in questa domanda è contenuto tutto il mio dilemma... che provo a condividere con te a partire dall'inizio.
Un inizio che faccio risalire alla mia infanzia quando, nei miei sogni di bambina che si proiettava in un futuro che, ovviamente, sognava felicissimo, avevo forse un'unica certezza: sarei stata una mamma. E avrei cercato di essere la migliore mamma che i miei bambini potessero avere. Disponibile a giocare con loro e, poi, ad affiancarli nei problemi della crescita, compresi quelli scolastici, mettendoli sempre in cima alle mie priorità. Pronta ad abbandonare qualsiasi faccenda per stare con loro, ascoltarli, confortarli, rassicurarli, trasmettendo loro un senso di certezza e di stabilità. Preparata nel rispondere a qualunque loro dubbio o domanda, sincera nell'ammettermi talvolta non informatissima e decisa a crescere con loro, imparando insieme e l'uno dall'altra. Salda in alcune granitiche certezze, molte delle quali trasmessemi dai miei genitori, delle quali ancora non coglievo il senso pieno ma che (ne ero certa) avrei capito nel corso della vita.
E finalmente sono diventata una donna e, nel momento stesso in cui mi hanno messo la mia bambina in braccio, una mamma.
Direi che mi pare di non essermela cavata male... ho perfino aggiunto alcune prerogative a quelle che già cullavo nel mio cuore. La Fede, ad esempio, che nel momento stesso in cui ho stretto a me il mio "miracolo" ho sentito come uno dei regali più sensati che avrei potuto farle. E con essa tutti i valori che hanno accompagnato la vita della mia mamma, della mia nonna e anche oltre, nel risalire la corrente del tempo a cercare la sorgente della mia vita.
Forse non "la migliore delle mamme", ma una mamma che cercava di essere il meglio che poteva... di questo ero certa e me ne compiacevo. Fino a quando...
Fino a quando la mia "bambina" ha cominciato a farmi alcune domande alle quali non so davvero rispondere. E proprio su questo ho pensato di chiedere il tuo aiuto...
Il fatto è che, non solo essere mamma (genitori, in realtà) è un mestiere difficle, ma pare che tutto quello che circonda la famiglia trami per renderlo impossibile da realizzare.
Mia figlia è ancora nell'età nella quale lo spirito riesce a farsi sentire sul frastuono delle voci e dei rumori che arrivano dall'esterno del nostro essere. L'infanzia non l'ha ancora lasciata del tutto e la bambina che ancora sorride dentro di lei le fa sentire che vivere nel "pulito" e a contatto con il bello, il vero, il giusto è il modo migliore per vivere.
Ma ovviamente non vive sotto una cappa di vetro e vede ciò che accade nel mondo.
Vede che tutti gli insegnamenti ricevuti e volti a preservare la sua "innocenza" sono confinati a ben poche famiglie e a sparuti gruppetti di educatori. Quello che si respira però è che ci sia la necessità di "farsi furbe" prima possibile, imparando a capire quali siano le convenienze e cogliendo ogni opportunità...
Altro che sognare l'amore e desiderare di preservarsi per una sola persona speciale e unica... Che sciocchezza!
Altro che pesare ogni proprio piccolo comportamento sulla bilancia della propria coscienza... Che anacronismo!
Altro che provare gratitudine per ciò che si ha e ricordarsi da chi provenga e dei fratelli che hanno meno opportunità... che sciocco buonismo!
Altro che sognare, come facevo io, di diventare mamma... o di esserlo in un senso ancora più pieno decidendo di offrirsi per aiutare chi soffre... Meglio, molto meglio, sognare di diventare velina e di sistemarsi facendosi sposare da qualche danaroso al quale non serviranno altri "pregi" che questo!
Ecco... ne avrei ancora di esempi e di dubbi. ma fatico perfino a riordinarli nella ridda dei pensieri che affollano la mia mente.
Io non so se tu, Kaishe, sei mamma, ma ti chiedo: Tu, cosa ne pensi? E, comunque, pensi che io abbia sbagliato tutto finora?
Una mamma in crisi.
Cara "mamma in crisi"... cosa vuoi mai pensare? Tra l'altro... pensare è uno degli atteggiamenti non richiesti da questa società nella quale, volenti o nolenti, viviamo. Direi che l'unica cosa che puoi fare per tua figlia è allenarla ad avere stomaco buono... chè chissà quante volte dovrà mascherare con un sorriso ammiccante i conati di vomito davanti a certe persone. Perchè nella vita troverà molti più esseri nauseanti che persone sante... Ma la maggioranza del popolo si prostrerà davanti a loro... e loro potranno riempirsi la bocca di bugie e battutacce infime tanto quanto la loro moralit
à e compiacersi del proprio essere...
Alla tua seconda domanda, invece, lascio che sia tu stessa a rispondere... mentre rispondi a queste mie piccole curiosità. Che pensieri hai davanti allo svilimento del contenuto di parole come amore, fedeltà, responsabilità? E che pensieri fai davanti all'indifferanza di tanta parte delle donne che, in nome di chissà quali privilegi, lascia che sia infangata la sua stessa femminità? E davanti al pietoso machismo di taluni omuncoli che si beano della loro presunta autosufficienza e superiorità? Sulle tue risposte potrai basare gli insegnamenti che vuoi (o non vuoi) continuare a dare a tua figlia. E la consapevolezza di che mamma vuoi essere.
Auguri a entrambe!