venerdì 26 giugno 2009

Di pensiero in pensiero...

Stamattina mi sono svegliata con una certa propensione alla "leggerezza".
Ho dato l'avvio proponendo indovinelli di bassa lega a mio figlio durante la colazione e l'ho continuata tentando di avviare una conversazione in "miagolese" con i mici (che mi hanno snobbata). E poi ho acceso il PC...
Non lo faccio ogni mattina, anche perchè certe mattine proprio non ne ho il tempo materiale.
E poi, diciamola tutta, la quantità dei passaggi non comporta la necessità di presenza sul blog. Anzi!
Chi ripassasse da queste parti dopo un'assenza di un anno, noterebbe una certa differenza di gestione (personale) e di fruizione (altrui) del blog che non è solo un calo vertiginoso del numero degli accessi e dei commenti, ma proprio un cambiamento delle persone che vi accedono. Poco male. In realtà il cambiamento è costante nella vita di ciascuno e, se il blog ne deve essere specchio, lo considero positivo. Anche senza scomodare discorsi già fatti sull'uso improprio del termine amicizia.
Anche da parte mia ci sono stati dei cambiamenti di direzione.
E, complice il minor tempo disponibile, una minor frequenza su alcuni blog che pure continuo a sapere degni di attenzione e stima.
Stamattina, dunque, sono passata a far visita a Carlo, il blogger che ci ha fatto conoscere l'Associazione per la Lotta al Neuroblastoma e le sue iniziative.

E ho trovato questo post...

Carlo mi scuserà se me ne approprio... ma desidero condividerlo con le persone che ancora fanno una capatina da me.
Perchè mostrandomi vulnerabile e facile alla commozione davanti a loro, senza paraventi e maschere, come faccio quando parlo della mia Fede o delle piccole cose della mia vita, mi pare di riuscire a dire loro che la persona che trovano nelle mie parole è proprio la persona che sono.
E, come scrive MrX nei suoi post,

BUON TUTTO!

P.S.: dato che oggi la giornata pare volermi sorprendere più del solito, poi ho letto questo altro post... perchè talvolta sorridere è difficile.


P.P.S.: di sorpresa in sorpresa! Ho ricevuto posta... ma era senza mittente. Mi sa che devo sguinzagliarmi...

sabato 20 giugno 2009

Amici per sempre

Un amico è qualcuno al quale istintivamente pensi quando hai bisogno di non essere solo...
Molte persone sono passate nella mia vita e hanno "meritato" la definizione di AMICO.
Alcune si sono fermate per un lungo tratto di strada a condividere sogni, aspettative, delusioni, fasi di crescita e di vita, altre sono presto tornate alla loro condizione di conoscente se non di estraneo, alcune ci sono. Talvolta a prescindere dalla presenza fisica o dai contatti.
La vita è un continuo dover decidere quale strada prendere, e ognuno ha i suoi percorsi, i suoi bivi e le sue fatiche. E l'amico è una sorta di oasi alla quale fermarsi per ritrovare se stessi.
La mia oasi ogni tanto mi appare in sogno.
Può sembrare strano, ma spesse volte, quando mi sento "minacciata" da qualche preoccupazione, il mio amico viene a fare compagnia ai miei sogni.
E' Rufi... il cane con il quale sono cresciuta. L'amico con il quale ho giocato a calcio (era bravissimo) e alla guerra cowboys-indiani, quello che mi stava accanto mentre studiavo (e si è visto affibiare un nome latino "Rufus"), quello che ha leccato le mie lacrime e ha sopportato le mie euforie adolescenziali, quello che saliva orgogliosamente sul sedile del passeggero della mia prima auto anche se invariabilmente finiva che stava male perchè soffriva di mal d'auto.
Mi ricordo quando è arrivato a casa mia.
Io potevo essere in prima o seconda media e avevo giurato che non mi sarei mai più affezionata a un cane, dopo che il precedente, Zoli, era morto.
Quel giorno, al rientro dalla scuola, trovai None Mabile in casa nostra. Seduta sulla cassa nella quale si riponevano le legna per la stufa con un sorriso fanciullesco sul viso.
"Che hai?" - le chiesi.
"Niente... perchè?" - fece lei mentre, lentamente si spostava un po' di lato rivelando cosa ci fosse dietro la sua schiena e, soprattutto, dietro il suo sorriso.

Un cucciolo! Un battufolo con il pelo lungo nero con le punte rosse, le zampette rosse così come la parte finale di una coda lunga e folta, i lati del musetto rossi e nero sul dolce nasetto, che sarebbe diventato depositario di mille e mille baci.
Io mi misi a piangere e dissi "Non lo voglio!"... ma già ero inginocchiata accanto a lui e lo stringevo.
E cominciò la nostra convivenza e la nostra amicizia.
Di lui conservo un paio di brutte fotografie... e un ricordo limpido.
In questi giorni, quando mi saliva la nostalgia per il mio Momore, finivo sempre per piangere per lui. Perchè, dopo quasi 31 anni, mi manca ancora.
E, come ricordo il primo giorno, ricordo l'ultimo...
Non lo avevo salutato perchè ero partita presto di mattina. Lui non stava bene ma io ero incosciente come si è da giovani (anche se avevo già 22 anni) e non mi preoccupavo...
La sera, quando rientrai, la mia nipotina di 4 anni mi disse: "Zia, ho sentito che dicevano che noi non dobbiamo saperlo, ma Rufi è morto".

Giovedì sera... il momento che precede il sonno si vela sempre di nostalgia perchè anche un giorno che volge al termine parla del finito che si oppone al nostro desiderio di infinito. E nella nostalgia si fanno largo le lacrime per il mio Momore e per il mio Rufi. Come se l'uno mi diventasse ancora più caro per il bene dell'altro e io non potessi far altro che piangere la loro perdita. E certo sono consapevole che molte altre perdite hanno scalfito il mio animo e altre se ne aggiungeranno... ma adesso mi mancano loro.
Venerdì a pranzo... i ragazzi sono entrambi altrove e mio marito ed io siamo a tavola da soli. "Stamattina ho avuto tanta nostalgia di Momore", mi fa mio marito...
E oggi è un mese che Momore se n'è andato.

lunedì 15 giugno 2009

Dimmi cosa leggi...

... e capirò chi sei.
Non dice proprio così, il proverbio, ma di certo il senso rimane intatto. E rimarrebbe tale anche se cambiassi un po' la prima parte, oltre che la chiosa finale: dimmi cosa guardi...
Da questi pensieri potrebbe (dovrebbe) nascere una riflessione seria sul famigerato conflitto di interessi, ma non è nelle mie intenzioni avviarla qui.
Molto più semplicemente, la mia personale riflessione è nata dall'ennesima uscita di un arrogante individuo che spadroneggia sull'informazione in Italia, cercando di piegarla non solo ai suoi interessi ma perfino alle sue inversioni di marcia (modo "elegante" di ricordare le innumerevoli smentite non solo di dichiarazioni verbali ma perfino di riprese video che testimoniano il detto e il non detto e le sue manipolazioni) e alle sue paranoie.
Sentire il "suggerimento" di colui che dovrebbe rappresentarci - tutti, anche quelli che non lo hanno votato - ai giovani imprenditori "Non date pubblicità ai pessimisti e catastrofisti", mi ha infatti fatto ripensare ad un'esperienza del passato alla quale (in piccolissima parte) ho l'onore di aver partecipato.

Parlo dell'avventura editoriale del grande Indro Montanelli che, dal 22 marzo 1994 al 12 aprile 1995, ha pubblicato il quotidiano "La Voce".
Un'avventura nata con la finalità di ospitare giornalisti LIBERI e di dar loro sufficiente VOCE perchè la verità dei fatti arrivasse a tutti. Perlomeno a quanti ne erano interessati.
Dopo un anno di vita il giornale dovette chiudere per motivi di carattere economico. Uno, certo non l'unico ma comunque rilevante, fu la "fuga" dei pochi inserzionisti minacciati (qualcuno ricorda da chi? Eventualmente può anche indovinarlo. E' facile facile!) di venire privati di ben altri veicoli promozionali (e non solo) se avessero continuato a collaborare con Montanelli e i suoi (fra i quali Severgnini, Travaglio e Gomez).
Il giornale era, come del resto il suo fondatore, un giornale di destra che non si riconosceva nello stile imposto dall'astro politico nascente.
Nell'ultimo numero, Montanelli scriveva: "Noi volevamo fare, da uomini di destra, il quotidiano di una destra veramente liberale, di una destra che si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori".
Da persona di sinistra, non temo di dichiarare stima a chi se la merita, anche se milita sulla sponda opposta alla mia.
Di certo, se avessi ideali di destra, non mi sentirei rappresentata dai figuri che siedono ora in Parlamento. Men che meno ne prenderei le difese in questioni sulle quali ci sarebbe solo da solo chinare la testa e vergognarsi (per conto loro, che paiono aver smarrito la dignità).
In ogni modo. Conservo ancora quel numero (così come il primo).
Purtroppo molte delle "denunce" sono ancora di sconcertante attualità. A confermare la stima che ho avuto e ho per un grande uomo che dava lustro al mestiere del giornalista, il profetico Indro Montanelli.

mercoledì 10 giugno 2009

Cosa conta

Come mi piace emozionarmi!
Ieri mi è arrivato un SMS che mi confermava che abbiamo il "sostituto"!
Parlo della Mostra alla quale ho già fatto alcuni cenni. Quella che per il suo primo mese di attività aveva ospitato il "Riposo nella fuga in Egitto" di Caravaggio.
Ieri il Curatore della Mostra (il nostro don) ha avuto l'ufficializzazione del prestito di un'opera che degnamente prenderà il posto che per due settimane era rimasto libero.

A Illegio, in questo paesino sconosciuto ai più, ospiteremo il "Salvatori Mundi" di Lorenzo Bernini.
Appena ne ha avuto certezza, mi ha mandato, dunque, un SMS e, subito dopo, una mail con alcune fotografie del capolavoro marmoreo raffigurante il busto di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il motivo per il quale un'immagine di Cristo possa avere "diritto di cittadinanza" in una mostra dedicata ai Vangeli Apocrifi è presto detto: l'immagine umana del Figlio di Dio non viene mai definita nei Vangeli Canonici, così come molti altri dettagli della Sua vita piuttosto che di quella dei suoi Ascendenti.
I capelli cosidetti "alla nazarena", gli occhi magnetici, la barba... sono conoscenze che appartengono alla nostra tradizione e sono colte dalla tradizione ebraica oltre che, appunto, dai Vangeli Apocrifi.
Dopo lo stupore contemplativo delle riproduzioni fotografiche di questa Opera, sono andata a cercarne alcune informazioni...
Con le spalle avvolte da un manto che ha l’effetto del raso, il bellissimo volto incorniciato da fluenti capelli e la mano destra «benedicente», un busto di marmo raffigurante il Signore se ne sta nascosto nell’oscurità di una nicchia. Ricavata nel muro di un piccolo ingresso nel convento di San Sebastiano fuori le Mura, lungo la via Appia antica a Roma.
Così veniva dato conto del ritrovamento del Busto, scomparso alla fine del XVII secolo, ma del quale si aveva conoscenza grazie a un certo numero di studi preparatori e a varie copie.
Successivamente, dopo varie supposizioni e molte ricerche, grazie a fortunate coincidenze, accadute nell’agosto del 2001, alcuni storici dell’arte vi hanno riconosciuto il
Salvator mundi, l’ultima opera di Gian Lorenzo Bernini, il «gran regista del barocco», l’artista “globale” capace di ammonire chiunque con un perentorio: «Non parlatemi di niente di piccolo». Che però «alla fine della sua straordinaria esistenza», scrive Claudio Strinati, specialista del Seicento romano, nonché soprintendente ai Beni artistici e storici di Roma, «chiude la sua parabola in una muta meditazione». Tanto da realizzare «per sua devotione» un bellissimo busto di Cristo considerato affettuosamente dal vecchio artista il suo “Beniamino”.

Indipendentemente dal caso della “paternità”, la storia del Salvator mundi restituisce un’immagine di Gian Lorenzo Bernini inedita, commovente: quella di un uomo potentissimo che ebbe in mano Roma per oltre mezzo secolo, amato, ammirato, vezzeggiato da ben quattro papi, decine di cardinali, addirittura dal Re Sole. E che alla fine della vita volle fare un’unica cosa: scolpire l’immagine di Gesù, il suo Beniamino. Per «sua devotione».
E ora, anche per lo stupore, l'ammirazione e, perchè no?, anche per la devozione di chi vorrà salire fino a Illegio, in Carnia. Per chi pensa che certe cose contino e cerca di poterne godere.

sabato 6 giugno 2009

Pover'uomo!

Nel mentre si stava ipotizzando un incontro romano di amici virtuali, e si propendeva per un luogo sufficientemente capiente quale Piazza San Pietro... mi è ripassato per la mente un episodio.
Era di mercoledì. Più precisamente mercoledì 21 agosto 2002. E pioveva. A dirotto!
Dato che nel precedente mese di luglio mio figlio aveva dovuto rinunciare al programmato viaggio in Canada per la GMG (cause di forza maggiore delle quali ho già raccontato qui), avevamo deciso di partecipare al viaggio a Roma con i ragazzi delle Superiori della Parrocchia in qualità di animatori.
Tra le diverse tappe della settimana romana, seguendo un itinerario formativo che ricalcava le "Orme di Pietro", poteva mancare la partecipazione all'Udienza Generale del Santo Padre? Domanda inutile con risposta scontata: No!

Così quel giorno abbiamo noleggiato un pullman per andare a Castel Gandolfo dove il Pontefice si trovava, come da tradizione, per alcuni giorni.
Arrivati alle mure del Palazzo Pontificio veniamo incollonati verso l'ingresso. Solo che l'ingresso stesso era controllato e vi si accedeva a piccoli gruppetti. Fatto sta che anche il nostro gruppo (eravamo in 37) viene diviso ma, salvo 2 persone, riesce a ricompattarsi nel cortile interno.
Chi erano le 2 persone? Ovvia anche questa risposta: Una ero io.

Ed ero anche infastidita della cosa perchè non ero potuta rimanere con mio figlio che, proprio per le cause di forza maggiore citate all'inizio del post, volevo poter tener sempre d'occhio.
Onestamente quando il Santo Padre è apparso nel cortile, mi sono proprio scordata di ogni altra cosa che non fosse la sua persona e la percezione della vicinanza con lui.
In ogni modo alla fine dell'udienza ci siamo potuti riunire agli altri e, scmabiandoci le impressioni, abbiamo pure tentato il bliz di avvicinarci al Santo Padre (con poca fortuna).
Poi il Papa si è alzato dalla sua poltrona ed è rientrato, non senza aver strappato ancora un applauso ai presenti quando ha sollevato il bastone e lo ha "sventolato" per salutarci ancora una volta.

A quel punto la folla si è avviata verso le uscite. Noi compresi. Ed è successo il fattaccio...
Un addetto alla security mi si para davanti e mi fa: "Di là, signora", indicandomi un'uscita diversa da quella attraverso la quale i ragazzi del mio gruppo stavano passando.
"Senta un po' - gli faccio io con le mani sui fianchi e il mento puntato in su - a me non comanda nemmeno mio marito, figuriamoci lei!"
"Pover'uomo", mi risponde lui accennando un sorrisetto, che io colgo al volo e scoppio a ridere, subito imitata da lui.
"Sa, signora che qui ci sentiamo trasparenti - riprende lui - la gente ci guarda attraverso e ben pochi ci rivolgono la parola. Men che meno ci fanno una battuta. Posso baciarla?"
Insomma, ci siamo intrattenuti un po' a scherzare con lui e poi siamo risaliti sul pullman di ottimo umore. E l'episodio viene ancora ricordato quando qualcuno pretende di farmi fare qualcosa: "Senta un po'..."
Ma, per dirla proprio tutta, nel pomeriggio mi sono resa protagonista di un altro momento degno di Zelig.
Magari lo racconto un'altra volta.

lunedì 1 giugno 2009

Che festeggiamo?

Domani sarà il 2 giugno. Festa della Repubblica.
Vi pare che ci sia ancora qualcosa da festeggiare con orgoglio?
Mentre chi dovrebbe rappresentarci si fa beffe di ogni regola e di ogni comportamento etico...
Mentre i servi e le cortigiane di cui si attornia ci raccontano cose che si differenziano dalle favole solo dal fatto che non hanno nemmeno un'ombra di morale... ma almeno lo fanno per interesse.
Mentre folte schiere anonime rimbalzano le stesse storielle finendo per crederci e, ahi loro, senza nemmeno un interesse.
Mentre la crisi non c'è, forse non c'è mai stata, eppure a noi pare che...
Mentre i giovani si ostinano a fare i bamboccioni, ma anche qualche adulto si reinventa di stare a casa perchè il lavoro...
Mentre, dopo le dentiere, le lacrime di coccodrillo e le promesse, l'Abbruzzo terremotato adesso è sotto assedio. Ma poi avrà il G8 e le crociere per i giovani...
Mentre i rifiuti non sommergono solo Napoli, ma il perenne spot non lo prevede...
Mentre l'Europa e il Mondo nemmeno più si stupiscono di certe inaccettabili anomalie del nostro sistema...
Mentre, dopo l'amico Putin e l'amico W, ora arriva l'amico Gheddaffi...
Mentre scivoliamo in fondo ad ogni classifica, salvo quelle delle quali dovremmo vergognarci...
W la Repubblica!
W la Costituzione!!!

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!