Avrei voluto fare un bel post con le foto del camposcuola appena tenutosi... ma il fotografo è troppo preso dalla fidanzata e non vogliamo fare gli scocciatori...
Così vi racconto qualcosa, riservandomi di riparlarvi della nostra magica settimana saurana un'altra volta.
Direi dal luogo: Sauris di Sopra...
Secondo la leggenda il borgo è stato fondato intorno al XIII o XIV secolo da due soldati tedeschi in fuga dalla guerra. Non a caso ancora oggi Sauris conserva la sua antica lingua, il saurano, molto simile al germanico, così come le tradizioni religiose e la venerazione per alcuni santi della terra di origine dei suoi primi abitanti e la denominazione nella lingua locale di paesi, località e case... Zahre, Plozn, Ruke, Velt, Pa'...
... e poi la settimana del camposcuola...
Il periodo di camposcuola prevede uno stile di vita sobrio e un percorso formativo.
Uscita quotidiana per giochi vari nei prati o nel bosco, due escursioni di cui una comprensiva di pernottamento in malga, almeno un'attività quotidiana sull'argomento del campo, preghiera del mattino e della sera (anche ai pasti... ma molto poco "canonica"), poco sonno, molti canti, tante confidenze, alcune parolacce, rari tentativi di ripristinare l'ordine e, per chiudere in bellezza, il gioco notturno.
Ho affrontato molto bene le due escursioni e me le sono proprio godute... tra l'altro non abbiamo preso che poche gocce di pioggia al rientro dalla malga... compensata dall'umidità della lunga serata attorno al falò e dall'aria frizzantissima che spirava in cresta.
La prima escursione ci ha portati, dopo un sentiero in ripida discesa, sul greto del torrente Lumiei e, percorrendone l'argine asciutto, alla sua foce in una lingua del Lago di Sauris letteralmente tra i monti... come si vede dalla foto qui sopra, da dopo si individua il prcorso dal paese alle acque del Lago.
Punto negativo: la discesa della partenza si trasforma inevitabilmente in salita al ritorno... e che salita!
Perciò la seconda escursione, portandoci esattamente agli antipodi, è cominciata con una salita che ha la brutta abitudine di stroncare le gambe... ma ce l'abbiamo fatta...
Punto problematico: dato che un paio di ragazzini non stavano bene, abbiamo concordato con il malgaro che li passasse a prendere in paese e li portasse con il suo mezzo appropriato fino alla malga. Avutone conferma, abbiamo pensato di partire un po' più leggeri e lasciare che ci portasse anche le cibarie per la cena e la colazione...
Alle 9 di sera abbiamo cominciato a preoccuparci... alle 9,3o abbiamo acceso il falò quale buon auspicio, alle 10 eravamo schizzati e cantavamo perchè i ragazzi non se ne avvedessero... ma la fame cominciava a farsi sentire... Tra l'altro in zona non c'era campo per i cellulari...
A quel punto però due animatori sono partiti alla ricerca della copertura... e finalmente sono riusciti a contattare il paese che ci ha rassicurati che erano partiti con un leggero ritardo.
Nessuno osava formulare una frase che contenesse la parola "incidente", ma questa aleggiava tra noi... Poi finalmente vediamo in lontananza due fari...
I canti si sono fatti molto più ritmici, il fuoco è stato ravvivato e i bastoncini sono stati lestamente portati vicino al fuoco perchè potessero compiere il loro mestiere: infilzare le salsiccie da cuocere alla fiamma...
Insomma, alle 11 abbiamo mangiato di buonissimo appetito e poi abbiamo goduto il cielo... e il freddo, l'umidità e il fumo del falò... ma eravamo proprio felici!
Poi, dopo manovre che nemmeno un battaglione fra i denti da lavare, il bagno da visitare, i sacchi a pelo da distendere... tutto rigorosamente senza elettricità e con qualche torcia che passava di mano in mano, finalmente abbiamo dormito, nonostante il russare di parecchi personaggi.
Un ultimo accenno al gioco notturno...
E' tradizione che i ragazzi si scatenino nello svolgimento di questo ultimo gioco... ed è altresì tradizione che si scatenino anche gli animatori...
Dato che il gioco si svolgeva in giro per il paese, abbiamo raccomandato di non far capire chi fossimo, per evitare mugugni nel futuro.
A un certo punto si affaccia una signora su una terrazza e seccamente ci invita a smetterla di vociare.
Una ragazzina guarda in su e fa: Scusi, signora, ma sa... siamo BoyScout...
Ai suoi improperi ci siamo allontanati e, incontrando il nostro don, gli abbiamo raccontato lo scambio di battute. E lui, serafico: Ma Licia, tu gli hai detto che sei la "Donna vestita di sole"...
Abbiamo faticato a trattenere i ragazzi che volevano andare a suonare il campanello della signora per aggiornarla sulla mia identità "segreta"...
A proposito della Donna vestita di Sole... quest'anno l'itinerario formativo del camposcuola prevedeva di conoscere meglio una ragazza coetanea dei nostri ragazzi fruitori dell'esperienza. Una ragazza ebrea di nome Maria.
Di Lei vi racconterò prossimamente... quando avrò foto per essere più chiara... intanto posto una foto dello scorso anno... queste sono le MIE ragazze... anzi, una mi chiama proprio MAMMA...