L'idea di partenza é:
ma le persone che si accostano - meglio, cercano di accostarsi - al mondo del lavoro come fanno a trattenersi dal rispondere citando esattamente ciò che passa loro per la testa quando viene loro chiesto: "Esperienze?..."
I più educati riescono forse a dire: "Speravo di poterle fare da voi...".
I più educati riescono forse a dire: "Speravo di poterle fare da voi...".
E allora ho pensato alle bambine (vabbè, sono "di parte") che da piccole vengono abituate facendole giocare alla lavandaia, alla casalinga, alla cuoca, alla moglie, alla mamma... ma poi da grandi mica vogliono stare in casa... manco possono...
Mentre i maschietti giocano a fare i dottori (!!!), i capi, i leader, i mariti... e da grandi pretendono di continuare a farlo...
E guai alle bimbe che invece vogliono avere il fodero e le pistole (sigh, sigh)... Ma come? Ma che bimba strana sei... Eppure le tue sorelle sono così bravine...
Se poi la bimba rimpiange di non essere un maschietto e di non poter stare tutto il pomeriggio in piazza a giocare al pallone ma, nello stesso tempo, "sente" che la cosa che vuole di più è "essere mamma"... finisce che pure lei si trova strana...
Dunque, vivendo in un paesino di 400 abitanti, e collocando temporalmente l'infanzia nei primi anni '60 la bimba, che chiameremo Kaishe, tenderà a coltivare la sua "parte femminile" ed eleggerà come modelli la nonna (che sognerà di eguagliare nel numero dei figli) e la maestra (che le indicherà il senso di una maternità "diversa", allargata verrebbe da dire).
Cresciuta, continuerà a coltivare questo sogno e si dimostrerà disponibile ad occuparsi di tutti i piccoli, risultando amatissima da loro.
Poi, finalmente, il sogno della maternità si avvera...
Che emozione veder nascere quel bimbo e pensare che è tuo, e aspettare il momento che te lo porterai a casa e comincerai davvero a prenderti cura di lui, anche con un senso di orgoglio perchè troverà una mamma "preparata".
"Ecco signora... adesso le abbiamo fatto vedere come gestire il suo bambino e può portarlo a casa. La visita di controllo è fra un mese ma può chiamare o anche venire se ha problemi o dei dubbi. Questa è la lettera per il suo medico curante...
Ah, il moncone del cordone ombelicale cadrà entro una settimana..."
A casa, Kaishe non può resistere alla tentazione di far vedere al marito e neo papà che fortuna sfacciata ha avuto a trovare una come lei... "Aspetta, cambio il piccolo..."
Dunque... pannolini (di stoffa, sono più adatti alla pelle delicata dei neonati...), detergente, borotalco, garze e disinfettante per il cordone ombelicale che si prende delicatamente con una mano mentre con l'altra si disinfetta la parte...
"Oh Dio... mio Dio... cos'ho fatto... devo aver tirato troppo..."
... e giù lacrime ...
Il povero marito e neo papà, sconvolto e condizionato dalla disperazione della moglie e neo mamma, corre all'Ospedale (tanto, basta attraversare la strada, quando si dice la fortuna!) e racconta ansimando che sua moglie crede di "aver rovinato il bambino... piange e dice che gli ha staccato il moncone" ...
Beh... Kaishe non aveva mica esperienza di bimbi così piccoli... e poi ha solo capito male una parola... aveva capito che cadesse FRA una settimana, non ENTRO una settimana...
Ma al reparto maternità si son fatti di quelle risate...
