L'opera d'arte oggetto delle nostre elucubrazioni era il più famoso quadro di Leonardo da Vinci: Monna Lisa, altrimenti detta La Gioconda.
Il piccolo Genio della Parrocchia, ci ha condotti davvero per mano a leggere ogni angolo del quadro, quelli visibili e quelli invisibili, perchè cancellati dall'Artista stesso in tempi successivi, oppure perchè non fermati sulla tela ma che comunque ne hanno influenzato la stesura, vale a dire il contesto personale di Leonardo e storico in generale.
Ho trovato affascinante l'idea che possa essere un autoritratto, come taluni studiosi cercano di dimostrare da una presunta simmetria nei caratteri dei due volti... ma non credo davvero che sia la versione esatta e definitiva.
Mi piace molto di più la versione secondo la quale il ritratta è quello della seconda moglie di Francesco del Giocondo, di nome Lisa Gherardini... da cui entrambi i nomi del dipinto.
Versione, per altro, condivisa anche dal Vasari che scrisse:
“Prese Lionardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi, lo lasciò imperfecto…"
Il quadro, custodito al Louvre di Parigi è stato, nei secoli, oggetto di svariate "contaminazioni" ad opera di diversi artisti, tra i quali non possiamo non citare Andy Warhol...
Nel corso della serata ci è stato proposto uno di questi lavori, per la precisione ad opera di Marcel Duchamp, che ha ritoccato il capolavoro nel modo che vediamo qui accanto...
Come potete vedere non grandi modifiche...
Qualche aggiunta: un paio di baffetti e un delicato pizzetto... e una sigla alla base del ritratto: L.H.O.O.Q.
Ovviamente la sigla ha scatenato una ridda di supposizioni sul significato della stessa...
Quali possono essere le parole suggerite?
Che la sigla celi un messaggio?
Di sicuro non possono essere solo una sequenza casuale di lettere...
Non conoscendo l'amore di Leonardo per il gioco nelle più diverse forme e applicazioni, sia per divertimento che come esperienza scientifica: rebus, enigmi, quadrati magici, giochi di prestigio... ma anche bolle di sapone, sassi lanciati sulla superficie dell'acqua e trottole, con cui compiva gli esperimenti che annotava nel Codice Atlantico o nel Codice Hammer.
Secondo una delle ipotesi, forse la più elementare, la soluzione può celarsi nel semplice scandire delle lettere stesse: EL - ASH - O - O - KU ... che letto in sequenza può dare: El à shò o cü (Elle a chaud au cul)... troppo forte!
Ma la spiegazione che mi ha conquistata e avvinta, e sulla quale ho pensato a una mia carissima amica (lei sa che sto parlando proprio di lei) e quella sulle mani di Monna Lisa...
Premetto doverosamente che c'è un piano di lettura di una supposta "leggerezza" della donna in relazione al fatto che sia stata ritratta con i capelli sciolti (giammai per una donna sposata e appartenente a un certo ceto sociale), per il sorriso accennato (enigmatico ma proprio per questo aperto a tutte le interpretazioni) e per le mani stesse (vuote... come se fosse una donna dedita all'ozio).
Ma ce n'è un altro che legge in molti particolari della tela una sorta di omaggio alla maternità: il leggero velo che copre i capelli e le mani, appunto.
Del resto Francesco del Giocondo era rimasto vedovo di una prima moglie che non gli aveva dato eredi, e l'auspicio era che la seconda moglie potesse invece dargliene...
Dunque le mani... raccolte, una sull'altra, il braccio sinistro sul bracciolo della poltrona e la mano destra che si appoggia sulla sinistra... due mani sul bracciolo... Do' mani braciolo... domani avrò un bambino tra le braccia...
Ecco, tesoro, non potendo farti omaggio del quadro (per ovii quanto banali motivi), ti offro il mio pensiero... per me è stato davvero sorprendente e chissà... magari è foriero di altre sorprese...