mercoledì 7 novembre 2012
Four more years...
giovedì 11 ottobre 2012
La luna... e noi sulla terra
giovedì 20 settembre 2012
Mia... un po' Mimì e un po' della mia vita
E mi trovo quì ricca ancor di te
dell’umanità che tu, grande, spargi su di me.
Al mondo cosa d’altro c’è
al mondo che somiglia a te
al mondo.
Creatura tu
che pesti il selciato della via
che culli la pelle sulla mia.
Al mondo insieme a te...
Soffrendo insieme a te...
Scoprendo quel che c’è di te...
venerdì 31 agosto 2012
Credo la Chiesa... modesto omaggio al Cardinal Martini
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Era proprio ciò che mi aveva colpito: Nicodemo, uomo della Legge dunque privilegiato e, certamente, in una posizione di prestigio sociale, non aveva abdicato alla salutare esigenza di capire ed era andato a interrogare Gesù Cristo...
Solo per inciso, il giorno che proposi alla Comunità la mia prima lectio divina dal legio del Duomo, i fedeli che vennero ad ascoltarmi furono accolti alla porta da mio mio marito e mio figlio G. che distribuirono una traccia scritta della mia riflessione mentre mio figlio D. suonò per la prima volta in Chiesa la sua chitarra accompagnando le meditazioni con un leggero arpeggio.
Altri tempi... Bei tempi!
domenica 26 agosto 2012
Così è...
lunedì 6 agosto 2012
Il figlio prediletto...
mercoledì 1 agosto 2012
L'amore fa 90
Può essere.
Ma sul significato di questo numero "90" ho le idee molto chiare e parlano senza dubbio di amore (in barba alla cabala, ai proverbi e a qualunque altra spiegazione.
Oggi il mio papà compirebbe 90 anni.
E io ero certa che li avremmo festeggiati assieme perchè non era proprio contemplato che lui se ne potesse andare...
Ogni giorno che passa percepisco che dentro di me le sue impronte sono ben segnate e ne sono oltremodo orgogliosa.
In questi ultimi mesi sto vivendo gli stessi dolori che ha vissuto lui nel corso della sua vita e, nella sofferenza e nella delusione per ciò che non mi sarei mai aspettata, mi pare che non sia senza significato che anche in questa esperienza io ricalchi i suoi passi.
So per certo che l'epilogo non sarà lo stesso perchè il suo vissuto è per me insegnamento e monito... spero invece che anche per me non si affievolisca mai l'amore per quel Dio che ci accomuna e che entrambi abbiamo rischiato di perdere per colpa di certa gente della chiesa.
Ripenso a tanti momenti del passato e alcuni li comprendo solo ora.
Mi vedi, papà?
Approvi quello che faccio?
Sosterresti le mie decisioni?
Come vorrei che tu fossi qui... e nel contempo so che sei vicino.
sabato 28 aprile 2012
Ci sono...
Mi sento perennemente in affanno e il tempo non mi basta più.
In ufficio sono oberata di cose da fare, in casa mi immobilizzo e non riesco a sbrigare tutto quello che dovrei e vorrei.
Il tempo libero non so dove ritagliarlo. O, quantomeno, è un tempo che dedico al riposo e mi rammarico di non riempirlo di cose che mi diano soddisfazione... o almeno che me ne diano l'illusione, visti i risultati del "fare tanto" di un non lontano passato.
Forse è solo colpa dell'età che sto vivendo... capita, no?
Ma io per prima so che devo darmi una mossa.
Per cominciare, ieri sera sono andata alla proiezione di un film dedicato alla mia Terra: "Carnia 1944. un'estate di libertà".
Un lavoro di grande pregio e stimolante di molte riflessioni.
Appena riesco a concentrarmi ne riparlerò.
Per il momento volevo solo dare un segno della mia esistenza in vita e dire che non ho abbandonato il blog.
Anche se le modifiche strutturali non mi piacciono per nulla e non ne vedo l'utilità.
domenica 25 marzo 2012
Per Fakhra Younas
Ma Fakhra era anche una mamma e forse tutti i suoi sogni erano destinati a immaginare un futuro pieno di gioia, amore e benessere per il suo bambino.
E Fakhra era anche una moglie e i suoi sogni erano incubi nei quali non esisteva nè amore, nè rispetto, nè pace.
Fakhra Younas era una donna coraggiosa e decise che voleva viverla, la sua vita, e farla vivere nella migliore condizione anche a suo figlio e, perciò, osò chiedere il divorzio.
Ma l'uomo (e mai parola fu usata peggio) non accettava che qualcosa (non qualcuno... qualcosa) che gli apparteneva potesse sfuggirgli e allora la punì sfigurandola con l'acido che non corrose solo la pelle di Fakhra ma penetrò nella sua anima e continuò a devastarla fino a sabato scorso, dopo 11 anni dal gesto crudelo del marito-padrone-carnefice.
Fakhra Younas è morta... e forse era l'unico modo per cancellare dalla sua mente l'orrore.
Ma ci ha lasciato l'impegno a non dimenticarla.
Perchè lei, piccola ragazza pakistana, è morta anche per la dignità di ogni donna...
mercoledì 14 marzo 2012
Dove devo firmare?
Per parte mia ho trovato discutibile, se non adirittura disgustoso, l'intervento di Francesco Pizzetti, garante della Privacy che ritiene che le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali rappresentano «strappi forti allo Stato di diritto» ... «È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli - ha proseguito -. È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori». «Sentiamo il bisogno di lanciare questo monito - ha aggiunto - anche perché vediamo che è in atto, a ogni livello dell'amministrazione, e specialmente in ambito locale, una spinta al controllo e all'acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno. Un fenomeno che, unito all'amministrazione digitale, a una concezione potenzialmente illimitata dell'open data e all'invocazione della trasparenza declinata come diritto di ogni cittadino di conoscere tutto, può condurre a fenomeni di controllo sociale di dimensioni spaventose».
No! Fammi capire... quello che ha "dimensioni spaventose" è il controllo e non già la disonestà?
Io, dipendente con possibilità di controllo dei miei redditi, dovrei trovare "antidemocratico" che si possa cercare di capire come mai taluni soggetti dichiarino redditi al limite dell'accattonaggio e, nel contempo, abbiano l'attico in centro e la barca in Sardegna?
Io, che pago fino all'ultimo centesimo già "alla fonte" e non mi preoccupo se la parrucchiera mi guarda storto alla richiesta della ricevuta fiscale, dovrei sentirmi preoccupata dalla "spinta al controllo" che finalmente comincio a respirare in questo povero Paese avvilito proprio da coloro che dovrebbero rappresentarmi in seno alle Istituzioni?
Mi spiace, ma ritengo che le dichiarazioni rese dal Garante della Privacy, siano una cantonata. Anzi, sono assolutamente convinta che tutti coloro che non hanno nulla da celare, sono disposti a rinunciare a questo comma della pur importante Legge...
Peraltro, ogni tipo di inchiesta parte da una presunzione.
Perciò se noi estendessimo questo "monito" a tutti gli ambiti della Giustizia, non si potrebbe più indagare nemmeno sulle rapine, sugli omicidi, sugli stupri, sulla pedofilia.... dato che la certezza della colpevolezza non fiorisce come d'incanto a margine del delitto ma va cercata e dimostrata.
E, onestamente, ladri, assassini, stupratori, pedofili e via elencando, rinunciano al diritto nell'attimo stesso in cui ne privano le proprie vittime.
Allora, se qualcuno lanciasse una petizione per chiedere che non vengano frapposti ostacoli alla ricerca di una Giustizia più GIUSTA, eccomi qui.
Dove devo firmare?
giovedì 8 marzo 2012
Solidarietà e donne
Però, cercando su internet, non ne ho trovato traccia... come spesso accade per le cose di nessun impatto mediatico o, peggio, con nessun aggancio alla cronaca nera.
La notizia è questa: una bimba messicana di nome Marifer ha visto in televisione un servizio sulla regione di Cihuahua dove la prolungata mancanza di pioggia ha distrutto i raccolti e ha avuto come conseguenza una devastante carestia che aveva ridotto letteralmente alla fame gli indigeni raramuris.
La piccola, 7 anni appena ma un cuore già adulto, colpita dalle condizioni difficili nelle quali si trovavano altri bambini come lei, ne ha parlato con i suoi compagni di scuola ed ha proposto di rinunciare alla merenda e di mettere i soldi risparmiati in una cassetta posta in ogni aula così da poter raccogliere una sommetta che potesse concorrere a salvare la vita di qualche loro coetaneo.
L'iniziativa ebbe un discreto successo ma, soprattutto, ebbe echi al di fuori delle mura scolastiche così che, alla fine, i bimbi riuscirono a raccogliere denaro sufficiente per comprare 20 tonnellate di latte in polvere, fagioli e acqua che un camion - con a bordo Marifer - potè portare nei paesi in difficoltà.
Ecco... queste sono le donne del futuro che personalmente oso sognare.
Non vallette speranzose di impalmare un calciatore, non begli attaccapanni per vestiti il più succinti possibile, non seni gonfiati e cervelli atrofizzati ma cuori grandi e occhi capaci di vedere il prossimo.
Auguri a tutte le donne.
sabato 3 marzo 2012
Il senso delle parole
Alla fine si è emozionato ed ha emozionato...
E' strano ma certamento non inusuale che ascoltiamo qualcosa, anche più volte, e che ce ne sfugga un senso che vada appena un po' oltre la banalità delle parole.
Stasera, dunque, la vera musica che accompagnava il testo di questa canzone non era fatta di note ma di senso.
E mi è sembrato uno dei modi più dignitosi per ricordare un uomo che ha sparso sui nostri giorni melodie e riflessioni, sentimenti e situazioni di vita, favole tenere e tristi come spesso la vita è.
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c'è una grossa novità,
l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.
Si esce poco la sera compreso quando è festa
e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E si farà l'amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.
Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.
E se quest'anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch'io.
L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando,
è questa la novità...
Fra 2 giorni saranno 10 anni che se n'è andato un mio amico... e io vorrei scrivergli forte per risentirlo meno lontano.
Vorrei raccontargli cose strampalate e ridere della sua domanda "ma come te le inventi?", vorrei che ci fosse quando va tutto bene e quando mi sembra che troppe cose vadano male, vorrei annullare il tempo trascorso per poterlo salutare e vorrei dirgli "grazie" e "scusa"...
Ma non è possibile.
L'unica cosa che posso fare è continuare a ricordarlo.
E dare un senso alla parola Amico.
domenica 26 febbraio 2012
Il tempo
La mamma era (o almeno così la percepivo io) sempre preoccupata e affacendata. Per lei un libro tra le mani era "perdere tempo"; starsene semplicemente sedute al calore del sole o del fuoco secondo le stagioni, era lasciarsi tentare dall'ozio, tremendo vizio cui anche la Chiesa aveva dichiarato guerra; approfittare delle giornate di festa per godersi l'abbraccio del letto oltre l'orario usuale era sprecare l'occasione per fare qualcosa di utile...
Il papà, per contro, pur impegnato a lavorare per garantire alla propria famiglia quanto di meglio poteva permettersi in relazione ai tempi che vivevamo, non dimenticava che l'età infantile (così come più tardi l'adolescenza) aveva le sue esigenze.
"Lasciale stare tranquille - diceva - avranno tempo per essere catturate dalla velocità del consumarsi della vita"...
In effetti il rapporto con il tempo cambia moltissimo nel corso dell'esistenza.
In questo periodo mi rendo conto che, pur avendo drasticamente ridotto il tempo da dedicare ad altro rispetto a ciò che attiene i "doveri", mi pare di non avere mai abbastanza tempo per fare alcunchè e mi chiedo dove lo trovassi quando mi dedicavo a mille impegni.
Ciononostante ho deciso di ritargliarmi lo spazio necessario per seguire un corso proposto dall'AOAF della mia città...
Si tratta di una prima tappa di avvicinamento alla conoscenza delle difficoltà che la malattia oncologica può rappresentare per alcune persone e alla, conseguente, messa a disposizione di quanto si può per contribuire a rendere meno difficile il percorso di superamento delle fasi della malattia.
Non so quanto potrò fare... perchè in realtà lo scoglio per me che ancora lavoro sarà il tempo.
Ma se non ricomincio a muovermi verso gli altri mi pare di rischiare l'atrofia.
Guardate che delicatezza l'illustrazione del volantino che è stato predisposto.
Si tratta di un disegno realizzato da una psicologa della locale ASL.
Mi diceva l'altra sera che è stata, per certi versi, una sorpresa perfino per lei stessa che lo ha fatto.
Lei si è buttata... e lo faccio anche io. Magari anche per me ci saranno sorprese.
Intanto la prima "sorpresa" è stato il sig. Silvano Fiorot che ha portato l'esperienza dell'Associazione che lui stesso ha istituito a San Fior (TV) e che ci ha offerto le sue conoscenze, il suo incontro con la malattia e il suo cuore come basi su cui appoggiarci per dare inizio a questo percorso.
mercoledì 22 febbraio 2012
Sulle tue orme
E' un'occasione che, di anno in anno, ci viene proposta e che noi possiamo accogliere o meno. O perlomeno provarci... con tutte le nostre mancevolezze e piccolezze... ma anche con la sensazione di averne un bisogno vitale.
Stasera il Sacerdote ci ha invitati a tendere il palmo della mano perchè potesse adagiarvi un po' di cenere e poi, ciascuno in silenzio, abbiamo letto le parole che ci aveva preparato su un foglietto.
Sono parole che abbiamo sentito molte volte ma che ogni volta hanno trovato noi diversi e, dunque, hanno assunto significati sempre mutati e semmpre calzanti alle nostre necessità intime.
Eccole... per condividere con voi questo inizio di cammino.
Un po' di cenere sul palmo delle mie mani aperte:
è il segno della mia umiltà.
Conosco il peccato che abita il mio cuore e il mio corpo,
conosco le catene che mi impediscono di crescere.
Oggi, mio Dio, tu mi prendi per mano
e mi inviti ad uscire dal mio grigiore:
"Vieni, metti i tuoi passi sulle mie orme e, se vuoi, camminiamo insieme".
Un po' di cenere sul palmo delle mie mani aperte:
è il segno della mia umanità.
Conosco la mia mancanza di coraggio e le paure nascoste nel profondo.
Conosco la mia inadeguatezza che rende opachi i miei giorni.
Oggi, mio Dio, tu mi prendi per mano
e mi inviti ad uscire dal mio grigiore:
"Vieni, metti i tuoi passi sulle mie orme e, se vuoi, camminiamo insieme".
Un po' di cenere sul palmo delle mie mani aperte:
è il segno della mia decisione.
Lotterò per vincere le tenebre che sono in me,
abbandonerò le cattive abitudini
e ti seguirò sulla strada del Vangelo.
Sì, mio Dio, voglio mettere i miei passi sulle tue orme
e camminare fino alla luce della Pasqua.
(Christine Reinbolt)
domenica 19 febbraio 2012
Le occasioni perse...
E anche quest'anno ci siamo dovuti sorbire nugoli di pseudo-esperti in ogni trasmissione televisiva, ad ogni orario del palinsesto, nella più assoluta indifferenza della tanto sbandierata pluralità.
Quello che più mi ha dato fastidio è il solito, umiliante, "utilizzo" della figura femminile. Con colpevole complicità di una certa tipologia di persona ben rappresentata da una deludente Belen che, dopo averci lasciato intravedere una certa autoironia che lasciava presagire perfino un'intelligenza che un po' ci rimetteva in pace con l'esibizione del corpo anche fuori contesto, ha deluso con la pantomima mutanda-sì, mutanda-no, mutanda-forse ma (immaginiamo) modello Borat...
E sì che si sarebbe potuto parlare di ben altre donne... Di certo di una che meritava una maggiore attenzione. Questa...
Ci considerano proprio così "poco" da propinarci solo la "menata" della farfallina e perdere l'occasione di parlarci di un altro tipo di donna che avrebbe maggior diritto di essere esempio per le future donne italiane rispetto ad una banale comparsa, buona solo per qualche copertina, qualche scalcinato calciatore (o fotografo esperto di gossip), qualche isola e molti scaldalucci il più delle volte preparati a tavolino?
Non lo so... Spero di no!
Intanto mi incanto e mi commuovo quando posso "incontrare" una DONNA dalla vita VERA.
martedì 14 febbraio 2012
La mamma è sempre la mamma...
Per grazia di Dio (e per nostra fortuna, aggiungerei) sta bene sia per quanto riguarda la salute che per quanto concerne il funzionamento del cervello.
Certo tende a ripetersi... ma lo faceva anche da più giovane.
Certo ogni tanto usa termini che non si trovano su nessun vocabolario... ma è una sorta di vezzo che ha sempre avuto.
Certo si lascia prendere dalla malinconia nel guardarsi indietro... ma condivide questo atteggiamento anche con me e dunque non è un segno dell'età.
Certo si lamenta di innumerevoli acciacchi... ma non mi ricordo di tempi nei quali non lo facesse.
Certo vive sola... ma nei paesini la "solitudine" è un concetto sconosciuto perchè se non si fanno visita vicendevolmente lei e le sue amiche-coetanee si telefonano.
Insomma... ci sono molti "certo" ma tutti hanno un antidoto.
In questi giorni ho ripensato a quanto fosse esuberante e scherzosa quando eravamo bimbe, le mie sorelle ed io, ma anche a quante lacrime ha versato lungo il suo cammino.
Quello che mi auguro è che continui a saper godere di quello che c'è.
E, per dare un tocco di leggerezza a questo post, eccovi una "mamma" superspecialissima... io LA ADORO!!!
Grandi i pubblicitari che l'hanno pensata!
domenica 12 febbraio 2012
Le 10 matrioske
Se ne parlava non già come il Decalogo cui fa riferimento il vivere secondo la Legge di Dio, dunque non interpretabile, non adattabile e non personalizzabile, ma come una serie di 10 Matrioske giacchè ogni comandamento contiene in sè tutte le sfacettature che formano la totalità delle regole alle quali assoggettarsi per potersi definire "Fedeli".
Mi è piaciuta questa immagine... e oggi faccio i conti con il terzo Comandamento - Ricordati di santificare le Feste - ben sapendo di infrangere più che la tradizionale frequenza alla Messa domenicale e di lasciarmi condizionare da troppi distinguo...
La ferita di non trovare all'interno della Chiesa l'accoglienza di cui si riempiono la bocca troppi cristiani di facciata...
La delusione derivante dalla constatazione che, anche per i cattolici, valgono le regole dell'APPARESSERE, come invitavo a riflettere i ragazzi che nel tempo ho affiancato al Catechismo...
La pigrizia di lasciar scorrere la giornata ponendo il rapporto con Dio in un angolino dal quale non possa "disturbare" la convinzione di essere nel giusto e, dunque, di non dover fare alcun passo di avvicinamento a persone che, del resto, non riesco altro che a disprezzare...
La stanchezza nel chiedere nonostante sia evidente che non sono capace (o comunque sono convinta di non esserlo) di ottenere...
A questo aggiungo, poi, la paura che questo declino trascini con sè anche mio figlio che condivide con me un disagio provocato da comportamenti discutibili da parte di chi dovrebbe trasmettere il vero significato della Festa e la gioia del ritrovarsi a Mensa...
Sento una costante malinconia e mi pare che stia avanzando una sempre più consistente sensazione di paura.
Credo che mi serva qualcuno con cui confrontarmi per ritrovare la serenità... so che mi serve Qualcuno!
lunedì 6 febbraio 2012
Cum grano salis
Non trascurabile, ma forse - ahimè - trascurato, il senso del detto latino riportato come titolo del post dove il sale non è quello alimentare ma quello "in zucca".
Esilarante, anche se a ben pensarci, precoccupante, l'abuso del sale perpetrato ieri dall'ineffabile sindaco di Roma...
Dopo aver trascorso la giornata di sabato ad aggiustare il tiro sparacchiando non già sulla croce rossa (cosa che usavano fare nella Prima Repubblica) ma sulla Protezione Civile.
Ora - nell'evidenza che tale formula è nata nella mia Terra (con la paternità dell'on.Giuseppe Zamberletti) in conseguenza del grande coinvolgimento popolare che ha suscitato la corale risposta di migliaia di volontari all'emergenza determinata dal Terremoto del 1976 - tanto più mi indignava vedere questo omuncolo rimpiangere il "compagno di merende" Bertolaso e piagnucolare davanti a tutte le telecamere disponibili che Gabrielli aveva abbandonato Roma al suo crudele destino dopo aver barato sulla comunicazione preventiva delle proporzioni del immane tragedia che, sottoforma di fiocchi bianchi, si sarebbe abattuta sulla Capitale.
Peccato davvero che l'iperattivismo di Bertolaso non si esplicasse solo all'interno della P.C.
Ma, si sa...
La vacje da code sporcje a mene la code par sporcjia chès'atas...
Per chi non sa il friulano: la mucca con la coda sporca (di letame) la muove per insozzare anche le altre...
mercoledì 1 febbraio 2012
Scaduto!
Ma mi indispone oltre misura la litania annuale del "Vi ricordiamo che il 31 gennaio scade l'abbonamento..." soprattutto per l'uso, nella frase, del termine "canone".
Infatti la tassa (e che altro è?) che paghiamo non è un canone di abbonamento. Tant'è che viene pretesa anche a chi eventualmente non guardasse i canali RAI.
Non solo.
Viene richiesta anche ai negozi che hanno installato un apparecchio televisivo ad uso esclusivo della video-sorveglianza interna.
E spunta, in quel caso, il termine "tassa sull'apparecchio".
Secondo me, infatti, l'unica tassa che dovrebbe essere richiesta è l'IVA che viene già pagata al momento dell'acquisto.
Dunque, perchè non trovano una maniera altra di spillarci anche questi 112 euro?
E, in ogni modo, perchè non trovano anche un modo alternativo di pagamento rispetto al bollettino che deve arrivare per posta e, se arriva in ritardo, ti obbliga a pagare uuna sovratassa sulla quale l'utente non ha dolo?
Insomma, cara mamma RAI, prima di raggiungere il non lontano traguardo di scontentare tutti gli utenti, perchè non operi un'azione di ripensamento sulla tua identità e sul rapporto con coloro che ti mantengono?
Magari coinvolgendo nella riflessione anche il ruolo ben poco svolto di "servizio pubblico"?
In difetto mi sa che non fanno altro che confermare che i veri SCADUTI... sono loro!
domenica 29 gennaio 2012
... e anche io, per quello che vale, NON CI STO!
Ovviamente i vari TG danno conto dell'unanime cordoglio... e io proprio non ci sto!
Mi fanno salire una nausea incoercibile le facce di circostanza e l'ipocrisia dei politici che ne lodano il ricordo e fingono di dimenticare che il Presidente ha sempre chiarissimamente dichiarato da che parte stava e a chi dava la propria stima (e a chi il proprio consapevole disprezzo).
Un uomo d'altri tempi.
Non solo per le posizioni politiche ma anche, forse soprattutto, per la moralità della vita personale.
affiancato dalla figlia Marianna sulla quale mai si è potuto levare il benchè minimo refolo di pettegolezzo.
Mi immagino la lacerazione del suo animo su tanti momenti storici dei quali è stato protagonista (è a sua firma ultima condanna a morte in Italia, seppure in tempo di guerra).
Per il basso livello al quale ci hanno scagliati a suon di illegalità, irresponsabilità e immoralità.
Da parte mia la massima stima a Marianna Scalfaro per la decisione di fare del saluto al proprio padre (alla cura del quale, morta la mamma, ha davvero consacrato la sua intera vita) un fatto privato.
Ci eviteremo, così, dell'ennesima dimostrazione di faccia tosta da parte dei soliti ducettini con codazzo di accondiscendenti soldatini...
venerdì 27 gennaio 2012
Per ricordare...
Credo fermamente che sia nostro dovere non dimenticare ciò che è stato e sentire la responsabilità di farsene portavoce per le giovani generazioni e per chi preferisce lasciarsi il passato dietro le spalle.
Guai a chi lo fa!
Su quali fondamenta si potrebbe mai costruuire un futuro se non lo si poggia sulla consapevolezza di ciò che la Storia insegna?
Dunque l'articolo parlava del ritrovamento di 32 fogli illustrati, opera di un internato nel campo di concentramento di Auschwitz che nascose il suo "fumetto" in una bottiglia perchè arrivasse fino a noi.
Non è l'unico caso così come sono numerose le opere letterarie che ci ripropongono l'orrore dell'Olocausto perchè non diventiamo smemorati davanti ad un'atrocità che poco ha di umano e, pur tuttavia, è opera dell'uomo.
Uso le parole finali dell'articolo per fare il mio personale omaggio alla Giornata della Memoria:
... la carta a disposizione non era molta, ma la voglia di raccontare tanta: l´esperienza della «rampa degli ebrei», ossia il capolinea dove i deportati arrivano in massa per essere subito divisi in sommersi e salvati, i vecchi e i bambini da una parte, gli uomini e le donne abili al lavoro dall´altra; la «casa della morte», ove si raffigurano i cadaveri trasferiti al forno crematorio, mentre una SS, in primo piano, inganna il tempo fumando una sigaretta; la condanna reiterata del comportamento dei Kapò e la brutale dimostrazione del loro dominio. Uno di questi è colto nell´atto di gettare in una pozzanghera un prigioniero e, in un altro riquadro, si vede ricompensato con del cibo speciale, mentre sullo sfondo i detenuti sono in fila per ritirare la zuppa di sempre. E ancora: il momento della selezione che separava i sani dai malati, una scena di tortura in cui un ebreo è legato attorno un palo e frustato sotto lo sguardo vigile delle SS; il vagone piombato, i prigionieri scheletrici avviati ai forni.
Non è solo la coincidenza topografica, ossia la contiguità del campo di Birkenau a quello di Auschwitz che fa pensare a Se questo è un uomo di Primo Levi. Le immagini sembrano le ideali quanto pertinenti illustrazioni di quel libro, e in una prossima edizione andrebbero pubblicate insieme perché riproducono una serie di scene e di momenti della vita quotidiana nei campi di sterminio che abbiamo già potuto leggere nelle pagine dello scrittore torinese.
Questi disegni sono riusciti a oltrepassare il filo spinato da cui hanno avuto origine per giungere misteriosamente sino a noi e sono la testimonianza di una vittoria della vita sulla morte, dell´ingegno umano sull´abisso delle coscienze, pezzi di carta, fragili e ingialliti dal tempo, che hanno saputo sopravvivere alle fiamme dell´inferno dei viventi.
venerdì 20 gennaio 2012
Così è la vita
Mi aspettavo che mi piacesse e, soprattutto in certe pagine di grande poesia, mi è piaciuto.
E oggi me lo sono sfogliato per catturarne qualche frase sparsa prima di riporlo e ho lasciato che rompesse gli argini delle lacrime.
Oggi sono 8 anni che ho detto addio al mio adorato papà... e mi manca sempre con la stessa intensità.
Ringrazio il Signore di esserci stata al suo ultimo respiro e ancor più lo ringrazio per avergli fatto la grazia della pace anticipata agli ultimi momenti così che noi che gli eravamo accanto abbiamo capito che era tempo che lo lasciassimo andare... serenamente...
Ho avuto due giorni di affanno perchè, tanto per non lasciare che mi faccia prendere dall'assuefazione alla tranquillità, mio figlio ha pensato bene di cadere in palestra, procurarsi un trauma al cocige e (poteva mancare?) un lieve trauma cranico, svenire platealmente e farsi ricoverare in Pronto Soccorso dove lo hanno tenuto in osservazione fino a mezzogiorno di oggi. Poi, senza nemmeno passare per casa, una corsa all'ospedale di Gemona per una visita programmata.
Così il pensiero costante del mio papà ha fatto compagnia a due stati d'animo con i quali convivo quotidianamente: il timore che qualcosa possa cambiare (nella consapevolezza della provvisorietà che siamo costretti a vivere) e la speranza che qualcosa possa cambiare (nella Fede che talvolta i miracoli accadono).
Sono giorni dall'apparenza normale e dal significato speciale.
Così è la vita...
domenica 8 gennaio 2012
Populista anzichenò
Perchè parrebbe che in Italia faccia rima con onesta. Per lo meno con rispettosa delle legge. Tutte! Comprese quelle fiscali.
Pago tutte le tasse dovute. Compresa quella di proprietà di apparecchio televisivo che, erroneamente, la Rai continua a "spacciare" come canone salvo poi esigerla anche dai locali pubblici che usano l'apparecchio esclusivamente a fini di controllo interno.
Pagavo l'ICI e pagherò l'IMU perchè, comunque, se mi viene richiesta significa che sono una fortunata... o forse no.
Ecco. Un dubbio si affaccia spesso alla mia mente. Soprattutto quando mi guardo attorno e vedo persone che, secondo logica aritmetica, vivrebbero sopra le proprie possibilità. Ma la matematica è una scienza dimostrabile e, quindi, la variabile non è la posizione degli addendi ma la loro esposizione.
E la mia è ufficiale e controllabile.
Infatti in casa abbiamo 2 automobile abbastanza datate (e scassate) e facciamo i conti prima di ogni operazione, ordinaria e straordinaria.
Sul guardaroba stenderei un velo pietoso e così pure sulla dotazione di accessori e di gioielli (ha ha ha).
A Cortina d'Ampezzo, pur distante appena 106 km, ci sono andata solo perchè sede dell'Ospedale Codivilla-Putti e, di certo, se mi sono fermata a bere un caffè, ho optato per un bar lontano dal Corso frequentato dai cosidetti VIP.
Quegli stessi personaggi che in questi giorni tuonano contro i controlli della GdF che, presumibilmente, li hanno offesi nella loro integrità morale.
Che dire?
Mi sono impegnata a non scrivere volgarità su questo mio spazio e, dunque, devo trattenermi.
Credo, però, possa bastare una parola: Vergogna!
Ma quelli del mio livello, i cittadini "normali", quando si ribelleranno a questo stato di cose?
Quando impareremo che c'è un interesse superiore a quello personale e che ci riguarda tutti?
Quando torneremo ad essere ogogliosi del nostro paese?
E allora, se mi date della "populista" non mi offendo... anzi VI RINGRAZIO.
martedì 3 gennaio 2012
Mandi Eccellenza
Allora lui era l'Arcivescovo in carica e io ero andata ad assistere ad un incontro con lui sui temi della Fede con i miei 2 figli ancora bambini.
Quando ci siamo avvicinati, uno ad uno, a salutarlo personalmente lui si è schernito del titolo con il quale lo avevo salutato e io lo avevo indotto al sorriso (che peraltro aveva sempre pronto sulla bocca, nella voce e negli occhi) dicendogli "Eminenza mi sembra prematuro".
Ora che non c'è più, qualcuno racconta perchè non ottenne mai quel titolo che pure, a mio modesto parere, meritava per spessore spirituale e culturale.
Ed è un tassello che si unisce a confermare e rafforzare la stima che gli portavo e l'affetto che d'istinto si era conquistato.
Una sola volta lo avevo contestato, ma spero che ne abbia compreso le motivazioni che nulla avevano a che fare con la sua persona alla quale, pur nella durezza delle mie ragioni, avevo confermato un amore quasi filiale.
Ripensare a lui è richiamare alla mente momenti importanti del mio cammino di Fede, dei tanti ostacoli che la vita frappone lungo il percorso, delle difficoltà di mantenere la rotta tra le insidie di incontri e scontri del comune cammino.
La prima volta che lo incontrai ero una sciocca ragazzina diciasettenne, sempre pronta a contestare il potere costituito ma lui fece breccia nella mia mente e scese nel mio cuore con la dolcezza del tono, la proprietà delle parole e la difficoltà di essere considerato "un friulano" di un popolo che non a caso è stato definito "Il popolo duro".
Ad una sua frase più che friulana friulaneggiante, mio papà gli disse "Benedet di un furlanàt" (benedetto furlanaccio...) e provocò scalpore in chi non sa andare oltre il suono delle parole e arrivare al significato. Ma lui sorrise e mi prese sottobraccio nel breve tragitto fra la Chiesa e la Canonica del mio paese.
Poi vennero i giorni duri del terremoto del 1976 e il nostro Vescul Fredo si rivelò in tutta la sua carica di amore per la nostra gente.
"Prima le fabbriche, poi le case e poi le chiese", disse.
Una frase che ancora oggi non riuscirebbe a fiorire su molte bocche. E infatti le contestazioni si manifestarono soprattutto nel suo ambiente mentre la gente lo adottò definitivamente a Guida.
Anche sul fronte culturale si impegnò senza risorse e fu al fianco di quella che oramai era la "sua gente" per chiedere ed ottenere che anche Udine avesse la sua Università, consapevole che solo la conoscenza può aiutare un popolo ad avere cognizione di sè e, dunque, a non estinguersi (come titolò una delle sue lettere al popolo di Dio "Par un popul che nol vueli sparî").
E continuò a portare la Parola di Dio con dolcezza fino a pochi giorni prima di salire alla Casa del Padre...
Quanti sorrisi ci ha strappato con certe sue frasi che erano diventate suo biglietto da visita. Soprattutto quelle rivolte ai "Giovani!, nei vostri occhi vedo la luce del terzo millennio"... e davanti ai quali "Mi arde cuore di Vescovo"...
In questo momento la risento nel saluto al nostro amato Monsignor Franco: "Franco, di nome e di fatto"... e posso usare il titolo che Le appartiene con certezza di giusta assegnazione:
Grazie Eccellenza.
Per ciò che è stato e per ciò che ha rappresentato.
Per la disponibilità, per l'amore, per la profezia, per la Fede e anche per alcune fragilità.
Oggi il Suo Friuli La saluta così:
Mandi, vescul Fredo, che il Signor ti vebi in glorie cun duji i pastors de nestre Glesie.
Zbogom, nadskof Alfredo, pocivaj v Gospodovem miru z vsemi pastirji nase Cerkve.
Lieber Erzbischof Alfredo, moge dich Gott in seine Herrlichkeit zusammen mit allen Pastoren unserer Kirche aufnehmen.
Requiem aeternam dona ei, Domine...
domenica 1 gennaio 2012
Anno nuovo...
Non è stato granchè questo 2011 ma, anche se mi ha inferto ferite difficilissime da rimarginare, mi ha lasciata viva, pronta a combattere per difendere le mie ragioni e, forse, perfino migliore.
Di certo ha spazzato via molte illusioni, ha fatto luce su molte conoscenze tutto sommato superficiali e ha chiarito la consistenza di moltre pseudo-amicizie.
Il mio proposito per l'anno neonato è di continuare a dire ciò che penso e di rifiutare senza indugio ogni forma di ipocrisia.
Poi pagherò le conseguenze ma lo farò nella consapevolezza che non ho barato.
Ieri sera mi sono recata in Chiesa a cantare il Te Deum Laudamus.
E' un momento che amo vivere calata nella tradizione della nostra Chiesa cattolica. La variazione è stata che non l'ho cantato nel nostro Duomo ma nella Chiesa del quartiere dove vivo e dove ho trovato rifugio per continuare a sentirmi appartenente a questa religione che ho scelto. Talvolta anche con sofferenza per le divisioni all'interno della mia famiglia di origine.
Ringrazio il mio Signore e mi stringo a Lui nella certezza che non ne rimarrò delusa.
La delusione può provenire solo dagli uomini. Anzi, solo da un certo tipo di persone di cui evito di parlare anche per rispetto di me stessa.
Il mio piccolo bilancio evidenzia un credito certo nei confronti di molte situazioni ma non mi interessa che venga estinto. Ho già molto più di quanto hanno coloro che vivono di conteggi sulla convenienza di ogni gesto che compiono.
Dunque, per oggi, bando alle tristezze.
Mi lascerò coinvolgere solo da ciò che ha vero significato, mi dedicherò all'essenziale, sorriderò per le piccole cose e cercherò di spendere meglio anche le lacrime.
Buon 2012 a tutti.
STAIT ATÊNZ…
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…