mercoledì 29 settembre 2010

Ciao, Gino...

Esce oggi nelle librerie il libro "L'albero dei mille anni" di Pietro Calabrese, giornalista.

Il libro esordisce ricordando Woody Allen: «In questa nostra epoca le due parole più belle che si possono ascoltare non sono "ti amo", ma "è benigno"».
Così, quasi giocando... o forse combattendo con le parole il racconto riporta quanto i lettori del Magazine del Corriere della Sera già avevano saputo, pur rimanendo talvolta ignari della vera identità di Gino, l'amico assalito dai pippistrelli, l'amico che lotta con il cancro e riscopre la vita (come dice il sottotitole del libro "all'improvviso un cancro, la vita all'improvviso".
Ci eravamo affezionati a Gino... e a Pietro che ci sorrideva settimanalmente dall'alto della pagina dedicata alla sua rubrica Moleskine.
Era un giornalista garbato. Adesso, dalle pagine del libro, lo si potrà conoscere meglio come uomo.. Ma già so che mi piacerà.

lunedì 20 settembre 2010

Aspettando l'ispirazione...

Salute a tutti.
Passo di qui prima di chiudere una giornata appesantita da una fastidiosissima emicrania che mi fa compagnia da ieri pomeriggio.
Non che le abbia permesso di fagocitarsi questi due giorni, sia chiaro.
Anzi, ieri ho pure trascorso una piacevolissima giornata in gita con gli Anziani del Lavoro della mia Ditta.
La meta era stata scelta cercando di non proporre un percorso troppo faticoso così che tutti potessero sentire di essere benvenuti nel gruppo. Quindi una distanza non eccessiva e un programma abbordabile: visita di Vicenza, sulle tracce di quel genio indiscusso che fu Andrea Palladio, e Marostica, ad ammirare quantomeno la cornice della suggestiva rievocazione storica della partita a scacchi con la quale Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara si sfidarono per conquistare la mano di Lionora, figlia di Taddeo Parisio, castellano di Marostica, della quale si erano entrambi innamorati.
Una giornata piacevole, dicevo. E incantevoli anche le due città visitate con l'accompagnamento di due bravissime guide che hanno saputo raccontarci molte cose senza che ci sembrassero troppe.
La compagnia, oramai più che rodata, è sempre molto esuberante ed allegra.
E, per quanto mi riguarda, anche affettuosamente interessata agli altri componenti del gruppo.
Tant'è che la gita stessa è stata posticipata da giugno a settembre perchè si sarebbe dovuta effettuare l'antivigilia del mio ricovero ospedaliero per l'allargamento della parte interessata dal melanoma.
"Non se ne parla nemmeno di andare senza di te", mi dissero...
E forse io non riuscii nemmeno a dire grazie.
Ma certo questa presa di posizione è stata un piacevolissimo balsamo sulle mie paure.
Il punto dolente è, come al solito, il servizio fotografico...



sabato 11 settembre 2010

I Sin Furlans

Un articolo del Corriere della Sera, data 4 settembre, a firma di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, mi ha fatto "conoscere" tal Gianfranco Piazzesi, giornalista e scrittore italiano, anzi toscano.
Come giornalista si occupò soprattutto di cronaca politica, partecipò alle grandi inchieste sull' Italia, fece servizi all' estero. Quando Montanelli fondò il suo Giornale lo portò con sé come inviato e commentatore, conoscendo il suo stile e, soprattutto, la sua onestà intellettuale. Forse anche perchè era un toscanaccio come lui...
Come scrittore pubblicò libri i cui titoli possono ancora risvegliare interesse per la loro attualità, almeno in chi voglia capire il Paese che viviamo:"I soldi in Paradiso: cronache della prossima Italia", "Gelli, la carriera di un eroe di questa Italia", "Il gioco della politica" e "La caverna dei sette ladri", tanto per citare quelli che maggiormente mi hanno incuriosita.
In questo ultimo, sosteneva che in Italia c'era un buco nero, «un mistero padre di tutti gli altri misteri»... e io cambierei solo il tempo del verbo: in Italia c'è.
L'articolo che ho letto cita - e non potevo non esserne orgogliosissima - ciò che Piazzesi pensava dei Friulani: «popolo di emigranti plasmati con sapienza dal parroco: fatti apposta dal buon Dio per rifornire la comunità nazionale di muratori, di carabinieri e di domestiche. Un popolo che risolveva molti problemi e non ne creava nessuno».
Eravamo proprio così... e qualche germe di questa umiltà e di questo orgoglio è ancora presente in taluni ma si sa, la globalizzazione...
Forse il momento nel quale maggiormente ci siamo fatti conoscere, in Italia e nel Mondo, è stata la terribile occasione del terremoto del 1976. Anzi, dei terremoti giacchè la terra tremò forte non solo la sera del 6 maggio ma anche l'11 settembre, alle 8:31 e alle 18:40, (a prima delle due scosse fu di 5.8 gradi della scala Richter) e il 15 settembre, prima poco dopo le 5 del mattino e poi alle ore 11:30 (scosse di oltre 10 gradi della scala Mercalli).

Tutto quello che era rimasto ancora in piedi dopo il 6 maggio, crollò definitivamente. Ma non l'orgoglio di questo "popolo duro", anche se la definizione è riservata più propriamente ai Carnici.
Regione testarda, ci definirono, perchè volevamo dare "di besoi", da soli, senza assistenzialismo e, di conseguenza, senza clientelismi e favoritismi.
L'articolo del CdS rappresenta proprio questo orgoglio raccontando un episodio, che per esperienza personale so non essere stato che UNO:
«E cumò ce ajo di paja?». Così disse la vecchia terremotata, sotto gli occhi di padre David Maria Turoldo. I soccorritori le avevano appena consegnato un paio di coperte e dei viveri e lei voleva sapere: «E adesso cosa devo pagare?». Spiegava il frate poeta che lì c'era il senso di tutto: «Una ricostruzione, per essere vera, perché sia segno di civiltà e abbia un valore, non può essere regalata. Una ricostruzione si paga e basta: allora ha un valore. Una cosa si deve fare con le proprie mani, allora la si ama». Quindi «è bene che non ci sia dato nulla in regalo».
Certo, lo Stato è intervenuto facendo ciò che gli compete e molti Paesi stranieri collaborarono volontariamente alla nostra ricostruzione. Ma - mentre a L'Aquila si continuano a travisare i fatti e a raccontare di "miracoli" che non ci sono - io penso sempre alla mia gente, alle facce dei bimbi nelle tendopoli, alle lacrime subito nascoste per i 989 morti ... e alle scritte sui muri feriti delle case:Vogliamo restare qua!
Io AMO questa gente che è vissuta per secoli a schiena china sotto gioghi come le occupazioni o le guerre, ma sempre a testa alta.

P.S.: delle ore 20:30 circa...
Oggi sul CdS, con le stesse firme, un articolo sulla situazione conseguente un altro terremoto: quello delL'Aquila, con il titolo «La città in briciole che ha paura di perdere l'identità».
Mi inorgoglisco a riportarne un trafiletto:
Certo, lassù in Friuli c'era una Regione a statuto speciale che aveva qualche agilità e potere in più. Che rivendicò subito la volontà di gestire tutto autonomamente. Qui è più complicato. Fatto sta che l'8 maggio 1976, trentacinque ore dopo il sisma, la Regione Friuli aveva già la sua prima legge.

martedì 7 settembre 2010

Si sta come d'autunno....

Chi si affaccia a questo blog ha l'impressione che sia sintomo di un settembre sonnacchioso o, comunque, da elettroencefalogramma piatto.
Non è così... ma i pensieri faticano a trasformarsi in parola scritta.
Talvolta perchè il loro valore è così importante che si teme di svilirli con una prosa insufficiente... Talaltra per il motivo essattamente opposto, vale a dire perchè le parole che il cervello suggerisce - in relazione a certe "bassezze" che si rivelano nel proprio contesto o in quello più ampio nazionale - parole che è meglio non scrivere.
Questo pomeriggio, però, un'immagine non può non spingere il cuore a compromettersi con una reazione che dica lo sconcerto, il senso di impotenza, la tristezza.

L'immagine, che tutti abbiamo visto, è quella che meglio (peggio, piuttosto) rappresenta l'ecatombe vissuta da un Paese e dal suo popolo: un bimbo attaccato ad un biberon vuoto e ricoperto di mosche, simbolo delle conseguenze delle alluvioni che hanno devastato il Pakistan.
Accanto il suo gemellino che pare volersi alzare ma rimane con il faccino a terra, chè anche il suo biberon è vuoto, e quello degli altri sei fratellini e le mani dei poveri genitori che li guardano morire di fame.
La foto è stata scattata il 31 agosto... un'eternità per chi è ricco solo di disperazione e forse si è già arreso.
Niente di nuovo sotto il sole, no?
C'è una porzione di mondo che pare vivere già in un girone infernale mentre "gli altri" girano il capo dall'altra parte... anche per non compromettere l'appetito. E non solo di cibo.
E ci sono giorni nei quali non ci si può non vergognare di appartenere ad un'umanità così smemorata.

mercoledì 1 settembre 2010

Settembre, andiamo....

Grazie al cielo si avvertono le prime avvisaglie di un fresco autunno.
Già, perchè voglio sperare che la soporosa accettazione di tutto ciò che ci è stato propinato durante i caldi giorni estivi fosse, per l'appunto, uno degli effetti negativi del caldo.
Abbiamo sentito parlare ancora (ancora?) di P2, intercettazioni, lodi e bavagli.
Abbiamo ascoltato ricostruzioni a dir poco fantasiose (altro che finanza "creativa"? Altro che "governo del fare"? Questo è il paese governato a colpi di bricolage e colla a caldo) di ogni evento e smentite senza imbarazzo di ogni gesto e di ogni dichiarazione.
Abbiamo lasciato picconare la base della nostra Costituzione mentre il "picconatore" per eccellenza se n'è andato portandosi dietro molti dubbi e altrettanti segreti. Sulla sua persona e sulla politica che ha attuato e, poi, sostenuto.
Abbiamo rivisto un metodo giornalistico che ultimamente ci sta abituando ai suoi parametri di grande coerenza con la deontologia professionale dell'intera categoria.
Abbiamo goduto dell'applicazione del massimo grado di "pari opportunità": l'unico punto fermo è il padrone... poi belle o brutte, libere o accompagnate da prole, preparate o acerbamente ingenue, ci penseranno i segugi prezzolati dal padrone stesso o da chi per lui all'opera di maquillage... perchè fin che sulla pista c'è cotanto ballerino, nessuna (e nessuno) può nemmeno pensare di "ballare da sola". C'è un regime musicale e a quello ci si deve attenere...
Tanto per farli abituare fin dal primo istante, abbiamo saputo di bambini nati con contorno di liti indegne e offesi da ricostruzioni pietosamente arroganti (non riesco a definire meglio di così ciò che mi ha provocato sentire che "abbiamo dovuto prendere provvedimenti a seguito della pressione mediatica... A seguito di cosa? Fatemi capire. Se la notizia non fosse trapelata non avreste nemmeno chiesto scusa alla mamma e al bambino? E i "gloriosi contendenti" avrebbero continuato indisturbati a esercitare senza nemmeno una parola di biasimo?...)

E per finire abbiamo visto grandi parate di Istituzioni e forze dell'ordine indifferenti agli evidenti problemi psichici di due ridicoli vecchietti mascherati e impiastricciati.
Anzi, tutto il Paese si è prestato come comparsa di un avvilente Circo Barnum con al centro della pista uno stuolo di disoccupate intente a guadagnarsi 80 sporchi euro recitando un'umiliante pantomima (hostess, le hanno chiamate, inducendo una certa confusione per la veloce rotazione dei termini... chè in altre occasioni avremmo potuto chiamarle semplicemente comparse, appunto, o, in caso di ruoli più importanti, escort).
In compenso NON abbiamo sentito le alte sfere ecclesiastiche esprimere una vera indignazione sulle farneticanti dichiarazioni del buffone africano, tragica macchietta alla M.J. nell'abbigliamento e nella ricerca di una fisicità alternativa...
E nemmeno donne che si dimostrassero almeno un po' stupite di imparare che siamo molto meno libere delle islamiche.
E nemmeno cattolici (o semplicemente - se può essere semplice - Cristiani) che facessero capolino dalla propria vigliaccheria per obiettare perlomeno sulla dichiarazione che "anche Gesù si convertirebbe all'Islamismo". Senza con ciò auspicare una guerra di religione. Solo un minimo rispetto per il palcoscenico - ops... Paese - che ha ospitato i suddetti guitti e per la sua cultura (quella tanto sbandierata per denigrare un padre che voleva esercitare la propria libertà di accompagnare la figlia alla morte, per esempio ... o per negare a ogni persona di scegliere chi amare e con chi condividere la vita, diritti e doveri compresi, anche davanti alla Legge).

Ma stanotte faceva freschetto... dicono mai così negli ultimi 50 anni...
Speriamo questo porti la conseguenza di un minimo risveglio del senso critico e della dignità...
Per il Paese e per ciascuno.
Settembre, andiamo, è tempo di cambiare (e mi scuserà il poeta se cambio le sue parole)

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!