Ma il lavoro… davvero… nobilita l’uomo?

In una giornata assolutamente allucinante, mi scappa di fare un pensiero sull’ennesima frase fatta: “Il lavoro nobilita l’uomo”…
E il pensiero ha, ovviamente una sfumatura rosa…
Intendo dire, certo il poter “uscire di casa” è stata una grande conquista delle donne, però…
A volte mi chiedo se davvero la cosa ci è di beneficio o se invece ci sentiamo obbligate ad esprimere soddisfazione per essere riuscite a conquistare il diritto di cominciare a correre di mattina per arrivare sul posto di lavoro tutte e modino e ben sistemate;

correre all’ora di pranzo, magari catapultandoci all’uscita della scuola a raccattare figli affamati, per adempiere al nostro dovere di elargitrici di pasti pronti, possibilmente caldi;

correre alla sera a fare la fila alla cassa del supermercato con il carrello stracolmo di ogni ritrovato che ci consenta di fare tutto, presto e bene;

correre a casa e cercare di approntare un nido accogliente per i nostri familiari, ai quali a volte non abbiamo neppure voglia di rivolgere la parola perchè siamo sfinite…

la tragedia è quanto anche nei sogni corriamo… e la mattina siamo ai blocchi di partenza già stanche.
E, come se non bastasse, riempiamo ogni attimo libero dei nostri figli di attività altre e alternative perché si abituino al ritmo…

Beh, in realtà non è che io mi ci riconosca poi troppo in questo psicotico ritratto, ho decisamente caricato troppo il pennello, ma la domanda me la pongo comunque:
Ma mi piacerebbe fare solo la moglie, la mamma e la “regina del focolare”?