Insomma, è definitivo: niente Roma!
Approffitassi dell'occasione dell'Inaugurazione mi sentirei un'ipocrita.
Nel senso che mi rifiuto anche solo di rischiare di trovarmi nella stessa stanza, a respirare aria di riutilizzo, con una persona per la quale l'unico sentimento che riesco a provare è un assoluto rigetto, accompagnato da una nausea dettata dalla consapevolezza di trovarmi invischiata in una rete che non accetterò mai.
Quindi, in realtà, non ci andrei per l'occasione per la quale il viaggio è organizzato... e ciò sarebbe ben poco corretto. Ma non ce la posso fare a presenziare e sorridere contro la mia coscienza.
Essere, come cittadina, rappresentata da cotanta bassezza morale, etica o semplicemente umana, mi provoca una vera e propria ribellione intellettuale.
Si può accettare, forse anche cercar di comprendere, la debolezza di un'evidente stato di disturbo psichico, ma la volgarità, per quanto mi è consentito, me la tengo a distanza.
Così come l'opportunismo e la piaggieria.
Venerdì sera qualcuno mi ha replicato che "tra politici morali (a sinistra... per ammissione del "qualcuno" cui faccio riferimento) e leggi morali, scelgo le seconde".
Mi rimane senza risposta la domanda su cosa ci sia di morale in leggi contro l'accoglienza, la giustizia, l'onestà... E se anche alcune possono averne la parvenza, mi chiedo se l'amoralità di chi le "rappresenta" non incida sulla loro credibilità e applicabilità.
Soprattutto se l'accenno alla "questione morale" viene fatto da un uomo di Chiesa.
In realtà mi chiedo anche come si possa allungare la mana al viscido dicendo "Che cioia"...
Capisco molto di più i comportamenti della coppia Obama:
Lui che lo guarda con un misto di disgusto e pena...
Lei che evita tutto ciò che può evitare. E infatti abbraccia tutti gli altri ma a lui allunga solo la mano.
Chissà se pensa quello che penserei io: Speriamo che almeno se la sia lavata...
Perciò... niente Roma. Anche se il dispiacere non è poco.
Approffitassi dell'occasione dell'Inaugurazione mi sentirei un'ipocrita.
Nel senso che mi rifiuto anche solo di rischiare di trovarmi nella stessa stanza, a respirare aria di riutilizzo, con una persona per la quale l'unico sentimento che riesco a provare è un assoluto rigetto, accompagnato da una nausea dettata dalla consapevolezza di trovarmi invischiata in una rete che non accetterò mai.
Quindi, in realtà, non ci andrei per l'occasione per la quale il viaggio è organizzato... e ciò sarebbe ben poco corretto. Ma non ce la posso fare a presenziare e sorridere contro la mia coscienza.
Essere, come cittadina, rappresentata da cotanta bassezza morale, etica o semplicemente umana, mi provoca una vera e propria ribellione intellettuale.
Si può accettare, forse anche cercar di comprendere, la debolezza di un'evidente stato di disturbo psichico, ma la volgarità, per quanto mi è consentito, me la tengo a distanza.
Così come l'opportunismo e la piaggieria.
Venerdì sera qualcuno mi ha replicato che "tra politici morali (a sinistra... per ammissione del "qualcuno" cui faccio riferimento) e leggi morali, scelgo le seconde".
Mi rimane senza risposta la domanda su cosa ci sia di morale in leggi contro l'accoglienza, la giustizia, l'onestà... E se anche alcune possono averne la parvenza, mi chiedo se l'amoralità di chi le "rappresenta" non incida sulla loro credibilità e applicabilità.
Soprattutto se l'accenno alla "questione morale" viene fatto da un uomo di Chiesa.
In realtà mi chiedo anche come si possa allungare la mana al viscido dicendo "Che cioia"...
Capisco molto di più i comportamenti della coppia Obama:
Lui che lo guarda con un misto di disgusto e pena...
Lei che evita tutto ciò che può evitare. E infatti abbraccia tutti gli altri ma a lui allunga solo la mano.
Chissà se pensa quello che penserei io: Speriamo che almeno se la sia lavata...