Ho sempre trovato scorrettissimo che certe persone si arrogassero il diritto di criticare, in forza di un'auto-proclamazione di esperto, il lavoro di altre persone.
Per questo motivo ho preferito, tanto per fare un esempio, passare per la "mamma che le va bene tutto" piuttosto che permettermi di giudicare, bocciare e cercare di condizionare il lavoro delle maestre dei miei figli.
Allo stesso modo, però, non consento che alcuno abbia a ridire del mio lavoro, a meno che non mi sia superiore di grado nella stessa Società.
Eppure questo modus pensandi pare attecchire molto bene nella Società italiana e proprio oggi ne abbiamo uno svilente esempio da quotidiano che affida a uno scrittore di trame decisamente "leggere" il commento sul tragico epilogo del caso di Yara Gambirasio.
Nei prossimi giorni prevedo turbe di criminologi, sociologi e tuttologi a dire la loro dopo che perfino alcuni sensitivi avevano già, in questi 3 mesi di assenza della ragazzina, cercato di indirizzare la polizia ad adottare linee investigative a dir poco alternative. Una delle quali aveva portato perfino qui in Carnia.
Forse più banalmente io scelgo di non dire nulla sul caso e di raccontare, invece, una crudeltà che si è consumata accanto a me.
Oggi mi ha chiamata mia sorella. "Passa da me, mi ha detto, che devo farti vedere una cosa..."
Ci sono andata con un filo di timore, perchè si corre una da una parte e una dall'altra e si finisce per cercarci a vicenda solo se ci sono problemi.
E il problema c'era. E speriamo che si vada versa la sua risoluzione positiva (*).
E' accaduto che il suo micione mancasse da casa da qualche giorno.
Ovviamente non è la prima volta e, dunque, la cosa non destava troppe preoccupazioni.
Invece venerdì sera hanno sentito un lamento e lo hanno trovato fuori dalla porta di casa coperto di sangue e con il musetto tumefatto e gli occhi chiusi.
Al ritrovamento sono seguite la corsa dal veterinario (Giovanni, cara Anny, è il nostro Angelo custode) e la decisione immediata di operare per capire la situazione e cercare di risolverla.
Il dottore gli ha rimesso a posto mento e labbro inferiore che penzolavano per un possibile colpo con un badile, dato qualche altro punto in ordine sparso, preso atto di una lesione alla lingua e un buco al palato superiore e - incredibile ma vero - estratto un pallino da fucile in mezzo agli occhi...
Adesso il micio riesce ad aprire gli occhi ma non ancora a nutrirsi autonomamente (lo nutre mia sorella con l'ausilio di una siringa, tanta pazienza e condimento di amore) e speriamo che si riprenda.
Speriamo anche che abbia imparato che dell'uomo non ci si può fidare...
Prima di uscire per recarmi alla Messa (stamattina non stavo per niente bene) voglio però lasciare una notizia diversa. L'ho ascoltata da Massimo Gramellini ed è stato balsamo per il cuore.
Siamo a Catanzaro, in una classe di terza media dove c’è un alunno con la sindrome di Down. Tutti in piedi, entra la preside. Ha appena comunicato agli insegnanti che non autorizzerà più la partecipazione del ragazzo Down alle gite di classe. Tanto, dice, lui non è in grado di capire niente. La preside si accerta che l’alunno non sia fra i banchi, poi raccomanda ai ragazzi di tacere al loro compagno la data della prossima gita di classe per evitare problemi alla scuola.
* Non è andata bene... il micione non ce l'ha fatta.
Per questo motivo ho preferito, tanto per fare un esempio, passare per la "mamma che le va bene tutto" piuttosto che permettermi di giudicare, bocciare e cercare di condizionare il lavoro delle maestre dei miei figli.
Allo stesso modo, però, non consento che alcuno abbia a ridire del mio lavoro, a meno che non mi sia superiore di grado nella stessa Società.
Eppure questo modus pensandi pare attecchire molto bene nella Società italiana e proprio oggi ne abbiamo uno svilente esempio da quotidiano che affida a uno scrittore di trame decisamente "leggere" il commento sul tragico epilogo del caso di Yara Gambirasio.
Nei prossimi giorni prevedo turbe di criminologi, sociologi e tuttologi a dire la loro dopo che perfino alcuni sensitivi avevano già, in questi 3 mesi di assenza della ragazzina, cercato di indirizzare la polizia ad adottare linee investigative a dir poco alternative. Una delle quali aveva portato perfino qui in Carnia.
Forse più banalmente io scelgo di non dire nulla sul caso e di raccontare, invece, una crudeltà che si è consumata accanto a me.
Oggi mi ha chiamata mia sorella. "Passa da me, mi ha detto, che devo farti vedere una cosa..."
Ci sono andata con un filo di timore, perchè si corre una da una parte e una dall'altra e si finisce per cercarci a vicenda solo se ci sono problemi.
E il problema c'era. E speriamo che si vada versa la sua risoluzione positiva (*).
E' accaduto che il suo micione mancasse da casa da qualche giorno.
Ovviamente non è la prima volta e, dunque, la cosa non destava troppe preoccupazioni.
Invece venerdì sera hanno sentito un lamento e lo hanno trovato fuori dalla porta di casa coperto di sangue e con il musetto tumefatto e gli occhi chiusi.
Al ritrovamento sono seguite la corsa dal veterinario (Giovanni, cara Anny, è il nostro Angelo custode) e la decisione immediata di operare per capire la situazione e cercare di risolverla.
Il dottore gli ha rimesso a posto mento e labbro inferiore che penzolavano per un possibile colpo con un badile, dato qualche altro punto in ordine sparso, preso atto di una lesione alla lingua e un buco al palato superiore e - incredibile ma vero - estratto un pallino da fucile in mezzo agli occhi...
Adesso il micio riesce ad aprire gli occhi ma non ancora a nutrirsi autonomamente (lo nutre mia sorella con l'ausilio di una siringa, tanta pazienza e condimento di amore) e speriamo che si riprenda.
Speriamo anche che abbia imparato che dell'uomo non ci si può fidare...
Prima di uscire per recarmi alla Messa (stamattina non stavo per niente bene) voglio però lasciare una notizia diversa. L'ho ascoltata da Massimo Gramellini ed è stato balsamo per il cuore.
Siamo a Catanzaro, in una classe di terza media dove c’è un alunno con la sindrome di Down. Tutti in piedi, entra la preside. Ha appena comunicato agli insegnanti che non autorizzerà più la partecipazione del ragazzo Down alle gite di classe. Tanto, dice, lui non è in grado di capire niente. La preside si accerta che l’alunno non sia fra i banchi, poi raccomanda ai ragazzi di tacere al loro compagno la data della prossima gita di classe per evitare problemi alla scuola.
Ma una ragazzina alza la mano: Se lui non può più venire in gita con noi, allora non ci vado nemmeno io. I buoni esempi sono come quelli cattivi. Contagiosi. Uno dopo l’altro, tutti i compagni alzano la mano: nemmeno io… nemmeno io… nemmeno io… Vedi, esiste davvero una voce dentro ciascuno di noi. Più forte dell’ignavia, della paura e persino del cinismo. Usa parole diverse, ma ripete sempre la stessa frase: fai la cosa giusta.
Non era possibile non ripensare alla commovente immagine del finale del film "L'attimo fuggente"... O Capitano, mio Capitano, richiamano i ragazzi il professore che è stato cacciato dalla scuola.
Loro non dimenticheranno ciò che lui ha insegnato loro...
“la verità è una coperta che ti lascia fuori i piedi”
“cogliere l’attimo per un’esistenza da esseri umani capaci di emozioni e di scelte”
“Andai nei boschi perchè desideravo vivere con saggezza e in profondità e… succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto… due strade trovai nel bosco e io presi quella meno battuta”.
... e saranno adulti migliori degli adulti che hanno conosciuto...
Una volta di più possiamo dirlo: I giovani sono la nostra speranza... Siano benedetti.
Non era possibile non ripensare alla commovente immagine del finale del film "L'attimo fuggente"... O Capitano, mio Capitano, richiamano i ragazzi il professore che è stato cacciato dalla scuola.
Loro non dimenticheranno ciò che lui ha insegnato loro...
“la verità è una coperta che ti lascia fuori i piedi”
“cogliere l’attimo per un’esistenza da esseri umani capaci di emozioni e di scelte”
“Andai nei boschi perchè desideravo vivere con saggezza e in profondità e… succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto… due strade trovai nel bosco e io presi quella meno battuta”.
... e saranno adulti migliori degli adulti che hanno conosciuto...
Una volta di più possiamo dirlo: I giovani sono la nostra speranza... Siano benedetti.
* Non è andata bene... il micione non ce l'ha fatta.