La mamma era (o almeno così la percepivo io) sempre preoccupata e affacendata. Per lei un libro tra le mani era "perdere tempo"; starsene semplicemente sedute al calore del sole o del fuoco secondo le stagioni, era lasciarsi tentare dall'ozio, tremendo vizio cui anche la Chiesa aveva dichiarato guerra; approfittare delle giornate di festa per godersi l'abbraccio del letto oltre l'orario usuale era sprecare l'occasione per fare qualcosa di utile...
Il papà, per contro, pur impegnato a lavorare per garantire alla propria famiglia quanto di meglio poteva permettersi in relazione ai tempi che vivevamo, non dimenticava che l'età infantile (così come più tardi l'adolescenza) aveva le sue esigenze.
"Lasciale stare tranquille - diceva - avranno tempo per essere catturate dalla velocità del consumarsi della vita"...
In effetti il rapporto con il tempo cambia moltissimo nel corso dell'esistenza.
In questo periodo mi rendo conto che, pur avendo drasticamente ridotto il tempo da dedicare ad altro rispetto a ciò che attiene i "doveri", mi pare di non avere mai abbastanza tempo per fare alcunchè e mi chiedo dove lo trovassi quando mi dedicavo a mille impegni.
Ciononostante ho deciso di ritargliarmi lo spazio necessario per seguire un corso proposto dall'AOAF della mia città...
Si tratta di una prima tappa di avvicinamento alla conoscenza delle difficoltà che la malattia oncologica può rappresentare per alcune persone e alla, conseguente, messa a disposizione di quanto si può per contribuire a rendere meno difficile il percorso di superamento delle fasi della malattia.
Non so quanto potrò fare... perchè in realtà lo scoglio per me che ancora lavoro sarà il tempo.
Ma se non ricomincio a muovermi verso gli altri mi pare di rischiare l'atrofia.
Guardate che delicatezza l'illustrazione del volantino che è stato predisposto.
Si tratta di un disegno realizzato da una psicologa della locale ASL.
Mi diceva l'altra sera che è stata, per certi versi, una sorpresa perfino per lei stessa che lo ha fatto.
Lei si è buttata... e lo faccio anche io. Magari anche per me ci saranno sorprese.
Intanto la prima "sorpresa" è stato il sig. Silvano Fiorot che ha portato l'esperienza dell'Associazione che lui stesso ha istituito a San Fior (TV) e che ci ha offerto le sue conoscenze, il suo incontro con la malattia e il suo cuore come basi su cui appoggiarci per dare inizio a questo percorso.