... niente di più di un giorno uguale a moltissimi altri: sveglia presto perchè mio marito ha il turno di mattina, io devo essere in ufficio alle 8, i ragazzi dormono un po' di più perchè non hanno impegni...
In realtà un impegno ce l'hanno, ma stasera... parteciperanno a una veglia organizzata per salutare i ragazzi che fra due giorni partiranno per il Canada per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù.
Un'avventura che è stata preparata con grande cura perchè i ragazzi non la prendessero semplicemente per una vacanza "diversa", ma fossero pronti a coglierne il "vero" senso.
Miei figli faranno parte della comitiva e infatti per casa c'è tutta una serie di pile ben ordinate di cose che verranno inserite nelle valigie la vigilia della partenza, ricontrollando per l'ennesima volta gli elenchi accuratamente stilati: indimenti intimi, abiti estivi, un paio di maglioncini, k-way, asciugamani ed occorrente per la pulizia personale, scarpe, ciabatte, cappellini, zaino, mantella, sacchi a pelo, materassini, borraccie, un piccolo pronto soccorso, i regali per le famiglie che li ospiteranno, una giusta dotazione di dollari, passaporti, tessere sanitarie... anche le etichette con gli indirizzi delle persone alle quali devi mandare una cartolina perchè se l'aspettano... manca qualcosa?
Qualche volta, quando trilla il telefono, ti coglie quasi la smania di rispondere velocemente...
"Pronto"...
"Sono io"... (mio figlio minore...
che voce strana ha)
"Dimmi, nini"...
"Hanno investito G"...
...
"Mamma, non spaventarti... io l'ho già visto e mi ha riconosciuto"
Mio Dio, ti prego... non può essere... perchè anche questa... sempre a lui...
"Arrivo... passo a casa a prenderti... non voglio che tu stia lì, solo"
Ora vado prima io a vedere com'è la situazione... poi avverto suo papà... Signore, abbiamo bisogno di Te...
In Ospedale mi dicono che è stato avviato all'Ospedale di Udine, più attrezzato, con l'elicottero...
Così, corro in portineria (mio marito lavora in quell'Ospedale) e comunico a mio marito dell'incidente... Reagisce malissimo... proprio come mi aspettavo.
Lo carico in macchina trattandolo perfino con durezza, gli intimo di smetterla di piangere e dire... quello che sta dicendo... mi giro a fare un sorriso a D che non ha ancora spiccicato parole "Tranquillo, vedrai che andrà tutto bene "... e partiamo verso il capoluogo...
Al Pronto Soccorso di Udine, mi divincolo da qualcuno che cerca di farmi mettere in fila e mi catapulto in sala visite, seguita dagli altri due... lì finalmente lo troviamo... spaventato, dolorante, confuso, piangente "Non vado più in Canada"...
"Ci andrai un'altra volta, ora non preoccuparti di niente"...
"Non ci vado nemmeno io"...
"Non se ne parla nemmeno... Ti pare che tuo fratello abbia bisogno anche di sentirsi in colpa per te. Ci vai per tutti e due e poi quando torni tu ci racconti della GMG e noi di quello che abbiamo fatto qui"...
Vabbè... non racconto tutti i pensieri, le paure, i dubbi, le ribellioni, le persone che ho avuto vicine, le sensazioni che ci fossero anche alcuni che non ci potevano essere, le giustificazioni che mi sono data da sola... i pianti... miei, di mio marito, degli amici di mio figlio, dei ragazzini che animava, di mio papà...
Sicuramente quell'esperienza e quei giorni ci sono scesi e rimasti nel cuore con un'impronta profondissima... a tutti, a chi l'ha vissuta sulla propria pelle, a chi ne ha subito contraccolpi indimenticabili e a chi ne è rimasto toccato magari solo per leggero sfioramento...
Così questa data, 16 luglio, è diventato il BIS-compleanno di mio figlio... come se per lui ci fosse stato dato di festeggiare ufficialmente due volte all'anno per ringraziare del dono della sua vita...