questi giorni abbiamo avuto pensieri e parole di augurio per le persone che amiamo e anche per tutta l'umanità che, vivendoci accanto, è in qualche modo partecipe delle stesse attese.
Penso che altre parole sarebbero banali... e allora ricorro (come faccio anche con me stessa) alla Parola.
Stasera, nell'atmosfera "domestica" della mia Chiesa canterò con la mia gente "Te Deum Laudamus, Te Dominum confitemur", pensando a quanti singoli attimi meritino il mio grazie al Signore della Vita.
Domani, poi, introdurremo la celebrazione con il canto del "Veni Creator Spiritus", riconoscendo a Lui l'origine di ogni cosa... anche dei nostri giorni.
Vi penserò... soprattutto quando verranno proclamate queste parole:

Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.

... non credo che ci serva null'altro... per l'Anno Nuovo e per ogni singolo giorno...



A tutti "Grazie!".
Di ogni parola e di ogni silenzio, di ogni suggerimento e di ogni incitamento, di ogni pensiero che abbiamo condiviso e di ogni peso che ci siamo vicendevolmente aiutati a portare, di ogni sorriso e di ogni commozione che ci siamo scambiati, di ogni sforzo per capire chi stava dall'altra parte...

domenica 28 dicembre 2008

Born to be Abramo...

La Liturgia odierna celebrava la Santa Famiglia di Nazareth ma, per significare come il concetto di famiglia sia presente fin dall'inizio nella storia della salvezza, proponeva, come introduzione al Vangelo della Presentazione di Gesù al Tempio e dell'incontro con il Vecchio Simeone, due letture che facevano riferimento alla storia del Patriarca Abramo.
Le due letture non riguardavano quella che può essere chiamata "l'annunciazione ebraica", cioè la predizione della genitorialità agli anziani Sara ed Abramo... ma io ascoltandole ho visualizzato una splendida icona che amo molto (ne ho una riproduzione in casa) che descrive proprio l'incontro con i tre angeli venuti quali viandanti alla tenda di Abramo...

L'episodio è noto: Abramo accoglie tre sconosciuti e li rifocilla con quanto di meglio gli sia consentito di offrire. Loro, quasi a contraccambiare l'ospitalità, gli preannunciano che Sara gli darà un bambino...
Abramo in effetti ha già avuto una promessa da Dio che, portatolo all'aperto, di notte, lo sfida a contare le stelle e gli assicura una discendenza altrettanto numerosa. Ma il tempo inclemente è passato e oramai egli è centenario e la sua sposa novantenne... come poter ancora credere che la promessa sarà onorata?
Perciò la reazione della coppia è quanto di più giustificabile si possa presupporre: essi ridono!
Uno degli Angeli si avvede che Sara ride e le dice: "Cosa fai, ridi?"
Sara nega ma l'Angelo insiste: "No, no, ti ho vista. Tu hai riso!"
A perenne testimonianza di questo fatto rimane il nome che l'Eterno chiede loro di dare al neonato: "Lo chiamerete Isacco!" (in ebraico Itzkhak dal verbo ebraico tzakhak, "ridere"). Dunque Isacco significa: "Che rise" o "Colui che rise".

In questi giorni di inevitabili bilanci... come vorrei essere sorpresa da una "promessa" che si realizza e mi scombina tutti i risultati!
Come vorrei ridere insieme con Dio delle mie paure...
Forse dovrei credere di più alle parole dell'annunciazione cristiana: "Quia non erit impossibile apud Deum omne verbum"...

mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri

Che
ne dici
Amico mio
se in questo
Natale faccio
un bell’albero
dentro il mio cuore
e ci attacco, invece dei
regali, i nomi di tutti i miei
amici? Gli amici lontani e vicini,
gli antichi e i nuovi, quelli che vedo
e quelli che vedo di rado. Quelli che ricordo
sempre e quelli che, alle volte, restano dimenticati.
Quelli costanti e quelli intermittenti. Quelli delle ore difficili
e quelli delle ore allegre. Quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
e tutti quelli che mi hanno fatto soffrire. Quelli che conosco solo le apparenze.
Quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto. I miei amici semplici ed i miei amici
importanti. I nomi di tutti quelli che sono già passati nella mia vita. Un albero con radici molto profonde perché i loro
nomi non escano
mai dal mio cuore.
Un albero dai rami
molto grandi perchè
i nuovi nomi venuti
da tutto il mondo
si uniscano ai già
esistenti. Un albero
con un’ombra molto gradevole,
perché l’amicizia sia un momento di riposo durante le lotte della vita.


... e oltre a questo alberello posto anche un alberello molto essenziale che ho realizzato con poche cose per finalità "catechistiche"...

L'albero è costituito da un ramo che sono andata a raccogliere nel bosco con Zecca... le decorazion
i sono state fatte con pasta di semola, formato farfalle, perline e fiocchetti.

Gli angioletti realizzati rappresentano gli angeli che, sopra la capanna nella quale stava nascendo il nostro Redentore, cantavano "Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini"...

Forse l'unico miglioramento che apporterei sarebbe quello di cuocere la pasta prima... così i gatti apprezzerebbero di più!!!


E con questo faccio i più caldi Auguri di
Buon Natale
a tutti!!!

domenica 21 dicembre 2008

Eccomi...

Il Vangelo della quarta domenica di Avvento ci ripropone il racconto dell'Annunciazione.
E' dunque un testo letto e riletto. Solo in questo periodo è stato proclamato nella Festività dell'Immacolata Concezione e cantato nelle sere della Novena.
Eppure, come sempre, la Parola dischiude significati nuovi e suggerisce nuovi stimoli di riflessione ogni volta che ci si accosta...
Premetto, per dare un'idea di come l'idea odierna abbia stupito inanzittutto me stessa, che da ragazzina contestavo la Chiesa per ogni suo precetto, per ogni indicazione, per ogni atteggiamento... Per non smentire la mia fama di ragazzina polemica, trovavo discutibili anche alcuni passaggi della Sacra Scrittura.
In particolare quelli nei quali si leggeva della scarsa (nulla, a dirla proprio tutta) considerazione della donna nella Chiesa e, appunto, nelle Scritture.
La citazione più ovvia era il brano della "moltiplicazione dei pani e dei pesci" dove, per far comprendere l'entità del miracolo, si puntualizzava che con 5 pani e 2 pesci "quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini"... che appunto non contavano!
Non mi sono , invece, mai accorta della "novità" di questo brano di Vangelo.

Il Signore, o chi Lui manda, non si rivolge come sempre nella storia precedente a un uomo (da Mosè a Zaccaria) ma a una donna... Di più, a una ragazzina che davvero in quel tempo storico, non contava nulla.
Dopo Maria non è più stata la stessa cosa!
Chissà se anche Lei ne ha avuto la percezione... o se i timori dell'evento grandioso e misterioso che stava vivendo le hanno dato solo la forza di rispondere in un soffio: "Eccomi"...
E non casualmente nei Paesi dove il Cristianesimo è arrivato, la dignità della donna ha una considerazione maggiore che negli altri...
Mi pare un motivo in più per amarLa...

lunedì 15 dicembre 2008

Le sere della tradizione

Dal 15 al 23 dicembre - per 9 sere - nei nostri paesi rinnoviamo la tradizione del canto del "Missus", vale a dire il Vangelo dell'Annunciazione così come è stato scritto dall'Evangelista Luca...
Non è solo una celebrazione liturgica, è un sentirsi in comunione con ogni nostro antenato che, nella semplicità della propria Fede, ha partecipato alla Novena con il nostro stesso spirito: ricordare chi sta per nascere e come Dio abbia voluto che fosse una persona umile quale poteva essere Maria, la ragazzina ebrea, per realizzare il suo disegno.
Qui a Tolmezzo non sono moltissime per persone che escono di casa per recarsi in chiesa a rinnovare questa tradizione... ma io amo particolarmente farlo in memoria del mio papà e sapendo quanto mio padre ha amato questo brano della Sacra Scrittura.
Per secoli la Chiesa ha affidato il compito di cantare le parole del Vangelo ai soli uomini, e questo è quello che ricordo della mia infanzia e della prima giovinezza.
In particolare ricordo una sera...
Io ero appena uscita dall'adolescenza e desideravo l'approvazione non solo delle persone di casa ma di tutta la Comunità.
Tuttavia questo non mi impediva di avere le mie idee e di essere ben disposta a farle valere.
Per problemi di rapporti con il Sacerdote del paese vicino che reggeva anche la nostra Parrocchia, la mia famiglia non aveva frequentato la Chiesa per un certo periodo. Io ero una delle più accanite sostenitrici dell'esigenza di autonomia del nostro paese anche rispetto alla gestione della parrocchia stessa, affidata al Parroco del paese vicino (ancora mi rivedo attaccare manifestini sulla porta della chiesa: "Don ***, non ti vogliamo!").
Quell'Avvento, però, era l'inizio di un tempo nuovo. L'Arcivescovo ci aveva ascoltati ed aveva assegnato un Parroco al nostro paese. Così la mia famiglia era tornata a svolgere la sua opera di tenuta e manutenzione degli arredi sacri e della nostra piccola chiesetta.
La prima sera della Novena, lungo la navata erano appena rieccheggiate le prime parole "Missus est..." quando mio padre, che lo stava cantando, si interruppe e si mise a piangere...
Per una frazione di secondo io credo di aver pensato: Ma che figura mi fa fare... Poi ho capito la sua nostalgia di stare in quel luogo finalmente saziato, la consapevolezza di essersi privato di una delle cose che amava di più, il senso di colpa nei riguardi del Signore per averlo, in certo qual modo, lasciato solo per lungo tempo... e ho sentito scoppiare il cuore per l'amore che portavo a mio padre.
Ancora, ogni anno, mentre nella Chiesa di Tolmezzo si spande la voce di mio figlio, quel figlio che porta il suo nome, io sento che sto abbracciando mio padre...


Missus est angelus Gabriel a Deo in civitatem Galileæ, cui nomen Nazareth, ad virginem desponsatam viro, cui nomen erat Ioseph de domo David, et nomen virginis Maria. Et ingressus Angelus ad eam dixit: Ave, ave, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu, in mulieribus”.
Qu
æ cum audisset turbata est in sermone eius et cogitabat qualis esset ista salutatio.
Et ait angelus ei: Ne timeas, Maria. Ne timeas, Maria. Invenisti enim gratiam apud Deum. Ecce concipies in utero et paries filium... et paries filium. Et vocabis nomen eius Iesum. Hic erit magnus, hic erit magnus et Filius Altissimi vocabitur, et dabit illi Dominus Deus sedem David patris eius, et regnabit in domo Iacob in
æternum, et regni eius non erit finis, non erit... non erit finis”.
Dixit autem Maria ad angelum: Quomodo fiet istud, quoniam virum non cognosco?”.
Et respondens angelus dixit ei: Spiritus Sanctus superveniet in te, et virtus Altissimi obumbrabit tibi: ideoque et quod nascetur ex te sanctum, vocabitur Filius Dei. Et ecce Elisabeth cognata tua et ipsa concepit filium in senectute sua, et hic mensis sextus est illi, qu
æ vocatur sterilis, quia non erit impossibile apud Deum omne verbum”.
Dixit autem Maria: Ecce ancilla Domini; fiat mihi secundum verbum tuum”.


P.S.:
spero di non aver fatto troppi sbagli... Le ripetizioni sono quelle richieste dalla melodia. Ovviamente nel testo non ci sono. Al presente questo canto prevede l'intervento del popolo nella parte narrativa (verde), di un ragazzo nella parte dell'Angelo (azzurro) e di una ragazza nella parte di Maria (rosso)... Una delle 9 sere, però, Maria viene "affidata" a me...

domenica 14 dicembre 2008

Essere...

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.


Anche questa domenica ci viene presentata la figura di Giovanni Battista, al quale i farisei stessi chiedono chi mai sia...
Egli risponde in un modo lapidario: Io sono voce... e il pensiero di come sia nato e di come andrà a morire fa sì che alla mente si affacci una domanda: Ma è nato solo per questo?
Già... perchè secondo i nostri parametri di valutazione, non pare che gli sia stato destinata chissà che vita... anzi, forse la sua venuta al mondo è un prodigio "sprecato" se doveva essere solo "una voce", utile come precursore ma indegno perfino di "slegare il laccio del sandalo"...
Ma per fortuna Dio non usa i nostri parametri!
Giovanni aveva una missione e l'ha svolta come ha potuto e saputo fare, essendone però consapevole...

E noi? Siamo consapevoli di che senso abbia la nostra vita? Se ci chiedessero chi siamo (non che posto occupiamo, che titolo di studio abbiamo, che professione pratichiamo, cosa possediamo o altre referenze simili...) potremmo rispondere?
E se la domanda fosse posta a chi ci sta vicino... saprebbero dire chi vive loro accanto?

Personalmente non ho risposte... e questa attesa del Natale invece di rendermi sensibile all'opportunità che di anno in anno si rinnova, mi trova solo confusa e tanto stanca...


domenica 7 dicembre 2008

La preparazione...

Dal deserto esce uno strano personaggio.
Un eremita, imparentato con la famiglia di Gesù di Nazareth e figlio di quella cugina Elisabetta, incinta a un'età che sfiora la vecchiaia, che Maria va a servire poco dopo l'annuncio dell'Angelo che proprio Lei sarebbe diventata madre del Figlio di Dio. Un bambino che dunque era poco più che neonato quando Erode ordinò la strage di tutti i bimbi per "eliminare" quello che tutti aspettano come Re e che, quindi, lui vede come antagonista al suo potere. Un bambino che, probabilmente, i genitori salvano dall'eccidio affidandolo proprio a degli eremiti che vivono nel deserto.

Torna dunque alla "civiltà" questo uomo, e il suo aspetto dev'essere senz'altro singolare: chioma arruffata, barba incolta, vestito di peli di cammello e avezzo a cibarsi di locuste.
Anche il carattere è singolare, forse noi diremmo che non conosce la diplomazia!
E infatti la sua predicazione non è accattivante e consolatoria. Tutt'altro!
Egli urla come un esagitato e predice castighi e punizioni.

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!, urla... e quanto dovrebbe gridare con noi Giovanni Battista!
E quanto fastidio ci darebbero le sue parole...posto che trovasse chi gliele lascia promunciare!
Di sicuro non potrebbe farlo da giornalista... troppo equidistante!
Non lo potrebbe fare da tuttologo di salotti televisivi... troppo onesto!
Men che meno potrebbe farlo in veste di politico... troppo sincero!
Forse nemmeno come blogger avrebbe fortuna... troppo disinteressato ai giudizi, ai commenti, alle visite!
...
Probabilmente non ci sarebbe posto nè per lui nè per Colui del quale sta parlando.
Troppo destabilizzanti!
E troppo poco accomodanti...

martedì 2 dicembre 2008

Legami

Ho già detto più volte (quante cose ho già svelato di me su questo "diario"...) che da bambina avevo molto amato il romanzo "Piccole donne", perchè raccontava di quattro sorelle, proprio come eravano noi "da Moche"...


Se a ciò aggiungiamo che cercavo di imporre una mia personalità ben distinta dalle mie sorelle comportandomi da maschiaccio, come la Jo del romanzo, si capisce che alcune volte sognavo ad occhi aperti di essere la protagonista di una vita da romanzo, nella quale non sarebbe mancato il lieto fine.
Come nel romanzo, anche noi avevamo una sorella primogenita giudiziosissima e talmente affidabile da essere considerata da noi e da una lunga schiera di cugini e cugine, la vice-mamma dalla quale correre per qualunque dubbio o problema.
Quello che non capivamo era che la sua maturità era il risultato di una vita nella quale aveva dovuto affrontare, ed accettare, più di una difficoltà.
Lei, del resto, non faceva mai pesare sugli altri i suoi malesseri, le sue paure o i suoi dolori.
Anche quando, da grandi, le chiedevamo ragione del suo comportamento, ci rispondeva che era già grata a chi si interessava di come stava e mai si sarebbe permessa di appesantire l'interlocutore con i suoi problemi...
Anche il giorno che è morta, le sue ultime parole coscienti "Mi pare di stare un po' meglio" sono state un vero e proprio regalo al mio papà preoccupato...
Le tappe della mia vita, per 29 anni, sono state scandite dalla sua vicinanza.
A lei ho confidato tanti timori e, ripensandoci, da lei ho preso tanto. Non sempre ricambiando. Forse contando di avere tante occasioni per farlo... perchè nel normale ritmo delle cose che abbiamo insito nell'animo, c'è una sorta di scadenziario delle cose che siamo pronti ad accettare. E quando le scadenze si invertono l'angoscia ci lascia storditi.
Così, quando qualcuno che è "arrivato" quasi in contemporanea con te, se ne va, il senso di ingiustizia ti sommerge.
Ti pare quasi che la vita ti abbia illuso con una promessa e poi l'abbia tradita con il chiaro intento di farti soffrire.
Rimangono i ricordi di tante cose condivise e i racconti ai tuoi figli perchè non venga dimenticata...
Un giorno parlavo di Mia proprio con mio figlio secondogenito... Lui non aveva ancora 2 anni quando lei è mancata e io gli chiesi cosa ricordava di lei...
"Io me la ricordo alta alta - mi ha risposto - ma quando cerco di vederle anche il viso, vedo il tuo"...
Anche io fatico a "rivedere" il suo viso... ma, con il passare del tempo, il suo ricordo ha perso ogni sapore di amarezza, di tristessa, di giudizio e di rimorso... per diventare solo ricchezza. E dolcezza nell'interpretare le parole di mio figlio come suggerimento che lei non se ne è andata del tutto. Qualcosa di lei è rimasto in coloro che la amano e, talvolta, la si intravede con chiarezza...

E con Mia che mi ha insegnato a vivere... abbraccio con i miei ricordi Angie.
E insieme a lei Nadia e Paola, che anche loro portano nel cuore fratelli o sorelle racchiusi in una lacrima...

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!