giovedì 28 ottobre 2010

Quasi-romanzo felino: il fascino dell'imprevisto

Per certi versi il Regno pareva fuori controllo.
Certo tutto seguiva i soliti ritmi e la vita scorreva come un placido fiume la cui superficie conosceva ben poche increspature.
Ma, ad un occhio attento, non sfuggiva la mancanza di un vero punto di riferimento che servisse da collante della comunità e da punto d'equilibrio fra le diverse personalità esistenti.
Un grande Saggio che avesse la coraggiosa intelligenza di starsene fuori dalle quotidiane scaramucce e l'autorevolezza per imporsi all'occorrenza.
Nessuno lo diceva esplicitamente, anche perchè dirlo avrebbe significato riacutizzare un dolore che non si era mai affievolito e riaccendere la nostalgia per un tempo che non poteva essere più... ma Scodacjut aveva lasciato un vuoto incolmabile.
I quattro abitanti di MomoreLand continuarono per lunghi giorni a stare di vedetta alla finestra sperando che il loro Re potesse far ritorno a casa... ma così non fu.
Talvolta il passaggio di qualche viandante con la chioma candida faceva loro sobbalzare il cuore, ma poi dovevano rassegnarsi che quel bianco fosse solo un'illusione ottica o un piccolo scherzo del sole che amava trarre riflessi luminosi da ciò che i suoi raggi incontravano.
La notte, poi, quando gli umani ponevano delle barriere tra loro e l'esterno, essi si stringevano tutti alla mamma umana e talvolta incontravano Scodacjut nei sogni...
Un giorno avvenne qualcosa che sovvertì il tranquillo tran-tran... Una cosettina rotonda e morbida sgusciò fra i piedi degli umani e si avventò su di loro emettendo dei buffi suoni acuti.
I nostri 4 eroi non sapevano come comportarsi. Esplorarono il cosettino con i loro nasini e ne ebbero una buona impressione. Meno positiva fu l'intraprendenza con la quale il piccoletto (chè di un cucciolo della loro stessa razza si trattava) si accomodò nelle loro ceste e si servì dalle loro ciotole.
Gli umani, da parte loro, se lo passavano di braccio in braccio guadagnandosi qualche non nascosta occhiataccia, soprattutto da parte dei 3 più vecchi abitanti della piccola Comune.
I quali, peraltro, non avevano dimenticato l'illusione d'amore con la quale aveva accolto a zampe aperte l'arrivo del più giovane Jodie.
I giorni passavano e il piccoletto usciva ed entrava a suo piacere... ma i 4 cominciarono a percepire che aveva qualche problemino di "tenuta", per così dire.
Anche gli umani se ne accorsero e si consultarono l'un l'altro sul da farsi.
Convennero, e i 4 mici convennero a loro volta, che si dovesse dare un taglio alla frequentazione con l'esterno da parte del piccino e che fosse il caso di sottoporlo a un piccolo controllo che garantisse l'assenza di problemi, tanto per lui che per loro 4, per la convivenza.
Anche stavolta, però, non tutte le possibilità furono prese in considerazione...
E la variabile - di non poco conto - fu rivelata da Giovanni: Ma che bella signorina!
Signorina???
O cielo!... E adesso?
Vabbè... oramai è dei nostri.


giovedì 21 ottobre 2010

Ancora indovinelli?

Perchè no?
Cambiando completamente argomento, però.
Oggi vi chiedo:
Vedendo che tipo di biancheria ho caricato sullo stendino, cosa vi viene da pensare?

Sento i circuiti cerebrali che si impegnano al massimo... Che dite? Seeee. Magari!!!
Non è proprio quello il motivo...
Però.
Però può essere che la "famiglia" cresca...

Intanto vi racconto gli argomenti trattati ieri a pranzo, ripresi a cena e perfezionati nel dopo cena.
Sarà stato il fatto che i ragazzi erano a Padova per la laurea di un amico e noi vecchietti, da soli, siamo un po' meno frizzanti.


A pranzo
L: Sta arrivando il freddo...
S: Mmmmmmm
L: pensavo alla micia e al piccolino. Oltre alla cesta dovremmo dar loro anche un riparo dall'aria.
S: Ci pensavo pure io. Ma non ho avuto nessuna idea applicabile.
L: C'è quella sezione di tronco riciclata in fioriera. Meglio che niente.
S: No. Quella sta bene dove sta.

A cena
L: Ci ho pensato ancora... E se costruissimo un'altra casetta per i mici esterni.
S: Potrebbe essere.
L: (Qui è il caso di insistere... Mi sa che quel piccoletto fuori lo ha conquistato) Che dici? La costruiamo sabato?
S: Cominciamo... Ci vorrà più di una giornata.
L: Dobbiamo vedere se abbiamo il materiale o se la facciamo diversa dall'altra.
S: Vabbè... Non c'è fretta. Adesso lasciamo cenare in pace.

Dopo cena
S. Ti va di scendere a vedere del materiale per la casetta, allora.
L: Adesso?
S: Ma sì. Così vediamo cosa manca.
L: Mmmmmmm
...
L: Ma!!! (nel bel mezzo del garage "troneggia" una casettina di legno alla quale manca solo la base e la copertura impermeabile) Quando l'hai costruita?
S: (ridacchiando soddisfatto) Tra ieri e oggi. Domani la rifinisco... ma credo che il piccolo ci starà poco dentro.
L: Perchè?
S: Ce lo prendiamo in casa appena smette di allattarlo...

Insomma. Se uno pensa una cosa, l'altra sta già formulando lo stesso pensiero... Da buoni carnici poche smancerie ma la certezza della presenza dell'altro.
Ecco, raGATTE.
La famiglia sta per crescere.
Oggi il piccoletto è stato portato in casa per le prime annusate dai suoi fratelloni... E torniamo a 5!

mercoledì 20 ottobre 2010

Altro che enigmistica!

Ci sono tutti gli elementi per proporre un facile gioco enigmistico di "cambio vocali"... ma stavolta purtroppo non c'è nulla su cui scherzare.
Parlo del ragazzo romano che ha ucciso (Questo è! Anche se i giornalisti continuano a dire "ha colpito") un'infermiera romena alla stazione della metropolitana romana dell'Anagnina.
Parlo della tardiva pietà sul luogo del terribile fatto. Pietà assente nei minuti immediatamente successivi all'aggressione.
Ma soprattutto parlo dell'amaro in bocca che mi hanno provocato le immagini televisive delle "manifestazioni di solidarietà" a colui che (comunque la si pensi... per fatalità, per ignorante arroganza, per reazione ad una provocazione, per predisposizione...) ha colpito un altro essere umano provocandone la morte. Una morte che pesa totalmente sulle sue spalle, non essendo riusciti nel gioco di prestigio di scaricarne una parte di responsabilità sui sanitari che hanno preso in cura la vittima.
Parlo del Paese che siamo diventati. Un Paese che si scandalizza davanti a ben pochi episodi e si assuefà a nefandezze sempre più angoscianti.
Ieri sera ci ho pensato molto... Ho pensato a come reagirei se miei figli facessero parte del gruppo degli amici inneggianti al colpevole. Non è facile immedesimarmi, tanto sono certa di ciò che alberga nell'animo dei miei ragazzi. Però so che non accetterei uno sprezzo della legge - umana e non - così evidente da parte loro.
Sarebbe un peso troppo grande da sopportare per il genitore che cerco di essere e per i miei sforzi di avvicinarmi alla persona ideale che costantemente ho davanti agli occhi del cuore... o della coscienza.
Credo che se qualcuno, nell'intento di offendermi, mi darà della bacchettona, dovrò ringraziarlo.
Sì! Sono orgogliosa di ispirare questo giudizio. E non mi interessa se nella quotidianità certe rigidità caratteriali diventano zavorre che impediscono alleanze strategiche e rapporti convenienti...
Non mi sento penalizzata da certe posizioni che sono (nel migliore dei casi) ben poco politically correct.E se a questo giudizio viene accostato anche quello di bigotta ne sono doppiamente felice. E, a riprova della mia costante aderenza all'aspetto morale, anche da un punto di vista religioso, di ogni momento della vita, l'espressione ghignante del ragazzo sotto il cappuccio mi ha fatto ripensare a questa immagine...

Ma, appunto, sono solo "escursioni" che la mente compie senza che la "parte critica" la segua.
Poi ci si riflette e si torna obiettivi.
Nessuno di noi è esente a una parte negativa e una parte positiva della propria personalità... Alcune cose potranno essere mediate in autonomia, per altre serviranno dei parametri di valutazione.
Nella Società civile il miglior parametro a nostra disposizione è la Giustizia... quella "uguale per tutti"...
E qui si può aprire un altro capitolo di riflessione sulla situazione del nostro Paese.

domenica 17 ottobre 2010

La pagina bianca

Stasera davvero l'idea di una pagina "bianca" è un suggerimento di pulizia.
Non ne possiamo più della pornografia televisiva dove probabilmente un film hard sarebbe molto più "pulito" di tante pseudo arene/salotti televisivi a rimestare nel fangoso substrato di questa povera e triste umanità.
Non ne possiamo più delle barbare D'Urso (dove per barbare intendiamo proprio lo stile della persona e non certo il nome proprio) e di tutti gli psudo studiosi che ci spiegano il significato di ogni postura del corpo, ogni inflessione della voce, ogni guizzo anche solo di vita nello sguardo di chichessia a denunciare colpevolezze e nefandezze varie.
Non ne possiamo più di tutta questo finto dolore che produce falsamente mesti cortei a visitare indifferentemente cimiteri, abitazioni di vittime o case di carnefici.
Non ne possiamo più di immaginare famiglie riunite attorno alla tavola che non si parlano (se non per zittirsi l'un l'altro) perchè altrimenti si perdono frammenti di questo orrido puzzle che è la cronaca.
Fortunatamente da noi è nevicato...
Che bello il bianco.
Ma quanto poco dura...

Per fortuna qui, appena fuori dalla porta, c'è una meraviglia grigia che con estrema fiducia si lascia coccolare da ceste imbottite, coperte calde, pappe abbondanti e, piano piano, carezze al pancino.












E la "pagina bianca" di questa nuova vita è già una storia meravigliosa, assoluta come l'eternità, incantevole come l'universo, stupefacente come un miracolo.


mercoledì 13 ottobre 2010

Un po' di enigmistica

In questo Paese nel quale molte cose mi paiono misteriose o quantomeno strane e di difficile comprensione, mi viene di proporvi un gioco di emigmistica: il Cambio.
Questo gioco, in enigmistica, rappresenta l'insieme degli schemi in cui, per modificare una parola in un'altra, viene cambiata una lettera. Non si parla mai di un cambio, ma se ne specifica la natura in ragione del tipo di lettera cambiata o della sua posizione. Si possono così avere:
  • il cambio di consonante (la lettera cambiata si trova in mezzo alla parola);
  • il cambio di vocale (la lettera si trova in mezzo alla parola);
  • il cambio di lettera (la lettera si trova nel mezzo della parola e se consonante viene cambiata in vocale o viceversa);
  • il cambio d'iniziale (la lettera si trova all'inizio della parola);
  • il cambio di finale (la lettera si trova alla fine della parola).
Ma, sapendo che sicuramente voi, miei cari 10 piccoli indiani, siete dei portenti nella soluzione dei giochi, un po' ve lo complico e un po' ve lo facilito.
Complicazione: le parole sono 2 ma una sola è interessata dal cambio;
facilitazione: non vi scrivo le parole di partenza ma ve le "mostro" insieme con l'immagine di suggerimento per la parola finale.

Allora, per gradi...
Primo passaggio: suggerimento visivo.

Secondo passaggio: l'aggettivo.
Dicesi di persona che assume comportamenti che la Società considera (o dovrebbe considerare) insensati.

Ed ecco qua!
Senza terzo indizio, Mamit ha indicato la soluzione del "cambio":
il serbo idiota Vs il servo idiota

lunedì 11 ottobre 2010

L'inappetente

La sua biografia lo presenta come una mente quotatissima e racconta di un esaltante corso di studi che lo vedeva protagonista di una sorta di sfida con se stesso a chi raggiungeva il risultato più prestigioso.
Ciò che vedo di lui è una persona certamente dotata di qualità intelletive ma altamente predisposta a scivoloni di stile davvero elementare.
Adesso giustifica i tagli alla cultura con un banalissimo: la cultura non dà da mangiare. Frase che in queste ore si appresta a smentire dimostrando di avere oramai il DNA impregnato di papi's style.
Qualche dubbio sul suo discernimento, comunque, mi sorge dall'evidenza del suo essere l'uomo-cuscinetto tra i 2b del Governo...
Ovviamente la cultura non si mangia e in poche occasioni dà da mangiare. E certamente si pasteggia meglio sull'intrallazzo, sulla politica e, perfino, sull'illegalità.
Ma dipende anche dalla fame.
Ci interessano solo la pancia piena e ogni istinto animale appagato o vogliamo dar ragione del nostro essere "animali pensanti"?
Quand'ero bambina, nei miei paesi non era inusuale conoscere persone analfabete. Una delle mie nonne lo era e anche alcuni dei miei zii materni... Forse proprio nel confronto con i suoi fratelli e le sue sorelle non scolarizzati, la mamma ci raccontava sempre che quando eravamo piccine pregava di avere la soddisfazione che imparassimo a leggere... Poi, quando facevamo perdere le nostre "tracce" perchè ci nascondevamo in soffita a leggere e non davamo segni della nostra presenza per ore, nei lunghi pomeriggi estivi soprattutto, si arrabbiava e urlava: "Devo aver pregato troppo".
La cultura, altro rispetto all'istruzione, è una ricchezza che ciascuno prepara per se stesso ma che emana beneficio anche all'esterno.
La cultura - fatta di curiosità, creatività, senso critico, coinvolgimento personale, conoscenza del tempo e dello spazio che ci è dato di vivere, amore (commozione, a volte) nei riguardi di chi ci ha preceduto sul cammino della conoscenza e ci ha lasciato dei "segnali" perchè postessimo avanzare nella nostra personale ricerca, capacità di legare avvenimenti e loro conseguenze, umiltà per capire i nostri limiti e tenacia per cercare di superarli, insegnamento e sprone e molti altri aspetti dei quali, talvolta, non siamo neppure consapevoli - non si mangia ma fa vivere.

Perchè quello che mangiamo è destinato a trasormarsi... e alcune facce ne danno un anticipo.

Quello che sappiamo qualifica quello che siamo...

Buon appetito!

giovedì 7 ottobre 2010

La morale è sempre quella...

... fai merenda con girella.
Così cantavano in un vecchio spot pubblicitario che i meno acerbi dei lettori del blog possono ricordare.
E con una "morale" si concludevano, molto pedagogicamente, le favole di Esopo (IV secolo a.C.), di Fedro (I secolo d.C.) e dei maggiori narratori per bambini di ogni epoca e latitudine.
Certamente contenevano un insegnamento morale i racconti allegorici di Cristo che tutti conosciamo come "parabole".
Innegabilmente contenevano l'accenno ad un senso morale e una tensione al bene i racconti che ciascuno di noi ha ascoltato dalle labbra dei propri nonni e dei "vecchi" in generale.
E tutti ne siamo consapevole e, sposando o no l'insegnamento, lo riconosciamo e lo percepiamo come "giusto".
Finora...
Un po' mi inquieta il pensiero di quanta confusione possa, invece, esserci nella testa dei piccoli al riguardo.
Favole narrate temo ne ascoltino ben poche.
Il racconto delle vite dei santi mi sa che è passato di moda.
Indicare gli adulti di casa come modello di riferimento risulta, non poche volte, un terreno insidioso.
Cosa rimane?
Rimarrebbe la Chiesa...
Personalmente, però, non vorrei che i suoi reggenti stilassero classifiche di moralità e amoralità dimenticandosi dell'umanità.
Forse mi è sfuggito il passaggio, ma non ricordo che nella Bibbia, Antico o Nuovo Testamento che sia, si diano parametri limitativi all'accoglienza della vita. Nè che si indichi alcuna "visione riduzionistica della vita insita nelle procedure di fecondazione artificiale, nelle quali l’essere umano si traduce da soggetto a oggetto”.
Mi sta bene la critica e il confronto, ma sul campo, sotto la bandiera dell'Etica, non si dimentichi di schierare l'Amore.
Certo la scienza non deve diventare il luogo dell'obbrobrio, ma, nella misura in cui è al servizio dell'Uomo, non deve nemmeno essere additata come "cattiva maestra".
Chè di quelli ne abbiamo già tanti, anche senza scomodare Popper.
Mi piace ricordare le parole di Paolo VI dopo aver assistito allo sbarco dell'uomo sulla luna (associando questo ricordo all'atmosfera catastrofistica che aveva accompagnato, in taluni ambienti, questa conquista):
Ciascuno vi pensi a suo modo, purché vi pensi! L’importanza degli studi scientifici può essere di per sé oggetto di interminabili considerazioni. Ad esempio, quella circa lo sviluppo e il progresso, che questi studi hanno avuto nel tempo nostro, fino a modificare la mentalità umanistica tradizionale della nostra cultura e della nostra scuola; il che vuol poi dire della nostra vita. Il bilancio di questi studi positivi e scientifici è così attivo, che una grande attrattiva vi polarizza molta parte delle nuove generazioni, e un ottimismo sognatore sulle loro future conquiste ne fa quasi un’iniziazione profetica. E sia pure. Il campo scientifico merita ogni interesse.
...
Ma ora Ci basti rassicurarvi. La fede cattolica, non solo non teme questo poderoso confronto della sua umile dottrina con le meravigliose ricchezze del pensiero scientifico moderno, ma lo desidera. Lo desidera, perché la verità, anche se si diversifica in ordini differenti e se si appoggia a titoli diversi, è concorde con se stessa, è unica; e perché è reciproco il vantaggio che da tale confronto può risultare alla fede (cfr. Gaudium et spes, n. 44) e alla ricerca e allo studio d’ogni campo conoscibile.
...
Non temiamo, Figli carissimi, che la nostra fede non sappia comprendere le esplorazioni e le conquiste, che l’uomo va facendo del creato, e che noi, seguaci di Cristo, siamo esclusi dalla contemplazione della terra e del cielo, e dalla gioia della loro progressiva e meravigliosa scoperta. Se saremo con Cristo saremo nella via, saremo nella verità, saremo nella vita. Con la Nostra Benedizione Apostolica.
Posso aggiungere "Amen!"?

domenica 3 ottobre 2010

Kyrie eleison

Sono stati due giorni emotivamente intensi.
Ieri, per il matrimonio di due ragazzi della Comunità, ho cantato nel Coro Parrocchiale dopo 1 anno e 1 giorno di assenza forzata.
A sommarsi all'emozione che mi chiudeva la gola già da un paio di giorni, insieme con la paura (già! Proprio "paura" visto che, purtroppo, ho avuto modo di conoscere bene la personalità del prete che regge la Parrocchia), alcuni passaggi della Prima Lettura che mi si sono attanagliati al cuore e mi hanno fatta piangere di amarezza:
Ti ho abbandonata per un breve istante, ma ti riprenderò con immenso amore.
In uno scoppio d'ira ti ho nascosto per un momento la mia faccia, ma con un amore eterno avrò compassione di te, dice l'Eterno, il tuo Redentore.
Oggi, tanto per non lasciare che mi illudessi, mi sono seduta nuovamente su un banco e non fra i ragazzi del coro. Anche se alcuni di loro mi avevano invitata a salire... Ma per le stesse motivazioni che temevo nei giorni precedenti e consapevole che non sarei la prima (forse nemmeno l'ultima) che il già citato prete prende per un braccio e caccia dalla chiesa le persone che non si schierano passivamente fra i bambocci che fanno "sì" (molto pastorale, eh?), ho preferito evitare di lanciare provocazioni.
Oggi, però, era una giornata particolare perchè abbiamo avuto l'ingresso di un nuovo Parroco e volevo ascoltarlo per capire a quale categoria appartenesse.
Alla fine della Celebrazione, però, non mi sono avvicinata per presentarmi... Quali parole avrei dovuto usare?
Chi sono, oggi, in questa Comunità? La transfuga? La cacciata? La reietta? La blasfema? Non lo so...
Di certo non la favorita dell'attuale regime!
Durante l'omelia il nuovo Vicario ha lanciato una domanda: Che cos'è la Fede?
Non è una domanda a risposta unica...
Di certo è qualcosa di diverso, molto diverso, rispetto alla religiosità. Anche se la scansione dei Riti aiuta a trovare la dimensione dell'Incontro.
Ma la Fede è quell'appiglio al quale tenersi per non precipitare e soccombere nei marosi della vita. E' ciò che sola dà un senso alla vita elevando la nostra imperfezione, fisica ed interiore, fino al desiderio di avvicinarsi alla perfezione.
E' l'Amore che culla quando pare che nulla valga la pena.

E' ciò che mi consola nella delusione cocente di aver conosciuto una chiesa poco umana, poco onesta, poco credente...
E' ciò che fortunatamente è potuto crescere fino a diventare "adulto" nell'incontro con una Chiesa umana, onesta, credente...

E' ciò che cerco di portare a contrappeso di questo schierarsi degli uomini di chiesa non più con e per i poveri e i poveracci, ma con una categoria umana sempre più mortificante e infima. Che, però, spesse volte detiene il potere, politico o economico che sia.
Quella categoria che si permette perfino di suggerire - fra i lazzi e le servili risate di barzellette degne di un vecchietto bavoso e impossibilitato a soddisfare istinti che si presentano in proporzione inversa alla possibilità di essere "voluto" in base a qualcosa che non sia l'ammontare della ricompensa che possono garantire - bestemmie e offese che personalmente non ritengo vadano "contestualizzate" (...e mons.Fisichella si dovrebbe vergognare per questa difesa del potente di turno... che evidentemente per lui è superiore all'Onnipotente) ma vadano molto più correttamente indicate come ennesimo e inopportuno segno del degrado imperante.

Stasera penso così... Kyrie eleison.

STAIT ATÊNZ…

Questo, come ogni altro blog, è tutelato dalla legge 675 del 1996 (tutela della privacy), dall'estensione della suddetta avutasi con il Decreto Legislativo n° 196 del 30/06/2003 e dalle norme costituzionalmente garantite al nome, alla persona, all'immagine ed all'onore.
Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!