domenica 29 gennaio 2012

... e anche io, per quello che vale, NON CI STO!

E' morto il presidente Oscar Luigi Scalfaro.
Ovviamente i vari TG danno conto dell'unanime cordoglio... e io proprio non ci sto!
Mi fanno salire una nausea incoercibile le facce di circostanza e l'ipocrisia dei politici che ne lodano il ricordo e fingono di dimenticare che il Presidente ha sempre chiarissimamente dichiarato da che parte stava e a chi dava la propria stima (e a chi il proprio consapevole disprezzo).
Un uomo d'altri tempi.
Non solo per le posizioni politiche ma anche, forse soprattutto, per la moralità della vita personale.
affiancato dalla figlia Marianna sulla quale mai si è potuto levare il benchè minimo refolo di pettegolezzo.
Da cattolica, ringrazio il Presidente per l'esempio limpido che ha dato lungo tutta la sua vita pubblica (e, ne sono sicura, anche privata).
Mi immagino la lacerazione del suo animo su tanti momenti storici dei quali è stato protagonista (è a sua firma ultima condanna a morte in Italia, seppure in tempo di guerra).
Lo confronto con i personaggi dello scorso Governo e mi sale un'indicibile tristezza.
Per il basso livello al quale ci hanno scagliati a suon di illegalità, irresponsabilità e immoralità.
Da parte mia la massima stima a Marianna Scalfaro per la decisione di fare del saluto al proprio padre (alla cura del quale, morta la mamma, ha davvero consacrato la sua intera vita) un fatto privato.
Ci eviteremo, così, dell'ennesima dimostrazione di faccia tosta da parte dei soliti ducettini con codazzo di accondiscendenti soldatini...

venerdì 27 gennaio 2012

Per ricordare...

Ho letto un articolo che mi ha molto commossa perchè mi ha riportato alla mente volti e nomi di persone che hanno vissuto la tragedia della guerra e, alcuni, la devastazione dei campi di concentramento.
Credo fermamente che sia nostro dovere non dimenticare ciò che è stato e sentire la responsabilità di farsene portavoce per le giovani generazioni e per chi preferisce lasciarsi il passato dietro le spalle.
Guai a chi lo fa!
Su quali fondamenta si potrebbe mai costruuire un futuro se non lo si poggia sulla consapevolezza di ciò che la Storia insegna?
Dunque l'articolo parlava del ritrovamento di 32 fogli illustrati, opera di un internato nel campo di concentramento di Auschwitz che nascose il suo "fumetto" in una bottiglia perchè arrivasse fino a noi.
Non è l'unico caso così come sono numerose le opere letterarie che ci ripropongono l'orrore dell'Olocausto perchè non diventiamo smemorati davanti ad un'atrocità che poco ha di umano e, pur tuttavia, è opera dell'uomo.


Uso le parole finali dell'articolo per fare il mio personale omaggio alla Giornata della Memoria:
... la carta a disposizione non era molta, ma la voglia di raccontare tanta: l´esperienza della «rampa degli ebrei», ossia il capolinea dove i deportati arrivano in massa per essere subito divisi in sommersi e salvati, i vecchi e i bambini da una parte, gli uomini e le donne abili al lavoro dall´altra; la «casa della morte», ove si raffigurano i cadaveri trasferiti al forno crematorio, mentre una SS, in primo piano, inganna il tempo fumando una sigaretta; la condanna reiterata del comportamento dei Kapò e la brutale dimostrazione del loro dominio. Uno di questi è colto nell´atto di gettare in una pozzanghera un prigioniero e, in un altro riquadro, si vede ricompensato con del cibo speciale, mentre sullo sfondo i detenuti sono in fila per ritirare la zuppa di sempre. E ancora: il momento della selezione che separava i sani dai malati, una scena di tortura in cui un ebreo è legato attorno un palo e frustato sotto lo sguardo vigile delle SS; il vagone piombato, i prigionieri scheletrici avviati ai forni.
Non è solo la coincidenza topografica, ossia la contiguità del campo di Birkenau a quello di Auschwitz che fa pensare a Se questo è un uomo di Primo Levi. Le immagini sembrano le ideali quanto pertinenti illustrazioni di quel libro, e in una prossima edizione andrebbero pubblicate insieme perché riproducono una serie di scene e di momenti della vita quotidiana nei campi di sterminio che abbiamo già potuto leggere nelle pagine dello scrittore torinese.
Questi disegni sono riusciti a oltrepassare il filo spinato da cui hanno avuto origine per giungere misteriosamente sino a noi e sono la testimonianza di una vittoria della vita sulla morte, dell´ingegno umano sull´abisso delle coscienze, pezzi di carta, fragili e ingialliti dal tempo, che hanno saputo sopravvivere alle fiamme dell´inferno dei viventi.

venerdì 20 gennaio 2012

Così è la vita

Ho appena finito di leggere il libro di Concita DeGregorio sull'imparare a dirsi addio...
Mi aspettavo che mi piacesse e, soprattutto in certe pagine di grande poesia, mi è piaciuto.
E oggi me lo sono sfogliato per catturarne qualche frase sparsa prima di riporlo e ho lasciato che rompesse gli argini delle lacrime.
Oggi sono 8 anni che ho detto addio al mio adorato papà... e mi manca sempre con la stessa intensità.
Ringrazio il Signore di esserci stata al suo ultimo respiro e ancor più lo ringrazio per avergli fatto la grazia della pace anticipata agli ultimi momenti così che noi che gli eravamo accanto abbiamo capito che era tempo che lo lasciassimo andare... serenamente...
Ho avuto due giorni di affanno perchè, tanto per non lasciare che mi faccia prendere dall'assuefazione alla tranquillità, mio figlio ha pensato bene di cadere in palestra, procurarsi un trauma al cocige e (poteva mancare?) un lieve trauma cranico, svenire platealmente e farsi ricoverare in Pronto Soccorso dove lo hanno tenuto in osservazione fino a mezzogiorno di oggi. Poi, senza nemmeno passare per casa, una corsa all'ospedale di Gemona per una visita programmata.
Così il pensiero costante del mio papà ha fatto compagnia a due stati d'animo con i quali convivo quotidianamente: il timore che qualcosa possa cambiare (nella consapevolezza della provvisorietà che siamo costretti a vivere) e la speranza che qualcosa possa cambiare (nella Fede che talvolta i miracoli accadono).
Sono giorni dall'apparenza normale e dal significato speciale.
Così è la vita...


domenica 8 gennaio 2012

Populista anzichenò

Populista... e me ne vanto!
Perchè parrebbe che in Italia faccia rima con onesta. Per lo meno con rispettosa delle legge. Tutte! Comprese quelle fiscali.
Pago tutte le tasse dovute. Compresa quella di proprietà di apparecchio televisivo che, erroneamente, la Rai continua a "spacciare" come canone salvo poi esigerla anche dai locali pubblici che usano l'apparecchio esclusivamente a fini di controllo interno.
Pagavo l'ICI e pagherò l'IMU perchè, comunque, se mi viene richiesta significa che sono una fortunata... o forse no.
Ecco. Un dubbio si affaccia spesso alla mia mente. Soprattutto quando mi guardo attorno e vedo persone che, secondo logica aritmetica, vivrebbero sopra le proprie possibilità. Ma la matematica è una scienza dimostrabile e, quindi, la variabile non è la posizione degli addendi ma la loro esposizione.
E la mia è ufficiale e controllabile.
Infatti in casa abbiamo 2 automobile abbastanza datate (e scassate) e facciamo i conti prima di ogni operazione, ordinaria e straordinaria.
Sul guardaroba stenderei un velo pietoso e così pure sulla dotazione di accessori e di gioielli (ha ha ha).
A Cortina d'Ampezzo, pur distante appena 106 km, ci sono andata solo perchè sede dell'Ospedale Codivilla-Putti e, di certo, se mi sono fermata a bere un caffè, ho optato per un bar lontano dal Corso frequentato dai cosidetti VIP.
Quegli stessi personaggi che in questi giorni tuonano contro i controlli della GdF che, presumibilmente, li hanno offesi nella loro integrità morale.
Che dire?
Mi sono impegnata a non scrivere volgarità su questo mio spazio e, dunque, devo trattenermi.
Credo, però, possa bastare una parola: Vergogna!
Ma quelli del mio livello, i cittadini "normali", quando si ribelleranno a questo stato di cose?
Quando impareremo che c'è un interesse superiore a quello personale e che ci riguarda tutti?
Quando torneremo ad essere ogogliosi del nostro paese?
E allora, se mi date della "populista" non mi offendo... anzi VI RINGRAZIO.

martedì 3 gennaio 2012

Mandi Eccellenza

Fra i tantissimi ricordi che conservo degli incontri con l'Arcivescovo Emerito di Udine che ha concluso il suoc ammino terreno il primo giorno dell'anno, c'è anche quello legato al titolo che gli spettava di diritto e che meritava pienamente: Eccellenza.
Allora lui era l'Arcivescovo in carica e io ero andata ad assistere ad un incontro con lui sui temi della Fede con i miei 2 figli ancora bambini.
Quando ci siamo avvicinati, uno ad uno, a salutarlo personalmente lui si è schernito del titolo con il quale lo avevo salutato e io lo avevo indotto al sorriso (che peraltro aveva sempre pronto sulla bocca, nella voce e negli occhi) dicendogli "Eminenza m
i sembra prematuro".
Ora che non c'è più, qualcuno racconta perchè non ottenne mai quel titolo che pure, a mio modesto parere, meritava per spessore spirituale e culturale.
Ed è un tassello che si unisce a confermare e rafforzare la stima che gli portavo e l'affetto che d'istinto si era conquistato.
Una sola volta lo avevo contestato, ma spero che ne abbia compreso le motivazioni che nulla avevano a che fare con la sua persona alla quale, pur nella durezza delle mie ragioni, avevo confermato un amore quasi filiale.
Ripensare a lui è richiamare alla mente momenti importanti del mio cammino di Fede, dei tanti ostacoli che la vita frappone lungo il percorso, delle difficol
tà di mantenere la rotta tra le insidie di incontri e scontri del comune cammino.
La prima volta che lo incontrai ero una sciocca ragazzina diciasettenne, sempre pronta a contestare il potere costituito ma lui fece breccia nella mia mente e scese nel mio cuore con la dolcezza del tono, la proprietà delle parole e la difficoltà di essere considerato "un friulano" di un popolo che non a caso è stato definito "Il popolo duro".
Ad una sua frase più che friulana friulaneggiante, mio papà gli disse "Benedet di un furlanàt" (benedetto furlanaccio...) e provocò scalpore in chi non sa andare oltre il suono delle parole e arrivare al significato. Ma lui sorrise e mi prese sottobraccio nel breve tragitto fra la Chiesa e la Canonica del mio paese.


Poi vennero i giorni duri del terremoto del 1976
e il nostro Vescul Fredo si rivelò in tutta la sua carica di amore per la nostra gente.
"Prima le fabbriche, poi le case e poi le chiese", disse.
Una frase che ancora oggi non riuscirebbe a fiorire su molte bocche. E infatti le contestazioni si manifestarono soprattutto nel suo ambiente mentre la gente lo adottò definitivamente a Guida.
Anche sul fronte culturale si impegnò senza risorse e fu al fianco di quella che oramai era la "sua gente" per chiedere ed ottenere che anche Udine avesse la sua Università, consapevole che solo la conoscenza può aiutare un popolo ad avere cognizione di sè e, dunque, a non estinguersi (come titolò una delle sue lettere al popolo di Dio "Par un popul
che nol vueli sparî").
E continuò a portare la Parola di Dio con dolcezza fino a pochi giorni prima di salire alla Casa del Padre...
Quanti sorrisi ci ha strappato con certe sue frasi che erano diventate suo biglietto da visita. Soprattutto quelle rivolte ai "Giovani!, nei vostri occhi vedo la luce del terzo millennio"... e davanti ai quali "Mi arde cuore di Vescovo"...
In questo momento la risento nel saluto al nostro amato Monsignor Franco: "Franco, di nome e di fatto"... e posso usare il titolo che Le appartiene con certezza di giusta assegnazione:

Grazie Eccellenza.
Per ciò che è stato e per ciò che ha rappresentato.

Per la disponibilità, per l'amore, per la profezia, per la Fede e anche per alcune fragilità.
Oggi il Suo Friuli La saluta così:
Mandi, vescul Fredo, che il Signor ti vebi in glorie cun duji i pastors de nestre Glesie.
Zbogom, nadskof Alfredo, pocivaj v Gospodovem miru z vsemi pastirji nase Cerkve.
Lieber Erzbischof Alfredo, moge dich Gott in seine Herrlichkeit zusammen mit allen Pastoren unserer Kirche aufnehmen.


Requiem aeternam dona ei, Domine...

domenica 1 gennaio 2012

Anno nuovo...

... per la VITA, invece, va bene pure quella "vecchia".
Nel senso che augurarsi "Vita nuova" può essere un'avventura rischiosa e, dunque, talvolta è meglio tenersi ciò che si conosce piuttosto che buttarsi nel vuoto di un cambiamento al buio.
Non è stato granchè questo 2011 ma, anche se mi ha inferto ferite difficilissime da rimarginare, mi ha lasciata viva, pronta a combattere per difendere le mie ragioni e, forse, perfino migliore.
Di certo ha spazzato via molte illusioni, ha fatto luce su molte conoscenze tutto sommato superficiali e ha chiarito la consistenza di moltre pseudo-amicizie.
Il mio proposito per l'anno neonato è di continuare a dire ciò che penso e di rifiutare senza indugio ogni forma di ipocrisia.
Poi pagherò le conseguenze ma lo farò nella consapevolezza che non ho barato.
Ieri sera mi sono recata in Chiesa a cantare il Te Deum Laudamus.
E' un momento che amo vivere calata nella tradizione della nostra Chiesa cattolica. La variazione è stata che non l'ho cantato nel nostro Duomo ma nella Chiesa del quartiere dove vivo e dove ho trovato rifugio per continuare a sentirmi appartenente a questa religione che ho scelto. Talvolta anche con sofferenza per le divisioni all'interno della mia famiglia di origine.
Ringrazio il mio Signore e mi stringo a Lui nella certezza che non ne rimarrò delusa.
La delusione può provenire solo dagli uomini. Anzi, solo da un certo tipo di persone di cui evito di parlare anche per rispetto di me stessa.
Il mio piccolo bilancio evidenzia un credito certo nei confronti di molte situazioni ma non mi interessa che venga estinto. Ho già molto più di quanto hanno coloro che vivono di conteggi sulla convenienza di ogni gesto che compiono.
Dunque, per oggi, bando alle tristezze.
Mi lascerò coinvolgere solo da ciò che ha vero significato, mi dedicherò all'essenziale, sorriderò per le piccole cose e cercherò di spendere meglio anche le lacrime.
Buon 2012 a tutti.

STAIT ATÊNZ…

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Quindi, se pensate di passare di qua per scrivere "spiritosaggini" a ruota libera, ve ne assumerete anche le eventuali conseguenze. Per parte mia, mi riterrò libera di intervenire se rileverò che si siano superati i limiti dettati dall'educazione e dal rispetto della dignità riconosciuta alle persone... TUTTE!
L'anonimato, evidentemente, non garantisce la copertura assoluta, poichè, eventualmente, la Polizia Postale può richiedere l'elenco degli IP che hanno effettuato l'ingresso al blog.
Sa ti va ben cussì bón… sennò piês par te!!! …tu pós ancje šindilâti: prat denant e selve daûr…

Stiamo insieme da...

Dicevi??? ^-^

37 grazie x 22 PREMI!!!

Sira degli Oedv Presiùs

Sira degli Oedv Presiùs
Grazie Cri!!!

Embè...

Embè...
Piuma nel Vento ringrazia OEdV!

Già! ... anche...

Blog360gradi - L’aggregatore di notizie a 360° provenienti dal mondo dei blog!

Ma certo che NO!!!