lunedì 6 agosto 2012

Il figlio prediletto...

Credo che una delle affermazioni più vere su quali siano le cose che l'uomo cerca incessantemente per rendere la propria vita degna di essere vissuta nella sua più completa pienezza sia che tutti cerchiamo soprattutto di essere amati.
Chi, poi, non è figlio unico lo sperimenta fin dalla primissima infanzia nella costante ricerca della conferma di essere il figlio più amato dei propri genitori.
Da genitori, forse inconsciamente o solo per ripetere un gioco che tante mamme e tanti papà hanno fatto in un passato che si perde nella notte dei tempi, chiediamo ai nostri piccoli "A chi vuoi più bene?"
Io credo che anche nel rapporto con Dio vorremmo poter sperimentare l'esperienza di sentirsi amati, di essere il figlio prediletto, quello che più di ogni altro si sente protetto, difeso e, perchè no?, anche accontentato.
Non so se è perchè è il brano evangelico nel quale Dio manifesta apertamente l'amore di Padre verso Gesù (cullando, dunque, la mia ricerca d'amore), ma il Vangelo della Trasfigurazione è uno dei Vangeli che amo maggiormente. 
Il fatto che la Festa della Trasfigurazione sia anche l'anniversario del ritorno alla Casa del padre del Santo Padre Paolo VI ne aumenta gli echi e lo insedi in una profondità ancora maggiore nel mio cuore.
Era il 1978.
Un anno difficile per il nostro Paese con la minaccia costante del Terrorismo, il tragico epilogo della vicenda di Aldo Moro, i suoi strascichi politici e le sue implicazioni umane, l'iter della legge 194 e la posizione dei cattolici in merito alla sua accettazione, lo scandalo che travolse il Quirinale e le dimissione dell'allora Presidente della Repubblica...
Io avevo 22 anni e la spensieratezza della giovinezza.
Quel giorno probabilmente pensavo solo a godermi l'estate e a far passare la giornata per trascorrere la serata in compagnia degli amici. E, alla sera, puntualmente ero in piazza con tutti gli altri.
Ma le risate si spensero quando ci raggiunse la notizia che il Santo Padre era morto.
Io mi misi a piangere e rincasai.
Non si cosa abbiano pensato gli altri.
La figura del papa era così staccata dal vissuto delle persone, anche dei fedeli... La presenza forte di giovanni Paolo II era ancora impensabile per chi sedeva sul seggio di Pietro.
Ma io quel Papa sentivo di amarlo... senza motivazioni specifiche, come è spesso l'amore.
Così, a distanza di 34 anni, lo ricordo sempre con lo stesso affetto nella Festa della Trasfigurazione che ora Lui vive alla presenza di Cristo.

1 commenti:

riri ha detto...

Cara un abbraccio. Anch'io ho amato molto quel Papa, lo trovavo più simile a noi uomini, più coinvolto.La tua è una bella pagina di grande sensibilità, come sei.

STAIT ATÊNZ…

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