Ieri sera ho assistito allo spettacolo teatrale "ITIS - Galileo" di e con Marco Paolini.
A parte l'immensa stima che nutro per Paolini attore (ed autore di se stesso) fin dal "Vajont, orazione civile", mai scalfita neppure dalla piccola delusione di non essere riuscita a fargli mettere in scena almeno qualche minuto di omaggio alla mia Cooperativa con suggerimenti tratti dal libro che, a suo tempo, scrissi con un collega.
Già... perchè per festeggiare il nostro primo secolo di vita ho proposto all'Azienda di offrire ai nostri soci e consumatori una serata teatrale e ho fatto in modo che la scelta cadesse su Marco Paolini.
Beh, veramente ho fatto anche in modo che il compito di accoglierlo all'arrivo in teatro fosse affidato a me ;-)
Ma tornando a ieri sera, Paolini non si è smentito.
Sulle posizioni più alte della gradinata c'era un nutrito gruppetto di studenti che hanno calorosamente partecipato alle fasi dello spettacolo con convinte risate, risposte a fior di labbra e applausi convinti.
Forse per qualcuno era la prima volta a teatro, ma sono convinta che tutti ne siano rimasti più che soddisfatti il che, in un'epoca da "grande fratello" apre spiragli di speranza sul livello culturale delle nuove generazioni.
Paolini, per conto suo, ha parlato di storia, teologia, astronomia, filosofia con puntuali citazioni e leggere divagazioni nell'attualità, richiamando collegamenti al presente, vecchi vizi italici e modernità antiche della società civile ed ecclesiale.
Ha proposto le teorie di Platone ed Aristotele, le certezze della fede e la rivoluzione di Copernico, la posizione di Tolomeo e la concezione filosofica di Giordano Bruno richiamando paragoni, non esaltanti, con gli astrologi contemporanei e la loro pochezza culturale.
Molte le citazioni che vorrei aver memorizzato per raccontarvele... Una su tutte l'elegia funebre dedicata a Galileo Galilei (il pisano con il nome uguale al cognome) e presa da Giordano Bruno.
Mi approprio, invece, di parole di Marco Paolini stesso per riassumere il suo lavoro.
Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro. Sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, quattrocento anni dopo la consacrazione dell’universo post-rivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace. Galileo è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà.
Mi è passata per la mente una coincidenza sulla quale si può fare una piccola riflessione: fra un anno esatto il mondo che conosciamo finirà... o almeno così crede qualcuno sulla base di interpretazioni di "certe" profezie.
E' proprio vero... l'uomo è "ancora quello della pietra e della fionda".
A parte l'immensa stima che nutro per Paolini attore (ed autore di se stesso) fin dal "Vajont, orazione civile", mai scalfita neppure dalla piccola delusione di non essere riuscita a fargli mettere in scena almeno qualche minuto di omaggio alla mia Cooperativa con suggerimenti tratti dal libro che, a suo tempo, scrissi con un collega.
Già... perchè per festeggiare il nostro primo secolo di vita ho proposto all'Azienda di offrire ai nostri soci e consumatori una serata teatrale e ho fatto in modo che la scelta cadesse su Marco Paolini.
Beh, veramente ho fatto anche in modo che il compito di accoglierlo all'arrivo in teatro fosse affidato a me ;-)
Ma tornando a ieri sera, Paolini non si è smentito.
Sulle posizioni più alte della gradinata c'era un nutrito gruppetto di studenti che hanno calorosamente partecipato alle fasi dello spettacolo con convinte risate, risposte a fior di labbra e applausi convinti.
Forse per qualcuno era la prima volta a teatro, ma sono convinta che tutti ne siano rimasti più che soddisfatti il che, in un'epoca da "grande fratello" apre spiragli di speranza sul livello culturale delle nuove generazioni.
Paolini, per conto suo, ha parlato di storia, teologia, astronomia, filosofia con puntuali citazioni e leggere divagazioni nell'attualità, richiamando collegamenti al presente, vecchi vizi italici e modernità antiche della società civile ed ecclesiale.
Ha proposto le teorie di Platone ed Aristotele, le certezze della fede e la rivoluzione di Copernico, la posizione di Tolomeo e la concezione filosofica di Giordano Bruno richiamando paragoni, non esaltanti, con gli astrologi contemporanei e la loro pochezza culturale.
Molte le citazioni che vorrei aver memorizzato per raccontarvele... Una su tutte l'elegia funebre dedicata a Galileo Galilei (il pisano con il nome uguale al cognome) e presa da Giordano Bruno.
Mi approprio, invece, di parole di Marco Paolini stesso per riassumere il suo lavoro.
Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro. Sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, quattrocento anni dopo la consacrazione dell’universo post-rivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace. Galileo è usato spesso come simbolo della scienza libera contro la fede integralista, ma in realtà è uno che per campare fa anche oroscopi. Eppure ha la forza di guardare oltre. Per noi è facile irridere le teorie del passato, quando finiscono le teorie fanno sempre ridere. Il problema è che mentre ci sei dentro continui a pensare che non sia teoria, ma spiegazione della realtà.
Mi è passata per la mente una coincidenza sulla quale si può fare una piccola riflessione: fra un anno esatto il mondo che conosciamo finirà... o almeno così crede qualcuno sulla base di interpretazioni di "certe" profezie.
E' proprio vero... l'uomo è "ancora quello della pietra e della fionda".