Beh, anche a vivere si impara giocando, no?
Basta chiedere a un qualsiasi bravo psicologo dell'età evolutiva, meglio se di mestiere principale non fa il presenzialista televisivo, magari... Più o meno risponderà così:
Attraverso il gioco il bambino sviluppa non soltanto le sue capacità fisiche, ma anche l’immaginazione, l’intelligenza, l’affettività, la socialità. L’attività ludica è l’esperienza fondamentale oltre che il modo di esprimersi dell’infanzia: durante il gioco vengono apprese infinite nozioni e sperimentati atteggiamenti utili come tirocinio alla vita del futuro adulto. Tuttavia, benché il gioco realizzi importanti finalità, non è un’attività rivolta a un fine: è l’espressione libera, piacevole e spontanea della vita del bambino. Oltre all’uomo soltanto gli animali superiori giocano nella prima fase della loro vita, cosa che ci induce a pensare che il gioco sia in stretta relazione con la capacità di apprendere.
Senza voler fare la "SoTuttoIo" di turno, fa tristezza constatare come, nella nostra evoluta società, molti bimbi non sappiano più giocare e troppi adulti si siano dimenticati di farlo (o se lo impongano per convenzione).
In questo periodo l'argomento torna di attualità perchè chi ha bambini in età scolare già pensa a come impegnare le loro giornate quando le scuole chiuderanno. E, di solito, si paga qualcuno che li accudisca e li sorvegli... meglio se li fa pure giocare, correre, divertire, ridere e cantare, dico io!
Le proposte sono molteplici, dagli oratori ai centri estivi ai campiscuola... e qui gioco in casa!
Ufficialmente io sono un'animatrice e dunque il mio compito è "fare un servizio"... ma in realtà questi periodi di ferie sono per me l'occasione per fare provvista per i giorni attentati dal tristerrimo tran-tran quotidiano.
E voi?
Per quanto può essere espresso "pubblicamente", vi concedete il lusso di giocare?