Una lunga conversazione telefonica con la mia mamma (un lungo monologo, in realtà... io dicevo solamente sì di tanto in tanto) mi ha fatto venir voglia di dedicare un pensiero alla nonna della foto di fianco: none Marie...
Personalmente non l'ho neppure conosciuta, ma la sua storia mi è nota perchè mio marito l'andava a trovare con regolarità e, ogni volta, mi raccontava particolari dolcissimi della storia di questa donna.
Una storia che si è intrecciata, a un certo punto del percorso, con la storia di una coppia di amici di mio marito... S e G - davvero una coppia speciale: lei ex-infermiera addetta alla lavanderia del locale Ospedale Civile, lui ex-poliziotto...
Una casetta nemmeno grande in un paesino della Carnia, una figlia, tanta semplicità e due cuori immensi... a completare la famiglia le mamme di entrambi, accudite con amorevole cura... ma evidentemente c'era ancora amore da elargire.
Così S e G aprono le porte di casa a un bimbo bielorusso associandosi al progetto di aiuto avviato in conseguenza al disastro di Chernobyl... poi a un ragazzino in difficoltà del quale accettano l'AFFIDO...
Talvolta però, le pagine del destino si scrivono duramente diverse da come ci si aspetterebbe.
Le due nonne sono anziane e, una dopo l'altra, se ne vanno... ma è il ciclo normale della vita.
Il ragazzino si ammala di cancro e muore... e questo è difficile da accettare.
L'assistente sociale che lo seguiva, passa a visitare la famiglia affidataria e, conoscendo la loro generosità, propone loro di accogliere un nuovo affido...
Non me la sento - dice S - è stata troppo dolorosa... guarda, eventualmente la prossima volta adotto una nonna.
Va bene - dice l'Assistente sociale - ho la persona giusta. Quando posso portarla?
... e così none Marie trova una famiglia... la prima e unica della quale fa esperienza nella sua vita.
La storia della vecchina è frammentaria, ma i punti salienti sono questi:
- a 13 anni rimane orfana e viene ricoverata (ma la parola giusta è internata) in Manicomio con una diagnosi di "leggero ritardo mentale". Quando il terremoto del 1976 lesiona la struttura, viene trasferita in un Ospedale psichiatrico e lì rimane fino a 90 anni...
Per i 7 anni che Marie ha trascorso con questa "SUA" famiglia, curata, coccolata e amata da S e G, dalla loro figlia e dalla nipotina ma anche da tutto il paese, lei ha sorriso felice e incredula a tutti, ripetendo sempre, come una cantilena, "Sono Maria...".-
Quasi una ricerca della propria identità così crudelmente negata...
Perciò questo post è un regalo alla bimba Mariute che a 90 anni ha trovato l'amore della famiglia.