domenica 10 novembre 2013

Pregiudizi... e contrappunti

Ho dei pregiudizi!
Lo so... ma non me ne dolgo perchè molto spesso trovo conferma alle mie convinzioni.
L'ignoranza, per esempio.
Sono convinta senza bisogno di riprove che l'ignoranza sia una condizione nella quale germogliano le peggiori espressioni umane.
Oggi ho avuto due occasioni di ripensarci. Entrambe riconducibili ad una precisa situazione storica: il nazismo (e la brutta copia che ne è stata fatta dal becero fascismo mussoliniano).

Stamattina il Santo Padre ha aggiunto (a braccio, si dice) un accenno ad un anniversario di cui non ci si dovrebbe dimenticare:
“Ricorre oggi il settantacinquesimo anniversario della cosiddetta ‘Notte dei cristalli': le violenze della notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 contro gli ebrei, le sinagoghe, le abitazioni, i negozi segnarono un triste passo verso la tragedia della Shoah”... e mi sono ripassate davanti agli occhi le immagini cinematografiche che ci hanno raccontato quella barbarie.
Ho provato la stessa incredulità di sempre ripensando alla inciviltà che abitava, in abbinamento ad una crudeltà che non può trovare giustificazione nemmeno nell'abusata scusa "Obbedivamo ad ordini superiori...", gli animi dei rozzi nazisti che oltre alla vita cercavano di eliminare anche la Storia, la civiltà e la cultura di un Popolo che avevano assurto a nemico da sterminare...


E' di questi giorni, poi, la notizia del ritrovamento di ben 1500 capolavori che costituiscono il cosiddetto "tesoro di Hitler", vale a dire opere d'arte rubate dai nazisti che, evidentemente conoscendo i loschi figuri che costituivano le gerarchie naziste, in considerazione del loro credersi le truppe oramai perdute perchè presumibilmente distrutte, davano sfogo agli istinti di soprav vivenza e all'egoismo.

Per fortuna a tanta bassezza fa da contrappunto la grandezza di un Papa che non smette mai di essere una magnifica sorpresa, come Uomo e come Pastore, e la simbolica restituzione a tutta l'Umanità di un grande patrimonio artistico.

In questi tempi, in questo Paese, abbiamo bisogno di contrappunti!

lunedì 30 settembre 2013

C'è un'Italia...

... e ci sono tanti Italiani che, talvolta semplicemente cercando di non farsi sopraffare, tal'altra dovendo proprio lottarci, operano a adispetto della disastrosa situazione generale nella quale il Paese pare sempre in procinto di soccombere.
Ieri ne ho visto i frutti... e sono una consolazione.
Ieri, in un classico Paesino di montagna dove. fortunatamente, l'essenziale ha ancora un senso, si sono festeggiati i 10 anni di presenza di una ztrfuttura di accoglienza per persone in difficoltà: il Centro "don Onelio", sede carnica della Comunità Piergiorgio onlus.
La giornata, dunque, è stata di festeggiamento, di memoria e di ringraziamento.
Festeggiamento di una "prima tappa", come ha detto la direttrice del Centro chiedendo a tutti i presenti "non lasciateci!"
Memoria si un vero e proprio "profeta", capace di dare l'avvio ad un'opera imponenete proprio nel momento di maggiore difficoltà personale, colpito lui stesso da sclerosi multipla che gli imprigiona il corpo nella paralisi propressiva ma non diminuisce la sua capacità di sognare un futuro migliore per tutti.
Un profeta capace di scuotere la coscienza delle persone che lo hanno conosciuto e di imprimere nel loro cuore il segni dell'amore che si realizza solo donandosi.
Ringraziamento alla Comunità di Caneva che, nella semplicità del quotidiano, ha accolto gli ospiti della Casa don Onelio e si è fatta loro "prossimo" e fratello nella Fede.
Giornate così sono una benedizione... e sono felice di averla vissuta con queste persone, con questi amici.


domenica 15 settembre 2013

Un po' l'uno, un po' l'altro

Due fratelli. 
Il primo, forse succube del luogo comune del fratello maggiore, si comporta come i genitori si aspettano: giudizioso, collaborativo, disponibile...
Il secondo si comporta da fratello minore: amicone, giocherellone, presumibilmente affettuoso ma forse superficiale...
Indipendentemente dalla "posizione" nella scaletta di ingresso nel nucleo familiare, credo che tutti siamo stati un po' l'uno, un po' l'altro. Anche i figli unici.
C'è un'età nella quale siamo stati molto concentrati su noi stessi e sui nostri diritti. Chi non avrebbe voluto avere tutto ciò che gli "spettava" per goderselo da giovane invece che aspettare, magari dovendo adattarsi a qualche rinuncia, un futuro non ben posizionabile?
In tutte le età, invece, abbiamo sentito di essere trascurati e abbiamo provato il morso della gelosia per l'amore che vedevamo riversare su un fratello o, comunque, un'altra persona che, nella nostra percezione, era dunque complice di un furto che noi subivamo e del quale dovevamo anche essere testimoni.
Questi sono i pensieri ispirati dal Vangelo odierno, quello famosissimo del "Figlio prodigo"... che poi quale bimbo capiva che significava 'sto prodigo?
Bene ha fatto la Chiesa a cominciare a definire questa Parabola con un altro nome: Parabola del Padre Misericordioso.
E proprio il Padre riesce a rendere accettabili i difetti di entrambi i figli, mettendoli entrambi sullo stesso piano. Un piano di assoluta uguaglianza, quello dell'Amore.
Il Padre non manifesta nè il dolore per il comportamento del figlio che manifesta le sue pretese e, ottenuto ciò che voleva, se ne va nè la delusione davanti alla durezza dell'altro figlio che gli rinfaccia la sua obbedienza rivelando lo sfondo egoistico del suo rimanere.
Egli si alza, per entrambi, e va loro incontro ai due figli di cui aspettava il ritorno, non importa da quanto lontano, guardando fuori dalla finestra... e fuori da se stesso.
Questo Padre è Dio... un padre con la tenerezza di una madre. E questo, soprattutto ora che abbiamo un Pastore che ce lo ripete spesso, Francesco, rende molte cose più accettabili.


Oggi il Santo Padre nella preghiera dell'Angelus ha usato un termine "gioiosa" e, ancora una volta, mi ha sorpresa perchè avevo appena raccontato ad una mia nuova amica un episodio che amo ricordare.
Quando i miei figli erano piccoli avevamo l'abitudine di andare ogni sera alla Santa Messa.
Questa cosa aveva fatto sì che le (poche) persone che la frequentavano si fossero molto affezionate loro e avessero preso a voler bene anche a me. In conseguenza del bel clima che respiravamo durante questo appuntamento quotidiano ci fermavamo spesso a chiacchierare sul Sagrato, raccontandoci episodi della quotidianità e ridendo e sorridendo assieme.
Un giorno una delle signore che formavano il gruppo, una dolcissima signora di nome Eufemia, mi disse: "Ti capiterà certamente che qualcuno, con l'intento di offenderti, ti darà della matta perchè sei sempre pronta a sorridere. Non ascoltarli. Tu non sei matta, sei gioiosa."
Cara Eufemia! Quanto mi sono aggrappata a queste parole quando davvero qualcuno mi ha ferita con questo giudizio....

sabato 31 agosto 2013

Buon giorno!

Per me, oggi, la giornata inizia nel modo più bello che potessi sognare con questa notizia:
Papa Paolo VI sarà beato! La consulta della Congregazione dei santi ha approvato lo scorso 10 dicembre. La beatificazione si prevede avvenga a conclusione dell’anno della fede.
Un grande desiderio che trova compimento... Dio sia lodato!
Sarò certamente in Piazza San Pietro il giorno della Beatificazione... 

Da qualche tempo avevo in borsetta un foglietto, oramai spiegazzato, con la "Preghiera per la Glorificazione di Paolo VI" ma forse bastava il desiderio del cuore.

lunedì 19 agosto 2013

40...

... e vederli tutti come un film che si vorrebbe riavvolgere per poter rivivere momenti, incontri, emozioni!
Beh, si vedono anche sulla spolverata di grigio fra i capelli e sui visi segnati dal tempo. Almeno per chi tempo ne ha avuto e ne ha ancora.
Eccoci qua! Siamo noi... le 4 figlie di Meni da Moke...




Il 19 agosto 1973 è stata una giornata estremamente significativa, articolata su sentimenti contrastanti: la gioia per la prima sorella che si sposava, il timore che nel nostro nucleo familare si verificasse una frattura che avrebbe sovvertito l'ordine conosciuto e scardinato le mie sicurezze, l'emozione di una vita che sarebbe arrivata di lì a qualche mese e la consapevoilezza che la mia, la nostra, vita correva veloce e era utopia pensare di tratterere il tempo.
Oggi, riguardandomi alle spalle, non posso che prendere atto che la vita è una sorpresa, non sempre positiva, e che non possiamo far altro c he accogliere tutto ciò che ci accade...
Ed eccoci, 40 anni dopo.... giorno più, giorno meno. Io e quella vita che aspettavamo quel giorno speciale e che per me è una delle persone che amo maggiormente al mondo.



Si capisce quale sono nella prima foto?
Certo ero solo una diciasettenne senza troppe qualità da spendere per la mia riconoscibilità... eppure oggi mi guardo con un occhio più mbenevolo di allora. Forse riesco anche a volermi bene...

giovedì 15 agosto 2013

Da fons de me anime...

La figura di Maria di Nazareth mi affascina sempre di più... sarà per l'evidenza delle differenze che ci sono (ahimè) tra le nostre due personalità.
Lo considero un ideale ma riconosco la personale difficoltà non dico a raggiungerla ma, quantomeno, ad avvicinarmicisi... ma ci lavoro ugualmente.
Questa ragazzina dovrebbe essere il modello di ogni giovane donna ma certamente la società non spinge in quella direzione.
Noi donne adulte dovremmo, però, non smettere mai di additarne i gesti - semplici e grandiosi - che hanno connotato la Sua vita e, da 2000 anni, celebrano la grandezza delle donne!

C'è un canto liturgico in friulano che riecheggia le parole dell'incontro con Elisabetta che amo particolrmente... eccole.
 

Da fons de me anime.
Da fons de mê anime o gjolt, o esulti,
il miôr de mê musiche a Diu lu cjanti,
che ancje se picule s'impense di me:
da fons de mê anime o cjanti al gran Re!


O jeri tant puare e mi à preferide,
parceche plui libare in cûr mi à cjatade
par chest ogni anime mi benedirà:
o jeri tant puare e Diu mi cjalà.


Il plen di superbie Idiu lu savolte,
il grant in te storie da l'alt lu dismonte,
ma il debul al sacie di ogni bontât:
il plen di supierbie al sbasse il so cjâf.


Gno popul consoliti, che no ti bandone,
che lui di difinditi ti à fat la promesse;
la fuarce dai debui a reste in Jahvè:
gno popul consoliti, che Diu l'è cun te!



Dal profondo dell’ anima gioisco ed esulto,
il meglio della mia musica a Dio io canto,
che anche se sono piccola si ricorda di me:
dal fondo dell’ anima io canto al Gran Re!
Io ero tanto povera e Lui mi ha preferita,
perché dal cuor libero Lui mi ha trovata
per questo ogni anima mi benedirà:
io ero tanto povera e Dio mi guargò.
Il pieno di superbia Iddio lo stravolge,
il grande nella storia Lui lo sconvolge,
ma il debole lo sazia di ogni bontà:
il pieno di superbia abbassa il suo capo!
Mio popolo consolati ché non ti abbandona,
perché di difenderti ha fatto promessa;
la forza dei deboli resta in Jahvé:
mio popolo consolati, che Dio è con te!

giovedì 1 agosto 2013

I ricordi... e i rimpianti

Oggi è una di quelle giornate nelle quali i ricordi prendono il sopravvento.
Oggi è il compleanno del mio papà... anzi, "popà".
Lui apparteneva ad una generazione per la quale l'essenzialità della vita di vestiva, troppo spesso, di privazioni.
La sua pià grande aspirazione era la famiglia, sia quella dalla quale proveniva e nella quale aveva avuto poco cibo materiale ma una grande ricchezza di sentimenti, che quella che aveva costituito e che ha sempre cercato di preservare dalle influenze esterne per cercare di farne l'ideale che cullava nel cuore e che, purtroppo, era decisamente difficile da realizzare.
La sua più grande ricchezza era la Fede, e io voglio credere di aver ereditato da lui il imio desiderio del Signore....
Questi giorni, per una serie di combinazioni, ho ripreso in mano album di nozze datati e ho ritrovato visi tanto amati, primo fra tutti quello del mio papà.
 

Chissà se è una fortuna che si vivano i giorni della vita non pienamente consapevoli?
Forse, se invece lo fossimo, non godremmo di alcun  presente aspettando, ora con ansia ora con paura, un futuro che mai si lascia afferrare e, invece, ci precede costantemente.
In questo mio presente il mio papà mi è vicino... e gli dico tutto ciò che non gli ho detto in altri tempi, forse perchè alcuni pensieri non erano nemmeno germogliati dentro di me.

domenica 28 luglio 2013

Lacrime dolci

... essere davanti al televisore e piangere perchè, attraverso questo strumento a volte colpevolizzato, possiamo vivere un momento dolcissimo con le immagini della GMG di Rio, con questi giovani che hanno una Fede più matura di troppi adulti, con questo Papa che è un a benedizione che il Signore ci ha mandato...
"Francesco - sta gridando un giornalista che non trattiene il canto del suo spirito - Dio ti benedica!"
Sono emozionata e sono felice di esserlo perchè avrei considerato una vera disgrazia farmi "spegnere" dalle cattiverie ricevute o da persone che stanno tradendo la vocazione che hanno ricevuto.
Sto ripercorrendo la GMG del 2005, l'unica alla quale ho partecipato (e pure quella quasi fuori tempo massimo)...
Sto ripercorrendo le mie giornate e le cose che ho perso...
E non vorrei che questo povero blog trascurato facesse parte dell'elenco di ciò che ho abbandonato.
Un bacio ai miei amici che ancora passano di qui...

domenica 24 marzo 2013

La tenerezza e la fragilità...

Stiamo vivendo un evento storico e, soprattutto, un evento di grande impatto emotivo sul quale vorrei saper scrivere. Le immagini dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Santo Padre Francesco e il suo predecessore Benedetto XVI di sabato ne sono state compendio indimenticabile.
Oggi ho letto un articolo che, dicendo mmeglio di quanto saprei fare io ciò che più mi ha colpita, mi ha commossa... voglio condividerlo con chi passa a leggere.

Due uomini in bianco inginocchiati davanti a una Madonna Nera: è la prima e forse ultima immagine indelebile di qualcosa che il mondo non aveva neppure osato pensare possibile.


Ed è l’immagine indelebile della successione fra successori viventi di Pietro. Nella pace e nella serenità di una storia che sta finendo e di un’altra appena cominciata senza scismi, traumi, sferragliare di spade, lotte di re e imperatori, abbiamo assistito al passaggio umano, non formale, fra un vecchio ex Papa in vita e uno nuovo. Alla resurrezione di un potere spirituale che i fedeli credono trascendente, ma che ieri si è incarnato in quelle due figure tanto diverse e tanto identiche.
Come sempre e come tutto quello che vediamo e ascoltiamo da quell’undici febbraio scorso quando Benedetto XVI restituì il commissum, l’impegno che il Conclave gli aveva assegnato, ci si deve affidare alle immagini per capire l’enormità di quanto il popolo dei cristiani cattolici, e il resto del mondo con loro, sta vivendo. Nella mancanza di un lessico adeguato, di parole che raccontino questa storia che non ha spartito né storiografia, va letto ogni gesto, anche il più minuto, perché si carica di significati. Racconta dettagli che divengono enormi e nuovi nella impossibilità di raffrontarli a esperienze già vissute o viste, “terra incognita” nella quale anche i due grandi vecchi in bianco si sono addentrati ieri per la prima volta insieme.



Deve essere allora la suggestione di quella parola «tenerezza », che Papa Francesco ha ormai indelebilmente associato al proprio pontificato come un sigillo, ma proprio questo era il sentimento che prendeva vedendo la figura ormai eterea, di candela consunta, di Joseph Raztinger muovere passi da bambino, verso lo stesso elicottero che lo aveva portato dal Vaticano a Castel Gandolfo, poggiato all’ormai indispensabile bastone. Quel bastone che aveva orgogliosamente respinto nei suoi ultimi passi eretti e svelti da Papa prima di decollare da Roma, che molto dovettero essergli costati.
Non erano certamente superbia né freddezza, ma una fragilità che abbiamo visto aggravata anche nelle appena due settimane dall’arrivo al Castello, la sua incapacità di piegarsi per ricambiare l’abbraccio e il bacio del successore.
Bergoglio si è dovuto sporgere verso di lui, come il figlio che va a trovare il padre stanco in casa di riposo e sa che ogni movimento sembra poterlo spezzare, ogni momento insieme può essere l’ultimo. Si dovevano osservare le mani dei due, quelle robuste e forse un filo gonfie dell’argentino e quelle magrissime del tedesco, prima sulle spalle, poi sulle braccia poi intrecciate insieme, a lungo, strette oltre il cerimoniale, con l’anello cardinalizio del Vescovo emerito di Roma che brillava al posto dell’anello del pescatore.


Un groviglio di malinconia affettuosa, mentre Ratzinger ripeteva con i suoi aliti di voce fioca, quell’ormai classico «krazie, krazie, krazie» al Vescovo di Roma in carica, a Francesco, che comincerà l’incontro di quasi due ore dando del «lei» al predecessore e lo finirà con il «tu».
Come tra “fratelli”.
Il diverso modo di comunicare con il mondo dei due, quella loro “radicale convergenza”, come l’ha riassunta la rivista dei Gesuiti,
Civiltà Cattolica,
avrebbe poi trovato nella preghiera dentro la cappella privata del palazzo papale, di fronte alla riproduzione della Madonna Nera di Czestochowa voluta da Pio XI, la manifestazione più delicata e insieme simbolica. Nella cappella, i cerimonieri avevano preparato la poltrona e l’inginocchiatoio per il Papa, solo imperiosamente di fronte all’altare e all’immagine, che se l’avesse usata avrebbe lasciato il non più Papa alle sue spalle. Ma Francesco l’ha rifiutata, come ha respinto anche l’invito di Ratzinger a entrare per primo nel banco, per mostrarsi “fratello”, per mettersi spalle a spalle con l’altro. Francesco dalle larghe spalle sotto la mozzetta riservata al Papa in carica, Benedetto non più tale stretto nel “lupetto” imbottito bianco, per proteggere le proprie spallucce da quell’aria sempre un po’ gelida che permane dentro i castelli a fine primavera.
La transizione delle chiavi di Pietro è avvenuta in quella sequenza, sotto lo sguardo di una Madonna che non aveva, neppure Lei, mai visto niente di simile.
Il figlio era diventato il padre e il padre suo figlio, soli, dopo che l’arcivescovo Georg Gänswein, nella funzione di reverendissimo sacrestano per loro, aveva chiuso i battenti della porta della cappella, e assicurato i fermi perché non si spalancasse per caso sulla loro devozione. Ci piacerebbe sapere per cosa abbiano pregato, il Papa e il non Papa, quali intenzioni, e paure, e miracoli abbiano chiesto, come vorremmo sapere che cosa c’è dentro quel cofanetto bianco che Ratzinger ha consegnato a Francesco e che era stato messo, ostentatamente, sul tavolino fra di loro, perché lo vedessimo.
Non c’era alcuna necessità di mostrare quello scatolone, che senza il bianco pontificale non sarebbe stato molto diverso da un qualsiasi box per traslochi o da quei cartoni che gli angeli cacciati dai falsi paradisi di Wall Street si portavano via, con i rottami delle loro vite dentro. Ma anche questo oggetto, piantato fra l’ex Papa, seduto sulla poltrona dura a schiena alta e rigida per supportarlo meglio, e il nuovo Papa, più comodo su un divanetto imbottito, sporto in avanti, a gambe larghe, come in una conversazione qualsiasi fra amici, raccontava la volontà di una transizione umanissima, quasi burocratica, fra l’amministratore delegato dallo Spirito Santo e dai cardinali al successore, che con quella brutta contabilità dovrà, ora, vedersela lui. Pregando molto la Madonna che ha regalato al padre malato prima di salutarlo, la Vergine dell’Umilità. Un’altra di quelle intuizioni che stanno già rendendo Francesco amatissimo, e la più difficile, l’umiltà del potere.
Da La Repubblica del 24/03/2013.

domenica 17 marzo 2013

Relicti sunt duo, misera et misericordia.

Oggi la parola "misericordia" è stata centrale.
In primo luogo nella Liturgia domenicale che ha proposto l'episodio dell'adultera che, accusata dai "benpensanti" del suo tempo, viene trascinata davanti a Gesù per diventare pretesto per condannare Lui...
Racconta l'Evangelista (Giovanni, in questo caso) che Gesù prende a scrivere per terra e non dobbiamo faticare ad immaginare un terreno sabbioso e polveroso sul quale nessuno scritto può rimanere impresso a lungo, compreso l'elenco dei peccati della donna.
E se il vento si porta via la sabbia e le parole tracciate da Cristo, una sana introspezione spazza via l'arrogante saccdenza degli accusatori che, uno alla volta, lasciano la scena (come dice Sant'Agostino) alla "misera" e alla "misericordia".
Anche il Santo Padre ha posto al centro della sua breve ma intensa e comprensibilissima omelia la misericordia, sottolineando nella recita del suo primo Angelus la figura di un Cristo che non si stanca mai di usarla verso di noi.
Del resto Papa Francesco ha già lasciato intendere che la misericordia, la pietà, l'amore per l'Uomo saranno centrali nel suo Ministero per tutta la sua durata.



Ogni gesto di questo Papa è una sorpresa dolce e piacevole.
Ogni sua parola risveglia emozione e simpatia.
Credo che sarà un dono preziosissimo per ciascun Uomo e per la Chiesa.
Dio lo benedica e lo ricolmi di bene per quello che è intenzionato a fare.
Non sappiamo quanto realizzerà... ma sappiamo di certo che dopo di lui niente sarà più come prima.

mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam...


La quinta votazione ha dato l'esito che tutto il Mondo, soprattutto quello di Fede Cattolica, aspettava: Habemus Papam.

Adesso aspettiamo che si apra il balcone della Basilica di San Pietro e venga pronunciata la formula:
« Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum.....(nome)....
,

Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem....(cognome).....,
qui sibi nomen imposuit.......»

Io spero che scelga il nome che ho nel cuore e sarà bello lasciarsi portare dall'emozione.

Chiunque sia, comunque si presenti, da ovunque arrivi, siamo pronti ad amarlo.

Evviva il Santo Padre!!!

...


« Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum, dominum
Georgium Marium,

Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Bergoglio,
qui sibi nomen imposuit Franciscum»


Ecco il Santo Padre.
Stasera ci ha chiesto preghiere e silenzio e ci ha (quasi) sorpresi, come le nostre stesse lacrime.
Sembra timido e riservato. Dicono si comporti come una persona "normale".
In rete gira la foto sopra...
Cose che fanno ben sperare!!!


Donatella

Appena sotto il post dedicato ad alcune donne che, per quanto mi riguarda, eleggo ad esempio da guardare (chè seguirlo non è da tutte), voglio dedicare un ricordo ad una donna speciale che manca da 10 anni.
Lei, Donatella, lavorava nella mia stessa Azienda e aveva un paio di anni meno di me. Eppure, quando parlavamo delle nostre fatiche - di lavoratrici, di donne, di mamme...- lei mi chiamava "frute", bambina. E non stonava questa parola perchè lei era molto materna, pacata senza essere noiosa, matura senza aver perso lo scintillio della spensieratezza negli occhi, comprensiva e capace di ascoltare.
Lavorava a un centinaio di metri da casa sua ma, talvolta, faceva trasferte di lavoro.
Dieci anni fa era, appunto, di servizio nella zona di Mestre per l'apertura di 3 nuovi Supermercati.
Il 12 marzo era rientrata a casa perchè aveva dovuto portare dei documenti in Sede. Così la mattina del 13, di buon ora, era ripartita per arrivare a Mestre prima dei nuovi colleghi che stava affiancando nell'allestimento dei negozi.
Come non è inusuale che accada, c'era molta nebbia quella mattina...
In tarda mattinata mi telefonarono in ufficio per dirmi che c'era stato un maxi tamponamento nel quale erano rimasti intrappolati alcuni mezzi aziendali. Di tutti si aveva avuto notizia fuorchè di lei. Ma lei non aveva il cellulare e quindi poteva anche essere impossibilitata a dare sue notizie.
"Come possiamo fare?", mi chiesero.
"Ci penso io. Poi ti faccio sapere".
Cominciai così una serie di telefonate alle forze dell'ordine che, di ufficio in ufficio, di postazione in postazione, mi portarono a ricevere la notizia che non volevo sentire.
"Lei sa per caso quando è nata la sua collega?"
"Credo sia del '58"
"9 gennaio 1959"
"Oh mio Dio! Perchè sa la data?"
Clic... misi giù la cornetta per non ascoltare ma loro mi richiamarono.
"Signora, dobbiamo dirglielo oramai. E dobbiamo chiederle di recarsi in casa della sua collega per controllare se sono stati avvertiti"
Entrammo così, i colleghi, la Cooperativa ed io, in una bolla soffocante fatta di ricordi, rimpianti, sensi di colpa, nostalgia, dolore... 
Ma ora ne parliamo sempre con serenità e sappiamo che ciò che abbiamo condiviso non si è dissolto e rimarrà sempre dentro di noi.
Ciao Donatella... sei sempre nel mio cuore.
 

venerdì 8 marzo 2013

Donne...

Le democristiane Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio; le socialiste Bianca Bianchi e Angelina Merlin; le comuniste Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi; Ottavia Penna del Fronte dell'uomo qualunque e Bastianina Musu Martini del Partito d'Azione... 22 nomi di donne, molte delle quali pressochè sconosciute ai più.
Rappresentano praticamente tutto l'associazionismo femminile che, ricostruito dopo lo scioglimento imposto dal fascismo o di nuova costituzione, all'indomani della Liberazione s'impegnò nei Comitati pro-voto, specialmente le due principali aggregazioni, il Centro italiano femminile (Cif) e l'Unione Donne Italiane (Udi), eredi dell'allargata partecipazione femminile all'antifascismo e alla Resistenza, il primo delle cattoliche e il secondo delle socialiste e comuniste.
Queste donne, ad esclusione dell'ultima citata che morì prima di poterlo fare, s'impegnarono nel sociale e seguirono attentamente il processo costitutivo, la stesura della Costituzione. 
Come vorrei che anche nel presente ci si occupasse di donne così...
E anche di uomini della stessa tipologia morale.
Ma viviamo tempi nei quali regna lo sfascismo che spesso nasconde un anelito di fascismo che inquieta.
E abbiamo un bel dirci "se non ora quando?"... se poi all'atto pratico così tante donne si adagiano ad una condizione di assoluta mancanza di dignità, accogliendo ben volentieri il pagamento del loro accettare la loro stessa mercificazione.

Auguri a tutte le donne!!!

Aggiornamento del 12.03.2013
E' morta Teresa Mattei, una delle "Donne della Costituzione".
Era la più giovane ed era l'unica ancora in vita.
La sua vita è un inno alla libertà e alla consapevolezza di sè.
Una volta disse «La cosa più importante della nostra vita è scegliere da che parte stare».
Avrebbe molto da insegnare ancora oggi. Ma forse rischierebbe di subire le stesse offese che ricevette Rita Levi Montalcini in Senato.
Donne!, forse dovremmo essere noi a dare una scossa a questo Paese!!!

mercoledì 27 febbraio 2013

If...

Gli aggiornamenti sulla difficile (e pericolosa) situazione politica italiana mi fanno venire in mente tutta una serie di "se".
Non si tratta, come ho anche ascoltato in questi giorni, di dietrologia: Se le primarie le avesse vinte Renzi!, Se fossimo andati al voto a fine 2011 invece di appoggiare il Governo Tecnico!, Se non ci fosse così tanta gente con la memoria corta....
Si tratta, invece, di semplici considerazioni fatte sulla base del vissuto, mio e di ciascuna persona.
Se stai cercando lavoro è ipotizzabile che tu voglia lavorare!
Se intraprendi un percorso scolastico è prevedibile che tu voglia concluderlo!
Se decidi di sposarti è auspicabile che tu pensi che sarà per tutta la vita!
Se dai alla luce un figlio è normale che te ne occupi!
Se, per venire al dunque, ti candidi per entrare a far parte delle Istituzioni Governative è normale che, una volta eletto, tu governi!
Facile, no?
Invece, in questo Paese sempre in bilico tra la ricchezza del Passato e la mediocrità del Presente pare non ci possa essere un Futuro "normale".
Personalmente non punterei molto sulla capacità di "normalità" di Grillo.
Spero almeno che i suoi sostenitori e i candidati del suo Movimento sappiano rendersi liberi dalla zavorra delle urla e dei proclami distruttivi del loro leader e del suo guru e si rivelino interessati al Bene comune come hanno fatto credere ai propri elettori.

E adesso basta parlare di cose così imbarazzanti, se non umilianti, come questa anti-politica che si rivela già meschina al pari della politica tradizionale...

Adesso voglio concludere con un altro "Se".
La bellissima "Lettera ad un figlio" di Rudyard Kipling, l'autore di "Il libro della giungla".

Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te
la stan perdendo e te ne attribuiscono la colpa,
se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
ed essere indulgente verso chi ti dubita;
se sai aspettare e non stancartene,
e mantenerti retto se la calunnia ti circonda
e non odiare se sei odiato,
senza tuttavia apparire troppo buono né parlare troppo da saggio;
se sai sognare senza abbandonarti ai sogni;
se riesci a pensare senza perderti nei pensieri,
se sai affrontare il Successo e la Sconfitta
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto
distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui;
se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita,
distrutte e riesci a resistere ed a ricostruirle con strumenti logori;
se sai fare un fascio di tutte le tue fortune
e giocarlo in un colpo solo a testa e croce
e sai perdere e ricominciare da capo
senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi muscoli
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere finchè non vi sia altro in te
oltreché la volontà che dice loro: "Resistete!";
se riesci a parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà,
o ad avvicinare i potenti senza perdere il tuo normale atteggiamento,
se nè i nemici né gli amici troppo premurosi possono ferirti,
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo;
se riesci a riempire l'inesorabile minuto
dando valore ad ogni istante che passa:
il mondo e tutto ciò che è in esso sarà tuo,
e, quel che conta di più, tu sarai un Uomo, figlio mio!


domenica 24 febbraio 2013

Tra galantuomini...

... basta una stretta di mano.
Mi è piaciuta l'immagine di due uomini di grande dignità come Benedetto XVI e Giorgio Napolitano che, incontrandosi, si sono accostati l'uno all'altro nella piena libertà dai luoghi comuni e dalle convenzioni e si sono riconosciuti affetto e rispetto l'un l'altro semplicemente stringendosi la mano...
Rimpiangeremo uomini così, consapevoli di quanto siano rari.



E oggi dobbiamo recarci alle urne per definire quale volto, e quali qualità, avranno le nostre Istituzioni.
Il panorama è avvilente!
Non ne parlo, non saprei quali parole usare senza scendere nel turpiloquio.
Io voto Bersani... In questo nostro Paese così ricco di passato e miserabile di presente, lo ritengo il futuro più dignitoso possibile. Certo non sarà un futuro immediatamente roseo. Ma almeno questa parte politica non ci ha presentato un futuro da paese dei balocchi di collodiana memoria nè l'isolamento da un mondo che ci circonda e con il quale non possiamo non fare i conti nè lo sfascio più totale della Democrazia per mano di manipoli di dilettanti al grido di "tutti a casa" che fa scena ma non risolve alcun problema...
Quanto agli aspetti più personali non è un gran periodo.
Non vi tedio con discorsi sullo sconforto o sulla stanchezza che pervade ogni gesto e ogni pensiero.
Oggi sono tornata!
Vi ringrazio della presenza e mi impegno a mettermi in pari e a tornare ad essere rintracciabile...
Buona giornata!

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

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Ma certo che NO!!!