Catturando al volo i pensieri che svolazzano nella mia mente, mi accorgo che molti convergono su una domanda: il mio essere cattolica critica può avere influenze negative sul mio essere cristiana?
In effetti non raramente mi trovo in totale disaccordo che le indicazioni della Chiesa volte a regolamentare secondo la Dottrina il vivere dei fedeli. E ogni volta sono certa che Gesù in primis non si accontenterebbe di rimanere nei ranghi ma vorrebbe che la Sua comprensione non transitasse solo per l'intelletto ma facesse capolino anche nel cuore.
Molti sono gli argomenti.
Alcuni di stretta attualità come la civilissima legge dello stato di New York che sancisce la legalità del matrimonio tra persone dello stesso sesso (e come non pensare all'ostruzionismo tutto italiota sulla proposta di legge per il riconoscimento dei Di.Co.?).
Altri di pregnanza assolutamente personale come l'assurdità di un Sacerdote (maiuscola la categoria... sui singoli mi permetto di fare dei distinguo) che tuona verso di me: Non voglio più vederti a Messa in Duomo!
Altri alimentati dal mio subconscio e, inevitabilmente, senza un filo logico a riportare alla loro origine...
Oggi mi sono svegliata rivolgendo il primo pensiero consapevole al mio nonno paterno, la liberissima persona di cui ho solo sentito parlare ma al quale mi sento molto affine.
Si chiamava Pietro. Immagino non festeggiasse gli onomastici e non volesse aver nulla che fare con i Santi, ma gli ho rivolto un "Auguri, nono" perchè oggi si festaggiano i Santi Pietro e Paolo, seguaci di quel Gesù che amo e al quale solo credo di dover giustificare la mia vita.
I due Santi, patroni di Roma ove entrambi trovarono il martirio per la loro Fede, sono personalità decisamente diverse tra loro. Accomunate, secondo me, da una qualità che oggi pare in via di estinzione: la coerenza.
Uomini, prima che discepoli, apostoli o Santi.
Con le loro certezze ma anche i loro dubbi. Il coraggio e la tentazione della vigliaccheria, talvolta anche del tradimento. Certi di ciò per cui giocavano tutta la loro vita, non solo terrena, ma deboli davanti alla prospettiva della sofferenza fisica salvo poi "osare" proporre ai loro carnefici di non far loro l'immeritato onore di farli morire come Colui che solo meritava di essere padrone della loro vita.
Qualche volta si dice scherzando che non aveva avuto molto "occhio", Gesù, nello scegliere i suoi amici.
Invece aveva scelto molto bene!
Talmente bene che ciascuno di noi può guardare loro sentendosi meno inadeguato di fronte alle prove della vita.
Non superuomini senza macchia e senza paura, ma nemmeno quaqquaraquà disponibili a farsi spostare da ogni refolo di vento.
Magari uso queste idee solo per auto-assolvermi... ma non credo di essere in errore quando penso che il mio essere critica su certe posizioni anacronistiche ed eccessivamente rigide, pur trovandomi, poi, su posizioni che si possono ben definire conservatrici in altre situazioni, non mettano a repentaglio la Fede ma la obblighino a trovare sempre una ragione della sua sopravvivenza.
E sono anche disposta ad ammettere una qual dose di arroganza (o di supponenza) quando mi capita di considerare che di troppi cattolici "regolari" è preferibile diffidare... mentre da molti uomini (e donne) in costante ricerca e in continua "crisi" davanti alla Dottrina della Chiesa possiamo imparare molto. In libertà e coscienza...
In effetti non raramente mi trovo in totale disaccordo che le indicazioni della Chiesa volte a regolamentare secondo la Dottrina il vivere dei fedeli. E ogni volta sono certa che Gesù in primis non si accontenterebbe di rimanere nei ranghi ma vorrebbe che la Sua comprensione non transitasse solo per l'intelletto ma facesse capolino anche nel cuore.
Molti sono gli argomenti.
Alcuni di stretta attualità come la civilissima legge dello stato di New York che sancisce la legalità del matrimonio tra persone dello stesso sesso (e come non pensare all'ostruzionismo tutto italiota sulla proposta di legge per il riconoscimento dei Di.Co.?).
Altri di pregnanza assolutamente personale come l'assurdità di un Sacerdote (maiuscola la categoria... sui singoli mi permetto di fare dei distinguo) che tuona verso di me: Non voglio più vederti a Messa in Duomo!
Altri alimentati dal mio subconscio e, inevitabilmente, senza un filo logico a riportare alla loro origine...
Oggi mi sono svegliata rivolgendo il primo pensiero consapevole al mio nonno paterno, la liberissima persona di cui ho solo sentito parlare ma al quale mi sento molto affine.
Si chiamava Pietro. Immagino non festeggiasse gli onomastici e non volesse aver nulla che fare con i Santi, ma gli ho rivolto un "Auguri, nono" perchè oggi si festaggiano i Santi Pietro e Paolo, seguaci di quel Gesù che amo e al quale solo credo di dover giustificare la mia vita.
I due Santi, patroni di Roma ove entrambi trovarono il martirio per la loro Fede, sono personalità decisamente diverse tra loro. Accomunate, secondo me, da una qualità che oggi pare in via di estinzione: la coerenza.
Uomini, prima che discepoli, apostoli o Santi.
Con le loro certezze ma anche i loro dubbi. Il coraggio e la tentazione della vigliaccheria, talvolta anche del tradimento. Certi di ciò per cui giocavano tutta la loro vita, non solo terrena, ma deboli davanti alla prospettiva della sofferenza fisica salvo poi "osare" proporre ai loro carnefici di non far loro l'immeritato onore di farli morire come Colui che solo meritava di essere padrone della loro vita.
Qualche volta si dice scherzando che non aveva avuto molto "occhio", Gesù, nello scegliere i suoi amici.
Invece aveva scelto molto bene!
Talmente bene che ciascuno di noi può guardare loro sentendosi meno inadeguato di fronte alle prove della vita.
Non superuomini senza macchia e senza paura, ma nemmeno quaqquaraquà disponibili a farsi spostare da ogni refolo di vento.
Magari uso queste idee solo per auto-assolvermi... ma non credo di essere in errore quando penso che il mio essere critica su certe posizioni anacronistiche ed eccessivamente rigide, pur trovandomi, poi, su posizioni che si possono ben definire conservatrici in altre situazioni, non mettano a repentaglio la Fede ma la obblighino a trovare sempre una ragione della sua sopravvivenza.
E sono anche disposta ad ammettere una qual dose di arroganza (o di supponenza) quando mi capita di considerare che di troppi cattolici "regolari" è preferibile diffidare... mentre da molti uomini (e donne) in costante ricerca e in continua "crisi" davanti alla Dottrina della Chiesa possiamo imparare molto. In libertà e coscienza...